LA CITTA’ DI SIENA 27.04.2017 19:40:37 Aurelio Palmieri.

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LA CITTA’ DI SIENA 27.04.2017 19:40:37 Aurelio Palmieri

Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta Aurelio Palmieri

Scarse e incerte sono le notizie prima del dicembre 1226, mese in cui la Repubblica di Siena comincia le registrazioni presso gli uffici della Biccherna (uffici delle uscite) dei costi e dei contratti relativi alla costruzione e decorazione della cattedrale[. Il nuovo edificio fu iniziato a metà del XII secolo su un edificio preesistente, forse del IX secolo, a sua volta edificato su un ipotetico tempio di Minerva. Nell'alto medioevo qui si trovava infatti la costruzione che sarebbe stata, fino al 913, la residenza del vescovo e avrebbe contenuto una chiesa rivolta verso est, cioè verso l'attuale battistero. Solo nel XIII secolo il Duomo sarebbe stato trasformato in basilica, con la facciata rivolta ad ovest, cioè verso l'ospedale di Santa Maria della Scala, ma i lavori vennero terminati solo alla fine del secolo successivo. Aurelio Palmieri

Veduta del Duomo Aurelio Palmieri

Facciata, parte inferiore La facciata, tutta in marmo bianco con qualche decorazione in rosso di Siena e serpentino di Prato, è divisibile in due metà, inferiore e superiore, riferibili a due distinte fasi costruttive. La ricchezza della decorazione, prevalentemente scultorea, nasconde irregolarità e asimmetrie derivate dalla lunga fase costruttiva a cui misero mano molteplici progettisti La facciata inferiore fu realizzata da Giovanni Pisano ed è riferibile a uno stile romanico-gotico di transizione. Questi vi lavorò tra il 1284 e il 1297, prima di allontanarsi improvvisamente da Siena, probabilmente per le critiche mossegli dal comune per gli sprechi e la disorganizzazione. Aurelio Palmieri

Facciata, parte superiore Aurelio Palmieri

La parte superiore della facciata è opera di Camaino di Crescentino (padre del più famoso Tino di Camaino), che vi lavorò tra il 1299 circa e il 1317. Un tempo la paternità del progetto era attribuita a Giovanni di Cecco, che vi avrebbe lavorato dopo il 1376, sulla base di un documento che parlava di lavori “alla Facciata in piazza del Duomo, logia del vescovo”, che si pensava si riferissero alla facciata del duomo e invece riferiti alla facciata del Palazzo Vescovile, anch’essa sulla stessa piazza e anch’essa dimora del vescovo. Il ritrovamento di un documento del 1310 che incita alla realizzazione di un mosaico per la cuspide centrale e tre cronache trecentesche precedentemente ignorate, che datano al 1317 il completamento della facciata, hanno chiarito questo aspetto. Aurelio Palmieri

Pulpito del Duomo di Siena di Nicola Pisano Il pulpito del Duomo di Siena fu realizzato da Nicola Pisano in un periodo compreso tra il 1265 e il 1268. È uno dei gioielli del Duomo, nonché una delle opere scultoree più importanti dell'arte del Duecento italiano. Presenta una pianta ottagonale e una struttura architettonica mossa e articolata con rilievi vari e statuine a tutto tondo al posto delle colonne ai vertici. Quattro delle otto colonne agli spigoli poggiano su leoni stilofori, mentre quella centrale su uno zoccolo ottagonale adornato di figure che rappresentano le arti liberali e la filosofia. Aurelio Palmieri

Duomo di siena, altare Piccolomini Situato lungo la navata sinistra, fu commissionato ad Andrea Bregno dal cardinale di Siena Francesco Piccolomini Todeschini, poi papa Pio III per meno di un mese nel 1503. Lo scopo era di dedicare una grandiosa opera artistica allo zio papa Pio II, celebrando contemporaneamente la presenza politica e culturale della famiglia Piccolomini a Siena. Andrea Bregno realizzò l'altare in Marmo di Carrara fra il 1481 e il 1485, lasciando tuttavia l'opera priva delle 16 statue e dell'altare centrale, come da contratto, avendo intorno al 1486 subito un tracollo fisico e di ispirazione artistica. Aurelio Palmieri

Il pannello centrale reca la scritta Altare Maggiore L’altare maggiore in marmo policromo fu progettato e realizzato a partire dal 1530 da Baldassarre Peruzzi e, morto questi nel 1536, continuato fino al 1541 da marmisti e scalpellini che ne rispettarono comunque il progetto. Il pannello centrale reca la scritta “HIC EST PANIS VIVUS DE COELO DESCENDENS” (Giovanni, 6, 50), alludente al contenuto del ciborio eucaristico soprastante. L’alto ciborio eucaristico in bronzo posto al centro è opera pregevole del Vecchietta (1467-1472). Gli angeli bronzei ai lati sono di Giovanni di Stefano (1488-1490) e quelli ancor più laterali, di qualità superiore, sono di Francesco di Giorgio Martini (1488-1492). Croce e candelabri sono su disegno del Riccio. Aurelio Palmieri

Vetrata del Duomo di Siena di Duccio di Buoninsegna Sopra il coro della cattedrale vi è la celeberrima Vetrata del Duomo di Siena di Duccio Di Buoninsegna, vetrata policroma realizzata dall'artista nel 1287-1288: si tratta dell'più antica vetrata istoriata conosciuta di manifattura italiana. Il grande occhio circolare misura 5,6 metri di diametro. Esso è diviso in nove scomparti da una croce greca e presenta le seguenti immagini: al centro, la Vergine in una mandorla attorniata da quattro angeli; sopra, l'Incoronanazione della Vergine; sotto, la Morte della Vergine; ai lati sono raffigurati i quattro Santi protettori di Siena; nei restanti quattro spicchi, sono raffigurati i quattro Evangelisti. Aurelio Palmieri

