Ontologia analitica Lezz. 13-15. Lezione 13 7/3/16.

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Ontologia analitica Lezz

Lezione 13 7/3/16

Ordine relazionale L’antiposizionalismo di Kit fine Posizioni vs ruoli onto-tematici Che cosa sono i ruoli onto-tematici? Argument deletion

Lez. 14 8/3/16

Gli oggetti Sostrati Bundle theory universalista Il principio dell’identità degli indiscernibili (leggere art. di Max Black, cap. 2.1 di Varzi) Bundle theory tropista Gli oggetti della meccanica quantistica Inclusivismo [corretto dopo la lezione; a lezione avevo detto «universalismo»]? (Orilia, Synthese 2006)

Sostrati/sostanze i particolari ordinari sono individui «spogli», nel senso che hanno una loro realtà indipendente dalle proprietà che in essi ineriscono. Ossia, sono sostrati che esemplificano tali proprietà, senza ridursi ad esse. Alternativamente, i particolari sono composti dal sostrato e dalle proprietà Oppure ancora i particolari sono sostrati con le loro proprietà essenziali In una versione del sostratismo, Le proprietà sono intese come tropi, in un’altra come universali. Qui considereremo solo la seconda opzione. Punto da approfondire: NON vale il principio dell’identità degli indiscernibili.

Bundle theory universalista/ teoria dei fasci di universali i particolari ordinari si riducono a «fasci» di universali connessi tra di loro da una relazione spesso chiamata compresenza. Punto da approfondire: VALE il principio dell’identità degli indiscernibili.

Bundle theory tropista/ teoria dei fasci di tropi i particolari ordinari si riducono a «fasci» di tropi connessi dalla compresenza. I tropi a loro volta sono raggruppati in classi di tropi perfettamente somiglianti: «classi di somiglianza naturale». Punto da approfondire: NON vale il principio dell’identità degli indiscernibili.

Predicazione/possedere una proprietà (1) il particolare a ha (possiede) la proprietà P (1a) a esemplifica P (1b) P è un membro del fascio di universali che costituisce a (1c) c’è un certo tropo che appartiene alla classe naturale di tropi P e che è compreso nel fascio di tropi che costituisce a

stato di un particolare Ci tornerà utile introdurre la nozione di stato di un particolare a, inteso, all’incirca, come la congiunzione di tutte le proprietà basilari di a in un dato momento. Scriveremo Pa per indicare che a è nello stato P, il che è equivalente, assumendo che P è la congiunzione P1 &... & Pn di tutte le proprietà basilari di a, alla congiunzione di stati di cose: a possiede P1 &... & a possiede Pn.

indiscernibilità l’indiscernibilità dei particolari in un momento dato: a e b sono indiscernibili (qualitativamente identici) al momento t se e solo se a e b sono nello stesso stato, ossia hanno identiche proprietà basilari, al momento t. Ma come dobbiamo intendere "proprietà identiche" dal punto di vista di universalismo e tropismo e poi dei tre approcci agli oggetti che stiamo considerando?

Quando due proprietà sono identiche Ora, asserire che due proprietà sono identiche va inteso in modo diverso, a seconda che le proprietà siano viste come universali o come tropi. Universalismo: l’identità è numerica. Tropismo: due tropi, per esempio, il colore del mio tavolo e quello della mia sedia, sono "proprietà identiche" sse appartengono ad una stessa classe naturale di tropi.

Df interteorica dell’identità degli indiscernibili Tendendo presente che "proprietà identiche" va declinato nei due modi che abbiamo visto a seconda che stiamo presupponendo universalismo o tropismo, possiamo definire in modo interteorico – ossia indipendentemente dai tre approcci ai particolari che stiamo discutendo – l’indiscernibilità dei particolari in un momento dato a e b sono indiscernibili al momento t se e solo se a e b sono nello stesso stato, ossia hanno identiche proprietà basilari, al momento t. Il principio dell’identità degli indiscernibili (in breve II) : non ci possono essere in uno stesso momento due particolari ordinari distinti, ma indiscernibili. (ossia, necessariamente se due particolari sono indiscernibili, allora sono identici). ANTI-II: ci possono essere 2 particolari distinti ma indiscernibili

II dal punto di vista dei 3 approcci Sostratismo: si dà per scontato anti-II, e di conseguenza si nega II: ci possono essere 2 sostratti distinti che esemplificano le stesse proprietà. Fasci di universali: si dà per scontato II, perché ciò che un particolare è, è esaurito dalle sue proprietà. Fasci di tropi: dovrebbe accettare anti-II tanto quanto il sostratismo. Potremmo avere due fasci di tropi indiscernibili, in quanto per ogni tropo dell’uno vi è un corrispondente tropo perfettamente simile. I due fasci hanno quindi proprietà "identiche". MA i due fasci sono numericamente differenti, in quanto ciascuno è costituito dai suoi tropi «privati», non condivisibili da nessun altro particolare ordinario.

