Federico II fu uno degli uomini più interessanti della storia europea. E’ da annoverarsi tra i grandi sovrani della storia per vivacità intellettuale, larghezza di orizzonti culurali e religiosi, indiscussa capacità di governo. Amò la cultura bizantina e quella islamica, le scienze e la poesia, convinto che senza di esse la vita dell’uomo non avrebbe avuto uno scopo degno. Furono tali le sue doti di fascino, cortesia e intelligenza che, nonostante i suoi numerosi nemici, seppe suscitare la cavalleresca ammirazione degli uomini più rappresentativi del suo tempo e si conquistò l’appellativo di Stupor Mundi.
Era di religione cristiana, ma non volle sottomettersi alla chiesa romana e anche per questo dovette lottare contro l’ostilità dei papi e venne più volte scomunicato. Fu appassionato di caccia col falcone e vi scrisse un trattato Fu considerato l’imperatore più “moderno” del medioevo. Abolì la servitù della gleba, stipulò trattati, coltivò le scienze e le arti. Si interessò del prosciugamento delle paludi e della costruzione di macchine belliche. Fu insomma un uomo eclettico, dai grandi meriti culturali e politici. Federico II riceve una delegazione
Nel 1191 Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II, divenne regina di Sicilia e sposò Enrico VI, figlio ed erede di Federico Barbarossa, diventando così anche imperatrice.. Costanza d’Altavilla sposa Enrico VI
Federico II nacque a Jesi (in Puglia) nel 1194, figlio di Enrico VI imperatore svevo e della normanna Costanza d’Altavilla, regina di Sicilia. Nel 1198, rimasto orfano, fu affidato alla tutela del papa Innocenzo III che lo fece eleggere re di Sicilia. Visse prevalentemente a Palermo favorendo il commercio e l’artigianato e nel 1231 emanò la Costituzione di Melfi, un programma di leggi che disciplinava la vita del regno di Sicilia. Nascita di Federico II a Jesi
La Corte sveva di Federico II divenne uno straordinario centro culturale e scientifico destinato ad essere ricordato, nella memoria dei posteri, come un’isola felice. Federico II raccolse attorno alla Magna Curia la scuola che fu detta Scuola poetica siciliana, alla quale lo stesso Dante riconoscerà la priorità storica nel poetare in lingua volgare e nella formazione del nostro linguaggio poetico. Senza discriminazione di razza e di fede, la sua Corte accolse tutti i principali avanguardia, attingendo soprattutto dalle più avanzate scuole d’Oriente; tant’è che i cronisti medievali e gli scrittori di ispirazione cattolica lo hanno più volte definito un Musulmano battezzato. Federico II e la sua corte, da una miniatura medievale. La corte di Federico II
Il dissesto politico ed istituzionale, l’estinzione della Casa d’Altavilla costringe il piccolo re Federico, abbandonato dai suoi tutori, ad una difficile infanzia a Palermo fra i vicoli del Cassaro, gli amici della Kalsa e della Vuccirìa. Osservava quanto gli succedeva intorno, imparava usi, costumi e lingue delle popolazioni che coabitavano nella città: siciliani, saraceni, normanni, greci, tedeschi ed ebrei. Cresceva forte nel corpo, abile nell’uso delle armi, bravo a cavalcare; osservava la natura e, restava estasiato alla vista di tante varietà di piante, uccelli ed animali. Aveva un amore innato per la cultura e molto lo aiutò il contatto con la gente musulmana che formava uno strato ampio della popolazione. Palermo: la piazza, la gente, lo sfondo. Dipinto di Madè Dipinto di Madè Palermo: la piazza, la gente, lo sfondo. Dipinto di Madè Dipinto di Madè
Dal suo precettore Guglielmo Francesco imparò il latino da Gregorio da Galgano le scienze naturali; studiò i classici arabi e cominciò a conoscere l’Islam. L’eredità che i suoi avi normanni avevano lasciato in Sicilia,aiutò molto il piccolo Federico nella crescita e nella formazione del suo carattere. Palermo, sotto l’egida di Federico II, divenne la città da "Mille e una notte", con lussuosi palazzi, ville sempre fiorite e fontane, mentre la corte siciliana fu centro di cultura e del sapere. Testa in gesso patinata a bronzo raffigurante il giovane Federico Testa in gesso patinata a bronzo raffigurante il giovane Federico
Castel del Monte, dà il nome ad una frazione del comune di Andria, in Puglia. L’edificio fu realizzato dall’architetto Riccardo da Lentini, sulle rovine di una precedente fortezza prima longobarda e poi normanna, su incarico di Federico II di Svevia. Nel 2002 la sagoma del castello venne scelta per la moneta metallica di 1 centesimo di euro coniata in Italia. Il castello nella moneta da un centesimo di Euro
Il Castello di Federico II a Siracusa, poi detto Maniace, viene costruito fra il 1232 e Il nome di Castello Maniace gli deriva da Giorgio Maniace, generale bizantino che nel 1038 riconquista per breve periodo la città dagli Arabi. Il Castello di Federico II a Siracusa, poi detto Maniace, viene costruito fra il 1232 e Il nome di Castello Maniace gli deriva da Giorgio Maniace, generale bizantino che nel 1038 riconquista per breve periodo la città dagli Arabi. Il Castello Maniace è situato sulla costa a dominare da un lato il mare e dall'altro la città. Il Castello Maniace è situato sulla costa a dominare da un lato il mare e dall'altro la città. Castello di Maniace visto dal mare. Veduta prospettica del Castello, disegno del 1630.
