La legge 283/62 Il D.P.R.327/80 Sono le due principali norme che trovano applicazione in tutte le categorie alimentari compresa la ristorazione collettiva.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
GMP e HACCP nei ristoranti delle scuole
Advertisements

Seminario: "La nuova frontiera della sicurezza: i sistemi di gestione"
Controllo veterinario ed esportazione verso i paesi terzi il caso USA
Stefania Quintavalla - SSICA
CENTRO RETE QUALITA' UMBRA
UNIVERSITA’ degli STUDI di BOLOGNA
PREVENIRE: FARE O DIRE QUALCOSA IN ANTICIPO AL PREVEDIBILE ORDINE DI SUCCESSIONE PREVENZIONE: AZIONE DIRETTA A IMPEDIRE IL VERIFICARSI O IL DIFFONDERSI.
REGOLAMENTO FSIS SULL’HACCP
Autostrada TO-SV, Priero Ovest (CN), cap INDICE Macchine usateMacchine usate Prodotti alimentari nella giornataProdotti alimentari nella giornata.
Chi? Silvia Pasini e Alessandra Bella Come? Voglia di cambiamento e crescita Quando? Rogito il 09 maggio 2010 sede Ceva Perché? Passione infinita !!!
CAPO II – USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ART
Audit Sincert EN c/o Sede 2 osservazioni + 1 commento
PREVENZIONE E PROTEZIONE DEI LAVORATORI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
1Milano, 3 Novembre 2004Assemblea Nazionale FISM WORKSHOP La certificazione dei requisiti di qualità per le Società Medico-Scientifiche Presentazione del.
Da. QuapoS 2000, with the cooperation of NZW Schema locali preparaz. antibl.
Il decreto 626 La valutazione dei rischi. La valutazione del rischio, grazie ad un approccio strutturato, permette di stimare il rischio e prendere coscienza.
PREVENZIONE E MANUTENZIONE
Supervisione e Gestione Sassuolo, 27 Novembre 2008.
BRC GLOBAL STANDARD FOOD
CERTIFICATI EMESSI IN OLTRE 100 PAESI Produttori certificati Produttori certificati Fonte: Global - July 2009 (opzioni 1 + opzioni 2 e associati)
TRACCIABILITA’ e RINTRACCIABILITA’ nel SETTORE SUINI
PROCEDURA PER L’ASSEVERAZIONE DELLE IMPRESE
ALIMENTI Contaminazioni alimentari: chimiche, fisiche e biologiche
“ECCO IL PROBLEMA DI CHI BEVE, PENSAI BEVENDOMENE UN ALTRO: SE SUCCEDE QUALCOSA DI BRUTTO SI BEVE PER DIMENTICARE; SE SUCCEDE QUALCOSA DI BELLO SI BEVE.
Igiene degli Alimenti. , le Fonti e le Tipologie di Contaminazione
LA SICUREZZA NEL LAVORO
Dott.ssa Antonella Covatta
Hazard Analysis Critical Control Points
cliccare o premere un tasto per far scorrere il testo
Le principali Norme di Igiene in Cucina
Implementazione dei principi dell’HACCP nei prodotti di carne fermentati Leonardo da Vinci.
Campagna europea sulla valutazione dei rischi Errori frequenti nella valutazione dei rischi.
Conferenza Stato-Regioni Modulo generale 4 ore Giugno 2012 Formazione ai lavoratori.
Hanno partecipato all’ ideazione ed alla realizzazione del Corso:
HACCP Letteralmente significa Hazard Analysis Critical Control Point
INCONTRO DIBATTITO: «Acqua: Risorsa o Rischio per la Salute?» RELAZIONE “I CONTROLLI SULL’ACQUA DESTINATA AL CONSUMO UMANO: IL RUOLO DELL’AZIENDA SANITARIA»
L’autocontrollo e il sistema HACCP
Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata: Compiti dei responsabili e referenti privacy Avv. Giovanni Guerra.
