04/04/2016 27 LIBERE PROFESSIONI 28.000 CDL 100.000 DIPENDENTI DI STUDIO 1.000.000 DI AZIENDE CON CIRCA 8.000.000 DI ADDETTI MONTE RETRIBUZIONI DI 100.

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04/04/ LIBERE PROFESSIONI CDL DIPENDENTI DI STUDIO DI AZIENDE CON CIRCA DI ADDETTI MONTE RETRIBUZIONI DI 100 MILIARDI ALL’ANNO DICHIARAZIONI ALL’ANNO VERTENZE DI LAVORO 3° POSTO COME BASE IMPONIBILE DENUNCIATA AL FISCO

CONSIGLIO PROVINCIALE DI PALERMO CONSULENTI DEL LAVORO TOTALE ISCRITTI: N. 555 Di cui: 195 donne (152 con studio a Palermo e 43 in provincia) 360 uomini (247 con studi a Palermo e 113 in provincia) FASCE D’ETA’ 20/30 anni: 6 31/40 anni: /50 anni: /60 anni: /70 anni: 57 Oltre 70 anni: 22 PRATICANTI TOTALE ISCRITTI: N. 63 Di cui: 42 donne 21 uomini

RIFERIMENTI NORMATIVI Art 4 Legge n. 1815/39 “ La tenuta o la regolarizzazione dei documenti delle aziende riguardanti materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale non può essere assunta da parte di coloro che non sono legati alle aziende stesse da un rapporto di impiego se non in seguito all’autorizzazione del competente Circolo, dell’Ispettorato corporativo, per coloro che intendano esercitare la predetta attività nella circoscrizione di un solo circolo, e del Ministero delle corporazioni negli altri casi” D.P.R.n. 921/59 regolamento di attuazione della L. 1815/79, primo riconoscimento del titolo di CDL in qualità di TENUTARIO dei documenti di lavoro aziendali. Legge 1081/64 viene istituito l’ALBO dei Consulenti del Lavoro D.P.R. n. 256/71viene approvato il primo TARIFFARIO Legge n. 1100/71 viene istituito l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Consulenti del Lavoro (E.N.P.A.C.L.) D.P.R. n. 636/72 viene data la competenza ai CDL ad assistere e rappresentare i contribuenti dinanzi alle commissioni tributarie Legge 12/79 istitutiva dell’ordinamento della professione di CDL pubblicata sulla GU n. 20 del 20/01/1979 con l’attribuzione: all’art. 1 di una riserva di legge negli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale; all’art. 3 la previsione dell’abilitazione alla professione, il praticantato e l’esame di Stato

1990 CODICE DEONTOLOGICO 1991 RIFORMA ENPACL 1992 NUOVO TARIFFARIO Nel 2004 nasce a Palermo l’Associazione Provinciali dei Giovani Consulenti del Lavoro Legge 46/2007 Regolamentazione del titolo di studio per l’accesso alla professione 1997/2009 1° Regolamento per la certificazione dei crediti formativi Protocollo d’intesa 08/03/2006 con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in materia di attività ispettiva Protocollo d’intesa 24/03/2006 con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sulle linee guida per la costituzione delle commissioni di certificazione presso i Consigli Provinciali Il 23/07/2007 nasce la Fondazione Consulenti del Lavoro, Agenzia del Lavoro del CNO per promuovere i tirocini formativi e di orientamento Legge 133/2008 LUL Nota del 26/11/2009 n del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il Protocollo d’intesa riguardante l’attività ispettiva Legge 183/2010 istituite le commissioni di conciliazioni presso i CPO Legge 92/2012 cd Fornero ha previsto l’assistenza dei CDL presso le DTL per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo per motivi economici D.M. 46/2013 decreto parametri per la liquidazione dei compensi Giugno 2013 nasce l’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro (ANGCDL) Nel 2014 nasce l’Asse.co (asseverazione di conformità dei rapporti di lavoro)

