ἱστορία historiastoria
Radice indoeuropea widh /weidh / woidh idea di visione - conoscenza GRECO ἵστωρ (histor)=conoscitore, competente (ἱδ + τωρ) εἶδον (eidon)=io vidi εἶδος (eidos)=aspetto οἶδα= (oida) ho visto io soLATINO video=vedo visio=vistaTEDESCO wissen=sapere
La prima attestazione della parola è nell'apertura delle di (V sec. a. C.) il primo vero storico greco (pater historiae lo definì Cicerone), che ha narrato i due conflitti fra Greci e Persiani ( a. C) La prima attestazione della parola ἱστορία è nell'apertura delle Storie di Erodoto di Alicarnasso (V sec. a. C.) il primo vero storico greco (pater historiae lo definì Cicerone), che ha narrato i due conflitti fra Greci e Persiani ( a. C)
Ἡ ροδότου Ἁ λικαρνησσέος ἱ στορίης ἀ πόδεξις ἥ δε, ὡ ς μήτε τ ὰ γενόμενα ἐ ξ ἀ νθρώπων τ ῷ χρόν ῳ ἐ ξίτηλα γένηται, μήτε ἔ ργα μεγάλα τε κα ὶ θωμαστά, τ ὰ μ ὲ ν Ἕ λλησι, τ ὰ δ ὲ βαρβάροισι ἀ ποδεχθέντα, ἀ κλε ᾶ γένηται, τ ὰ τε ἄ λλα κα ὶ δι' ἣ ν α ἰ τίην ἐ πολέμησαν ἀ λλήλοισι. Esposizione (apòdexis) della ricerca (historìes) di Erodoto di Alicarnasso, affinché gli eventi (tà ghenomena) da parte degli uomini (ex anthròpon) non siano cancellati dal tempo né azioni grandi e meravigliose (erga megàla kai thomastà), operate sia dai Greci, sia dai Barbari, diventino oscure, fra l'altro anche la causa (aitìen) per cui si fecero guerra. Inizio del I Libro delle Storie di Erodoto
Il testo di Erodoto mette in campo 3 aspetti fondamentali della disciplina storica 1) Gli eventi del passato (tà ghenòmena), le azioni umane (erga), cioè l'oggetto della storia 2) La ricerca storica sugli eventi (historìa), il laboratorio dello storico 3) La scrittura del racconto storico (apòdexis), cioè la storiografia, intesa sia come operazione di sintesi narrativa della ricerca, sia come prodotto letterario (il racconto, il trattato)
L'opera di Erodoto sembra apparentemente avere obiettivi simili a quelli dei poeti epici Tenere vivo il ricordo di imprese straordinarie che ebbero protagonisti non solo i Greci ma anche i loro avversari (i Barbari) aitìa Esporre la causa ( aitìa ) della guerra stessa Se ne discosta tuttavia per molteplici aspetti
Sono narrati eventi relativamente recenti e non risalenti ad un'antichità indeterminata E' utilizzata la libera forma linguistica della prosa Il racconto non deriva da un'ispirazione divina, ma è espressione personale dell'indagine del narratore-ricercatore che viaggia, osserva e interroga Presenta come personaggi uomini reali che agiscono in base a principi e forze naturali: gli interventi delle divinità, spesso considerati attraverso i responsi degli oracoli, mantengono un'opinabilità di fondo. L'opera non assume un punto di vista fisso, ma, attraverso digressioni etnografiche rende conto della molteplicità delle voci, delle credenze, delle culture, anche di popolazioni lontane dalla mentalità greca La verità dei fatti non è data necessariamente ma deve essere raggiunta confrontando fonti spesso contrastanti fra loro, di fronte alle quali l'autore è chiamato ad esercitare il giudizio critico, distinguendo ciò che è credibile da ciò che non lo è
miti tradizionali Dietro alla nascita della storiografia c'è una presa di coscienza della pluralità delle culture e dei punti di vista sulla realtà, che aveva trovato espressione nei logografi, i primi scrittori in prosa della letteratura greca, che si erano dedicati alla descrizione geografica ed etnografica di alcuni aree. Essi sono i primi a mettere in discussione l'autosufficienza dei miti tradizionali, mettendoli a confronto e su questa base interrogandosi sulla loro credibilità. Scrive ad esempio Ecateo di Mileto λ ό γοι ο ἱ γ ὰ ρ Ἑ λλ ή νων λ ό γοι πολλο ί τε κα ὶ γελο ῖ οι I racconti (lògoi) dei Greci sono molti e ridicoli. (Ecateo, Genealogie) Dal mito alla storia