INDICE Introduzione Cosa si intende per Sistema di Gestione Perché adottare un Sistema di Gestione in azienda Logica e struttura Sistema di Gestione e.
4.4 Il sistema HACCP e le certificazioni di qualità
Link Presentazione Informazione Servizi offerti Dove siamo Contatti Prodotti e specialità gastronomiche Listino prodotti Informazione sull’igiene alimentari.
Sistemi di Gestione per la Qualità
WorkshopBIOTEC Workshop BIOTEC La qualità alimentare La qualità alimentare La relazione tra alimentazione salute e ambiente 13 Maggio 2004 S. Canese BIOTEC-AGRO.
Università di Macerata - P. Cioni1 Economia delle aziende di assicurazione La Circolare Isvap n. 577/D: “Disposizioni in materia di sistema dei controlli.
L’olio d’oliva. L’olio d’oliva Categorie merceologiche: Per gli oli di oliva ci sono quattro categorie corrispondenti a quattro tipi commerciali,
La celiachia nelle cucine da campo di Zinelli Jacopo.
DLG.s 81/2008 Titolo VIII: AGENTI FISICI Capo I: Disposizioni generali
Lgs. N. 155 /97, attuazione della direttiva 93/43 CEE riguardante l'igiene dei prodotti alimentari Scopo del manuale. Fornire le informazioni su tutte.
HACCP Hazard Analisys Critical Point Control Isabel Corrà.
Prevenzione e Sicurezza Legislazione vigente D.P.R. 547 del 27/04/1955 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro D.L. 277 del 15/08/1991 Attuazione.
Igiene nella ristorazione
Che cos’è l’HACCP.
Addetti al settore alimentare
L’autocontrollo nelle imprese alimentari
Acqua non dannosa sotto
Asseverazione dei Sistemi di Gestione della Sicurezza.
1 Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n° 193 “attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti.
Ing. Monica Summa Camera di Commercio di Napoli 1 “ La gestione in sicurezza delle attrezzature: aspetti generali ed applicativi ” Sala Consiglio Camera.
SISTEMA QUALITA’ PER LA GESTIONE IN SICUREZZA DEL SERVIZIO DI O.T.I. XIV CONGRESSO NAZIONALE S.I.M.S.I. Napoli 29/30 SETTEMBRE – 1 OTTOBRE 2000.
OBIETTIVO REGIONALE DI NUOVA FORMULAZIONE ANNO 2014 Diffusione delle linee di indirizzo per la semplificazione dell’applicazione del sistema HACCP nelle.
Le attività propedeutiche all’etichettatura Ruolo dei Controlli Qualità in azienda Dr. Andrea Lovo –  limentaria S.r.l.
CONTROLLO OPERATIVO L'Azienda individua, tramite il Documento di Valutazione dei Rischi, le operazioni e le attività, associate ai rischi identificati,
Dott.ssa Lucia Pampanella Università degli Studi di Perugia 1Servizio di Prevenzione e Protezione CLASSIFICAZIONE DELLE CAPPE DI SICUREZZA BIOLOGICHE (CBS)
Management e Certificazione della Qualità Prof. Alessandro Ruggieri.
Tecniche di Gestione della Qualità Prof. Alessandro Ruggieri Prof. Enrico Mosconi A.A
DECRETO RAEE OBBLIGHI E SCADENZE Ing. Riccardo Corridori Servizio Centrale Ambiente ANIE.
La sicurezza come sistema. La legislazione e la normativa sulla sicurezza: salute e sicurezza nei luoghi di lavoro obiettivi che trovano origine in: Codice.
L’HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point) è un sistema di controllo della produzione degli alimenti che ha come scopo la garanzia della sicurezza.
Transcript della presentazione:

