La Grande Guerra.

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Transcript della presentazione:

La Grande Guerra

L’analisi dei fatti Le cause della guerra Guerra di posizione: la trincea Guerra di logoramento: le risorse impegnate La mobilitazione totale Il primo genocidio: gli Armeni I gas asfissianti Le nuove armi Il bilancio della guerra

Poteva essere evitata la guerra? - le cause Le cause strutturali Fine dell’ordine europeo Nazionalismi - imperialismi Militarismo tedesco Peso degli stati-maggiori militari nella politica interna Bellicismo di massa Minaccia tedesca all’egemonia britannica revanchismo francese irredentismo italiano questione balcanica L’equilibrio in Europa poggiava su alcuni postulati: l’egemonia mondiale inglese accompagnata da un “attento disinteresse” per le vicende continentali l’isolazionismo americano la centralità politica ed economica continentale della Germania, ma non il suo ruolo egemone Ora, la Germania, con la sua crescita economica, la costruzione di una flotta militare e l’inserimento nel sistema coloniale in Medio Oriente (cfr. ferrovia Berlino-Bagdad) entrava in collisione con gli interessi inglesi Imperialismo – Tesi marxista: esaurita la conquista coloniale, si verifica un’implosione dovuta alla natura stessa del capitalismo (imperialismo fase suprema del capitalismo) e le potenze europee Militarismo tedesco – Tesi liberale: scatena la corsa agli armamenti

Le guerre del passato Francia su 29 milioni 1789  156.000 1793  983.000 battaglie relativamente rare comunque non tali da apparire come catastrofi nazionali per numero di morti diverse invece: Borodino 28.000 su 120.000 Waterloo 27.000 su 72.000 Napoleone 15.000 su 68.000 Wellington gli eserciti prima dell’introduzione della coscrizione obbligatoria costituiscono una frazione marginale della popolazione

La guerra totale (da Hobsbawm, Il secolo breve) Prima del ventesimo secolo, era un caso eccezionale che la guerra coinvolgesse tutta la società Il mostro novecentesco della guerra totale non nacque d'improvviso. Tuttavia, dal 1914 in poi, le guerre furono indubbiamente guerre di massa Nella prima guerra mondiale la Gran Bretagna mobilitò il 12,5 % della popolazione maschile, la Germania il 15,4 %, la Francia quasi il 17%

L’inizio del massacro battaglia di Verdun (cinque mesi): morirono: 275.000 francesi e 240.000 tedeschi offensiva sulla Somme: 1.000.000 di morti di cui 420.000 inglesi, solo il 1° giorno 60.000 1914-18: più di 10.000.000 di morti 1.600.000 francesi 800.000 inglesi 1.800.000 tedeschi 600.000 italiani Verdun

La prima guerra del ‘900 si svolge nell’800 Importanza della tecnologia Navi corazzate, mitragliatrici, fucili a ripetizione Telegrafo, palloni aerostatici, ferrovie Centralità della produzione industriale Coinvolgimento della popolazione civile Guerra di logoramento (trincee). la guerra di secessione americana 1861-1865

Le novità della guerra di secessione 4.500.000 soldati mobilitati (fra Nord e Sud) su una popolazione di 33 milioni (compresi gli schiavi) 700.000 morti e 500.000 invalidi Mobilitazione: Confederazione 1.500.000 uomini dai 17 ai 50 anni (900.000 di leva obbligatoria), Unione : 3.000.000 soldati (2.300.000 di leva). Produzione industriale del Nord: 12.400 cannoni, 7.592.667 proiettili di artiglieria, 12.917.974 chilogrammi di polvere, 3.351.878 fucili e più di un miliardo di cartucce.

Le vittime della guerra di secessione Nord 365.205 morti 285.245 feriti e mutilati su una popolazione di 22 milioni di abitanti; Sud (stime) 329.000 vittime più di 200.000 feriti su 11 milioni di abitanti (compresi gli schiavi)

della guerra civile americana La “modernità” della guerra civile americana Tecnologia Navi corazzate, mitragliatrici, fucili a ripetizione Telegrafo palloni aerostatici ruolo delle ferrovie Guerra di movimento, ma anche di posizione: compaiono le trincee. guerra di logoramento

La filosofia del generale Sheridan Nel corso della guerra civile il generale Sheridan dichiara: "è difficile piegare con le armi un popolo fiero, combattivo, coraggioso; ma mettete alla fame i suoi vecchi, i suoi bambini e le sue donne; distruggete sistematicamente le sue case: e vedrete i fucili cadere dalle mani dei combattenti". E sei anni più tardi lo stesso Sheridan, inviato come osservatore durante la guerra franco-prussiana del I870, suggerirà a Bismarck: "se volete domare i francesi, dovete fare come noi, che ai sudisti abbiamo lasciato solo gli occhi per piangere".

