IC Varese 4 Anna Frank Un percorso per accompagnare il bambino e il ragazzo alla scoperta del proprio corpo e dell’espressione dell’affettività dott.sa.

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Transcript della presentazione:

IC Varese 4 Anna Frank Un percorso per accompagnare il bambino e il ragazzo alla scoperta del proprio corpo e dell’espressione dell’affettività dott.sa Donata Magnoni Medico Pediatra Movimento e Centro di Aiuto alla Vita di Varese Varese 06 Marzo 2015

Gravidanza in età adolescenziale

Una gravidanza in età adolescenziale rappresenta un evento articolato e complesso, dal momento che essa ha luogo in un momento evolutivo in cui la personalità è ancora in corso di strutturazione e in cui il desiderio di gravidanza è solo apparente. Due fasi del ciclo vitale, così particolari, e allo stesso tempo ricche di cambiamenti, come l’adolescenza e la gravidanza, possono complicare lo sviluppo personale se vissute contemporaneamente. Una maternità precoce può essere molto problematica per una giovane, la cui personalità, non ancora giunta a completa maturazione, può essere gravemente compromessa, bloccando lo sviluppo psicologico ed emotivo della ragazza, lasciandola per così dire, in uno stato di immaturità ed infantilismo

La gravidanza voluta in giovane età, secondo alcuni autori, potrebbe essere il frutto di rapporti sessuali che vogliono soltanto esprimere la ribellione della ragazza nei confronti delle restrizioni materne, oppure la ricerca di quella tenerezza che le è venuta a mancare proprio da parte della madre. Può rappresentare a volte il tentativo di ricalcare il modello materno, di ricreare con il proprio figlio il legame infantile avuto con la propria madre; può anche esprimere il desiderio di compensare un vuoto di identità, “essere qualcuno” o meglio, “avere qualcosa di proprio”.

Anno 2013 Nati ASL Provincia di Varese 8450 di cui da mamme minorenni 12 pari al 0,2% da mamme < 20 anni 68 pari al 0,9%

Anno 2008 IVG Provincia di Varese 2522 Minorenni 55 pari al 2,2%

A 18 anni il rischio di una gravidanza nei primi 6 mesi di attività sessuale è del 11% ma sale al 22% a 15 anni Inoltre il 20% dei concepimenti avviene nel 1 mese e il 50% entro 6 mesi dal 1° rapporto Gli adolescenti indugiano mediamente 1 anno prima di prendere in seria considerazione il problema del controllo della fertilità Poiché si tratta quasi sempre di una gravidanza indesiderata, pone l’adolescente, ancora immatura e dipendente, di fronte alla decisione tra IVG e la prosecuzione della gravidanza, con travagli psicologici, sociali e etici, facilmente intuibili

Le gravidanze non sono state programmate dai giovani genitori, e intervengono quindi in maniera inattesa e senza essere state precedute da una pianificazione e da un’attenta valutazione delle conseguenze che queste comportano nella vita della famiglia, sia essa composta dalla giovane coppia sia da quella d’origine, che interviene in supporto ai genitori e al piccolo. Per alcune giovani madri, la maternità può rappresentare un evento felice, ma per la maggior parte dei casi, la nascita è vissuta come troppo precoce e l’esperienza prevalente può essere di rifiuto oppure di panico o dolore.

Per effetto di una gravidanza in età adolescenziale, si possono avere anche conseguenze sul piano sociale Per la madre, queste sono rappresentate principalmente dal venir meno delle possibilità di istruzione e di conseguenza delle future possibilità di occupazione e di inserimento nel mondo del lavoro. In questo contesto, si possono riproporre le condizioni che favoriscono una seconda gravidanza a distanza di poco tempo. Non è facile individuare una tipologia precisa di adolescente più esposta di altri ad una gravidanza precoce, perché le condizioni delle mamme adolescenti possono essere molto differenti fra loro: per età (la situazione di una giovane mamma di 14 anni, com’è chiaramente comprensibile, differisce in modo rilevante da quella di una di anni), per contesto familiare, per trascorsi personali.

L’indagine condotta nelle tre città campione di Milano, Roma e Napoli ha mostrato un panorama variegato di giovani mamme: alcune sono italiane, altre straniere trasferitesi in Italia, altre ancora Rom, che vivono in Italia ma che sono pienamente inserite nel proprio contesto culturale di appartenenza, rispettandone gli usi e le tradizioni. Tre fattori paiono essere correlati ad un rischio di gravidanza precoce: - condizioni di deprivazione o svantaggio socioeconomico; - appartenenza ad una famiglia di origine destrutturata e non stabile; - bassi livelli di istruzione.

È stata provata la maggior frequenza di complicanze della gravidanza nell’adolescenza, inversamente proporzionale all’età della ragazza, con aumento del rischio di mortalità e morbilità perinatale sono frequenti: anemia tossiemia morte endouterina travaglio prolungato ricorso al taglio cesareo ritardo di accrescimento endouterino basso peso alla nascita maltrattamento nei primi 2 anni di vita

Nel caso di IVG le conseguenze a breve e lungo termine non sono meno pesanti: una scelta sovente non consapevole, spesso dettata dalla famiglia o dal partner, frequentemente raggiunta dopo seri conflitti maggiori rischi intra e post operatori e complicanze nel 44% dei casi, oltre che sulla funzione riproduttiva futura della ragazza, specie se l’IVG viene ripetuta più volte, diventando un triste mezzo anticoncezionale

La nascita di un figlio rappresenta sempre una fase di transizione nel ciclo vitale delle famiglie, che coinvolge più piani generazionali e che nel caso delle giovani madri si sovrappone a quello dell’adolescenza. Due passaggi fisiologicamente critici che vissuti contemporaneamente rendono più faticoso per tutti i famigliari coinvolti la costruzione di nuovi equilibri relazionali e nelle giovani donne la costruzione di un’identità in grado di coniugare quella di figlia adolescente e quella di madre.

