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INDICE Introduzione Controllo dell’incendio Rivelazione ed allarme Controllo di fumi e calore Conclusioni

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Impianti o sistemi di protezione attiva (G.1.14)

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica S.6 – Controllo dell’incendio Scopo: la misura antincendio di controllo e spegnimento individua i presidi antincendio per : la protezione di base; la protezione finalizzata al controllo e allo spegnimento dell'incendio. I presidi antincendio considerati sono: estintori d’incendio, rete di idranti, impianti manuali o automatici di controllo o estinzione ad acqua e ad altri estinguenti.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Livelli di Prestazione

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Criteri di attribuzione I Non ammesso nelle attività soggette (all. I DPR 151/2011) II Attività dove siano verificate tutte (AND) le seguenti condizioni: profili di rischio: R vita compresi in A1, A2, B1, B2, Ci1, Ci2, Cii1, Cii2, Ciii1, Ciii2 (incendio non superiore a sviluppo “medio”); R beni pari a 1, 2; R ambiente non significativo; densità di affollamento non superiore a 0,7 persone/m 2 ; tutti i piani dell'attività situati a quota compresa tra -5 m e 32 m; carico di incendio specifico qf non superiore a 600 MJ/m 2 ; superficie lorda di ciascun compartimento non superiore a 4000 m 2 ; non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative; non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Criteri di attribuzione III Attività non ricomprese negli altri criteri di attribuzione. IV In relazione alle risultanze della VDR nell’ambito e in quelli limitrofi (es. attività con elevato affollamento, attività con geometria complessa, piani interrati, elevato carico di incendio specifico, presenza di sostanze o miscele pericolose in quantità significative, presenza di lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio…) V Su specifica richiesta del committente, previsti da capitolati tecnici di progetto, richiesti dalla autorità competente per costruzioni destinate ad attività di particolare importanza, previsti da regola tecnica verticale.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Classificazione degli incendi ed estinguenti UNI EN 2:2005

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Livello di prestazione II La protezione di base ha l'obiettivo di garantire l’utilizzo di un presidio antincendio che sia efficace su un principio d’incendio, prima che questo inizi a propagarsi nell'attività. Si attua attraverso l'impiego di estintori. La tipologia degli estintori installati deve essere selezionata in riferimento alle classi di incendio determinate secondo la valutazione del rischio dell'attività. Gli estintori devono essere sempre disponibili per l'uso immediato, posti in posizione facilmente visibile e raggiungibile, in prossimità delle uscite di piano, percorsi d'esodo e aree a rischio specifico. -

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Livello di prestazione II – Classe A

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Esempio di calcolo per estintori Classe A

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi per Livello II La protezione di “BASE” – Classe A Ad esempio, consideriamo un compartimento da 2500 mq: CA=2500x0,21=525 CA/2=265/34=7.72 quindi 8 estintori 34 A CAr= CA-8x34= =253 Scelgo ad esempio 21 A quindi CAr/21=12.04, quindi 13 estintori 21 A Verifica 13x21+8*34= =545 OK è maggiore della minima richiesta! OSS: Devo sempre distribuire e verificare i 20 m

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Livello di prestazione II – Altri rischi

