La narrativa in Italia tra fascismo e dopoguerra Lucidi di P. Bernardi, tratti da: “Manuale di letteratura” Vol. 3 (di Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese)
L’affermazione del romanzo Anni ’20: primi tentativi Borgese Bontempelli Anni ’30: affermazione definitiva Moravia (Gli indifferenti 1929) Gadda Landolfi Vittorini
L’affermazione del romanzo Nel ventennio 1935-1955 il romanzo diventò il genere letterario più diffuso, tipico della società di massa. Quattro varietà Romanzo tra classicismo e tradizione moderna Romanzo di fantasia e di invenzione surreale Romanzo “solariano” (Solaria = rivista fiorentina) Romanzo neorealista
Tra classicismo e tradizione moderna Spirito antisperimentale ed antiavan-guardistico; modelli ottocenteschi (rom. storico); lingua letteraria e “sostenuta”: Riccardo Bacchelli: Il diavolo al Pontelungo (1927); Il mulino del Po (1937) Elsa Morante: Menzogna e sortilegio (1948); L’isola di Arturo (1957) Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Il gattopardo (1955-56)
Tra fantasia ed invenzione surreale Ispirato direttamente al futurismo o al surrealismo, oppure alla narrativa fantastica in forme tradizionali: Massimo Bontempelli: Gente nel tempo (1937) Alberto Savinio: Hermaphrodito (1918)* Dino Buzzati: Il deserto dei tartari (1940) Anna Maria Ortese: Il mare non bagna Napoli (1953)* Tommaso Landolfi: Cancroregina (1950)*
I “solariani” Propensione alla poeticità, ai sentimenti sfumati, alla delicatezza, all’intimismo, alla sensibilità femminile: Gianna Manzini Anna Banti: Artemisia (1947)* Arturo Loria Giovanni Comisso Romano Bilenchi: Gli anni impossibili (1941)
Il nuovo realismo/1 Narrativa meridionalistica (cfr.Verga), filtrata attraverso Pirandello, d’Annunzio ed il surrealismo, in qualche caso ironica, in altri propensa all’impegno politico: Corrado Alvaro: Gente di Aspromonte (1930)* Vitaliano Brancati: Don Giovanni in Sicilia (1941) Carlo Bernari: Tre operai (1934)* Ignazio Silone: Fontamara (1933)*
Il nuovo realismo/2 Realismo borghese, fra esistenzialismo e denuncia sociale; realismo mitico/simbolico e Neorealismo (anni ’50): Alberto Moravia (vedi oltre) Cesare Pavese (vedi oltre) Elio Vittorini: Conversazione in Sicilia (1941); Uomini e no (1945)* Vasco Pratolini: Il quartiere (1944)* Beppe Fenoglio (vedi oltre) Primo Levi (vedi oltre)
Cesare Pavese (S.Stefano Belbo 1908 - Torino 1950) Traduttore dall’inglese di romanzi americani, poeta e saggista Mitizza la campagna (“selvaggia”) in contrasto con la città (“corrotta”) e grande appassionato della cultura americana Prima fase:1938-41: tra decadentismo e naturalismo. Paesi tuoi (1941) Seconda fase: 1945-50: impegno etico-politico. La casa in collina (1948)*; La luna e i falò (1950)*
Beppe Fenoglio (Alba 1922 - Torino 1963) Partigiano e maggiore narratore della Resistenza, la vede come un’espressione dell’avventura umana, come prova della vitalità e dignità dell’uomo Profondo conoscitore della lingua inglese e della cultura anglosassone (spirito protestante, etica calvinista) Opere neorealistiche, ispirate a Pavese: Ventitre giorni della città di Alba (1952); La malora (1954) Romanzi “di formazione”: Primavera di bellezza (1959)*; Il partigiano Johnny (1959); Una questione privata (1963)
“Neorealismo spontaneo” e memorialistica del dopoguerra 1943-1948: neorealismo come “corrente involontaria”: esigenza di documentare, per i posteri, gli avvenimenti della guerra partigiana, della lotta al fascismo e della deportazione. Carlo Levi (1902-1975), Cristo si è fermato ad Eboli (1945): testimonia l’esperienza dell’autore, medico/pittore antifascista piemontese, confinato in Lucania tra il 1935 ed il 1936.
Primo Levi (Torino 1919-1987) Torinese, chimico, antifascista ed ebreo, autore di saggi e romanzi, i più importanti dei quali dedicati alla sua esperienza di deportato ad Auschwitz. I suoi libri nascono dal bisogno di raccontare, dall’impulso immediato a fornire testimonianza dell’accaduto, perché non accada più Stile semplice, classico, fermo e rigoroso.