L 'ateniese Tucidide L 'ateniese Tucidide narra “in diretta” la Guerra del Peloponneso fra Ateniesi e Spartani ( ), ritenendola la più grande fino ad allora avvenuta. La sua concezione della storia è ancora più complessa di quella di Erodoto: κτῆμα ἐς αἰεί Essa non deve mirare al divertimento del pubblico, ma all'acquisizione definitiva della verità dei fatti, possesso per sempre (κτῆμα ἐς αἰεί, ktèma es aièi). Il metodo storico è ispirato al rigore scientifico della scuola medica di Ippocrate (concetto di prognosi, cioè previsione applicata alla storia). Si distingue fra causa apparente (aitìa) e causa profonda (pròphasis) degli eventi visione laica della storia: al posto dell'intervento divino v'è solo la presenza del fattore imponderabile (la tyche) rilettura critica dei miti del passato: la guerra di Troia non era stata così grande come si credeva
Polibio In età ellenistica la storiografia greca assume un respiro universale: Polibio di Megalopoli (II sec. a. C.) narra su vari fronti gli eventi che conducono all'affermazione unificatrice della potenza di Roma, forte di una costituzione solidissima e di grandi virtù militari. pragmatica Per Polibio la storia deve essere pragmatica, cioè andare al cuore degli eventi significativi, collocandoli precisamente nel tempo, ed indagandone le cause profonde, escludendo tutto ciò che serve solo a compiacere il gusto dei lettori (racconti favolosi, discorsi retorici) La storia ha una funzione didattica (magistra vitae): “Da queste vicende chi ben consideri può ricavare molti insegamenti atti ad indirizzare la vita degli uomini” (I, 35)
La storiografia a Roma opus maxime oratorium (attività soprattutto oratoria) Tacito Nel mondo latino la storiografia è considerata opus maxime oratorium (attività soprattutto oratoria), cioè una palestra intellettuale particolarmente adatta per chi si dedicava alla attività oratoria e politica. Quasi tutti i maggiori storiografi di Roma provengono dalla classe senatoriale (come Tacito ) o ne appoggiano i valori, facendo sì che la visione moralistica corrisponda in genere al tradizionalismo proprio dell'aristocrazia romana.
La storiografia medioevale Da Paolo Orosio in poi in età medioevale si fondono le storie elaborate dai Romani con i dati dalla Sacra Scrittura, creando un modello di “storia dalla creazione” metodologicamente molto discutibile
Nel XIX secolo si affermano correnti storiche che mettono in primo piano la dimensione sociale-collettiva Storiografia positivista Si cerca di applicare l'esattezza delle scienze naturali allo studio delle vicende umane, delineando le “leggi” che producono necessariamente determinati fenomeni sociali (determinismo storico) Storiografia marxista Si evidenzia il ruolo fondamentale che l'economia e la lotta fra le classi sociali per il predominio hanno nell'influenzare gli eventi storici e gli stessi valori dominanti. Evoluzione della storiografia negli ultimi secoli
La storia secondo Les Annales Annales Nel XX secolo un ruolo importantissimo per l'evoluzione della metodologia storiografica fu rivestito dalla rivista francese “ Annales ”, diretta prima da Marc Bloch e da Lucien Febvre, poi da Fernand Braudel, che propugnò una visione di storia globale che non si limitasse a prendere in considerazione le azioni di pochi grandi uomini, ma studiasse ogni aspetto della realtà umana, nel concreto vivere ed operare quotidiano della gente comune, mettendo in relazione interdisciplinare economia, politica, tecnologia, strumenti materiali, mentalità, territorio.
