Cenni storici sulla carta Dalla preistoria ai giorni nostri
1 Rocce e ossa di animali incise I supporti scrittori Fin dai tempi più antichi l’uomo ha avvertito la necessità di comunicare e di lasciare messaggi per i posteri. Per questo motivo, prima di “inventare” la carta usò materiali assai diversi. 1 Rocce e ossa di animali incise 3 PAPIRO, Foglio ottenuto dallo stelo di una pianta acquatica 4 PERGAMENA, foglio ottenuto da pelli di animali (vitelli e pecore) conciate e lisciate 2 Tavolette di argilla
1. Preistoria La carta è talmente importante per scrivere che non potremmo farne a meno, eppure è stata inventata diversi millenni dopo l'invenzione della scrittura. Allora su cosa scrivevano gli uomini prima dell'invenzione della carta? Gli uomini primitivi cominciarono a tracciare graffiti e a dipingere scene di caccia su rocce e sulle pareti di caverne. Essi incidevano anche delle tacche su bastoni, conchiglie, ossa e sassi.
2. TAVOLETTE D'ARGILLA La scrittura è stata inventata circa 5500 anni fa dai sumeri, nell'antica Mesopotamia. Come supporto per i loro testi, i sumeri usavano tavolette d'argilla.
L'argilla è sostanzialmente fango e nelle loro pianure alluvionali essi ne avevano moltissimo. Con l'argilla, essi preparavano delle tavolette sulle quali incidevano figure o simboli finchè erano ancora abbastanza umide e tenere. Queste tavolette venivano poi lasciate seccare, così che i segni impressi si potevano mantenere per lunghissimo tempo. L'unico pericolo era dovuto all'acqua che poteva rovinare le tavolette. Quando invece scoppiava un incendio, le tavolette d'argilla subivano una cottura che le trasformava in terra cotta, un materiale inalterabile da parte dell'acqua e in grado di durare per migliaia di anni.
3. PAPIRO Papiro (Cyperus papyrus), Il papiro prende il nome dalla pianta da cui era ricavato. Essa sta con le proprie radici in acqua e sviluppa un lungo stelo cilindrico che finisce con un ciuffetto di foglie strette ed allungate. 3. PAPIRO Papiro (Cyperus papyrus), Il midollo del fusto della pianta di papiro veniva impiegato nell'antichità, in Egitto, in Grecia e a Roma, per realizzare fogli su cui scrivere. Dalla stessa pianta si ricavava il materiale per produrre sandali, imbarcazioni, corde e stuoie; le radici venivano seccate e utilizzate come combustibile.
Rotolo di papiro IN EGITTO Intorno al 3000-3500 a.C., i sacerdoti e i contabili dei faraoni egizi scrivevano su un supporto leggero e duraturo: i rotoli di papiro, fabbricati utilizzando gli steli di questa pianta acquatica diffusa nella valle del Nilo, in Palestina ed in Sicilia. Rotolo di papiro Gli antichi egizi scrivevano su rotoli di papiro realizzati con una fitta trama di fibre incrociate ed essiccate al sole. Questa "pagina" così ben conservata del Libro dei Morti dimostra l'alta qualità e la resistenza del più antico antenato della carta.
Produrre i fogli di papiro La parte superiore del lungo stelo delle piante veniva tagliata in sottili strisce longitudinali larghe pochi centimetri e lunghe oltre un metro. Tali strisce erano poi disposte, l'una accanto all'altra, sopra un piano orizzontale, in modo da formare uno strato continuo e il più possibile omogeneo. Su questo primo strato se ne collocava un altro, con l'accortezza di disporre le strisce in modo trasversale rispetto alle prime. Papiro (Cyperus papyrus, famiglia Cyperaceae)
Il reticolo così formato era poi bagnato con acqua e pressato, affinchè le sostanze collanti contenute nelle fibre della pianta facessero aderire i due strati sovrapposti; successivamente veniva fatto asciugare all'aria. Incollando i margini di più fogli di papiro, tagliati tutti nelle stesse dimensioni, si otteneva una striscia continua, che si arrotolava per costituire il volumen o rotolo: in pratica, l'antesignano del nostro libro.