La legge 283/62 Il D.P.R.327/80 Sono le due principali norme che trovano applicazione in tutte le categorie alimentari compresa la ristorazione collettiva e le attività che adottano il legame caldo, refrigerato o surgelato.

La legge 283/62 regolamenta: le modalità per il rilascio delle autorizzazioni ampliamenti e modifiche il rilascio del libretto sanitario l’abbigliamento del personale

Il D.P.R. 327/80 regolamenta: Le temperature di trasporto e conservazione degli alimenti L’igiene del personale L’idoneità sanitaria dei mezzi di trasporto L’impiego dei coloranti e additivi L’etichettatura dei prodotti alimentari

Il Decreto Legislativo 155 del 26 maggio 1997 regolamenta l’igiene dei prodotti alimentari e dispone l’adozione dell’autocontrollo attraverso l’impiego della metodologia HACCP per garantire che tutte le fasi della produzione siano effettuate in modo igienico

Art. 3 - Autocontrollo 1. Il responsabile dell'industria deve garantire che la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, dei prodotti alimentari siano effettuati in modo igienico.

2. Il responsabile della industria alimentare deve individuare nella propria attività ogni fase che potrebbe rivelarsi critica per la sicurezza degli alimenti e deve garantire che siano individuate, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure di sicurezza avvalendosi dei principi su cui è basato il sistema di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points)

a) Analisi dei potenziali rischi per gli alimenti b) Individuazione dei punti in cui possono verificarsi dei rischi c) Decisioni da adottare a riguardo ai punti critici individuati d) Individuazione ed applicazione di procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici e) Riesame periodico dell’analisi dei rischi, dei punti critici e delle procedure di controllo e di sorveglianza

3. Il responsabile dell'industria alimentare deve tenere a disposizione dell'autorità competente preposta al controllo tutte le informazioni concernenti la natura, la frequenza e i risultati relativi alla procedura di cui al comma 2.

Le modalità per l’applicazione del D.L.155 sono descritte nei manuali di Corretta Prassi Igienica di categoria convalidati dal Ministero della Sanità

I MANUALI DI CORRETTA PRASSI IGIENICA RIPORTANO LE LINEE GUIDA GENERALI PER: LE CARATTERISTICHE DEI LOCALI LE ATTREZZATURE E GLI STRUMENTI LA PRODUZIONE LA STESURA DEI PIANI DI AUTOCONTROLLO LA GESTIONE DELLA DOCUMENTAZIONE

Circolare 7 agosto 1998 n. 11 Il sistema di di autocontrollo deve essere “specifico” per singola realtà e, di conseguenza, deve essere evitata l’adozione e l’applicazione di “manuali precostituiti” elaborati a tavolino o applicati a realtà aziendali diverse

Pertanto, il protocollo di autocontrollo della singola struttura aziendale deve: 1) Riferirsi al processo produttivo o al flusso operativo aziendale 2) Contenere le misure igieniche che l’azienda ha previsto 3) Riportare la descrizione delle varie fasi del o dei procedimenti produttivi con l’indicazione dei rischi igienici individuati in tale percorso e delle misure adottate per prevenirli e/o eliminarli 4) Indicare le verifiche analitiche previste e la loro periodicità

Art. 8 - Sanzioni a) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire due milioni a lire dodici milioni per l’inosservanza dell'obbligo di cui all'articolo 3, comma 3; (tenuta delle registrazioni) b) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire tre milioni a lire diciotto milioni per la mancata o non corretta attuazione del sistema di autocontrollo c) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire dieci milioni a lire sessanta milioni per la violazione degli obblighi di ritiro dal commercio dei prodotti riscontrati nocivi dal sistema di autocontrollo

FASI Ricevimento materie prime Conservazione Confezionamento Tutte le fasi che prevedono l’uso di attrezzature CAUSE Fornitori non qualificati Conservazione dei prodotti per la pulizia insieme alle materie prime Utilizzo di materiali non idonei al contatto con gli alimenti Scorretta procedura di pulizia e disinfezione delle attrezzature CONTAMINAZIONE CHIMICA Contaminanti:metalli, pesticidi, ormoni, antibiotici, detersivi, sostanze dovute alla cessione degli imballaggi

CONTAMINAZIONE MICROBICA Contaminanti: Batteri, Tossine microbiche, Virus, Muffe FASI Preparazione uova fresche Manipolazione per preparazioni varie Esposizione Confezionamento Tutte le fasi che prevedono l’uso di attrezzature e utensili CAUSE Contaminanti presenti sul guscio di uova fresche Scarsa igiene del personale Non corretta protezione del prodotto esposto Scarsa igiene del materiale di confezionamento Scarsa igiene di attrezzature e utensili

CONTAMINAZIONE DA CORPI ESTRANEI Contaminanti: Vetro, metallo, ossa,legno,materie plastiche FASI In qualsiasi fase CAUSE Manutenzione inadeguata delle attrezzature e utensili Inadeguata formazione del personale