Il Castello Ursino fu voluto da Federico II e sorse fra il 1239 ed il L'imperatore aveva pensato il maniero, come simbolo dell'autorità e del potere imperiale svevo in una città spesso ostile e ribelle a Federico. Il Castello Ursino fu voluto da Federico II e sorse fra il 1239 ed il L'imperatore aveva pensato il maniero, come simbolo dell'autorità e del potere imperiale svevo in una città spesso ostile e ribelle a Federico. Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all'architetto militare Riccardo da Lentini. Fu dotato anche di un imponente fossato e ponte levatoio. Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all'architetto militare Riccardo da Lentini. Fu dotato anche di un imponente fossato e ponte levatoio. Il castello Ursino in una riproduzione filatelica Il castello Ursino (primi del XX secolo)
Il Castello di Lombardia è ritenuto da numerosi esperti il più imponente e antico castello della Sicilia e svetta maestosamente su uno scenografico paesaggio, arroccato com'è nella propaggine orientale di Enna Dopo due-tre secoli, l'architetto Riccardo da Lentini su incarico della corte degli Svevi ristrutturò il Castello, innalzando 20 bellissime torri per rafforzare gli imponenti muraglioni.Il Castello era difeso da fanti della Calabria lombarda, e per ciò così denominato. Dopo due-tre secoli, l'architetto Riccardo da Lentini su incarico della corte degli Svevi ristrutturò il Castello, innalzando 20 bellissime torri per rafforzare gli imponenti muraglioni.Il Castello era difeso da fanti della Calabria lombarda, e per ciò così denominato. Scorcio del castello di Lombardia (Enna).
L’incontro tra cultura sveva e tradizione islamica si può rileggere attraverso la ricca produzione artistica nata all’interno della corte di Federico II, manifestatasi nell’originalità delle manifatture, nell’uso di colori variopinti e nella tradizionale simbologia rappresentante il casato nobiliare. Manico nella spada di Federico II. Si noti l’aquila, simbolo della Casa reale di Svevia
GLI STEMMI DI FEDERICO II. Federico II fece uso di diversi stemmi, tutti caratterizzati dall'immagine dell'aquila. L’aquila nera su fondo oro. Tale stemma si può vedere nel dipinto che riproduce le nozze di Enrico VI con Costanza d'Altavilla. Da quel momento in avanti, l'aquila nera su fondo oro viene usata dagli imperatori tedeschi della Casa di Hohenstaufen ed in particolare, da Federico II
La caccia con il falco rappresentava per Federico uno svago, anzi, una vera e propria passione che coltivò per tutta la vita. Fu lui ad aprire la strada alla falconeria in occidente, concepita nel rispetto del rapace. Iniziò a studiare direttamente il comportamento degli uccelli, fino ad avere tanti dati a disposizione da poter redigere un vero e proprio trattato sulla falconeria: “De arte venandi cum avibus ”. Federico II durante una battuta di caccia
La cultura Padroneggiava perfettamente lingue, tra cui il greco e l’arabo Padroneggiava perfettamente lingue, tra cui il greco e l’arabo Conosceva il diritto romano Conosceva il diritto romano Nel 1224 fondò l’Università di Napoli, anche per favorire lo studio del diritto stesso Nel 1224 fondò l’Università di Napoli, anche per favorire lo studio del diritto stesso
Federico stesso fu poeta, tanto che scrisse quattro componimenti in volgare. Legati alla lirica dei "trobadors", i suoi versi esaltano la bellezza femminile e lo struggimento d’amore con un linguaggio formale e aristocratico, e sono dedicati a donne considerate importanti nella vita di Federico. L’amore sincero per Bianca Lancia ispira le liriche "Poi che ti piace Amor" e "De la mia disianza". Poi che ti piace Amor faronde mia possanza Dat’agio lo meo core ch’eo degia trovare ch’io vegna a compimento in voi madonna, amare. Dipinto di P. Madè
La Scuola Poetica Siciliana si sviluppa nel XIII secolo in Sicilia, intorno alla corte di Federico II. La sua lirica si esprime in un linguaggio aulico ed elevato, la cui base è costituita dal volgare siciliano, un volgare illustre e interregionale, Il tema dell’amore La poetica siciliana affronta la tematica amorosa soprattutto dal punto di vista «feudale» del rapporto d’amore e mette al centro la donna, nobile signora e padrona, da servire con dedizione; servire l’amata e impegnarsi nella fedeltà verso di lei rende il poeta socialmente più degno.