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Livello di prestazione III OBIETTIVO: garantire l’utilizzo di un presidio antincendio che sia efficace per contrastare gli effetti di un incendio Devono essere rispettate le prescrizioni per il L.P. II. La protezione manuale si attua mediante l'installazione di una rete idranti a protezione dell'intera attività o di singoli compartimenti. Deve essere progettata, installata ed esercita a regola d’arte (es.: UNI 10779). I livelli di pericolosità, le tipologie di protezione, le caratteristiche dell’alimentazione idrica sono stabilite dal progettista sulla base della VDR (analogia DM ). Per la protezione interna è preferibile l’installazione di naspi nelle attività civili, mentre è preferibile l’installazione di idranti a muro per le altre attività (tipo di utilizzo e non ubicazione).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Livello di prestazione III  La protezione esterna, su valutazione del Comando provinciale dei VVF, può essere sostituita dalla rete pubblica se utilizzabile anche per il servizio antincendio, a condizione che: a.gli idranti siano posti nelle immediate vicinanze dell'attività stessa (massimo 100 m dal confine dell'attività); b.la rete sia in grado di erogare la portata totale prevista per la protezione specificata (attestata da un professionista antincendio tramite dati forniti dall'ente erogatore e da prove di erogazione).  Nelle attività con livello di pericolosità 3 della norma UNI 10779, per le quali non sia prevista dal progettista alcuna protezione esterna, deve comunque essere garantito almeno il livello di prestazione III della strategia operatività antincendio (Cap. S.9). Capitolo S.9: deve essere disponibile almeno un idrante collegato alla rete pubblica raggiungibile con un percorso massimo di 500 m dai confini dell'attività; tale idrante deve assicurare un'erogazione minima totale di 300 litri/minuto.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Livello di prestazione IV OBIETTIVO: garantire l’utilizzo di un presidio antincendio che sia efficace per rilevare la presenza di un incendio ed estinguerlo nello stadio iniziale, oppure per tenere sotto controllo l’incendio così da poter completare l’estinzione con altri mezzi. Si attua attraverso l'impiego di sistemi automatici di controllo o estinzione dell’incendio esteso a porzioni di attività. La scelta deve essere basata sul processo di valutazione del rischio di incendio per l’attività in esame. Ai fini della definizione di soluzioni conformi si applicano norme e documenti tecnici di enti di normalizzazione europea (vedi elenco).vedi elenco L'alimentazione degli impianti idrici antincendio deve essere conforme alle norme adottate dall'ente di normazione nazionale. Devono essere sempre verificate interazioni ed interferenze tra gli impianti di protezione attiva (gas, EFC, ecc.).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Livello di prestazione V Devono essere rispettate le prescrizioni del livello di prestazione IV, il sistema automatico di controllo o estinzione dell'incendio deve essere a protezione dell'intera attività.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi Riepilogo

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Soluzioni Alternative Sono ammesse soluzioni alternative per tutti i livelli di prestazione. Al fine di dimostrare il raggiungimento del livello di prestazione il progettista deve impiegare uno dei metodi di cui al paragrafo G.2.6 (Metodi ordinari di progettazione della sicurezza antincendio): applicazione di norme o documenti tecnici applicazione di prodotti o tecnologie di tipo innovativo ingegneria della sicurezza antincendio L’impiego di prodotti o tecnologie di tipo innovativo, frutto della evoluzione tecnologica ma sprovvisti di apposita specificazione tecnica, è consentito in tutti i casi in cui l’idoneità all’impiego possa essere attestata, in sede di verifica ed analisi, sulla base di una VDR del progettista supportata da prove riferite a norme o specifiche di prova nazionali, internazionali o, in assenza di queste, da specifiche di prova adottate da laboratori a tale fine autorizzati

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Introduzione Gli impianti di rivelazione e allarme degli incendi (IRAI) devono: 1.rivelare un incendio quanto prima possibile 2.lanciare l’allarme al fine di attivare: a)le misure protettive (es.: impianti automatici di spegnimento, compartimentazione, evacuazione dei fumi e del calore, ecc.); b)le misure gestionali (piano e procedure di emergenza e di esodo progettate e programmate in relazione all’incendio rivelato ed all’area ove tale principio di incendio si è sviluppato rispetto all’intera attività sorvegliata). S.7 – Rivelazione ed allarme

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Livelli di prestazione S.7 – Rivelazione ed allarme Livello di prestazione Descrizione rivelazione e l'allarme sono demandate agli occupanti ILa rivelazione e allarme incendio demandate agli occupanti (coerente con norme P.I. vigenti, es. scuole) IISegnalazione manuale e sistema d'allarme esteso a tutta l’attività IIIRivelazione automatica estesa a porzioni dell'attività, sistema d'allarme, eventuale avvio automatico di sistemi di protezione attiva IVRivelazione automatica estesa a tutta l'attività, sistema d'allarme con sistema EVAC, avvio automatico di sistemi di protezione attiva

