EDUCAZIONE ALLA CONVIVENZA CIVILE Percorsi e principi pedagogici per sviluppare le competenze sociali e civiche Enrico Bottero 2016
CITTADINANZA “La cittadinanza – scrive Gian Enrico Rusconi – è la titolarità di accesso a determinati beni che hanno forma di diritti (civili, sociali, politici) che attendono di essere prodotti. Essere cittadini non significa soltanto fruire di beni-diritti soggettivi ma impegnarsi a contribuire alla loro produzione”. Dunque ai diritti corrispondono doveri. Tutto ciò implica l’esistenza di vincoli di reciprocità.
SPAZIO PRIVATO E SPAZIO PUBBLICO I vincoli di reciprocità vengono rispettati ove esiste un solido patto di convivenza tra diversi Grazie a questo patto di convivenza si costruisce e si rispetta uno spazio pubblico (la società) ben distinto dallo spazio privato (famiglia,comunità etniche o religiose, ecc.). Le istituzioni come la scuola sono tanto più forti quanto più solido è lo spazio pubblico
EDUCAZIONE CIVILE IN ITALIA Difficoltà: Crisi dell’istituzione “verticale” (società a pluralismo di valori e individualizzata) Assenza storica di una “religione civile” in Italia
LA SCUOLA: PRINCIPI PER UN’ISTITUZIONE (da Philippe Meirieu, Fare la Scuola, fare scuola) La Scuola non è solo un servizio, è anche un’istituzione Essendo fondata su un obiettivo di universalità, la Scuola non è uno spazio privato, ma uno spazio pubblico Avendo come obiettivo l’universalità, la Scuola è incompatibile con la ricerca di una qualsiasi omogeneità ideologica, sociologica o psicologica
LA SCUOLA COME SPAZIO PUBBLICO La Scuola è un’istituzione aperta a tutti, a qualunque comunità di nascita (familiare, locale, etnica, religiosa) o di elezione (persone con gli stessi gusti, le stesse opinioni, ecc.) si appartenga. La Scuola è un embrione di società, il primo spazio societario con cui il minore viene a contatto. In quanto primo embrione di spazio societario, la Scuola si fonda su un obiettivo di universalità
IL SENSO DI UN’EDUCAZIONE CIVILE A SCUOLA Educare o educere? E’ illusoria la distinzione tra tempo della trasmissione e tempo della liberazione (non si raggiunge per miracolo l’autonomia)
Per costruire lo spazio pubblico A scuola ogni allievo entra in relazione con gli altri attraverso i saperi A scuola l’educazione alla convivenza civile si realizza attraverso i modi con cui è organizzata l’attività di apprendimento nei suoi modi e nei suoi tempi
MEDIATIZZARE LE RELAZIONI Attraverso i rituali Attraverso le attività (progetti) Attraverso la valutazione pedagogica (formativa)
CONSEGUENZE PEDAGOGICHE Precisione delle attese (contratto di apprendimento o contratto didattico) e nelle consegne. Centralità della valutazione formativa Importanza dei rituali per allentare le dinamiche emotive e preparare le posture mentali necessarie ad apprendere (disponibilità ad apprendere) Uso sistematico della pratica sperimentale, della ricerca documentaria e dei metodi attivi
La competenze chiave Secondo la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio (Quadro di Riferimento Europeo allegato alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18/12/2006, ripresa dal D.M. 22/8/2007 n. 139) le competenze chiave sono “quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione”. L’elenco è il seguente: Comunicazione nella madrelingua Comunicazione nelle lingue straniere Competenza matematica e in campo scientifico-tecnologico Competenza digitale Imparare ad imparare (metacompetenza) Competenze sociali e civiche Spirito di iniziativa e imprenditorialità Consapevolezza ed espressione culturale
CHE COS’E’ LA COMPETENZA In generale la competenza è la capacità di realizzare con efficacia un compito o un insieme di compiti Dunque la competenza è una disposizione a fare e non semplicemente a conoscere o a certi stati mentali
LA COMPETENZA PIU’ IN SPECIFICO Più specificamente, la competenza è la capacità di mobilitare nel modo giusto le risorse necessarie per affrontare un problema
LA COMPETENZA E’ UN SAPERE PRATICO Competenza è la capacità di un soggetto di far agire tutte o una parte delle proprie risorse cognitive o affettive per far fronte a un insieme di situazioni complesse (Philippe Perrenoud). La competenza non consiste nelle risorse (conoscenze, capacità) da mettere in atto ma nella mobilitazione di queste risorse. La competenza appartiene al campo del “saper mobilitare” le risorse (Guy Le Boterf)
Competenza e intenzionalità Per trasferire una competenza in situazioni nuove è necessario che il soggetto assuma il progetto di farne uso per risolvere un problema. E’ necessaria l’intenzionalità dell’allievo, il suo dar senso a una situazione. Il senso attribuito dall’allievo può essere sia cosciente che inconscio.
