OIC 26 OPERAZIONI, ATTTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA.

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OIC 26 OPERAZIONI, ATTTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA AMBITO DI APPLICAZIONE Il principio non tratta la traduzione in euro dei bilanci di società estere redatti in valuta diversa dall’euro per la quale si fa riferimento all’OIC 17 “Bilancio consolidato e metodo del patrimonio netto”. Il principio non tratta la contabilizzazione degli strumenti finanziari derivati in valuta, compresi quelli di copertura dei rischi di cambio. DEFINIZIONI fornite dal OIC 19 Un’operazione in valuta estera è un’operazione effettuata dalla società che redige il bilancio, che è espressa in una valuta diversa dall’euro. Può determinare l’iscrizione in bilancio di attività o passività monetarie o non monetarie. La moneta di conto è la valuta in cui redatto il bilancio, che ai sensi dell’art c. 5 C.C. è l’euro. Il tasso di cambio è il rapporto tra l’euro e una valuta estera. La differenza di cambio (utile o perdita su cambio) è la differenza che deriva dalla conversione in euro di un determinato numero di unità di una valuta estera a differenti tassi di cambio alle date di conversione.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA CLASSIFICAZIONE E CONTENUTO DELLE VOCI L’art C.C. non prevede voci specifiche dello stato patrimoniale ove iscrivere le attività e le passività in valuta estera. Di conseguenza, la classificazione nello stato patrimoniale delle attività e passività in valuta è effettuata secondo i criteri da seguire per le singole attività e passività previsti dai relativi principi contabili OIC. L’art C.C. prevede che nella voce C17-bis) “utili e perdite su cambi” del conto economico sono rilevati: − gli utili e le perdite su cambi realizzati, derivanti dalla conversione di attività e passività in valuta regolate (cioè incassate o pagate) nell’esercizio, quale, ad esempio l’incasso di un credito; − gli utili e le perdite su cambi non realizzati, derivanti dalla conversione di attività e passività in valuta non ancora regolate alla data di chiusura dell’esercizio. Gli utili netti non realizzati su cambi sono iscritti nella voce “Riserva utili su cambi” delle altre riserve del patrimonio netto in sede di destinazione dell’utile dell’esercizio.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA CLASSIFICAZIONE E CONTENUTO DELLE VOCI Ciascuna delle voci è suddivisa in base alla scadenza tra crediti esigibili entro/oltre l’esercizio successivo. Nel caso in cui la società violi una clausola contrattuale prevista per un debito a lungo termine entro la data di riferimento del bilancio, con la conseguenza che il debito diventa immediatamente esigibile, essa classifica il debito come esigibile entro l’esercizio, a meno che tra la data di chiusura dell’esercizio e prima della data di formazione del bilancio, non intervengano nuovi accordi contrattuali che legittimano la classificazione come debiti a lungo termine. La compensazione tra debiti e credit reciproci è ammessa nei limiti delle disposizioni legali o contrattuali. Il prestito a breve ottenuto mediante apertura di credito costituisce prefinanziamento nel periodo che intercorre tra la data di stipulazione del contratto di mutuo e il completamento delle formalità da esperire prima dell’erogazione del mutuo.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA RILEVAZIONE INIZIALE Le operazioni in valuta devono essere determinati al cambio corrente alla data nella quale la relativa operazione è compiuta. Il cambio corrente è il tasso di cambio a pronti alla data dell’operazione. Le attività e passività derivanti da un’operazione in valuta estera sono rilevate inizialmente in euro, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra l’euro e la valuta estera in vigore alla data dell’operazione. La data dell’operazione rappresenta il momento in cui l’operazione si qualifica per la rilevazione iniziale. La rilevazione iniziale in euro al momento di effettuazione dell’operazione non deve far dimenticare che finché non vi è il successivo regolamento, i futuri flussi finanziari collegati a tali operazioni permangono in valuta estera.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA VALUTAZIONE E RILEVAZIONI SUCCESSIVE Conversione delle poste monetarie in valuta estera Le poste monetarie in valuta sono convertite in bilancio al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio. I relativi utili e perdite su cambi sono imputati al conto economico dell’esercizio. Le differenze di cambio da conversione emergono nei casi di variazioni intervenute tra il tasso a pronti al momento della rilevazione iniziale dell’operazione (o all’inizio dell’esercizio, se rilevata in esercizi precedenti) e quello alla fine dell’esercizio. La componente valutativa è iscritta nella pertinente voce di conto economico mentre la differenza relativa all’adeguamento del tasso di cambio si imputa a conto economico nella voce C17-bis) “utili e perdite su cambi”. Conversione delle poste non monetarie in valuta estera Sono iscritte nello stato patrimoniale al tasso di cambio al momento del loro acquisto, e cioè al loro costo di iscrizione iniziale. Pertanto le differenze cambio positive o negative non danno luogo ad una autonoma e separata rilevazione. Per poter stabilire se tale costo possa essere mantenuto in bilancio occorre confrontarlo, con il valore recuperabile o con il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA CASI PARTICOLARI Partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto i cui bilanci sono espressi in valuta estera: occorre innanzi tutto procedere alla traduzione degli stessi in euro secondo quanto previsto dal principio OIC 17 “Bilancio consolidato e metodo del patrimonio netto”, e, successivamente, procedere alla valutazione della partecipazione secondo la specifica disciplina contabile del metodo del patrimonio netto. Lavori in corso su ordinazione in valuta estera: occorre distinguere se si applica il criteri della commessa completata oppure se si applica il criterio della percentuale di completamento. Nel primo caso (commessa completata) ricavi e costi sono riconosciuti quando il lavoro è completato e, pertanto, le rimanenze costituiscono poste non monetarie iscritte al cambio storico. Nel secondo caso (percentuale di completamento) i lavori sono valutati, alla fine dell’esercizio, in base al ricavo maturato determinato per competenza in base allo stato di avanzamento dei lavori: pertanto i lavori in corso iscritti nell’attivo sono convertiti al cambio corrente alla data di chiusura dell’esercizio in quanto assimilabili ad un credito.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA CASI PARTICOLARI Fondo per rischi e oneri in valuta estera: sono assimilabili alle poste monetarie dal momento che comporteranno o potranno comportare in futuro uscite di natura finanziaria. Per cui, l’importo stimato in valuta dei fondi rischi ed oneri è convertito al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio. Conti d’ordine in valuta estera: sono trattati alla stregua di poste monetarie e quindi all’atto della loro iscrizione in calce allo stato patrimoniale sono convertiti al cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA BILANCI DELLE STABILI ORGANIZZAZIONI ALL’ESTERO E CONTABILITA’ PLURIMONETARIA Le stabili organizzazioni all’estero sono strutture che tengono la propria contabilità in valuta diversa dall’euro (ad esempio, divisioni, filiali o succursali) la cui attività è integrata con quella della società che redige il bilancio; pertanto ai fini dell’integrazione con detto bilancio, i loro saldi contabili sono tradotti utilizzando le procedure descritte nel principio OIC 17 Bilancio consolidato. Talune società scelgono di gestire un sistema di contabilità plurimonetaria, nel caso in cui intrattengano in via continuativa scambi con Paesi che non adottano l’euro come moneta di conto. La società che mantiene parte della propria contabilità in valuta può eseguire la conversione dei saldi a fine esercizio (o al momento della redazione di un bilancio intermedio), adottando lo stesso metodo con cui si traduce il bilancio di una controllata estera ai fini del consolidamento (OIC 17).