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Criteri di attribuzione S.7 – Rivelazione ed allarme Liv.Criteri di attribuzione I Attività dove siano verificate tutte (AND) le seguenti condizioni: profili di rischio: R vita compresi in A1, A2, Ci1, Ci2, Ci3 (veglia e conoscono o civile abit.); R beni pari a 1; R ambiente non significativo; attività non aperta al pubblico; densità di affollamento non superiore a 0,2 persone/m 2 (poco affollata); non prevalentemente destinata ad occupanti con disabilità; tutti i piani dell'attività situati a quota compresa tra -5 m e 12 m (poco alta e profonda); superficie lorda di ciascun compartimento non superiore a 4000 m 2 ; carico di incendio specifico qf non superiore a 600 MJ/m 2 [o 900 MJ/m 2 se attività civile]; non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative; non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Criteri di attribuzione S.7 – Rivelazione ed allarme Liv.Criteri di attribuzione II Attività dove siano verificate tutte (AND) le seguenti condizioni: profili di rischio: R vita compresi in A1, A2, B1, B2, Ci1, Ci2, Ci3 (anche tipo B) ; R ben i pari a 1; R ambiente non significativo; densità di affollamento non superiore a 0,7 persone/m 2 (non vincolo di non apertura al pubblico e maggiore affollamento); tutti i piani dell'attività situati a quota compresa tra -10 m e 54 m (aumenta quota piani interrati ed altezza piani); carico di incendio specifico qf non superiore a 600 MJ/m 2 [o 900 MJ/m 2 se attività civile]; non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative; non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Criteri di attribuzione S.7 – Rivelazione ed allarme Liv.Criteri di attribuzione IIIAttività non ricomprese negli altri criteri di attribuzione IVIn relazione alle risultanze della valutazione del rischio di incendio (es. attività con elevato affollamento, attività con geometria complessa, elevato carico di incendio specifico, presenza di sostanze o miscele pericolose in quantità significative, presenza di lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio o dell'esplosione,...).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni progettuali – Funzioni IRAI S.7 – Rivelazione ed allarme

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni progettuali – Funzioni IRAI S.7 – Rivelazione ed allarme A, Rivelazione automatica dell’incendio B, Funzione di controllo e segnalazione D, Funzione di segnalazione manuale L, Funzione di alimentazione La norma UNI EN 54-1 “Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio” identifica e stabilisce tutte le funzioni cui è chiamato a rispondere un IRAI. Funzioni principali IRAI EN 54

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni progettuali – Funzioni IRAI S.7 – Rivelazione ed allarme Funzioni secondarie IRAI C, Funzione di allarme incendio (considerata anche funzione principale da UNI 9795) E, Funzione di trasmissione dell'allarme incendio F, Funzione di ricezione dell'allarme incendio G, Funzione di comando del sistema o attrezzatura di protezione contro l'incendio H, Sistema o impianto automatico di protezione contro l'incendio J, Funzione di trasmissione dei segnali di guasto K, Funzione di ricezione dei segnali di guasto M, Funzione di controllo e segnalazione degli allarmi vocali N, Funzione di ingresso e uscita ausiliaria O, Funzione di gestione ausiliaria (building management) ↔, Scambio di informazioni tra funzioni

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi – L.P. I S.7 – Rivelazione ed allarme L.P. Aree sorv eglia te Funzioni minime da EN 54-1 Funzioni di evacuazione e allarme Funzioni di avvio protezione attiva ed arresto altri impianti I- Non sono previste funzioni, la rivelazione e l'allarme sono demandate agli occupanti. L'allarme è trasmesso tramite segnali convenzionali codificati nelle procedure di emergenza (es. a voce, suono di campana, accensione di segnali luminosi,...) comunque percepibili da parte degli occupanti. Demandate a procedure operative nella pianificazione d'emergenza.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi – L.P. II S.7 – Rivelazione ed allarme L.P. Aree sorv. Funzioni minime da EN 54-1 Funzioni di evacuazione e allarme Funzioni di avvio protezione attiva ed arresto altri impianti II- B: Funzione di Controllo e segnalazione (La Centrale); D: Rivelazione Manuale dell’incendio L : Funzione di Alimentazione di sicurezza C : Funzione di allarme incendio Dispositivi di diffusione visuale e sonora o altri dispositivi adeguati alle capacità percettive degli occupanti ed alle condizioni ambientali (segnalazione ottica, ecc.) Demandate a procedure operative nella pianificazione d'emergenza

