L’ascesa di Roma
I luoghi Molto prima della fondazione di Roma, la penisola italica conta già un gran numero di popolazioni
24/02/1224/02/12 I primi abitanti si stanziano in Italia sin dall’VIII millennio a.C. Nel II millennio a.C., popoli non indoeuropei costruiscono palafitte erette sopra specchi d’acqua, cui si aggiungono, dal 1600 a.C. circa, le palafitte terrestri della civiltà “terramaricola” (così chiamata dall’espressione “terra marna”, che in dialetto emiliano significa “terra grassa” e che nell’Ottocento veniva usata per indicare le montagnole di terra, ricche di sostanze organiche, che conservavano i resti degli insediamenti di questo periodo).
24/02/1224/02/12 AREA DI DIFFUSIONE DELLA CIVILTA’ TERRAMARICOLA
24/02/1224/02/12 PROBABILE ESEMPIO DI UN VILLAGGIO TERRAMARICOLO
24/02/1224/02/12 Nello stesso periodo (1600 a.C.), la civiltà appenninica, dedita alla pastorizia, si stanzia sulla dorsale dell’Appennino. Attorno al 1000 a.C., nella zona di Bologna giungono gli umbri e si sviluppa la civiltà villanoviana (da Villanova, luogo in cui nel secolo scorso furono rinvenuti i suoi resti più significativi).
24/02/1224/02/12 Genti di stirpe illirica si stanziano nell’Italia nord-orientale ed in Puglia. Nell’VIII secolo a.C. si insediano nel Sud Italia le prime colonie greche. Fra il VI ed il V secolo a.C. arrivano nella pianura padana i celti (o galli).
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24/02/1224/02/12 LA CIVILTA’ NURAGICA Autonoma rispetto alla penisola, si sviluppa in Sardegna una civiltà che prende il nome dai nuraghi, torri imponenti a forma di cono tronco disposte a creare villaggi o collegate fra loro, a difesa del territorio. Ricca di miniere, la civiltà nuragica conosce il suo massimo splendore a partire dal 1200 a.C., per decadere e scomparire nel VI secolo a.C., in seguito all’invasione cartaginese.
24/02/1224/02/12 LA CIVILTA’ ETRUSCA Gli etruschi, a partire dal II millennio a.C., abitano un vasto territorio comprendente l’attuale Toscana e parte del Lazio. Le risorse agricole e minerarie della zona permettono agli etruschi un notevole sviluppo commerciale, che li porta ad espandere il proprio controllo su gran parte del mar Tirreno, dell’Umbria, dell’Emilia e della Lombardia. Le città etrusche godono ciascuna di autonomia politica. Populonia, Tarquinia, Vulci, Volterra, Cere, Perugia e Chiusi sono le più ricche.
24/02/1224/02/12 LA CIVILTA’ ETRUSCA L’origine della civiltà etrusca è misteriosa; secondo Erodoto, gli etruschi sarebbero giunti dalla Lidia (Asia Minore) tra il 1500 ed il 1000 a.C. Dionigi di Alicarnasso ritiene, invece, che essi fossero una popolazione indigena e gli storici moderni tendono ad accettare questa seconda ipotesi, collegando spesso la nascita della civiltà etrusca con le ultime manifestazioni di quella villanoviana.
24/02/1224/02/12 LA CIVILTA’ ETRUSCA Le città-stato etrusche sono rette da re, fino a quando, nel VI secolo a.C., la monarchia non è soppiantata da una repubblica aristocratica. Per primi gli etruschi tentano di unificare la penisola: fondano città in pianura padana e si spingono oltre il Tevere. Ma, a partire dal V secolo a.C., cacciati da Roma, battuti dai greci sul mare, minacciati a nord dai celti, inizia la loro decadenza. Sottomessi a Roma, tra IV e III secolo a.C. scompaiono come entità politica autonoma.