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA RISERVA A FRONTE DI UTILI SU CAMBI L’art. 2426, numero 8-bis, C.C. stabilisce che, una volta convertite le attività e le passività in valuta, “l’eventuale utile netto deve essere accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo”. Tale riserva ha la funzione di non consentire la distribuzione ai soci di un utile non ancora effettivamente realizzato. L’importo dell’eventuale utile netto derivante dall’adeguamento ai cambi concorre alla formazione del risultato d’esercizio e, in sede di approvazione del bilancio e conseguente destinazione del risultato (ferma restando la priorità della sua destinazione a riserva legale), è iscritto, per la parte non assorbita dall’eventuale perdita d’esercizio in un’apposita riserva. Tale riserva, non distribuibile sino al momento del successivo realizzo, tuttavia, può essere utilizzata, fin dall’esercizio della sua iscrizione, a copertura di perdite di esercizi precedenti. Alla chiusura di ogni esercizio è rideterminato l’importo complessivo degli utili e perdite non realizzati su cambi. Qualora emerga un utile netto complessivo su cambi superiore all’importo della riserva patrimoniale già iscritta, quest’ultima viene integrata per l’eccedenza. Se, invece, emerge una perdita o un utile netto su cambi inferiore all’importo iscritto nella riserva, rispettivamente l’intera riserva o l’eccedenza è riclassificata ad una riserva liberamente distribuibile in sede di redazione del bilancio.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA ESEMPI DI TRATAMENTI CONTABILI DELLA RISERVA A FRONTE DI UTILI SU CAMBI Esempio 1: Destinazione a riserva degli utili su cambi non realizzati in caso di risultato di esercizio capiente Utile netto complessivo su cambi = € 50Riserva non distribuibile Utile d’esercizio = € 60 Quota residua = € 10Riserva liberamente distribuibile Esempio 2: Destinazione a riserva degli utili su cambi non realizzati in caso di risultato di esercizio non capiente Utile netto complessivo su cambi = € 50 € 20 utile assorbito dalla perdita es. € 30 Riserva non distribuibile Utile d’esercizio = € 30 Risultato senza utili su cambi = - € 20

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA ESEMPI DI TRATAMENTI CONTABILI DELLA RISERVA A FRONTE DI UTILI SU CAMBI Esempio 3: Movimentazione della riserva a fronte di utili su cambi non realizzati Anno Utile su cambi Utile d’esercizio Risultato senza utili su cambi Riserva non distribuibile Riserva distribuibile+1.200

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA N OTA INTEGRATIVA Con riferimento alle operazioni e le partite in valuta estera, l’articolo 2427, comma 1, codice civile richiede di indicare nella nota integrativa le seguenti informazioni: “1) i criteri applicati nella conversione dei valori non espressi all’origine in euro”, “2) le variazioni intervenute nella consistenza delle voci dell’attivo e del passivo, nonché, per le voci del patrimonio netto, la loro formazione e il loro utilizzo”, “6) l’ammontare dei crediti e dei debiti in valuta di durata residua superiore a cinque anni e dei debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica indicazione della natura delle garanzie e con specifica ripartizione per aree geografiche”, “6-bis) gli eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatisi successivamente alla chiusura dell’esercizio”, “7-bis) l’indicazione dell’apposita riserva da utili netti su cambi tra le voci di patrimonio netto, con specificazione in appositi prospetti della loro origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità, nonché della loro avvenuta utilizzazione nei precedenti esercizi”.

OIC 26 – OPERAZIONI, ATTIVITA’ E PASSIVITA’ IN VALUTA ESTERA Rispetto al precedente OIC 19 la nuova versione del principio contabile: Riformula la disciplina relativa alla conversione delle poste in valuta estera alla data del bilancio ai sensi del disposto dell’articolo 2426, numero 8-bis. Esplicita i criteri di conversione da adottare per i fondi rischi ed oneri, i conti d’ordine e i lavori in corso su ordinazione espressi in valuta estera.