1 Matera, 30 gennaio 2004 Renato Scognamiglio L’Acqua a metà del guado COME ORIENTARE LA REVISIONE DI META’ PERIODO DEL QCS
2 Ruolo Sogesid La Società – interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – rappresenta uno degli strumenti di supporto tecnico, a favore delle Regioni e degli Enti locali del Mezzogiorno, per le politiche di industrializzazione nel settore idrico, contribuendo all’attuazione delle grandi riforme introdotte con la legge n. 36/94 e con il Decreto legislativo n. 152/99.
3 Gli obiettivi del QCS seconda fase per il ciclo integrato delle acque La programmazione comunitaria ha come obiettivo principale il miglioramento dei livelli di servizio per i consumatori, nel rispetto del principio della sostenibilità ambientale. In tale contesto il Qcs prevede per il quadriennio un notevole impulso alla realizzazione degli interventi inseriti nei Piani d’Ambito per aumentare l’efficienza di acquedotti, fognature e depuratori, in un’ottica di tutela della risorsa idrica e di economicità di gestione. Si cerca inoltre di favorire un più ampio ingresso di imprese e capitali nel settore e un più esteso ruolo dei meccanismi di mercato. La Sogesid ha svolto un’azione di supporto all’attuazione della legge “Galli” (si segnala recentemente in Sicilia e Calabria l’avvio delle procedure ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato) e del D.Lgs. 152/99.
4 Gli obiettivi del QCS seconda fase per il ciclo integrato delle acque Per quanto riguarda l’attuazione della legge “Galli” desidero citare testualmente quanto riportato nel documento di accompagnamento alla Relazione al Parlamento del Comitato per la Vigilanza sull’uso delle risorse idriche del luglio 2003: “da segnalare l’impressionante avanzamento al Sud per effetto (…) del supporto tecnico per la redazione delle ricognizioni e dei piani d’ambito offerto dalla società del Tesoro Sogesid; e soprattutto l’incentivo derivante dall’accesso ai finanziamenti dell’Unione Europea previsti dai Quadri Comunitari di Sostegno, accesso che era condizionato al procedere della riforma. E’ un importante episodio su cui meditare: con un efficace sistema di premi e penalità e con un adeguato supporto tecnico”.
5 Gli obiettivi del QCS seconda fase per il ciclo integrato delle acque Da sottolineare anche il contributo fornito da Sogesid per la predisposizione di importanti documenti di pianificazione, coerenti con il percorso attuativo della Direttiva 2000/60: - Piano di tutela delle acque (attività in corso per Puglia e Calabria; in fase di avvio in Campania; in via di definizione il programma operativo per la Sicilia); - Revisione e aggiornamento del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti (in fase di avvio in Campania,Sicilia e Abruzzo); - Piano Stralcio di Bacino Regionale per le risorse idriche (Sardegna). Nel contesto delineato, e tenuto conto dei livelli di redditività del settore, si evidenzia come il l’apporto finanziario del QCS e dei fondi aree sottoutilizzate risulti decisivo per la sostenibilità sociale delle tariffe e per la “bancabilità” dei Piani d’Ambito, atteso il notevole volume di investimenti necessari a riportare lo standard di servizio ai livelli programmati.
6 Prime considerazioni sul recepimento della Direttiva 2000/60 CE La Direttiva è un documento complesso che investe molteplici aspetti: strettamente ambientali, di organizzazione amministrativa, di equilibri fra diversi livelli territoriali di governo, economico – finanziari, di partecipazione, ecc. La sua attuazione avrà un impatto significativo sugli assetti complessivi di governo del sistema, nonostante il quadro legislativo esistente in Italia (legge n. 183/89, Decreto legislativo 152/99 e successivo D.Lvo 258/2000) contenga in larga misura gli obiettivi e criteri della Direttiva quadro.
