Agnieszka Pastucha-Blin Zakład Lingwistyki Tekstu Instytut Języków Romańskich i Translatoryki Uniwersytet Śląski w Katowicach Przedmiot: WIEDZA O TEKŚCIE.

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Transcript della presentazione:

Agnieszka Pastucha-Blin Zakład Lingwistyki Tekstu Instytut Języków Romańskich i Translatoryki Uniwersytet Śląski w Katowicach Przedmiot: WIEDZA O TEKŚCIE (III rok Filologii Włoskiej) (III rok Filologii Włoskiej) Ćwiczenia z zakresu językowych środków pragmatycznej teorii argumentacji

ARGOMENTAZIONE Ogni discorso possiede gli elementi dell’argomentazione. Il mittente, mediante un discorso, presenta il suo punto di vista e induce il destinatario ad assumerlo.

ATTO ARGOMENTATIVO INTENZIONALE ogni enunciazione ha il suo scopo proposto dal mittente che poi viene interpretato dal destinatario ISTITUZIONALE si riferisce al sistema delle convinzioni sulla natura del mondo (topos) e garantisce il passaggio dagli argomenti alla conclusione CONVENZIONALE realizzato dai mezzi linguistici che introducono e sviluppano l’argomentazione

MEZZI LINGUISTICI DELL’ARGOMENTAZIONE ESPRESSIONI VALUTATIVE ESPRESSIONI VALUTATIVE (manifestano un atteggiamento positivo o negativo) CONNETTIVI ARGOMENTATIVI CONNETTIVI ARGOMENTATIVI (introducono/uniscono gli argomenti o la conclusione) OPERATORI ARGOMENTATIVI OPERATORI ARGOMENTATIVI (influiscono sull’intensità degli argomenti)

ESPRESSIONI VALUTATIVE ASSOLUTE sempre marcate dal sistema linguistico: CONTESTUALI dipendenti dal contesto positivamente p.es. bene negativamente p.es. male

OPERATORI ARGOMENTATIVI rafforzano la forza argomentativa p.es. molto attenuano la forza argomentativa p.es. meno

CONNETTIVI ARGOMENTATIVI ● il primo criterio riguarda il numero degli argomenti introdotti; si distinguono i connettivi che introducono: ◊ un argomento (connettivi bivalenti), p.es. dato che ◊ almeno due argomenti (connettivi trivalenti), p.es. però ● il secondo criterio si riferisce alle relazioni tra gli argomenti; si distinguono i connettivi che: ◊ conducono alla stessa conclusione, p.es. o meglio ◊ cambiano la direzione dell’argomentazione, p.es. tuttavia

Alcuni esempi di connettivi argomentativi categorie argomentative connettivi la conseguenza perciò, per cui, per questo, dunque, quindi, pertanto la riserva a meno che, purché l’opinione alternativa però, ma, d’altra parte, tuttavia, peraltro il contrargomento nonostante, sebbene, benché, anche se il rinforzo anzi

Esercizio A Caratterizza i connettivi argomentativi sottolineati (dal punto di vista di 3 criteri: ▪ che cosa introduce un connettivo ▪ qual è la sua valenza ▪ qual è il suo orientamento):

Esercizio B Riempi gli spazi vuoti nel testo con le opportune espressioni valutative (a seconda del contesto). Scegli fra: rigorosamenteesclusivemiglioredotibuonodelicato un piacere idealebassovaloriaccuratamenteintensi

Esercizio C Per ogni spazio vuoto scegli un operatore argomentativo giusto e indica la sua forza argomentativa: 1. a) appieno b) quasi 2. a) poco b) molto 3. a) meno b) più 4.a) assolutamente b) in parte 5. a) abbastanza b) insufficientemente