È importante aiutare le famiglie ad affrontare questi cambiamenti e sostenere le giovani madri nell’esplorazione dei propri modelli genitoriali anche, quando possibile, attraverso il coinvolgimento delle madri-nonne. Un supporto di questo tipo permette di attivare un processo di cambiamento in grado di sostenere la crescita della famiglia nel suo insieme e di rompere catene di trasmissione trans-generazionale di modelli di genitorialità disfunzionali, riducendo così il rischio che le figlie di madri adolescenti tendano a riproporre gli stessi comportamenti. A seconda della provenienza culturale, la situazione personale delle ragazze tende ad essere differente: orientativamente, le mamme italiane sono maggiormente sostenute

La maternità precoce influisce pesantemente sulle relazioni sociali delle giovani mamme, che tendono a distaccarsi dalla loro vita precedente e perdono i contatti con i loro coetanei. Le giovani tendono ad isolarsi e ad essere diffidenti, e a vivere la nuova esperienza, soprattutto nei primi mesi, all’interno della cerchia familiare di appartenenza; spesso, però, i familiari lavorano tutto il giorno e loro passano le giornate a casa da sole con i piccoli (soprattutto le donne straniere).

Gli operatori cercano di sostenere le giovani mamme anche nel superare questo isolamento, inserendole in attività di gruppo; però non sempre si riesce a tenere le giovani mamme legate a questo tipo di attività, forse perché normalmente le madri che frequentano i servizi sono generalmente più mature: oltre i 30 ed a volte anche oltre i 40 anni. Perciò le giovani mamme tendono a preferire la proposta di partecipare ad incontri individuali.

Il rapporto tra le giovani mamme e il loro bambino è complesso: da un lato, infatti, sono esse stesse molto giovani e bisognose di cure e supporto; dall’altro, la loro condizione di mamme richiede un’assunzione di responsabilità parentale. Le reazioni più comuni rilevate dagli operatori nelle giovani mamme sono tendenzialmente due: alcune cambiano trasformandosi, quasi all’improvviso, da ragazze a donne; altre, invece, hanno difficoltà ad esercitare il proprio ruolo di mamma e a volte tendono a delegare la cura e l’accudimento del piccolo alla propria madre.

Si riscontra in queste mamme il desiderio di crescere insieme al proprio bambino. si segnalano, come fattori critici: l’inconsapevolezza e l’incoscienza la difficoltà a vedere quello che hanno davanti, la mancanza di progettualità, un persistente egocentrismo: le proprie esigenze vengono prima di quelle del bambino

Ma si evidenziano anche aspetti diversi: si allineano ai bisogni del bambino, hanno una maggiore elasticità perché sono meno rigide e strutturate l’approccio alla maternità è più intuitivo e ludico la maggiore spontaneità e tenerezza nel rapporto col bambino la forza d’animo, la pazienza.

Posizione giuridica delle mamme minorenni La madre minore di sedici anni non può riconoscere il figlio naturale L’attestazione di nascita non dovrà riportare i dati anagrafici della madre infrasedicenne, bensì la dicitura “donna che non può essere nominata”. Quando il neonato non è riconosciuto neanche dal padre ultrasedicenne, il Tribunale per i Minorenni adotta gli opportuni provvedimenti a tutela del minore ed apre un fascicolo per la sua adottabilità

Nel caso la madre voglia comunque occuparsi del figlio, la procedura di adottabilità è rinviata anche d’ufficio sino al compimento del 16° anno, purché il minore, adeguatamente accudito, abbia un rapporto continuativo con la madre stessa. Non di rado il neonato viene affidato ai nonni e vive quindi in casa anche con la madre. Il tribunale può anche decidere di nominare un tutore provvisorio. Al compimento dei sedici anni da parte della madre, se non sono emersi motivi ostativi, la stessa può chiedere un ulteriore periodo di sospensione di due mesi oppure effettuare il riconoscimento. Una volta effettuato il riconoscimento entro i termini suddetti, il tribunale chiuderà la procedura di adottabilità del minore, a meno che non emerga comunque uno stato di abbandono materiale e morale.

Il riconoscimento tardivo, ossia successivo alla dichiarazione di adottabilità e l’affidamento preadottivo, è privo di efficacia. La madre ultrasedicenne può invece effettuare validamente il riconoscimento di figlio naturale e quindi è titolare di tutti i doveri e tutti i diritti nei confronti del figlio legittimo, tra cui il dovere di mantenerlo, istruirlo ed educarlo tenendo conto delle sue capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, l’esercizio della responsabilità genitoriale.

La proposta Riappropriarsi del proprio ruolo di educatori in una relazione efficace

I valori da trasmettere La bellezza del proprio corpo, la sua unicità e la sua infinita capacità espressiva La bellezza e bontà delle emozioni piacevoli che il corpo ci può dare e può dare agli altri Il valore dell’intimità, dono prezioso da condividere con consapevolezza Il significato dei gesti d’intimità, del desiderio e dell’attesa La prudenza nei confronti dell’estraneo La fertilità come risorsa affidata alla nostra responsabilità La vita come dono ricevuto attraverso un gesto d’amore e come tale da donare.

Creare una rete di sostegno attiva

Esercitare un controllo e una critica adeguati sui modelli proposti dai midia

Responsabilità intesa non solo come consapevolezza degli atti che si compiono e delle loro conseguenze ma anche come congruenza con un impegno assunto o con un comportamento, in quanto importa e sottintende l'accettazione di ogni conseguenza, specialmente dal punto di vista morale e sociale