LEGGE 11 GENNAIO 1979, n. 12 NORME PER L’ORDINAMENTO DELLA PROFESSIONE DI CONSULENTE DEL LAVORO (Gazzetta Ufficiale n. 20 del ) TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1. Esercizio della professione di consulente del lavoro Tutti gli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti, quando non sono curati dal datore di lavoro, direttamente od a mezzo di propri dipendenti, non possono essere assunti se non da coloro che siano iscritti nell’albo dei consulenti del lavoro a norma dell’articolo 9 della presente legge, salvo il disposto del successivo articolo 40, nonché da coloro che siano iscritti negli albi degli avvocati e procuratori legali dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali, i quali in tal caso sono tenuti a darne comunicazione agli ispettorati del lavoro delle province nel cui ambito territoriale intendono svolgere gli adempimenti di cui sopra. I dipendenti del Ministero del lavoro e della previdenza sociale che abbiano prestato servizio, almeno per 15 anni, con mansioni di ispettori del lavoro presso gli ispettorati del lavoro, sono esonerati dagli esami per l’iscrizione all’albo dei consulenti del lavoro e dal tirocinio per esercitare tale attività, il personale di cui al presente comma non potrà essere iscritto all’albo della provincia dove ha prestato servizio, se non dopo 4 anni dalla cessazione del servizio stesso. Il titolo di consulente del lavoro spetta alle persone che, munite nell’apposita abilitazione professionale, sono iscritte nell’albo di cui all’articolo 8 della presente legge. Le imprese considerate artigiane ai sensi della legge 25 luglio 1956, n. 860, nonché le altre piccole imprese, anche in forma cooperativa, possono affidare l'esecuzione degli adempimenti di cui al primo comma a servizi o a centri di assistenza fiscale istituiti dalle rispettive associazioni di categoria. Tali servizi possono essere organizzati a mezzo dei consulenti del lavoro, anche se dipendenti dalle predette associazioni. Per lo svolgimento delle operazioni di calcolo e stampa relative agli adempimenti di cui al primo comma, nonché per l'esecuzione delle attività strumentali ed accessorie, le imprese di cui al quarto comma possono avvalersi anche di centri di elaborazione dati costituiti e composti esclusivamente da soggetti iscritti agli albi di cui alla presente legge con versamento, da parte degli stessi, della contribuzione integrativa alle casse di previdenza sul volume di affari ai fini IVA, ovvero costituiti o promossi dalle rispettive associazioni di categoria alle condizioni definite al citato quarto comma. I criteri di attuazione della presente disposizione sono stabiliti dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale sentiti i rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini e collegi professionali interessati. Le imprese con oltre 250 addetti che non si avvalgono, per le operazioni suddette, di proprie strutture interne possono demandarle a centri di elaborazione dati, di diretta costituzione od esterni, i quali devono essere in ogni caso assistiti da uno o più soggetti di cui al primo comma. Presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale è istituito un comitato di monitoraggio, composto dalle associazioni di categoria, dai rappresentanti degli ordini e collegi di cui alla presente legge e delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, allo scopo di esaminare i problemi connessi all'evoluzione professionale ed occupazionale del settore.

Art. 2. Oggetto dell’attività I consulenti del lavoro, con le eccezioni di cui al quarto comma dell’articolo 1, svolgono per conto di qualsiasi datore di lavoro tutti gli adempimenti previsti da norme vigenti per l’amministrazione del personale dipendente. Essi inoltre, su delega e in rappresentanza degli interessati, sono competenti in ordine allo svolgimento di ogni altra funzione che sia affine, connessa e conseguente a quanto previsto dal comma precedente. Ferma restando la responsabilità personale del consulente, questi può avvalersi esclusivamente dell’opera di propri dipendenti per l’effettuazione dei compiti esecutivi inerenti all’attività professionale.

Art. 3. Esame di abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro. Il certificato di abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro è rilasciato dall’ispettorato regionale del lavoro competente per territorio previo superamento di un esame di Stato che deve essere svolto davanti ad apposite commissioni regionali composte, per ciascuna sessione: a) dal capo dell’ispettorato regionale del lavoro competente per territorio, o da altro funzionario da questi delegato, in qualità di presidente; b) da un professore ordinario di materie giuridiche designato dal Ministero della pubblica istruzione; c) da un direttore di una sede provinciale dell’INPS e da uno dell’INAIL della regione interessata; d) da tre consulenti del lavoro designati dal Consiglio nazionale, di cui al successivo articolo 20, fra i membri dei consigli provinciali competenti per territorio, sulla base delle designazioni degli stessi consigli provinciali. Possono essere ammesse all’esame di Stato le persone in possesso dei seguenti requisiti: a) siano cittadini italiani o italiani appartenenti a territori non uniti politicamente all’Italia ovvero cittadini di Stati membri della Comunità economica europea ovvero cittadini di Stati esteri nei cui confronti vige un particolare regime di reciprocità; b) abbiano conseguito il diploma di maturità di scuola secondaria superiore secondo indirizzi riconducibili all’area delle scienze sociali o di laurea in giurisprudenza, in scienze economiche e commerciali o in scienze politiche; e) abbiano compiuto presso lo studio di un consulente del lavoro iscritto nell’albo o di uno dei professionisti di cui al primo comma dell’articolo 1 almeno due anni di praticantato secondo modalità fissate con decreto del Ministro del lavoro e della preyidenza sociale, da emanarsi entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge su proposta del Consiglio nazionale di cui all’articolo 20. Le sessioni di esame sono annuali e si svolgono in ogni regione secondo modalità e programmi stabiliti con decreto del Ministro del lavoro e del la previdenza sociale, di concerto con i Ministri di grazia e giustizia e della pubblica istruzione, da emanarsi entro il 31 gennaio di ogni anno, il decreto di cui al presente comma dovrà anche indicare particolareggiatamente i titoli di studio previsti al punto d) del secondo comma del presente articolo. Gli esami devono comunque prevedere una prova scritta ed una orale in materia di diritto del lavoro, legislazione sociale ed elementi di diritto tributario