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi – L.P. III S.7 – Rivelazione ed allarme L.P.Aree sorv. Funzioni minime da EN 54-1 Funzioni di evacuazione e allarme Funzioni di avvio protezione attiva ed arresto altri impianti III Spazi comuni, vie d'esodo e spazi limitrofi, aree dei beni da proteggere, aree a rischio specifico. A : rivelazione Automatica dell’incendio B, D, L, C E. Funzione di trasmissione dell'allarme incendio F: Funzione di ricezione dell'allarme incendio G: Funzione di comando del sistema o attrezzatura di protezione contro l'incendio H: Sistema o impianto automatico di protezione contro l'incendio Dispositivi di diffusione visuale e sonora o altri dispositivi adeguati alle capacità percettive degli occupanti ed alle condizioni ambientali Demandate a procedure operative oppure possono essere automatiche su comando della centrale o mediante centrali autonome di azionamento (asservite alla centrale master); richiede allora le ulteriori funzioni E, F, G, H.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni Conformi – L.P. IV S.7 – Rivelazione ed allarme L.P. Aree sorvegl. Funzioni minime da EN 54-1 Funzioni di evacuazione e allarme Funzioni di avvio protezione attiva ed arresto altri impianti IVTutte A, B, D, L, C, E, F, G M: Funzione di controllo e segnalazione degli allarmi vocali N: Funzione di ingresso e uscita ausiliaria O: Funzione di gestione ausiliaria (building management) Sistema EVAC secondo UNI ISO per elevati affollamenti, geometrie complesse (solo beni, no EVAC!) Automatiche su comando della centrale o mediante centrali autonome di azionamento (asservite alla centrale master); richiede allora le ulteriori funzioni E, F, G, H.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Progettazione, installazione, messa in servizio, manutenzione ed esercizio dei SISTEMI DI ALLARME VOCALE PER SCOPI DI EMERGENZA UNI ISO :2010 La norma specifica i requisiti per la progettazione, installazione, messa in servizio, manutenzione ed esercizio dei sistemi di allarme vocale per scopi d emergenza, destinati principalmente a diffondere informazioni per la protezione delle vite umane all’interno di una o più specifiche aree durante un emergenza. La norma non si applica ai sistemi sonori che utilizzano campane o dispositivi sonori.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Verifica della compatibilità S.7 – Rivelazione ed allarme Per gli IRAI deve essere prevista la verifica della: compatibilità e della corretta interconnessione dei componenti, sequenza operativa delle funzioni da svolgere. Gli IRAI verificati in conformità alla norma UNI EN sono considerati soluzione conforme. Il sistema di sicurezza antincendio deve essere compatibile, coordinato e deve essere “COMANDATO E SORVEGLIATO” dalla centrale (o dalle centrali) dell’impianto IRAI.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Introduzione S.8 – Controllo di fumi e calore I fumi sviluppati dall’incendio contengono sostanze tossiche e irritanti che possono comportare la “incapacitazione” degli occupanti dell’edificio i quali, se esposti per tempi sufficientemente lunghi, possono anche arrivare allo stato di incoscienza e successivamente di morte. La presenza di fumo riduce la visibilità, impedendo ai presenti l’individuazione e il raggiungimento delle uscite. Ne risulta, quindi, un pericoloso rallentamento nella velocità di esodo. La presenza di fumo e calore in caso di incendio rendono molto più difficoltose le operazioni di messa in sicurezza ed estinzione effettuate dalle squadre di soccorso (non solo vigili del fuoco!).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Introduzione S.8 – Controllo di fumi e calore La misura antincendio di controllo di fumo e calore ha come scopo l’individuazione dei presidi antincendio da installare nell’attività per consentire il controllo, l'evacuazione o lo smaltimento dei prodotti della combustione in caso di incendio (Smoke Management in case of fire). I presidi antincendio considerati sono: smaltimento fumi e calore d’emergenza (SFC) per le squadre di soccorso; sistemi di evacuazione di fumo e calore (SEFC), distinti in sistemi ad evacuazione naturale (SENFC) e forzato (SEFFC ). I SEFC progettati, realizzati e manutenuti a regola d’arte (UNI 9494 parte 1 e parte 2).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Smaltimento di fumo e calore di emergenza S.8 – Controllo di fumi e calore Lo smaltimento di fumo e calore d'emergenza ha la funzione di facilitare l'opera di estinzione dei soccorritori (anche le squadre interne) ma non è un sistema di smoke management e quindi non assicura uno strato libero dai fumi in caso di incendio. Lo smaltimento di fumo e calore d'emergenza è operato per mezzo di aperture di smaltimento dei prodotti della combustione verso l'esterno dell'edificio. Tali aperture coincidono generalmente con quelle già ordinariamente disponibili per la funzionalità dell'attività (es. finestre, lucernari, porte,...).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Livelli di prestazione S.8 – Controllo di fumi e calore Descrizione INessun requisito. II Deve essere possibile smaltire fumi e calore dell'incendio da piani e locali del compartimento durante le operazioni di estinzione condotte dalle squadre di soccorso (interne o VVF) III Deve essere mantenuto nel compartimento uno strato libero dei fumi che permetta: la salvaguardia (esodo!!!) degli occupanti, la protezione dei beni, se richiesta. Fumi e calore generati nel compartimento non devono propagarsi ai compartimenti limitrofi (solo SEFC).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Criteri di attribuzione S.8 – Controllo di fumi e calore I Compartimenti dove siano verificate tutte (AND) le seguenti condizioni: non adibiti ad attività che comportino presenza di persone, ad esclusione di quella occasionale e di breve durata di personale addetto; superficie lorda di ciascun compartimento non superiore a 25 m 2 ; carico di incendio specifico q f non superiore a 600 MJ/m 2 ; non si detengono o trattano sostanze o miscele pericolose in quantità significative; non si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell’incendio. II Compartimento non ricompreso negli altri criteri di attribuzione. III In relazione alle risultanze della VDR nell’ambito dell’attività o di ambiti limitrofi della stessa (es. attività con elevato affollamento, attività con geometria complessa, elevato carico di incendio specifico, presenza di sostanze o miscele pericolose in quantità significative, presenza di lavorazioni pericolose ai fini dell’incendio, …).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni conformi – L.P.II S.8 – Controllo di fumi e calore Per ogni piano e locale del compartimento deve essere prevista la possibilità di effettuare lo smaltimento di fumo e calore d'emergenza (SFC) secondo quanto previsto al paragrafo S.8.5.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni conformi – L.P.II Smaltimento di fumo e calore - Caratteristiche S.8 – Controllo di fumi e calore Le aperture di smaltimento devono consentire lo smaltimento di fumo e calore da piani e locali del compartimento verso l'esterno dell'attività (es. direttamente o tramite condotti...) da tutti gli ambiti del compartimento. Le aperture di smaltimento devono essere protette dall'ostruzione accidentale durante l'esercizio dell'attività. La gestione delle aperture di smaltimento deve essere considerata nell'eventuale piano di emergenza (funzionamento in emergenza- GSA)