Che cos'è la storia? La storia è una disciplina che studia la realtà umana del passato (eventi, fenomeni, evoluzioni) inquadrandola nella propria dimensione spazio-temporale, attraverso l'esame critico di fonti documentarie di varia tipologia
09/21/10 Le fonti storiche Fondamento della ricerca storica sono le fonti, cioè tutto ciò che può fornire delle informazioni sul passato Si possono distinguere in Scritte (narrazioni e documenti) Orali Iconografiche Materiali
Narrazioni Sono tutti i testi che intendono raccontare degli eventi o descrivere situazioni del passato. Essi non comprendono solo le opere storiche propriamente dette, ma anche quei racconti tradizionali, miti o storie sacre, che pur all'interno di una rielaborazione fantastica, possono contenere riferimenti a fatti o situazioni reali. La valutazione di una fonte narrativa, anche apparentemente oggettiva, non può prescindere dall'analisi della personalità del narratore, dei suoi principi metodologici, delle sue idee politiche e religiose, dei suoi intenti (propagandistici, celebrativi, accusatori, moralistici, religiosi, artistici, ecc.): per quanto rigorosi siano gli intenti, difficilmente egli può essere esente da pregiudizi di fondo che condizionano inevitabilmente la scelta e la presentazione dei fatti. Si pone in tal modo il problema della loro effettiva attendibilità.
Un tipico esempio di fonte “di parte” è costituita dalla Storia segreta ( Ἀ νέκδοτα) di Procopio di Cesarea, che dipinge un ritratto a dir poco spietato della vita a corte sotto l'imperatore bizantino Giustiniano ( a. C.) e la moglie Teodora. La faziosità da parte dello scrittore nei confronti della coppia imperiale è talmente esplicita da rendere quantomeno dubbia la attendibilità di buona parte delle notizie che fornisce. D'altro lato non era mancata anche a Roma una tradizione di storici fortemente avversi al dispotismo di quegli imperatori che non avevano cercato un accordo con le prerogative tradizionali del senato.
Documenti Si tratta di testi a carattere funzionale, pubblici e privati: atti amministrativi, giudiziari, notarili, leggi, editti, cataloghi, epigrafi, lettere. In genere il loro carattere è strettamente funzionale, ma non mancano casi di evidente elaborazione letteraria, come in molte epigrafi monumentali o nell'epistolario di letterati come Cicerone o Plinio il giovane, che scrivevano prevedendo una diffusione del testo bel al di là della ristretta cerchia del destinatario. L'impiego dei documenti scritti come fonte storica non può prescindere dalla ricostruzione del contesto di produzione, delle forme di trasmissione, dall'analisi della lingua e del formulario impiegato, dal confronto con altri documenti tipologicamente simili. Nel caso di documenti antichi pervenuti in originale ci si affida spesso all'analisi del supporto materiale (papiro, pergamena, carta) e dell'inchiostro, della grafia per stabilirne autenticità e datazione.
Nel 1440 l'umanista Lorenzo Valla con una finissima analisi filologica dimostrò che la Donazione di Costantino (Constitutum Constantini), il documento con cui l'imperatore Costantino nel 313 donava la città di Roma e l'impero d'Occidente a papa Silvestro I era un falso risalente a vari secoli più tardi, composto per giustificare storicamente la legittimità del potere temporale dei Papi. In questo modo la Donazione ha perso qualsiasi valore come fonte documentaria per l'età costantiniana, ma resta nondimeno un documento importante per il suo uso nel periodo di conflittualità fra chiesa e impero, oltre a lasciare aperta la il problema del contesto preciso in cui fu redatto.
Fonti orali Si tratta delle notizie dirette raccolte dalla viva voce dei testimoni di un evento o dei depositari di una tradizione raccontata. Ovviamente esse in genere sono tanto più attendibili quanto minore è il lasso di tempo che le separa dagli eventi. Se è possibile ricorrere all'ascolto diretto, anche tramite registrazioni fonografiche d'archivio, solo per eventi dell'ultimo secolo, non mancano certo nei secoli precedenti trascrizioni fedeli nei documenti di archivio (verbali di processi ad esempio), senza dimenticare che buona parte delle opere storiche del passato, a partire da Erodoto, attinge a racconti diretti.