Federico II concentrò il suo potere principalmente in Sicilia eludendo le richieste del papa. Per dilazionare ulteriormente il suo impegno, egli stipulò un trattato con il papa ( Dieta di San Germano ). Con questo accordo il sovrano prometteva di bandire una crociata entro l’estate del Prima di intraprenderla però, Federico II, cercò di unificare il Regno di Sicilia con il resto dell’impero. Questo peggiorò il rapporto fra il sovrano e il papa. Come promesso egli partì per la quinta crociata, ma non si diede molto da fare per aiutare i crociati. Di fatti voleva mantenere buoni rapporti con l’alleato sovrano d’Egitto. Sotto minaccia di scomunica da parte del nuovo papa Gregorio IX, cercò di mantenere le promesse fatte, e partì per la sesta crociata. Ammalatosi di peste durante il viaggio, si ritirò per rimettersi in sesto. Questo atto venne visto come pretesto, e il papà ordinò la scomunica. Ma nonostante questa partì per la crociata e tornò vittorioso grazie all’aiuto di Al-Malik Al Kamil.
Il papa Innocenzo IV, non d’accordo con le idee di Federico II, decise di indire un concilio per confermare la scomunica nei suoi confronti. Spostatosi in Francia riuscì ad ottenere questo concilio ed in seguito la conferma di scomunica. Federico II fu colpito moralmente da questo atto che ne appannò il prestigio. Egli subì una pesante sconfitta nella battaglia di Parma ma riuscì a rifugiarsi nell’alleata Cremona. Federico II continuò a spostarsi e durante un soggiorno in Puglia morì. Dipinto di Madè
Il 13 dicembre 1250 Federico II rese l’anima a Dio mentre si trovava nel castello di Fiorentino, in Capitanata PUGLIA. Il 13 dicembre 1250 Federico II rese l’anima a Dio mentre si trovava nel castello di Fiorentino, in Capitanata PUGLIA. La salma fu imbalsamata e sepolta nella cattedrale di Palermo. La solenne chiusura nell’urna di porfido rosso avvenne il 25 febbraio successivo. La salma fu imbalsamata e sepolta nella cattedrale di Palermo. La solenne chiusura nell’urna di porfido rosso avvenne il 25 febbraio successivo. Sulla morte di Federico II esistono due distinte versioni: una ghibellina tesa a gettare sospetti e colpe sui pontefici, e una guelfa, tesa a colpevolizzare gli eredi dell’imperatore, in particolare il figlio naturale Manfredi. Sulla morte di Federico II esistono due distinte versioni: una ghibellina tesa a gettare sospetti e colpe sui pontefici, e una guelfa, tesa a colpevolizzare gli eredi dell’imperatore, in particolare il figlio naturale Manfredi. Urna di porfido di Federico II
Secondo la versione ghibellina nel dicembre del 1250 durante una battuta di caccia Federico II fu colto da violenti dolori addominali e trasportato nel castello di Fiorentino: lì confermò le sue disposizioni testamentarie e morì il 13 dicembre. Secondo la versione ghibellina nel dicembre del 1250 durante una battuta di caccia Federico II fu colto da violenti dolori addominali e trasportato nel castello di Fiorentino: lì confermò le sue disposizioni testamentarie e morì il 13 dicembre. Egli assegnò il Regno di Sicilia a Corrado IV, il figlio che aveva avuto da Isabella di Gerusalemme; Egli assegnò il Regno di Sicilia a Corrado IV, il figlio che aveva avuto da Isabella di Gerusalemme; in sua assenza Manfredi doveva regnare in qualità di vicario in sua assenza Manfredi doveva regnare in qualità di vicario Ma quando Corrado IV giunse in Sicilia,ebbe problemi di adattamento al clima ed alle abitudini mediterranee. Così morì nel 1254 a solo 26 anni. A lui subentrerà il fratellastro Manfredi. Ma quando Corrado IV giunse in Sicilia,ebbe problemi di adattamento al clima ed alle abitudini mediterranee. Così morì nel 1254 a solo 26 anni. A lui subentrerà il fratellastro Manfredi.
I discendenti di Federico Costanza d’Aragona Iolanda di Brienne Isabella d’Inghilterra Enrico VII Corrado IVCorradino Margherita Enrico II Bianca Lancia d’AglianoManfredi
FINE.