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni conformi – L.P.II Smaltimento di fumo e calore - Realizzazione S.8 – Controllo di fumi e calore Le aperture di smaltimento devono essere realizzate in modo che fumo e calore smaltiti non interferiscano con il sistema delle vie d'esodo, non propaghino l'incendio verso altri locali, piani o compartimenti. Una porzione della superficie utile dovrebbe essere SEa, SEb, SEc. SEaPermanentemente aperte SEbDotate di sistema automatico asservito IRAI SEcElementi chiusura non permanenti (es. infissi) ad apertura comandata da posizione protetta e segnalata SEdElementi chiusura non permanenti (es. infissi) ad apertura comandata da posizione NON protetta SEeElementi chiusura di cui si dimostri l’apertura in caso di emergenza o l’immediata demolizione

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni conformi – L.P.II Smaltimento di fumo e calore - Dimensionamento S.8 – Controllo di fumi e calore Le dimensioni minime delle aperture di smaltimento in funzione del carico di incendio q f, calcolato secondo S.2, (legato alla quantità di calore e non ai fumi) della superficie lorda di ciascun piano del compartimento (in linea con la tradizione del C.N.VV.F.). Per un q f superiore a 1200 MJ/m 2, non meno del 10% delle aperture devono essere molto “performanti” per lo smaltimento fumo e calore.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni conformi – L.P.II Smaltimento di fumo e calore – Uniforme distribuzione S.8 – Controllo di fumi e calore Aperture di smaltimento distribuite uniformemente nella porzione superiore di tutti i locali per facilitare smaltimento fumi e calore Verifica dell’uniforme distribuzione in pianta può essere fatta imponendo che ciascun locale sia completamente coperto in pianta dalle aree di influenza delle aperture imponendo un raggio di influenza r offset pari a 20 m o altrimenti determinato secondo le risultanze della VDR

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni conformi – L.P.III S.8 – Controllo di fumi e calore Si rimanda alla serie delle norme UNI 9494 (parti 1 e 2).

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Soluzioni alternative S.8 – Controllo di fumi e calore Per il Livello di prestazione II e III possono essere adottate soluzioni alternative alle soluzioni conformi. Al fine di dimostrare il raggiungimento del livello di prestazione il progettista deve impiegare uno dei metodi di cui al paragrafo G.2.6 – Metodi ordinari di progettazione della sicurezza antincendio. Metodi Applicazione di norme o documenti tecnici Applicazione di Prodotti o tecnologie innovative Ingegneria della sicurezza antincendio (M1, M2, M3). Attraverso il ricorso ad un impianto di ventilazione meccanica possibile soddisfare il livello di prestazione richiesto.

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Ministero dell’Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Grazie per l’attenzione !