Fonti iconografiche Da ε ἰ κ ώ ν (immagine) e γρα ϕή (scrittura): Possono essere pitture, disegni, incisioni, sculture, monete, fotografie. Esse forniscono informazioni preziosissime soprattutto per l'abbigliamento, strumenti della vita quotidiana, abitazioni, riti e culti religiosi, armature e tecniche belliche. Occorre tenere presente per la loro interpretazione le consuetudini rappresentative della civiltà a cui appartenevano (gli egizi non camminavano sempre di profilo!!) e soprattutto l'idealizzazione a cui è sottoposta la realtà nella rappresentazione artistica, sia per fini puramente estetici, sia per intenti propagandistici (rappresentazioni ufficiali). Persino le fotografie non sono prive di elementi soggettivi (l'inquadratura ad esempio).
un esempio di fonte iconografica: la mazza del re scorpione Una testa di mazza scolpita, risalente al 3200 a. C. ci fornisce le uniche notizie relative ad un sovrano dell'Alto Egitto, detto re Scorpione dal simbolo che lo caratterizza, che doveva avere intrapreso una campagna militare contro il basso Egitto, simboleggiato da sette archi ai suoi piedi.
Sono tutti quei resti, anche del tutto involontari, che forniscono informazioni sulla vita degli uomini del passato. Anche le tracce di un focolare o i resti di cibi possono fornire importanti informazioni sulla vita quotidiana, sull'alimentazione in un periodo storico o sulla destinazione di un luogo. La ricerca storica, sullo spunto delle nuove tendenze promosse dagli Annales tende sempre più a valorizzare il ruolo delle fonti materiali per ricostruire la vita quotidiana. Fonti materiali
09/21/10 Le fonti si possono distinguere in Primarie sono sostanzialmente coeve (contemporanee) agli eventi o alla situazione che attestano e riflettono un diretto contatto senza mediazioni (ad esempio autobiografie).Secondarie Sono posteriori alla realtà che evocano e presuppongono delle fonti più dirette di cui il redattore ha fatto uso (biografie, trattati di storia).Terziarie Sono compilazioni (manuali scolastici, enciclopedie, bibliografie) che non si pongono l'obiettivo di dire alcunché di nuovo, ma di rendere accessibile il contenuto di fonti secondarie.
La distinzione fra fonti primarie e fonti secondarie è spesso molto relativa Ad esempio il De bello Gallico di Giulio Cesare, in cui l'autore narra in terza persona vicende di cui egli stesso è stato principale protagonista, è certamente fonte primaria, ma in alcune digressioni sulle usanze dei popoli celtici Cesare attinge ad opere di autori precedenti, come Posidonio di Apamea, pur senza citarle esplicitamente. Essendo tuttavia queste ultime andate perdute, per noi Cesare resta comunque fonte primaria.
09/21/10 Le fonti possono essere inoltre definite intenzionali se riflettono la volontà del loro autore di comunicare ai contemporanei o tramandare ai posteri fatti o situazioni (es. monumenti, iscrizioni ufficiali, narrazioni storiche) non intenzionali Se non presuppongono intenti comunicativi e divuigativi (es. materiale archeologico di vita quotidiana, corrispondenza privata, graffitti sui muri) E' ovvio che le fonti non intenzionali sono in genere primarie
Esegesi delle fonti Perché un documento possa essere impiegato come fonte storica deve essere sottoposto ad alcune domande fondamentali a. datazione A che periodo risale? b. contestualizzazione In che ambiente geografico e sociale e in che situazione storica è stato prodotto? c. interpretazione testuale Qual è il suo contenuto informativo? Che cosa dice? c. definizione funzionale A che necessità o finalità risponde?
Due esempi Solo quando l'archeologo francese Champollion riuscì a decifrare la chiave per interpretare i geroglifici egizi, attraverso la Stele di Rosetta, che riportava lo stesso testo in geroglifico e demotico egizio e in greco, una mole impressionante di testi egizi potè essere correttamente interpretata e quindi utilizzata come fonte storica, spazzando il campo da fantasiose letture che si erano precedentemente succedute
Gli scavi archeologici abusivi e il commercio illegale di reperti archeologici hanno anche il grave effetto di rendere impossibile ricostruire l'originario contesto di ritrovamento delle opere e in tal modo di impiegarle come fonte storica per il territorio: la presenza di oggetti di importazione ad esempio vale a testimonianza di contatti commerciali fra aree anche molto lontane.