Le origini di Roma Il più antico insediamento romano sorge sul colle Palatino (X-IX secolo a.C.) colle Palatino Si tratta di un villaggio di pastori-agricoltori che si legherà con popolazioni limitrofe sotto la guida di un capo unico, il rex La leggenda vuole Roma fondata nel 753 a.C. Il detentore del potere sovrano è di fatto il popolo, che lo delega al Re Il re aveva due compiti fondamentali: comandare le truppe in guerra e rappresentare la città davanti agli dei Amministrava inoltre la giustizia, il patrimonio pubblico e aveva diritto di vita e di morte sui cittadini
Si narra che gli ultimi re di Roma avessero fatto a tal punto infuriare il popolo con il loro strapotere da sollevare una rivolta del popolo e la fine della monarchia (509 a.C.) Roma conosce anche due assemblee: il senato, cui partecipano i capi delle famiglie nobili (gentes) e i comizi curiati, composti da gruppi di nobili È cittadino romano solo il nobile proprietario terriero (patrizio). I plebei (non possiedono terre) e i clientes (perlopiù stranieri) non hanno ruolo nel governo cittadino e sono sottomessi ai patrizi a cui prestano servizio in cambio di protezione
Fra leggenda e storia: i sette re Secondo la tradizione, Roma fu fondata da Romolo, figlio di Rea Silvia (ultima discendente di Enea) e Marte (vocazione bellica) Romolo fu anche il primo re di Roma, al quale, sempre secondo la leggenda, ne seguirono altri sei. In tutto l’età monarchica sarebbe durata due secoli e mezzo In realtà è molto probabile che i re siano stati più di sette e che i nomi che vengono tramandati siano legati a opere o imprese
Romolo: fonda Roma e dà la prima organizzazione Numa Pompilio: stabilisce culti, religione e calendario Tullo Ostilio: conduce Roma a sottomettere i villaggi circostanti Anco Marcio: avvia una serie di opere pubbliche (porto di Ostia e primo ponte) Tarquinio Prisco: primo re etrusco, si costruisce il tempio di Giove Capitolino e la cloaca massima Servio Tullio: fa erigere le nuove mura Tarquinio il Superbo: la tradizione ne sottolinea il carattere autoritario; questo fa montare l’opposizione personale e porta all’abbattimento della monarchia
L’economia L’economia si mantenne per lungo tempo di pura sussistenza (agricoltura e allevamento) Gli scambi avvennero per molto con il baratto o pesando il metallo usato per la compravendita (no moneta) La moneta si diffuse attorno al IV sec. La vicinanza del Tevere favoriva inoltre il passaggio di navi e il transito del sale, enorme ricchezza nel mondo antico
La famiglia Con “familia” a Roma si indicano non solo le persone, ma anche i beni: denaro, terre, animali, case, schiavi. Il capofamiglia (pater familias) è il più anziano maschio in vita. Egli ha potere assoluto sui membri della famiglia, che dura finché è in vita Il figlio non poteva compiere nessun atto giuridicamente rilevante da solo, senza il consenso del pater: di fatto, il figlio rimaneva “minorenne” fino alla morte del pater
Questa struttura poteva generare tensioni tra generazioni: per scoraggiare il parricidio vennero predisposte pene molto crudeli Di fatto, il sentimento che regolava la vita famigliare non era tanto l’amore, ma la pietas, un insieme di rispetto e venerazione che indicava anche l’atteggiamento del fedele verso la divinità Il pater aveva potere assoluto per diritto anche sulla moglie e sulle mogli dei discendenti: di fatto, una donna passava dal potere del padre (o del nonno) a quello del marito, o del suocero.
La donna nella Roma arcaica La leggenda del ratto delle Sabine (ossia del rapimento da parte dei giovani romani delle fanciulle del popolo dei Sabini perché a Roma non c’erano donne da sposare) ci dice che a Roma le donne erano sin dalle origini delle straniere, quindi tenute un po’ ai margini Le cose che non potevano fare erano essenzialmente due: commettere adulterio e bere il vino. In caso di violazione, la donna era condannata a morte L’adulterio era punito perché rischiava di rendere “impuro” il sangue della famiglia o della gens.
Nella famiglia, poi, la donna aveva compiti di custodia della casa e di educazione dei figli (la “filatura della lana” era il mestiere per eccellenza) Una delle virtù più apprezzate era il silenzio, ossia il prendere la parola solo se in presenza del marito (culto della dea Tacita) Questa situazione cambiò dal I secolo a.C., quando la donna iniziò di fatto a emanciparsi. Ma l’ideale romano di donna virtuosa restò sempre legato a questa idea tradizionale di castità e obbedienza.
La religione La religione onorava una famiglia divina capeggiata da Giove (Iuppiter) Accanto alle divinità maggiori, esistevano divinità famigliari (Lari e Penati) La religione aveva carattere politico: il sacerdozio era una carica pubblica e la religione un dovere che il cittadino doveva osservare con scrupolo I sacerdoti più importanti erano i pontefici, che regolavano le cerimonie religiose, militari e civili, gli auguri (interpreti della volontà divina), i feziali (dichiaravano guerra) e le vestali, unico sacerdozio femminile, che custodivano il fuoco sacro simbolo di Roma
La pace con gli dei era considerata necessaria per il buon esito di ogni impresa, dalle guerre ai commerci Per questo era così importante consultare e interpretare i segni che le divinità mandavano per accertarsi del loro consenso La lettura dei segni divini avveniva tramite fenomeni naturali, il volo degli uccelli, lettura delle interiora degli animali sacrificati, ecc. Per questo era tanto importante il ruolo dei sacerdoti