L’aumento delle vittime e delle vittime civili   periodo n. morti % vittime civili Rivolta dei contadini in Germania 1524-1525 175.000 57% Guerra di indipendenza olandese 1585-1604 177.000 32% Guerra dei trent’anni 1618-1648 4.000.000 50% Guerra di successione spagnola 1701-1714 1.251.000 n. d. Guerra dei sette anni 1755-1763 1.358.000 27% Rivoluzione francese e guerre napoleoniche 1792-1815 4.899.000 41% Guerra di Crimea 1854-1856 772.000 66% Guerra civile Usa 1861-1865 820.000 24% Paraguai contro Brasile e Argentina 1864-1870 1.100.000 72% Guerra franco-prussiana 1870-1871 250.000 25% Guerra Spagna – USA 1898 200.000 95% Grande guerra 1914-1918 26.000.000 Seconda guerra mondiale 1939-1945 53.547.000 60%

Guerre di massa le guerre moderne rafforzarono l'organizzazione del lavoro e produssero una rivoluzione nell'impiego di personale femminile al di fuori delle faccende domestiche le guerre del ventesimo secolo furono guerre di massa nel senso che impiegarono e distrussero nel corso dei combattimenti una quantità fino ad allora inimmaginabile di materiali e di prodotti. Cfr. l'espressione tedesca MaterialschIacht (“battaglia di materiali”) per descrivere le battaglie sul fronte occidentale nella guerra del 1914-18

Napoleone poté vincere la battaglia di Jena nel 1806, e distruggere così la potenza prussiana, con non più di 1.500 salve di artiglieria prima della guerra del 1914-18 la Francia aveva pianificato una produzione giornaliera di 10-12.000 granate e alla fine del conflitto l'industria francese arrivò a produrne 200.000 al giorno

Parlando in termini generali, la guerra totale fu la più grande impresa economica, coscientemente organizzata e diretta, che l'uomo avesse mai conosciuto gli eserciti e la guerra erano ben presto diventate “industrie” o attività economiche assai più vaste di qualunque iniziativa economica privata [Hobsbawm]

Un modello esplicativo sulle cause immediate strategia di rischio politica coercitiva dilemma della sicurezza disposizione strategico-militare offensiva [leggi testo]

La partenza per il fronte

L’interventismo italiano Carrà. Folla che palude alla guerra

La trincea Otto Dix

La guerra in trincea

Pronti all’assalto… … a riposo

L’iprite 22 aprile 1915, a Ypres i tedeschi impiegano per la prima volta il gas asfissiante che da allora fu detto “iprite” la guerra chimica richiede condizioni meteorologiche pricise gli effetti sulle persone e sulle cose sono devastanti

I gas: tanto atroci quanto inefficaci L’uso dei gas produsse l’unico caso di reazione umanitaria > Convenzione di Ginevra del 1925 [Nella II GM i gas non saranno usati da nessuno (ma gli italiani li usarono in Africa)] I gas: tanto atroci quanto inefficaci

Le armi Artiglieria portatile Mitragliatrici Cannoni queste sono le armi più usate nella I GM, e tutte erano state già usate in precedenza

Il carro armato Vengono introdotti veicoli corazzati a cingoli, ma il loro uso è limitato e poco efficace

L’aeroplano Gli aeroplani hanno funzioni ricognitive e terroristiche Ancora scarsi e poco efficaci i bombardamenti Il Barone rosso Fokker inventa, per i tedeschi, una mitragliatrice sincronizzata con l’elica dell’aereo

I sottomarini Sono l’unica nuova arma che abbia effetti rilevanti. Servono a colpire le forze militari (navi da guerra) e ad affamare la popolazione civile (blocco navale)

Il “fronte interno” dalla guerra di logoramento alla “mobilitazione totale”

La donna al lavoro Nelle fabbriche Nelle campagne da “esercito di riserva” nel mondo del lavoro, le donne sostituiscono gli uomini al fronte Contadine di Poitou sostituiscono gli uomini mobilitati

Nei servizi Nell’industria bellica

Alla fine della guerra le donne continueranno a sostituire nelle fabbriche gli uomini morti, mutilati o dispersi in battaglia

Mobilitazione interna La mobilitazione totale I manifesti

… per la patria in pericolo

contro l’odiato straniero

La mobilitazione delle colonie Francia e Inghilterra poterono contare sull’impero coloniale Duplice effetto Constatazione carneficina Promessa di autonomia (non mantenuta)

