1 L’EVOLUZIONE DELLO SMALTIMENTO DEI RSU NELLA PROVINCIA DI VICENZA Dott. Ing. Stefano Busana.

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Transcript della presentazione:

1 L’EVOLUZIONE DELLO SMALTIMENTO DEI RSU NELLA PROVINCIA DI VICENZA Dott. Ing. Stefano Busana

2 PROPOSITI DELL’INTERVENTO Più che illustrare numeri e dati sull’evoluzione degli smaltimenti di RSU in Provincia di Vicenza, fortemente condizionata dai notevoli esiti delle raccolte differenziate, mi soffermerò su un particolare punto di osservazione, testimone dell’evoluzione degli smaltimenti nel quindicennio passato: la discarica di Grumolo delle Abbadesse. Questa discarica, avviata nel 1999 dal Bacino VI1 (CIAT), ha iniziato una nuova vita come impianto provinciale, nel giugno del Quest’ultima fase ha rivelato la necessità di implementare una pianificazione gestionale assai significativa

3 DISCARICA DI GRUMOLO DELLE ABBADESSE (VI) SETTORE IN ALLESTIMENTO

4 CIAT - PRODUZIONE DI RIFIUTI DA AVVIARE A SMALTIMENTO NEL 1999 PRODUZIONE DI RIFIUTI RESIDUI DA SMALTIRE NEL 1999: ,60 t, che corrisponde a circa 300 t/giorno. Nel luglio del 1999 iniziò l’esercizio della discarica di Grumolo delle Abbadesse, progettata per 200 t/giorno, in contemporanea con l’altra discarica di Bacino, quella di Lonigo

5 SUDDIVISIONE DEGLI SMALTIMENTI CIAT NEL 2001 Discarica di Lonigo: t/anno; Discarica di Grumolo D.A.: t/a; Complessivamente quasi t/anno

6 LA RACCOLTA DIFFERENZIATA NEL VENETO - ANNI t

7 LE QUATTRO “ERRE” DEI RSU 1.RIDUZIONE 2.RIUSO 3.RICICLO 4.RECUPERO ENERGETICO (si recupera circa ¼ dell’energia “intrinseca” dei prodotti riutilizzabili)

8 DESTINAZIONE DEI RSU PIANO REGIONE VENETO 2001

9 SITUAZIONE RACCOLTE DEI COMUNI C.I.A.T. NEL 2004 Bacino Abitanti FORSU + VERDE (t) RACC. DIFF. TOTALE (t) RIFIUTO RESIDUO (t) RIFIUTO TOTALE (t) % RD Totale VI ,56 Prov.VI ,08

10 TERMOVALORIZZATORE DI SCHIO PANORAMICA

11 AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA DI GRUMOLO DELLE ABBADESSE In fase di progetto di ampliamento della discarica di Grumolo delle Abbadesse - discarica provinciale -, nel 2009, la programmazione dell’ATO stimava i flussi in ingresso in t/anno, di cui di scorie da incenerimento

12 CONSIDERAZIONE SUL MIX DI RIFIUTI CONFERITI IN DISCARICA Parte dei rifiuti dell’ex Bacino VI1 è avviata all’inceneritore di Schio, nell’ottica strategica della conservazione dei volumi di discarica, da destinare a rifiuto ultimo

13 RECENTI CONFERIMENTI A GRUMOLO D.A. L’esercizio dell’ampliamento a Grumolo d.A. è iniziato il 1° giugno Il conferimento di rifiuti nel 2012, primo anno completo, è stato di ,65 t, di cui 5.464,88 di scorie da incenerimento

14 COSTI DI SMALTIMENTO DEI RSU La tariffa di smaltimento di un impianto di smaltimento di RSU in privativa è normata dalla L.R. 3/2000 e dal D.Lgs 36/2003 (per le discariche)

15 L.R. 3/2000 SULLE TARIFFE DEGLI IMPIANTI DI SMALTIMENTO La tariffa […] è calcolata sulla base di un piano economico-finanziario formulato dal titolare, composto di due fattori: 1) il costo industriale, predisposto in relazione a: costi relativi alle spese di investimento per la costruzione dell’impianto, ivi compresi gli oneri finanziari ed i costi relativi alla realizzazione di opere di mitigazione ambientale; spese per la gestione operativa, ivi comprese quelle relative al personale e ai mezzi d’opera utilizzati; spese generali e tecniche e utile d’impresa; spese per l’eventuale dismissione degli impianti e, per le discariche, spese previste per la ricomposizione ambientale e per la gestione del periodo successivo alla chiusura; 2) Gli oneri fiscali nella misura determinata dalle vigenti leggi