Primo Levi (Torino 1919-1987) Se questo è un uomo (1947): narra l’esperienza di un anno di permanenza nel campo di Auschwitz, e tenta di descrivere la logica della violenza che caratterizza il lager La tregua (1963): documenta l’avventuroso e lunghissimo viaggio di ritorno dal lager I sommersi e i salvati (1986): è una riflessione, tra le altre cose, anche sul “senso di colpa” dei sopravvissuti al lager, e sull’impossibilità di dimenticare. Poco dopo l’autore si suicidò
Alberto Moravia (Roma 1907-1990) Tre periodi nella sua produzione: 1929-1945: fase del realismo borghese: Agostino; Gli indifferenti I romanzi di questo periodo descrivono le opacità, le ambiguità, gli intrighi della borghesia, con al centro protagonisti estraniati, inetti, inconcludenti e distaccati dalla vita (rif. a Svevo)
Alberto Moravia (Roma 1907-1990) Tre periodi nella sua produzione: 1947-1957: fase del neorealismo: La romana; La ciociara Alla borghesia di contrappone il popolo, capace di adeguarsi alle leggi naturali del corpo, e dunque di vivere
Alberto Moravia (Roma 1907-1990) Tre periodi nella sua produzione: 1969-1990: fase del pessimismo esistenzialistico: La noia Tramontata la speranza neorealistica nel popolo, non c’è più alternativa all’insensatezza ed all’alienazione borghese. Torna il tema dell’indifferenza, che si trasforma in “noia”, inerzia, incapacità di avere rapporti
Alberto Moravia (Roma 1907-1990) Caratteristiche ed elementi costanti: Nella realtà borghese contano solo sesso e denaro; I protagonisti di M. sono personaggi estraniati, impotenti e in crisi; Realismo critico, lucido razionalismo, sarcasmo antiborghese;
Alberto Moravia (Roma 1907-1990) Caratteristiche ed elementi costanti: Moralismo empirico: non si propone una visione del mondo alternativa a quella borghese La struttura del romanzo coincide con il suo oggetto di rappresentazione: la borghesia, che vive solo di intrighi e di inganni.
Italo Calvino (1923-1985) Da un lato Grande varietà di atteggiamenti, in linea con le evoluzioni della cultura dal Neorealismo a Postmoderno Dall'altro sostanziale unità determinata da un atteggiamento ispirato a razionalismo, ironia, amore per le scienze, limpidezza di scrittura.
Italo Calvino (1923-1985) Primo periodo - 1945-1964: prima fase: neorealistica (fino ai primi anni '50) Il sentiero dei nidi di ragno (47) Ultimo venne il corvo (49) seconda fase: aperta al realismo ma anche al fantastico I nostri antenati (trilogia 52-59) La giornata di uno scrutatore (63) 1964 anno di svolta (Parigi)
Italo Calvino (1923-1985) Secondo periodo - 1964-1985: prima fase (1964-70) letteratura sperimentale e vivo interesse per le scienze Cosmicomiche (65) seconda fase, dove prevalgono tendenze postmoderne Le città invisibili (73) Se una notte d'inverno un viaggiatore (79) Palomar (83) Lezioni americane (85)
Italo Calvino: elementi di fondo della poetica Gusto cosmopolita Interesse per le scienze Tendenza illuministica alla chiarezza e all’esattezza
Italo Calvino: i romanzi del realismo Sul Neorealismo (vedi prefazione al “Sentiero dei nidi di ragno”): Affermazione del carattere collettivo e spontaneo del movimento; Modelli: Verga, Pavese e Vittorini Estraneità agli intenti documentari ed oratori Accettazione della letteratura come impegno morale ed educazione Rifiuto di compiti documentari e di logiche di partito
Italo Calvino: i romanzi fantastico-allegorici Il romanzo fantastico-allegorico: la trilogia de “I nostri antenati”: Nelle creature bizzarre e irreali che sono protagoniste dei tre romanzi, C. vuole rappresentare allegoricamente alcuni aspetti della condizione umana: La scissione tra bene e male dell’uomo contemporaneo (Il visconte dimezzato) la vuotezza ed artificialità della vita presente; (Il cavaliere inesistente) la condizione dell’intellettuale che vive tra cielo e terra (Il barone rampante)
Italo Calvino: i romanzi “postmoderni” I romanzi dell’ultimo periodo: il postmoderno: Riflessione sul cosmo come combinazione di eventi possibili; la scienza non rivela certezze ma mette a nudo problemi (Cosmicomiche, Ti con zero) Narrazione come combinazione casuale, dove le storie si sovrappongono secondo percorsi inestricabili, a “struttura aperta” (Il castello dei destini incrociati; Le città invisibili)
Italo Calvino: i romanzi “postmoderni” Il romanzo metanarrativo, o “iper-romanzo”, nel quale ad una storia tradizionale si sovrappongono dieci “incipit” di altrettanti romanzi incompiuti; fallimento della “forma romanzo” (Se una notte d’inverno un viaggiatore) Il racconto della resistenza della ragione di fronte alla complessità e relatività della realtà osservata, della sconfitta e morte dell’intellettuale (Palomar)