CONTAMINAZIONE CROCIATA E’ provocata dal contatto improprio di derrate sporche o contaminate con derrate “pulite” FASI Conservazione Preparazioni varie Esposizione CAUSE non corretta separazione delle diverse categorie merceologiche Lavorazione promiscua di prodotti di diversa tipologia Esposizione di prodotti finiti insieme a materie prime contaminate

CONTAMINAZIONE ANIMALE Contaminanti: Tossine di origine animale, ( pesci, bivalvi, ecc.), uova e frammenti di insetti, parassiti, escrementi di roditori FASI Ricevimento materie prime Conservazione Esposizione CAUSE Presenza di materie prime infestate da parassiti o insetti Non corretta esecuzione del piano di disinfestazione e derattizzazione Non adeguata protezione dei prodotti esposti da mosche e vettori di origine animale

SVILUPPO MICROBICO Condizioni essenziali per lo sviluppo microbico : Temperatura, Tempo, Umidità, Acidità, presenza di nutrimento FASI Trasporto Conservazione Raffreddamento Scongelamento CAUSE Tempo e/o temperatura di trasporto inadeguati Temperatura di conservazione inadeguata o conservazione oltre la data di scadenza Tempo e/o temperatura di raffreddamento inadeguati

Il rischio di contaminazione dei prodotti alimentari si riduce notevolmente attraverso l’applicazione di precise procedure di pulizia e disinfezione relative a:  LOCALI ED IMPIANTI  ATTREZZATURE ED UTENSILI  NORME IGIENICHE PER IL PERSONALE

LA FORMAZIONE DEL PERSONALE SU: Nozioni di igiene Fattori di sviluppo microbico Igiene del personale Procedure di pulizia Contaminazioni alimentari Autocontrollo, procedure HACCP (per i responsabili) Clean Dirty

HACCP HAZARD ANALYSIS AND CRITICAL CONTROL POINT

Nasce in America come strumento di prevenzione nella preparazione dei pasti per le missioni spaziali

Si afferma come metodologia ufficiale del codex alimentarius nell’industria alimentare di prima trasformazione

Compare nelle direttive verticali relative alla produzione di carni, prodotti della pesca, ovoprodotti e lattiero-caseari

Diventa strumento di attuazione della Direttiva CCE 93/43 Poi recepita in Italia con il D.L.155/97

Controllo del flusso di produzione Ottimizzazione delle risorse impiegate Razionalizzazione della spesa Affidabilità igienica dei prodotti Visibilità commerciale Qualità accresciuta I vantaggi HACCP

L’ HACCP è un approccio sistematico di prevenzione dei rischi biologici, chimici e fisici riconosciuto a livello internazionale Applicando il sistema basato sull’HACCP i pericoli che possono avere un impatto sulla sicurezza dell’alimento vengono individuati e gestiti preventivamente prima che l’alimento venga prodotto o consumato

L’ HACCP deve essere applicato ad ogni specifica combinazione prodotto/processo

Il sistema HACCP si basa sull’esame sistematico delle molteplici fasi e operazioni adottate nell’esercizio e l’identificazione delle fasi critiche per la sicurezza delle lavorazioni (CCP).

Uno studio HACCP effettuato in modo corretto deve essere in grado di : Identificare i pericoli connessi ai prodotti e/o alle lavorazioni Individuare i CCP Stabilire i limiti di accettabilità per ogni CCP Individuare le procedure di monitoraggio e le azioni correttive

Preparazione e impostazione Analisi dei rischi Identificazion e dei punti critici di controllo CCP Definizione dei limiti critici Individuazione delle azioni correttive Definizione del sistema di documentazione Definizione delle procedure di verifica Definizione del sistema di monitoraggio

Esame dei dati Identificare le varie fasi del processo produttivo Identificare i pericoli associati ad ogni fase

Verificare se esistono misure preventive per il pericolo identificato Definire quale azione o attività è necessaria per eliminare il pericolo o ridurre il rischio a livelli accettabile Le misure preventive sono rappresentate dal mantenere in efficienza le attrezzature, gli strumenti di controllo e di registrazione,dal rispetto dei piani di igiene del personale e di sanificazione di ambienti e attrezzature, dal rispetto dei parametri di processo (tempi, temperature, ecc)

L’accettabilità del rischio per ogni situazione è stimata mediante l’applicazione della matrice di rischio