16 STRUTTURA DEL PIANO TARIFFARIO T = C a /Q a dove: T è la tariffa espressa per unità di peso di rifiuto conferito; C a è il costo annuo sostenuto dal gestore dell’impianto; Q a è la quantità annua di rifiuti conferiti all’impianto

17 STRUTTURA DEI COSTI DI SMALTIMENTO C a = C a.i. + C a.c. + C g + C p.c. + C o.v. + S t + S g + U i dove: C a.i. è il costo annuo da ascrivere alle opere di allestimento iniziale, comprensivo di eventuali oneri finanziari; C a.c è il costo annuo da ascrivere alle opere di allestimento corrente nell’anno in corso (come le opere per preparare i settori di una discarica e la loro copertura). Tale costo tiene eventualmente conto dell’aggiornamento dei prezzi iniziali per mezzo degli indici ISTAT; C g è il costo annuo di gestione dell’impianto (il costo del personale, dei beni di consumo, dell’energia elettrica, ecc.). Anche tale costo tiene conto dell’eventuale aggiornamento dei prezzi iniziali per mezzo degli indici ISTAT; C p.c. è il costo annuo per la costituzione del fondo per la gestione post-operativa della discarica; C o.v. è il costo annuo da ascrivere agli oneri vari, di tipo gestionale e amministrativo (quali: l’ecotassa, il costo del Piano di Controllo, il contributo al Comune sede d’impianto, l’eventuale contributo per le spese del Consorzio, ecc.); S t sono le spese tecniche di progettazione, direzione lavori, collaudi, ecc., solo in parte eventualmente gravate da oneri finanziari (quelle connesse alle opere di allestimento iniziale); S g sono le spese generali; U i sono gli eventuali utili d’impresa.

18 COSTI DI ALLESTIMENTO DI IMPIANTI I costi di allestimento di un impianto (inceneritore, digestore, compostaggio, ecc.) sono sostenuti interamente prima dell’inizio dei conferimenti, generando notevoli problemi finanziari (reperimento di ingenti risorse esterne e interessi rilevanti)

19 COSTI DI GESTIONE OPERATIVA DEGLI IMPIANTI I costi di gestione operativa di un impianto (inceneritore, digestore, compostaggio, ecc.): personale, consumi, energia, manutenzioni, sono poco variabili con le quantità di rifiuti conferite

20 COSTI DI GESTIONE POST- OPERATIVA DEGLI IMPIANTI I costi di gestione post-operativa di un impianto (inceneritore, digestore, compostaggio, ecc.) sono limitati alla demolizione dell’impiantistica e alla eventuale bonifica del sito. I capannoni e gli edifici sono riutilizzabili

21 COSTI DI ALLESTIMENTO DELLE DISCARICHE I costi di allestimento di una discarica sono sostenuti solo in parte prima dell’inizio dei conferimenti (acquisizione dell’area, realizzazione del primo settore, mezzi d’opera, ecc.). Il rimanente si acquisisce nel corso dell’esercizio con risorse proprie. Ciò limita al minimo i problemi finanziari

22 COSTI DI GESTIONE OPERATIVA DELLE DISCARICHE I costi di gestione operativa di una discarica (personale, consumi, energia, manutenzioni, ecc.) possono variare anche sensibilmente con le quantità di rifiuti conferite. Una società di gestione ben strutturata può impiegare il personale in altri impianti o dirottarlo nella realizzazione dei nuovi settori e della copertura, sgravando così i costi operativi

23 COSTI DI GESTIONE POST- OPERATIVA DELLE DISCARICHE I costi post-chiusura di una discarica sono ingenti e richiedono almeno 30 anni di gestione. I capannoni e gli edifici sono riutilizzabili