SERIE DI ESERCIZI (FONTE: In base al seguente testo argomentativo esegui le attività successive: Salviamo l’italiano imparandolo e usandolo Lingua, solco di una civiltà di Enrico Grandesso Lo scorso luglio, ho viaggiato in aereo con una compagnia francese, da Venezia a Nizza. In un volo dove buona parte dei passeggeri era italiana e dove venivano offerti in lettura ai viaggiatori anche quotidiani italiani, gli annunci dell’equipaggio ai passeggeri erano invece solo in francese e in inglese. Eppure le hostess conoscevano la nostra lingua e lo hanno dimostrato rispondendo correttamente alle domande loro rivolte; come pure non ne era digiuno un membro dell’equipaggio. Ma di annunci in italiano manco a parlarne. Così pure nel ritorno quando ho volato con la stessa compagnia. Questo non è che uno dei tanti episodi che dimostrano come la nostra lingua sia considerata “minoritaria” o di secondaria importanza da molti stranieri: non solo singoli, ma anche industrie, compagnie pubbliche e private, addirittura agenti turistici. Una situazione non sempre piacevole ma che non è detto debba rimanere tale all’infinito. Spremiamoci allora le meningi e vediamo di cavarne, oltre a qualche puntura di spillo, anche alcune idee. Innanzitutto, quali sono le parole italiane conosciute all’estero? A che settore appartengono e come sono usate? Ahinoi, il repertorio si limita a pochi campi: alla cucina – anche se nella maggior parte dei menu s’incontrano patetici errori (o divertenti orrori) di ortografia! -, alla musica classica e lirica; in particolare, alla storia dell’arte. Qualche altra rara parola d’italiano condisce la vita di tutti i giorni degli stranieri, ma è più l’eccezione che la regola. Da noi avviene il contrario, in particolare verso la lingua politicamente dominante: l’inglese. Moltissimi italiani hanno la mania, assolutamente provinciale, di prostrarsi ad ogni stranierismo. Tralasciamo una seriosa indagine sui perché e percome storici del fenomeno e guardiamoci – meglio: ascoltiamoci – attorno: la zietta sessantenne è andata a fare shopping. Il nonno sta facendo zapping davanti alla TV; il papà è im-piegato con il trading on line (vuoi mettere con l’equivalente “compra e vendi in- formatico” che sa di campagnolo?) Per finire, mamma fa stretching in palestra; il primogenito (magari di nome Kevin o Sylvester) sta chattando su Internet mentre la bimba (Samantha, Jennifer o Britney: oggi Maria fa perdere punti) sogna un bel piercing. Che dire? Che in tutto questo quadretto neo-grezzo familiare è assente un’ospite che avrebbe potuto riequilibrare il tutto: l’autoironia. L’arricchito di fresco, quello che in un recente spettacolo teatrale di Marco Paolini, Bestiario Veneto, riflette dicendo: “Se non sei mai stato a Londra oggi, sei uno stupido!”, cerca di darsi un tono con parole “forestiere”, mentre perde pro-gressivamente la coscienza della sua lingua e della sua cultura di provenienza. Forse perché ha lavorato troppo, non ha ancora trovato il tempo per riflettere sull’importanza di conservare le tracce delle sue origini che formano una parte fonda-mentale della sua identità. Ciò non significa, certo, che si debbano rimpiangere i tempi della mi-seria e delle difficoltà economiche, ma dimenticare ciò che si è stati è il modo migliore per per-dere anche il proprio futuro. Memoria e identità, finalità di vita e realizzazione del sé sono elementi legati in profondità tra loro: e la lingua ne è uno dei testimoni-chiave. Con questo non intendo dire, sia chiaro, che l’inglese va condannato: è stata la lingua di Shakespeare. Ed è quella di Woody Allen. Ciò da cui bisogna stare in guardia è quella forma non necessaria di inglese, spesso americanizzato, che tende a infiltrasi in una lingua straniera e a depauperarla. Ne notiamo la presenza in vari campi: sportivo, informatico, scientifico, politico, ma anche nella lingua di tutti i giorni: e di questo van-no ringraziati anche quei telegiornalisti che devono chissà perché usare sempre più spesso vocaboli stranieri al posto di una normale traduzione italiana. L’importanza di tutelare una lingua è dunque anche relativa alla salvaguardia della sua qualità e al suo buon uso. Quindi all’immagine di una cultura e di un popolo che la lingua vuole comunicare: che deve essere sempre viva e in crescita, lontana dagli immancabili stereotipi (il Paese del sole, dell’amore, del carnevale, ecc.). Ci auguriamo, dunque, che l’italiano sia sempre meno, nell’inconscio dei non italofoni, solo la lingua di una tradizione culturale grande ma antica e degli stimoli del buon appetito; ma che diventi quella di una civiltà finalmente raggiunta da un buon livello di benessere socio-economico, attenta al gusto e alle sue tradizioni, ma anche ricca di contraddizioni e di problemi di crescita. Quella dei vecchi film del neorealismo ma anche delle pellicole di Nanni Moretti e di Gianni Amelio, le canzoni di Carosone e di De André e dei gruppi rap; dei romanzi di Moravia e Silone, di Pontiggia e Affinati; delle opere teatrali di Pirandello e di quei giovani autori che oggi non trovano ancora il modo, purtroppo di essere rappresentati ma che non intendono per questo rinunciare a scrivere. (Messaggero di Sant’Antonio – Edizione italiana per l’estero 10/2001)