7 Prime considerazioni sul recepimento della Direttiva 2000/60 CE Tra i principali aspetti innovativi o problematici connessi all’applicazione della direttiva si segnala: Istituzione dei “Distretti idrografici” come unità territoriali ed amministrative per la programmazione e gestione delle risorse idriche. L’individuazione del distretto presenta una serie di oggettive difficoltà; se da un lato, infatti, risulta agevole l’individuazione fisica di bacini idrografici sufficientemente omogenei, non altrettanto può dirsi per gli acquiferi sotterranei che non sempre risultano ben definiti e spesso travalicano i limiti dei bacini idrografici. Appare opportuna la ridefinizione dei confini delle Autorità di Bacino, già prevista dalla Direttiva, con accorpamento dei bacini più piccoli ed il superamento dell’attuale ripartizione, istituita dalla legge 183/89, in bacini nazionali, interregionali e regionali. A titolo esemplificativo si cita l’attuale assetto inerente la Regione Campania con quattro Autorità regionali, una interregionale e una nazionale.
8 Prime considerazioni sul recepimento della Direttiva 2000/60 CE Assetto istituzionale e necessità di “azioni di sistema”. Gli organismi tecnico-amministrativi presenti in un ipotetico distretto sarebbero le Regioni, che hanno ampie competenze in materia ambientale (si cita in particolare l’approvazione del Piano di tutela delle acque), le Autorità di Bacino, gli Enti d’Ambito, le Province, i Comuni, le Comunità Montane, i Consorzi di Bonifica. Tale situazione contiene elementi di preoccupazione al fine di conseguire gli obiettivi prefissati nella direttiva in quanto la sovrapposizione di strutture ed Enti comporta l’esigenza di un riordino delle funzioni. Risulta quindi necessaria una armonizzazione delle competenze anche attraverso un approfondimento degli aspetti normativi e una forte collaborazione tra i soggetti istituzionali a vario titolo interessati.
9 Prime considerazioni sul recepimento della Direttiva 2000/60 CE Politiche dei prezzi. Per raggiungere l’obiettivo dell’uso economicamente e ambientalmente sostenibile delle risorse idriche, si deve tener conto dei costi finanziari dei servizi idrici, dei costi ambientali e dei costi delle risorse (per le mancate opportunità). L’introduzione del principio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici entro il 2010 costituisce un elemento innovativo per il nostro Paese che lo applica limitatamente al settore idropotabile (c.d. “metodo normalizzato”). Condividendo la posizione comunitaria che si debba tener conto delle ripercussioni sociali, ambientali ed economiche del recupero dei costi, si ritiene che il principio guida dovrebbe essere il c.d. “sustainable cost recovery”.
10 Prime considerazioni sul recepimento della Direttiva 2000/60 CE Con riferimento all’analisi economica, si evidenziano le recenti disposizioni introdotte dalla Legge Finanziaria 2004 circa gli interventi della c.d.“Legge Obiettivo. In particolare, si stabilisce che la richiesta di assegnazione di risorse al Cipe per le infrastrutture che presentano un potenziale ritorno economico derivante dalla gestione dell’opera stessa, ad eccezione di quelle incluse nei piani finanziari delle concessionarie, deve essere accompagnata da una analisi costi-benefici e da un piano economico-finanziario. In proposito, si evidenzia che nella Finanziaria 2004, al fine di garantire il necessario coordinamento e la definizione delle priorità per la realizzazione delle opere, è prevista la predisposizione del “Programma nazionale degli interventi nel settore idrico” da presentare al Cipe entro il 30 luglio 2004.
11 Prime considerazioni sul recepimento della Direttiva 2000/60 CE Con un maggiore utilizzo dell’analisi economica, si potrebbe pervenire ad una migliore percezione del “valore” da attribuire alla risorsa idrica e ad una migliore allocazione tra i diversi utilizzi, con priorità definite secondo il principio di sussidiarietà. Un aspetto ancora da approfondire riguarda infine la valutazione complessiva delle risorse finanziarie necessarie per dare attuazione alla Direttiva nei suoi diversi aspetti, con attenzione anche ai livelli di sostenibilità finanziaria per i singoli futuri Distretti.