4. PERGAMENA Nella città greca di Pergamo, come supporto per la scrittura si cominciò ad utilizzare la pelle di pecora Da una sola pelle, si potevano ricavare diversi fogli perchè era possibile separarne più strati. I fogli venivano raschiati dai resti di grasso e di carne, poi venivano messi ad asciugare su telai che li tenevano tesi. Il prodotto finale era la pergamena, un materiale molto adatto per la scrittura e che venne utilizzato in Europa durante tutto il medioevo, fino all'introduzione della carta. Una vecchia pergamena poteva essere raschiata dalla scrittura precedente e poteva quindi essere anche riutilizzata
La storia della carta COME SI FACEVA LA CARTA? 105 d.C. Un cinese Ts’ai Lun, fabbricò sottili fogli di carta impastando scorze d’albero, stracci e residui di reti di pesca, sminuzzati e mescolati con acqua. VIII SEC. Gli Arabi introdussero la carta in Europa, a partire dalla Spagna e dalla Sicilia, migliorandone la scrivibilità. 1276 Nasce la cartiera di Fabriano, famosa per l’adozione di formati standard e della FILIGRANA. XVII SEC. I cartai olandesi realizzarono una macchina per raffinare la pasta stracci che consentiva di fornire grandi quantità di carta in tempi brevi. XVIII SEC. Il francese Nicolas Louis Robert, nel 1798, costruì la prima MACCHINA CONTINUA. COME SI FACEVA LA CARTA?
La scoperta della carta La carta fu prodotta per la prima volta nel 105 da Ts'ai Lun, un eunuco della corte cinese han dell'imperatore Ho Ti. Egli si recava ogni giorno presso uno stagno adibito a lavatoio: lì , meditava ed osservava le donne che lavavano i panni. Un giorno si accorse che le fibre, staccatesi dai panni logori a causa dello strofinio e della sbattitura esercitati dalle lavandaie, si accumulavano in un'ansa dello stagno e lì si riunivano come un feltro sottilissimo. Ts'ai Lun lo raccolse con delicatezza e lo pose ad essiccare. Nacque così un foglio di una certa consistenza, di colore biancastro ed idoneo per la scrittura. Così il ministro ordinò di sostituire, nella fabbricazione dei feltri, le fibre animali con quelle vegetali. Essi usarono la carta anche per fabbricare ventagli, cappelli, vestiti ed altri oggetti di uso comune.
Materia prima per fare la carta Il materiale usato era probabilmente la corteccia dell'albero del gelso da carta, opportunamente trattata e filtrata in uno stampo di bastoncini di bambù. Il gelso era tradizionalmente utilizzato per la confezione degli abiti: la sua corteccia, dopo essere stata battuta con delle mazze, veniva messa a bagno nell’acqua e si trasformava in tal modo in una sorta di pastone di fibre che veniva poi schiacciato sino a formare fogli dall’aspetto felpato
Il segreto della carta passa agli arabi Nel 750 DC, gli arabi sconfissero i cinesi in battaglia. Fra i prigionieri, c'erano anche degli operai di cartiere che insegnarono la tecnica di fabbricazione della carta agli arabi. Qualche secolo dopo, l'arte della fabbricazione della carta arrivò in Egitto, poi in Marocco e da qui in Spagna. La prima cartiera spagnola fu aperta nel 1009.
MATERIALI Raccontano poeti e scrittori locali che si vedevano in Spagna vaste aree di terra piene di fiori azzurri di lino, giacché si adoperavano gli stracci di lino per la sua lavorazione I principali materiali da cui si ricavava la carta in quell’epoca erano il lino e la canapa, ma soprattutto la canapa tessuta (cordami di canapa e stracci di lino).
In Italia Nel 1250, l'Italia diventò il maggiore produttore di carta, che veniva esportata in molti paesi europei. Un importante centro italiano per la fabbricazione della carta fu Fabriano, dove fu inventata la filigrana Per rendere la carta meno assorbente, gli arabi usavano colle di origine vegetale, ma questa carta veniva aggredita da muffe e si degradava rapidamente. Usando colle di origine animale, gli italiani migliorarono molto la qualità della carta e la sua durata potè raggiungere numerosi secoli. Si conoscono infatti documenti di carta ancora in ottimo stato dopo oltre 700 anni dalla loro produzione.
La tipografia nel XV secolo, introducendo i caratteri tipografici mobili, si stimolò la produzione di carta in modo quasi industriale
XVII SEC. I cartai olandesi realizzarono una macchina per raffinare la pasta stracci che consentiva di fornire grandi quantità di carta in tempi brevi e carta perfettamente bianca. Stampato nel XVII sec.,
La prima macchina All'inizio del 1800, i francesi e gli inglesi cominciarono a costruire macchine per la produzione continua di carta. Le macchine continue sono fornite di un setaccio a forma di tappeto mobile che preleva uno strato continuo di fibre. Durante il suo cammino, il nastro di carta in via di formazione viene addizionato di colle, cariche minerali e di altre sostanze, quindi viene spremuto dall'acqua in eccesso, asciugato e rullato. Alla fine, viene raccolto in grandi bobine ed inviato alle fabbriche che lo trasformano in giornali, quaderni e numerosi altri prodotti. La fabbricazione a mano della carta è ancora praticata per produrre fogli pregiati o per uso artistico, ma rappresenta una quantità minima della carta prodotta nel mondo.