La mobilitazione dell’impero britannico

Il genocidio armeno

Il primo genocidio del ‘900 Armenia: territorio compreso tra il Caucaso e l’Eufrate Armeni: popolazione unita da millenni per la lingua (ceppo indoeuropeo) e religione (cristianesimo autocefalo dal VI secolo)

Gli armeni prima del 1914: i primi massacri 1894-96 1909 nella fase di dissoluzione dell’Impero, gli armeni, come altri popoli, avanzano rivendicazioni di autonomia Abdul - Hamid, sultano dal 1876, di fronte alle rivolte dei curdi, organizza questi ultimi contro gli armeni 1894-96: primi massacri per mano di turchi e curdi; 200/ 300 mila morti, decine di migliaia di conversioni forzate la rivoluzione dei “Giovani Turchi” dà un indirizzo nazionalista alla politica dell’impero allo sfascio 1909: secondo massacro in Cilicia: 30.000 morti

Il genocidio 1913: dittatura militare dei Giovani Turchi 1914: è costituita una “Organizzazione Speciale“ Nel 1915 furono uccisi 1.500.000 armeni

Gorizia: al bivio dell’identità nazionale «O Gorizia tu sei maledetta per ogni cuore che sente coscienza!» Dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu.   O vigliacchi voi che ve ne state con le mogli sui letti di lana, schernitori di noi carne umana questa guerra ci insegna a punir, Voi chiamate il campo d'onore questa terra di là dei confini,- qui si muore gridando: «Assassini!» Maledetti sarete un dì. Sei nostra! Sembra gridare l'assalto. La Città è apparsa, apparsa a tutti nel piano, dalle vette raggiunte: e tende le braccia, e chiama, li, prossima, tutta rivelata, nuda e pura nel sole di ferragosto, e libera! libera! (V. Locchi, La Sagra di Santa Gorizia, L'Eroica ed. ,Milano1956, pag. 70-71)  9-10 agosto 1916: morirono 1.759 ufficiali e 50.000 soldati italiani; 862 ufficiali e 40.000 soldati austriaci. O Gorizia, tu sei maledetta Nella canzone popolare non c’è né esaltazione né eroismo né accettazione del sacrificio per la patria, ma si descrive la guerra in tutto il suo orrore. Accanto al netto rifiuto del conflitto, sono presenti passaggi di esplicita protesta contro chi ha voluto la guerra e contro gli ufficiali che la gestivano con totale disprezzo delle vite dei soldati. La Sagra di Santa Gorizia La città di Gorizia, che sta per essere conquistata è rappresentata, in questo testo letterario, come splendida donna nuda che tende le braccia vogliosa, nel sole d’agosto, agli eroi conquistatori, i quali vivono la guerra e la carneficina come esperienza mistico-religiosa e, insieme, erotico-sessuale.

Il bilancio della guerra     Max forze mobilitate Caduti Feriti Prigionieri o dispersi Perdite sulla forza mobilitata Tot. Intesa 42.274.000 5.152.000 12.831.000 4.121.000 52,3% Tot. Alleanza 22.850.000 3.386.000 8.388.000 3.629.000 67,4% Totale 65.125.000 8.538.000 21.219.000 7.750.000 57,6%  

uno sguardo retrospettivo e lucidamente profetico Vi è qualcuno che ricordi ancora l’Europa nei mesi prima del 1914? e che ricordi gli anni che precedettero questi anni di guerra? Pare che gran tempo sia trascorso, che si tratti di un’epoca lontana, tanto le condizioni della vita sono mutate e tanto è mutata la concezione della Vita. Forse trenta milioni di morti separano due età. Molti uomini ha ucciso la guerra, molti più ancora la malattia, ma assai più ha ucciso la fame. Sono i morti una grande barriera tra l’Europa di ieri e l’Europa di oggi. Abbiamo vissuto due epoche storiche, non due periodi differenti: l’Europa che era lieta e prospera, dopo l’immensa guerra, è minacciata da una decadenza e da un abrutimento, che fa ricordare la caduta dell’Impero romano. Noi stessi non ci rendiamo conto di ciò che avviene. Oltre due terzi dell’Europa sono in fermento e vi è in tutti un senso vago d’inquietudine...” F. S. Nitti, L’Europa senza pace, 1921, citato in Sasso Gennaro, Tramonto di un mito, L’idea di “progresso” fra Ottocento e Novecento, Il Mulino, Bologna, 1984, pag. 43

L’Europa al termine della guerra