1) Quale episodio è il punto di partenza dell’articolo? 2) Che cosa dimostra? 3) A quali settori appartengono le parole italiane conosciute all’estero? 4) Che cosa elenca l’autore nella quinta sequenza? 5) Perché il nuovo ricco usa i forestierismi? Qual è la conseguenza? 6) Dimenticare il passato significa: □ rinnegare il passato □ perdere il futuro □ non comprendere il presente 7) Qual è il pericolo della presenza dell’inglese nella lingua italiana? 8) Ci si augura che per i non italofoni l’italiano sia la lingua: non solo di ma anche ) Qual è lo scopo dell’autore? 1 Domande sul testo:

2 Vero o falso? VeroFalso Le industrie considerano l’italiano lingua internazionale Ricordare le origini non significa rimpiangere i periodi di miseria I giornalisti della televisione hanno in parte la colpa dell’abuso Non vi è nessun rapporto fra memoria e identità, finalità di vita e realizzazione di sé

◊ opposizione ◊ sicurezza ◊ possibilità ◊ causa ◊ ipotesi ◊ aggiunta ◊ ordine del testo ◊ conclusione Sottolinea nel testo i connettivi e stabilisci che cosa indicano:

4 Completa i seguenti schemi: ProblemaSoluzione La nostra lingua è considerata minoritaria, quindi dunque Causa del problema ProblemaConseguenze quindi la lingua si depaupera, perciò

innanzituttoquindiperché a. Sull’aereo si parlava francese....…….era una compagnia francese. b. Tutelare la lingua italiana e..……..spremere le meningi per trovare una soluzione. c. È necessario vedere quali parole italiane si conoscono all’estero. 5 Completa con il connettivo adatto:

6 Sostituisci con un connettivo equivalente a quello sottolineato: a.La situazione è difficile ma si può trovare una soluzione. b. L’inglese americanizzato si diffonde perché viene usato spesso anche dai telegiornali c. L’equipaggio conosceva l’italiano ed anche le hostess.

7 Collega le proposizioni: Ci auguriamo ma durante il viaggio di ritorno Ho ascoltato solo il francese quindi non per questo rinunciano a scrivere Molti giovani autori non trovano il modo di essere rappresentati pure della corrispondente traduzione italiana I telegiornali usano vocaboli stranieri che la lingua italiana riacquisti la sua importanza

8 Collega la proposizione con il tipo di argomento: Eppure le hostess conoscevano la nostra lingua Ipotesi Ma anche industrie, compagnie pubbliche Atteggiamento dell’autore Se non sei mai stato a Londra Giustificazione Ci auguriamo che l’italiano sia Conclusione Quindi all’immagine di una cultura Rinforzo della contro opinione

9 Organizza uno schema del contenuto del testo, secondo questo modello: PREMESSA Non si parla italiano sugli aerei francesi PROBLEMA L’italiano è considerato lingua secondaria dagli stranieri ↙ ↘↙ ↘↙ ↘↙ ↘ ↓CONSEGUENZA Perdita di memoria e di identità ↓SOLUZIONE Tutelare la lingua italiana nella sua qualità e il suo buon uso, mostrandola come espressione di molteplici aspetti della civiltà italiana ARGOMENTO 1 ↓ CAUSE - Manie degli italiani di usare l’inglese - Snobbismo dei nuovi ricchi - Uso dell’inglese da parte dei giornalisti ARGOMENTO 2 ↓ CAUSE Non condannare l’inglese, ma il suo uso non necessario depaupera l’italiano

Nel caso in cui si abbiano dei dubbi, consulta il sito: melzocassano.it/persone/crem ascoli/info/esercizi/GUIDA/5a rg.htm melzocassano.it/persone/crem ascoli/info/esercizi/GUIDA/5a rg.htm