Categorie di gravità: Minore - Il danno scompare spontaneamente e rapidamente senza ulteriori conseguenze Maggiore - Il danno prevede l’impiego di semplici provvedimenti terapeutici e richiede un tempo lungo per la sua scomparsa Seria - Il danno prevede l’impiego di terapia farmacologica e/o un periodo di degenza in ospedale Critica - Il danno può pregiudicare la vita Categorie di frequenza/probabilità: Alta- la situazione di pericolo si verifica più di 10 volte l’anno Media - La situazione di pericolo si origina 2-10 volte l’anno Bassa - la situazione di pericolo si verifica raramente e comunque meno di una volta all’anno

Una volta identificati i pericoli, utilizzando l’albero delle decisioni, è possibile determinare se la fase in esame è un CCP per quel pericolo Si tratta di identificare il punto, la fase o la procedura del processo a cui può essere applicato il controllo per prevenire, eliminare o ridurre a livello accettabile un rischio per la sicurezza dell’alimento

Stabilire per ogni CCP i limiti critici Il limite critico è quel valore che separa l’accettabilità dall’inaccettabilità I limiti critici più spesso utilizzati sono : Temperatura, tempo, parametri soggettivi (conformi, accettabili, non conformi) Il limite critico deve derivare da una varietà di fonti (norme, regolamenti,linee guida, esperienza diretta ecc.)

Il monitoraggio è una serie programmata di osservazioni o misure per dimostrare che un CCP e’ sotto controllo Definire gli strumenti che devono essere utilizzati Definire la frequenza del monitoraggio Definire le schede di raccolta dei dati Definire le responsabilità

Le azioni correttive sono quelle azioni che vengono messe in atto quando i risultati del monitoraggio fanno vedere che un CCP è uscito dai suoi limiti critici Definire le procedure da seguire quando devono includere le azioni da intraprendere per assicurare che il CCP è stato riportato sotto controllo ed il comportamento da seguire quando ci siano prodotti difettosi

Le procedure di verifica devono essere stabilite per assicurare che il sistema HACCP funziona. Tali procedure devono includere: Controllo del piano HACCP e delle relative procedure L’archiviazione delle registrazioni devono includere la revisione delle azioni correttive intraprese a seguito di deviazioni L’esame microbiologico dei prodotti intermedi e del prodotto finito

Il passaggio critico Elaborazione del manuale Applicazione delle procedure Verifica del buon funzionamento del sistema

MANUALE DI AUTOCONTROLLO AZIENDALE Indice Sommario Studio HACCP Procedure Piani Check list Schede registrazione dati Allegati

COSTITUZIONE DEL GRUPPO DI STUDIO Individuare le risorse umane necessarie allo studio dell’analisi dei rischiIndustria Dispone di proprie risorse interneDispone di proprie risorse interne spesso qualificate Possiede un laboratorio per il Q.C.Possiede un laboratorio per il Q.C. Opera in conformità con le ISO 9000Opera in conformità con le ISO 9000 Commercio, artigianato e produzione Dispone del solo titolareDispone del solo titolare Possiede una formazione insufficientePossiede una formazione insufficiente Cura sia gli aspetti igienici che quelli gestionaliCura sia gli aspetti igienici che quelli gestionali

DESCRIZIONE DEI PRODOTTI O DEI PROCESSI Elencare le materie prime, le attrezzature, le istruzioni di lavoro per la preparazioneIndustria  Dispone di schede prodotto complete  Possiede linee produttive ben definite Commercio, artigianato e produzione Applica ricette apprese dall’esperienzaApplica ricette apprese dall’esperienza Produce una varietà di pietanze variabile come numero e tipologiaProduce una varietà di pietanze variabile come numero e tipologia

COSTRUZIONE DEL DIAGRAMMA DI FLUSSO Ordinare in forma logica le fasi del processo indicando il flusso delle lavorazioniIndustria Possiede i diagrammi di flusso di tutti i processi Commercio, artigianato e produzione Di norma non se ne conosce il significato e l’utilità