COMPETENZA, INTENZIONALITA’, VALORI La competenza al livello più esperto implica la capacità e la volontà di interpretare le situazioni, contestualizzare e prendere decisioni L’educazione a scuola deve dunque occuparsi anche di atti intenzionali, atteggiamenti, senza i quali la competenza è inutile.
L’educazione civile è una competenza? L’educazione civile richiede una competenza ma essa non è sufficiente L’educazione civile richiede l’acquisizione di habitus, valori comuni e atteggiamenti di empatia verso gli altri.
VALUTAZIONE, UNA PRATICA NECESSARIA MA DELICATA La valutazione è una necessità di cui si può fare un pessimo uso La valutazione non deve diventare un’ossessione e né essere servile Pertanto: la valutazione ha bisogno di una doppia legittimazione, etica e metodologica
VALUTAZIONE In generale, valutare è produrre un giudizio di accettabilità su un’azione, cioè dire in che misura una data realtà è accettabile rispetto alle attese. In campo educativo, valutare significa formulare un giudizio sulla qualità di un’azione formativa. Valutare un allievo significa dire se il suo apprendimento è accettabile con riferimento alle attese Valutare è una pratica sociale, non scientifica
VALUTARE LE COMPETENZE CIVICHE Essendo la competenza una forma di organizzazione mentale, non esiste una valutazione “oggettiva” delle competenze E’ possibile comunque supporne in modo sufficientemente attendibile l’acquisizione seguendo un percorso rigoroso di valutazione che si conclude con un giudizio di accettabil ità
PROGETTARE E VALUTARE LE COMPETENZE Legittimità metodologica: le fasi della valutazione Definire le attese prioritarie e condividerle con gli alunni Definire i criteri di accettabilità Definire gli spazi di osservazione Definire gli indicatori di riuscita Strumenti: rubrica delle attese prioritarie
PROGETTARE E VALUTARE LE COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE Le fasi della valutazione: realizzazione Valutazione continua informale Scegliere i momenti in cui svolgere un’osservazione più specifica e documentarla rubriche valutative Espressione del giudizio
Educazione civile Poiché l’educazione civile va al di là della competenza, è necessario concentrarsi più sul “che cosa fare” che sul “come valutarlo” (no all’ossessione valutativa) Al centro devono essere l’organizzazione della vita della scuola e le situazioni di apprendimento in quanto quadro strutturante i vincoli e le risorse grazie al quale il soggetto si impegna a imparare e a vivere con gli altri
BIBLIOGRAFIA Philippe Meirieu, Se la competenza non esistesse, bisognerebbe inventarla, in formazione_ html Bernard Rey, Ripensare le competenze trasversali, Franco Angeli, Milano, Philippe Perrenoud, Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia, Roma, 2010 (tit. orig. Construire des compétences dès l’école, ESF, Paris, 2000). Philippe Meirieu (2015), Fare la Scuola, fare scuola. Democrazia e pedagogia, Franco Angeli, Milano. Charles Hadji, L’évaluation à l’école, Nathan, Mario Castoldi, Valutare le competenze, Roma, Carocci, 2009.
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