Gli alcaloidi dell’oppio e la Morfina L’oppio è una sostanza lattiginosa che si condensa e imbrunisce a contatto con l’aria. Si estrae dalle capsule non mature del papavero sonnifero (papaverum sonniferum album). Da esso si ottengono alcune sostanze comunemente utilizzate come narcotici o stupefacenti. L’oppio contiene 20 tipi di alcaloidi ( morfina, codeina, papaverina, narcotina e la tebaina) che agiscono sul sistema nervoso centrale. La morfina è il principale alcaloide dell’oppio; si presenta come una polvere bianca o giallastra, granulare. Conserva l’odore caratteristico dell’oppio e si altera sensibilmente in seguito all’esposizione all’umidità e alla luce La morfina è uno dei più potenti analgesici e agisce legandosi a recettori specifici per inibire gli stimoli dolorosi.
Morfina e peptidi oppioidi: meccanismo d’azione-1 La Sostanza P è un peptide neurotrasmettitore di 11 amminoacidi. La Sostanza P viene rilasciata dal neurone pre- sinaptico in seguito alla stimolazione nervosa e si lega a recettori post-sinaptici trasmettendo così il segnale del dolore. I peptidi oppioidi endogeni (le encefaline, le endorfine e le dinorfine) si legano ai recettori degli oppiacei inibendo la liberazione della Sostanza P.
Morfina e peptidi oppioidi: meccanismo d’azione-2 Quando i peptidi oppioidi si legano ai recettori si verifica un cambiamento conformazionale dei recettori che blocca il rilascio di Sostanza P. La morfina e gli oppiacei attivano nella stessa maniera i recettori dei peptidi oppiodi e inibiscono la trasmissione del segnale doloroso.
Morfina e peptidi oppioidi: l’interazione recettoriale
La Cocaina e gli psicostimolanti La cocaina è uno psicostimolante ed un anestetico locale che si ricava dalle foglie della Erythroxylon coca, la pianta di coca, diffusa nel Sud America e nelle regioni andine. Utilizzata per la prima volta come anestetico per le operazioni sull’occhio, usata in seguito negli interventi sulla gola e sui denti avendo proprietà di vasocostrittore. Gli Incas credevano che masticando le foglie di coca l’anima si potesse trasferire da un corpo all’altro e per questo mettevano foglie tra i denti del morto. La PET mostra che l’uso di cocaina riduce l’utilizzo efficace del glucosio (aree in rosso) da parte del cervello.
Cocaina: meccanismo d’azione La cocaina blocca la ricaptazione della dopammina, che non può più ritornare nelle vescicole pre-sinaptiche e continua a svolgere la sua azione stimolante in assenza di un effettivo impulso nervoso.
Gli allucinogeni: gli alcaloidi dell’ergot Ergot è il nome dello «sclerozio», ammasso duro e compatto di ife o filamenti resistenti, del fungo Claviceps purpurea. È un parassita che cresce sulla segale e su altri cereali quali l’orzo o il grano, nonché su alcune erbe selvatiche. L’LSD è un derivato semisintetico dell’ac D-lisergico, presente nella Claviceps purpurea (ergot). Fu inventato nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hoffman, che intendeva preparare nuovi farmaci dall’ergot della segala. E’ il più attivo degli allucinogeni. Meccanismo d’azione L’LSD si lega fortemente ai recettori della serotonina e li attiva in maniera abnorme, inducendo stimoli differenti da quelli del neurotrasmettitore.
Gli allucinogeni: i cannabinoidi della canapa indiana La canapa, Cannabis sativa, coltivata in vaste zone dell’Asia, è nota per la fibre e come fonte di droghe: la marijuana (che deriva dalle foglie essiccate e tritate) e l’ hashish (che deriva dalla resina ed è circa 8 volte più attivo della marijuana). Contiene oltre 60 sostanze psicoattive (cannabinoidi). I cannabinoidi sono molecole poco polari, prive di azoto, scarsamente solubili in acqua. Si originano biogeneticamente dall’acetato. Inducono perdita di memoria, senso di paura, alterazioni della percezione, e anche ebbrezza, espansività, allucinazioni. Meccanismo d’azione I cannabinoidi si legano a recettori specifici il cui ligando endogeno naturale è l’anandamide. Questi recettori si trovano in regioni del cervello connesse con il piacere, il movimento, la postura e la memoria. Il THC interferisce con le normali funzioni del cervelletto.
L’analisi delle droghe: i metodi della tossicologia forense La "tossicologia forense“concerne le diagnosi di avvelenamento o intossicazione e dell'uso (e dell'abuso) di droghe. Il materiale più utilizzato in vivo e validato (certificato) per i procedimenti legali è l'urina. la cocaina è pure misurabile nelle urine per 2-4 giorni (in forma di metaboliti vari) i cannabinoidi (hashish e marijuana) nelle urine per un periodo diverso e molto lungo che va dai 5 (consumo acuto) ai 36 (consumo cronico) giorni (in forma di erbe e semi essiccati possono essere inalate, fumate o anche mangiate in preparazioni di torte o dolci da forno) gli oppioidi (eroina , morfina, oppio - derivati) restano nelle urine per 1-2 giorni. Le metodiche di laboratorio più specifiche sono quelle che si basano sulla gas-cromatografia, gas-massa, HPLC. E’ anche possibile l'esame tossicologico del capello con metodiche di spettrometria di massa.