24 DUALISMO DISCARICA- INCENERITORE Non è corretto ritenere che l’inceneritore e la discarica siano impianti di smaltimento “equivalenti”, addirittura tali da attirare conferimenti in ragione della mera variabile tariffaria. Ciò per una serie di motivi:

25 DUALISMO DISCARICA- INCENERITORE (1) L’inceneritore consente il recupero energetico del rifiuto

26 DUALISMO DISCARICA- INCENERITORE (2) L’inceneritore è impianto da utilizzare alla massima potenzialità, onde ridurre i notevoli costi industriali. La discarica è invece impianto “flessibile”, che può adattarsi anche a notevoli fluttuazioni dei flussi di conferimento

27 DUALISMO DISCARICA- INCENERITORE (3) Peraltro la discarica è indispensabile, anche in presenza di un inceneritore, per i seguenti motivi: non tutti i RSU residui da RD sono inceneribili; l’inceneritore produce scorie non pericolose pari al 30% in peso dei rifiuti trattati; la discarica supplisce ai fuori servizio dell’inceneritore

28 E QUINDI? E QUINDI? DISCARICA E INCENERITORE SONO IMPIANTI COMPLEMENTARI E DEVONO OPERARE IN SERIE, NON IN PARALLELO!

29 Che strategia per la nostra Provincia? Per i motivi ora visti e per il sempre più difficile reperimento di volumi a discarica (che implica notevolissime occupazioni di territorio, in una zona fortemente antropizzata come la Provincia di Vicenza) è opportuno sfruttare al massimo l’inceneritore e preservare i volumi della discarica

30 STATEGIA “DI FATTO” Tale strategia “virtuosa” è stata implementata “di fatto” negli ultimi anni, con la pianificazione dell’ampliamento della discarica di Grumolo delle Abbadesse, grazie alla lungimiranza delle scelte dei Comuni del CIAT e di Valore Ambiente (AIM), gestore della discarica ante ampliamento

31 CORRELAZIONE FLUSSI-TARIFFE NELLA DISCARICA 2009/ Variazione % Incid. prop.(**) Variazione % Quantità rifiuti "leggeri" (t) % Quantità rifiuti "pesanti" (t) % Totale rifiuti (t) % Vita utile (anni) 6,19 13,95 125% Costo industriale (€/t) 87,74(*) 99,39 13% 160,7083% Incidenza costi di allestimento (€/t) 34,64(*) 37,46 8% 63,4383% Incidenza costi di gestione operativa (€/t) 20,43(*) 27,55 35% 37,4283% (*) Valori aggiornati ISTAT al dic.2013 (10,2%) (**) Incidenze proporzionali, corrispondenti a quelle di un inceneritore su t/anno

32 CONSEGUENZE (1) La riduzione dei flussi verso la discarica consente un notevole contenimento degli effetti sulla tariffa, vista la pressochè costanza dell’incidenza dei costi di realizzazione ma modifica radicalmente il profilo dell’iniziativa dal punto di vista economico-finanziario (allungamento del periodo di ritorno dell’investimento e del margine operativo)

33 CONSEGUENZE (2) Se l’ampliamento della discarica di Grumolo d.A. fosse stato oggetto di una gara per l’individuazione del gestore, basata sullo scenario di progetto, oggi i Comuni si troverebbero a garantire flussi di rifiuti pressochè doppi rispetto a quelli attuali o a corrispondere ingenti penali al soggetto gestore

34 CONSEGUENZE (3) Il coinvolgimento diretto dei Comuni garantisce una notevole “flessibilità” di gestione tecnico-finanziaria della discarica, “mitigando nel tempo” gli effetti economico-finanziari dell’allungamento della vita utile della discarica. Il soggetto pubblico è altresì più idoneo a garantire la gestione post-operativa e la dismissione in sicurezza della discarica, stante il lungo periodo (minimo) richiesto dalla Legge per questa attività (30 anni)

35 CONSEGUENZE (4) Ciò nondimeno, tale dinamica dev’essere ben compresa dagli Amministratori pubblici, che devono privilegiare la conservazione dei volumi a discarica, implementando strategie di lungo termine. I Comuni coinvolti in siffatte,meritorie, iniziative, se in grado di garantire una gestione efficiente, vedranno riconosciuti i margini attesi dall’iniziativa, anche se “spalmati” su periodi più lunghi