Lezione 15 9/3/16

Cambiamento nel tempo dal punto di vista dei 3 approcci Sostratismo: un particolare può cambiare proprietà nel tempo rimanendo auto-identico. L'identità è garantita dal sostrato. Possiamo dire che un particolare che è F a t è numericamente identico ad un particolare che è NON è F a t' (ed è invece, poniamo, P a t') Fasci di universali: il cambiamento di proprietà nel tempo in un fascio  F, G, H, …  va visto come la perdita di una proprietà, poniamo F, ed il suo rimpiazzamento con un'altra proprietà, P. Sicché a t abbiamo  F, G, H, …  mentre a a t' abbiamo un DIVERSO fascio  P, G, H, … . Quindi non c'è identità numerica nel tempo; al massimo c'è l'identità "in senso lato e volgare" di Chisholm Fasci di tropi: Anche qui il cambiamento va visto come perdita di un tropo f in un fascio e suo rimpiazzamento con un altro tropo, p, qualitativamente diverso, ossia appartenente ad una diversa classe di tropi. Quindi anche in questo caso non c'è identità numerica nel tempo. APPROFONDIMENTO …

Approfondimento sui fasci di tropi Consideriamo dal punto di vista della teoria dei fasci di tropi un particolare che da F, diventa P Al tempo t abbiamo:  f, g, h, …  Al tempo t' abbiamo:  p, g*, h*, …  DOMANDA: g* = g, h* = h, … ? OPPURE no? Il tropista dice che ciascun tropo non può che essere una proprietà di un certo particolare individuo e mai di nessun altro. Dato la sostituzione di f con p, non abbiamo più lo stesso individuo e quindi, si potrebbe sostenere, anche g, h, ecc. sono sostituiti da tropi diversi per quanto qualitativamente identici. In ogni caso possiamo dire che c’è identità nel tempo solo «in senso lato e volgare»

Evoluzione nel tempo di un sistema Consideriamo un sistema giocattolo con due soli particolari e due soli possibili stati alternativi, Testa, (T) e Croce, (C), possibilmente esemplificati da particolari diversi in momenti diversi. Assumendo che i particolari possano cambiare stato di momento in momento e che non c’è a priori motivo per preferire che un particolare sia in uno stato piuttosto che in un altro, quali situazioni possibili dobbiamo aspettarci di volta in volta e con quali probabilità? Le cose cambiano a seconda della teoria ontologica

sostratismo Dal momento che i due particolari sono identificabili indipendentemente dalle loro proprietà, ha senso designarli con due etichette distinte «a» e «b», che possiamo assegnare loro indipendentemente dallo stato in cui si trovano. Nel sistema giocattolo in questione sono dunque a disposizione 4 situazioni distinte che possono di volta in volta presentarsi: (1) Ca & Cb; (2) Ta & Tb; (3) Ca & Tb; (4) Ta & Cb. Chiamiamo etichettate situazioni come queste, cioè descrivibili ricorrendo a etichette nel senso appena indicato. A priori, senza cioè considerare altri fattori al di là di quelli esplicitamente introdotti, ciascuna delle situazioni (1)-(4) ha ovviamente una probabilità 1/4 di occorrere in un momento dato.

Fasci di tropi No essendoci una vera propria identità nel tempo non ha senso usare etichette («a» e «b») uguali per le diverse situazioni. possiamo distinguere soltanto queste tre situazioni, non etichettate ed a priori equiprobabili, che di momento in momento possono alternarsi: (1’) due particolari nello stato C; (2’) due particolari nello stato T; (3’) un particolare nello stato C ed uno nello stato T. Si noti che le situazioni (1’) e (2’) sono ammissibili, perché il tropismo non accetta II.

Fasci di universali Anche in questo approccio non ha senso dunque accettare situazioni etichettate. Qui vale però il principio II e dobbiamo allora scartare le situazioni (1’) e (2’), rimanendo perciò con la sola situazione (3’), con probabilità 1/1: (1’) due particolari nello stato C; (2’) due particolari nello stato T; (3’) un particolare nello stato C ed uno nello stato T. Ovviamente, considerando un maggior numero di stati e di particolari, anche nell’universalismo avremmo diverse situazioni distinte con probabilità minori di 1.