Le scienze ausiliarie della storia Sono quelle discipline di cui lo storico si serve per interpretare correttamente le fonti e ricostruire in propsettiva pluridisciplinare un evento, periodo o situazione storica.
papirologia E' la scienza che studia gli scritti su papiro, il supporto prevalentemente utilizzato nell'antichità classica per la scrittura; in Egitto, luogo di origine della pianta impiegata, le particolari situazioni climatiche delle aree desertiche hanno permesso la conservazione di un patrimonio immenso di testi egizi e greci di varia tipologia, fra cui anche frammenti di grandi autori classici altrimenti perduti. Anche ad Ercolano in una villa sepolta dalla eruzione del Vesuvio 79 d. C. sono venuti alla luce preziosi papiri inceneriti con testi filosofici, il cui recupero è particolarmente complesso.
Un documento molto discusso: il papiro di Artemidoro Negli ultimi anni è balzato più volte alla cronaca un grande papiro frammentario, databile al I sec. d. C., con un testo geografico accompagnato da disegni non pertinenti che sarebbero stati aggiunti in occasione di reimpieghi successivi. Il filologo e storico Luciano Canfora, seguito da specialisti di altre discipline ha addotto argomenti contro la sua autenticità, attribuendone la realizzazione ad un falsario del XIX secolo, Costantino Simonidis.
Epigrafia E' la disciplina che studia le iscrizioni su pietra a carattere pubblico (epigrafi ufficiali) o privato (epigrafi funerarie).
Numismatica E' la disciplina che studia la monetazione, che fornisce molti dati importanti alla storia, sia per quanto riguarda il metallo e il valore delle emissioni (indicativo della situazione economica generale), sia per quanto riguarda le figurazioni, spesso rappresentative della concezione politica dell'autorità che le emette
Araldica e sfragistica Sono rispettivamente le scienze che studiano gli stemmi e i sigilli
Iconografia E' la scienza che studia le immagini e il loro significato simbolico
Archivistica E' la disciplina che si interessa degli archivi di documenti, a cui si legano l Paleografia La Paleografia, lo studio dell'evoluzione della scrittura, fondamentale per la datazione) Diplomatica La Diplomatica, la scienza che studia le forme assunte nel tempo dalla documentazione di carattere ufficiale per garantire dell'autenticità di un documento
Filologia E' lo studio dei testi classici dai manoscritti al fine di ricostruirne correttamente la fisionomia originale, confrontando le diverse fonti (papiri, codici).
Archeologia E' la scienza dell'antichità ( ἀ ρχα ῖ ος, archaios=antico), che ricerca i resti materiali, monumenti, edifici privati, opere d'arte ma anche oggetti della vita quotidiana diegli uomini del passato. Attività fondamentale nell'ambito della disciplina è lo scavo, cioè l'indagine sugli strati di terreno inferiori in aree abitate nell'antichità al fine di recuperare le tracce degli insediamenti precedenti. Fino al XIX secolo esso aveva l'obiettivo principale di recuperare opere d'arte destinate ad abbellire collezioni pubbliche o private, mentre oggi l'interesse punta a ricostruire tutta la storia del sito.
Geografia storica E' la disciplina che studia le mutazioni del rapporto dell'uomo con il territorio e e l'evoluzione delle concezioni del mondo e delle rappresentazioni cartografiche.
Economia E' la disciplina che studia le fonti di ricchezza, la sua distribuzione nella società, le norme che la disciplinano e le dinamiche della sua circolazione.
Antropologia E' la scienza che studia l'uomo, la sua cultura, le sue tradizioni, cercando di evidenziare ciò che accomuna civiltà anche molto lontane fra loro.
Demografia E’ la scienza che studia l’evoluzione della distribuzione della popolazione nel territorio nel corso del tempo
Sociologia E’ la disciplina che studia l’evoluzione della società umana nel tempo e le sue dinamiche