Come si faceva la carta? Lo straccio di pezzatura grossa viene ridotto in rettangolini di pochi centimetri di lato. Questa operazione viene eseguita con una "falce" disposta verticalmente sul davanti del cassone di raccolta. Gli stracci vanno macerati per eliminare la "crudezza" rendendoli più morbidi.
Dopo la macerazione lo straccio viene trasformato in "pasta di carta" o "pisto", cioè la riduzione del "tessuto" a "fibra elementare", ottenuta con magli multipli mossi da un mulino ad acqua. Una volta trasformato il tessuto in sfilacci, il materiale viene trasferito, tramite un mestolo di rame, a "raffinare" dove l'azione dei magli, muniti di chiodi , libera dagli sfilacci la fibra allo stato elementare.
In un telaio di legno, di forma rettangolare, viene posto un panno di canapa a tessuto molto rado; su di esso si fa colare il pisto che perde così molta acqua per leggera pressione manuale. Il pisto raffinato viene confezionato in "pizze".
La tela così preparata viene montata su un telaio rettangolare di legno. La superficie di lavoro è delimitata da una cornice di legno, non fissa ma appoggiata sul perimetro della tela per consentire la tenuta della pasta e delimitarne le dimensioni del foglio che verrà ottenuto. Il lavorante immerge la forma nel tino e ne estrae ogni volta la stessa quantità di pasta che distribuisce su tutta la superficie della tela.
Appena il foglio si è formato,e dopo aver lasciato per un momento scolare l'acqua, si adagia la forma su un feltro di lana determinando il distacco del foglio dalla tela. Un foglio e un feltro sopra l'altro, si forma così una pila che viene pressata in un torchio a vite: si ottiene, in questa maniera, la prima disidratazione dei fogli.
Il distacco dei fogli viene eseguito da tre cartai. Poi i fogli sono esposti all'azione di ventilazione naturale.
Il carniccio, previamente lavato, viene caricato nell'apposito cesto e calato nella caldaia contenente acqua tiepida. Si lascia il cesto in immersione fin quando tutta la gelatina non sia stata estratta, formando il "brodo". A questo punto si solleva il cesto nel quale è rimasta solo la mucillaggine del carniccio. La carta prodotta per essere utilizzata come materiale scrittorio deve essere "collata"; cioè deve essere impermeabilizzata agli inchiostri da scrivere. I fogli di carta vengono immersi in un bagno di "gelatina animale" ricavata dal "carniccio", scarto delle locali concerie.
Una volta tolti i fogli dalla pressa vengono portati ad asciugare al "prato". Appena asciugati, ma non secchi, vengono raccolti, impilati e sottoposti alla pressione esercitata da pesi. La "lisciatura" ha lo scopo di levigare le due superfici del foglio di carta con "il cialandro". L'operazione di collatura dei fogli di carta si esegue nella "secchia del collaro e sotto viene acceso il fuoco per riscaldare la massa. Il "collaro" preleva la carta , la immerge rapidamente nel bagno di colla e, quindi, la ritrae ponendola sul piano della "pressa a collare".
Alla lisciatura fa seguito la "sceglitura" o cernita con la quale si allontanano i fogli rotti o comunque difettosi per buchi, grinze, pieghe, "gocce d'acqua«. I fogli risultati buoni vengono contati, piegati e assemblati in risma di 500 fogli. Le risme, imballate con carta grossolana ricavata dagli stracci di scarto, vanno spedite ai clienti oppure immagazzinate in locale fresco ed asciutto ove la carta ha modo di stagionarsi.
Gli stracci o il legno venivano inseriti in mortai e battuti da grossi pestelli azionati da ruote idrauliche per separare le singole fibre di cellulosa l'una dall'altra. Quando l'impasto di fibre era pronto, gli operai lo versavano in vasche piene d'acqua. Quindi immergevano degli appositi setacci nelle vasche e li estraevano raccogliendo una parte della sospensione di fibre. Durante l'estrazione, muovevano il setaccio per rendere uniforme lo strato di fibre.
Poi essi lasciavano scolare via l'acqua, quindi depositavano lo strato di fibre su di un feltro che veniva posto su una pila di altri fogli e feltri. Questa pila veniva torchiata per spremerne via l'acqua. Alla fine, il foglio di carta veniva appeso ad asciugare.
Produttori di carta Attualmente, gli Stati Uniti e il Canada sono i maggiori produttori mondiali di carta una quantità considerevole di carta da giornale viene prodotta anche da Finlandia, Giappone e Svezia.
Il futuro? Chissà, forse internet farà da padrona nella divulgazione delle notizie e della cultura, e i libri saranno solo un ricordo, come lo sono i geroglifici.