INDIVIDUARE I PERICOLI E LE MISURE PREVENTIVE Raccogliere le informazioni relative al controllo dei pericoli nel processo IndustriaIndustria Il gruppo di studio effettua la ricerca su manuali e testi simili di riferimentoIl gruppo di studio effettua la ricerca su manuali e testi simili di riferimento Valuta la probabilità dei rischi, le modalità di trasmissione, i fattori di contaminazione, sopravvivenza e sviluppoValuta la probabilità dei rischi, le modalità di trasmissione, i fattori di contaminazione, sopravvivenza e sviluppo Commercio, artigianato e produzioneCommercio, artigianato e produzione Possiede il manuale di corretta prassi igienica della categoriaPossiede il manuale di corretta prassi igienica della categoria Ha seguito un corso di formazioneHa seguito un corso di formazione

IDENTIFICARE I PUNTI CRITICI DI CONTROLLO Rapportare i pericoli ai processi, le materie prime, le attrezzature, gli ambienti di lavoro IndustriaIndustria Il gruppo di studio è addestrato ad applicare ad ogni operazione l’ albero delle decisioniIl gruppo di studio è addestrato ad applicare ad ogni operazione l’ albero delle decisioni Commercio, artigianato e produzioneCommercio, artigianato e produzione Non possiede alcuna capacità per applicare la metodologia dell’albero delle decisioniNon possiede alcuna capacità per applicare la metodologia dell’albero delle decisioni

FISSARE I LIMITI CRITICI Individuare, per ogni CCP, il valore che separa l’accettabilità dalla inaccettabilità di un pericolo IndustriaIndustria Il gruppo di studio rapporta i CCP agli standards di riferimento nazionali ed internazionaliIl gruppo di studio rapporta i CCP agli standards di riferimento nazionali ed internazionali Valuta l’applicabilità al processo in studioValuta l’applicabilità al processo in studio Commercio, artigianato e produzioneCommercio, artigianato e produzione Conosce i parametri limite legati alla pratica quotidiana ed al buon sensoConosce i parametri limite legati alla pratica quotidiana ed al buon senso

STABILIRE IL MONITORAGGIO DEI CCP Industria il gruppo di studio stabilisce la tipologia e la frequenza dei controlli il controllo dei parametri critici è sovente automatizzato o affidato a risorse interne specifiche Commercio, artigianato e produzione si dispone di informazioni approssimative e spesso inesatte circa la natura e la frequenza dei controlli manca la cultura del documentare le operazioni critiche

DEFINIRE LE AZIONI CORRETTIVE Industria esistono procedure finalizzate al rientro dei parametri critici entro i relativi limiti i tempi a valle della produzione consentono il controllo delle partite difettose attraverso la rintracciabilità dei lotti Commercio, artigianato e produzione è una consuetudine diffusa “l’arte di arrangiarsi” spesso la produzione è a ridosso della vendita o della somministrazione

STABILIRE LE PROCEDURE PER LA VERIFICA Industria sono in vigore procedure per la verifica dei parametri di processo la produzione industriale è di frequente certificata ISO 9000 Commercio, artigianato e produzione una verifica può essere accidentale in occasione di prelievi da parte delle ASL, quando oramai è troppo tardi per riparare

STABILIRE LA DOCUMENTAZIONE Industria le attività di controllo dei parametri critici di processo sono registrate su opportuna modulistica l’applicazione delle norme ISO 9000 prevede la registrazione dei parametri di processo Commercio, artigianato e produzione non è prevista alcuna modulistica

PROGETTO ARCHIMEDE

MODALITÀ DI EROGAZIONE DEL SERVIZIO HACCP attraverso il circuito ascom attraverso le 20 filiali biolab in italia Servizio HACCP

Controllo del processo Verifiche sul prodotto Servizio HACCP Formazione In aula con supporti visivi docenza finalizzata alla esposizione dei requisiti di corretta prassi igienica e della metodologia HACCP costituzione del gruppo di studio

ANALISI DEL PROCESSO Presso l’azienda per la acquisizione dei dati necessari alla valutazione dei rischi compilazione di liste di controllo e consegna degli attestati di partecipazione al corso di formazione Servizio HACCP

ELABORAZIONE DEL DOCUMENTO DELL’AUTOCONTROLLO Sulla base dei dati raccolti nel corso della verifica in azienda, viene elaborato il documento dell’autocontrollo specifico attraverso l’utilizzo di un software dedicato Servizio HACCP

SERVIZIO PER IL MONITORAGGIO Verifica ispettiva del processo Verifica del prodotto Controlli di processo Prove di laboratorio Servizio HACCP