Pavimento del Duomo di Siena. Strage degli Innocenti Aurelio Palmieri

il Sassetta, Neroccio di Bartolomeo de' Landi, Il pavimento è a commessi marmorei, opera unica nell'arte italiana per ricchezza di inventiva, vastità e importanza dei nomi che vi hanno collaborato. Diviso in 56 riquadri mostra rappresentazioni sottese a un disegno tematico omogeneo, quello della Rivelazione tramite la Scrittura, solo in piccola parte alterato per via della lunga vicenda esecutiva o per esigenze di celebrazione della storia cittadina. I riquadri più antichi sono della seconda metà del Trecento, fino agli ultimi ottocenteschi, dovuti a più di quaranta artisti quasi tutti senesi. Vi spiccano i nomi di Francesco di Giorgio, Pinturicchio, il Sassetta, Neroccio di Bartolomeo de' Landi, Antonio Federighi, Urbano da Cortona e, soprattutto, Domenico Beccafumi, che creò ben 35 scene innovando profondamente il genere. Aurelio Palmieri

Basilica di San Domenico Aurelio Palmieri

La Basilica di San Domenico è una delle più importanti chiese di Siena e si trova in via della Sapienza. La chiesa fu innalzata nel 1226-1265, ma nel corso del Trecento il complesso fu ampliato nelle forme gotiche che vediamo ancora oggi e che hanno resistito ad incendi (1443, 1456), occupazioni militari (1548-1552) e terremoti (1798). Nel 1531 iniziarono i restauro condotti da Domenico Cinquini; nei primi del cinquecento fu abbassato il campanile e aggiunto il coronamento merlato. L'ultimo intervento è del 1962: furono tolte le sovrapposizioni barocche e aggiunte le vetrate con le Storie di Santa Caterina. Aurelio Palmieri

L'interno della basilica Aurelio Palmieri

Basilica di San Francesco La chiesa medievale gotica del 1326-1475 aveva una facciata coperta di fasce di marmo bianche e verdi, nello stile delle pareti laterali esterne del Duomo di Siena, un portale quattrocentesco di Francesco di Giorgio Martini e un rosone dello stesso autore. I lavori di restauro intrapresi alla fine del XIX secolo portarono alla sostituzione di tale facciata, ormai rovinata, con quella attuale in stile neogotico. Autori furono Vittorio Mariani e Gaetano Ceccarelli (1894-1913). Aurelio Palmieri

La Basilica di San Francesco vista dalla Torre del Mangia Aurelio Palmieri

La navata L'edificio presenta una pianta a croce egizia, con unica navata ampia coperta a capriate e senza cappelle sporgenti, un transetto anch'esso coperto a capriate e molte cappelle voltate a crociera su entrambi i lati, tutte terminanti con una parete piatta piuttosto che semicircolare. Tutte le pareti interni sono caratterizzati da fasce di marmo bianco e verdi, sull'esempio del Duomo della stessa città. Aurelio Palmieri

La vetrata della Cappella Maggiore Aurelio Palmieri

Ambrogio Lorenzetti, martirio di cinque frati francescani Aurelio Palmieri

Aurelio Palmieri

più importante e rinomata d'Italia. La storia del Palio Secondo alcune fonti, fu in ricordo della memorabile battaglia di Montaperti (1260) e dello scampato pericolo che i senesi decisero di indire il famoso Palio, ritenuto da molti la manifestazione e festa storica più importante e rinomata d'Italia. La storia del Palio di Siena è però più articolata e complessa, e affonda le proprie radici in un'epoca ancor più remota. Nelle città italiane del XII e XIII secolo era usanza organizzare corse di cavalli, sia come spettacolo pubblico, sia come competizione tra i diversi allevamenti equini posseduti dai nobili cittadini e non. A queste origini si ricongiungono idealmente le diverse rievocazioni storiche che ancora si svolgono in Italia. Ma questo tipo di Palio non è ancora il diretto progenitore della competizione senese attuale. Parallelamente ai palii dei nobili, i cittadini di Siena cominciarono ad organizzare, più o meno spontaneamente, altre competizioni nei modi più disparati. Si ricordano, a partire dal XV secolo: Palii rionali, l'Elmora, Giorgiani (o Juvenali), Giochi delle pugna, Pallonate, Cacce dei tori, Bufalate, Asinate Aurelio Palmieri

Piazza del Campo Aurelio Palmieri

Aurelio Palmieri

Contrade che si allineano al canape. Aurelio Palmieri

La folla durante il Palio Aurelio Palmieri

Entra la rincorsa, la mossa è valida: si parte Aurelio Palmieri

La partenza del palio del 16 agosto 2006. Aurelio Palmieri

Alberto Ricceri esprime tutta la sua gioia per la vittoria del 16 agosto 2006 per la Selva. Aurelio Palmieri

Jonatan Bartoletti bacia Brento in segno di ringraziamento, prima di entrare in Chiesa per il Maria Mater Gratiae. Aurelio Palmieri

Autore: Aurelio Palmieri Immagine e testo da: Autore: Aurelio Palmieri Per il gruppo http://it.groups.yahoo.com/group/ppsegrafica