Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Competenze relazionali e contesti educativi Riflessioni conclusive 17 novembre 2011 Emanuela Confalonieri, Elena Marta
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Le vostre griglie adeguate a osservare quanto realmente accade nel quotidiano e in grado di restituire anche a sguardi “altri” le vostre modalità di ascolto attivo sufficientemente flessibili per una compilazione “condivisibile” ma anche “individuale” non “riduttive”, ma in grado di aprire a nuovi interrogativi, a letture critiche
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti I vostri scenari empatici Scenari di rabbia e personal distress adeguati e esemplificativi del costrutto Scenari di empatia mettono in luce una maggiore difficoltà a distinguere fra comportamenti sicuramente di attenzione e accoglienza e comportamenti “effettivamente” empatici Emerge una possibile interessante distinzione in una empatia relazione e una empatia didattica
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Scenari di atteggiamenti di simpatia empatica di livello crescente Giulia è una bambina di 7 anni ricoverata per disturbi gastroenterici. Oggi si è seduta al tavolo mentre l' attività era già iniziata. Io continuo a spiegare ma non mi alzo subito ad accogliere la bambina e resto in silenzio ad osservarla mentre si dirige con passo malfermo verso i tavoli portandosi dietro la piantana della flebo. “Vieni, Giulia! Brava!” con un tono di incoraggiamento Ma non vado verso di lei. Mi alzo dalla sedia, ma lascio che sia la mamma a farla sedere e a sistemarle il braccio con la flebo, sul tavolo. Giulia è una bambina di 7 anni ricoverata per disturbi gastroenterici. Oggi si è seduta al tavolo mentre l' attività era già iniziata. Mi alzo, la guardo e sorrido: “Brava Giulia, eccoti qua! Vieni accomodati.” Giulia procede stentatamente. “ Qui c'è il posto per sederti e lo spazio per la piantana della flebo!” Aggiungo pacatamente per rassicurarla Giulia è una bambina di 7 anni ricoverata per controlli medici. Oggi si è seduta al tavolo mentre l' attività era già iniziata. Smetto la mia attività, mi alzo, la guardo e sorrido: “Brava Giulia, eccoti qua! Vieni accomodati. Qui c'è il posto per sederti e lo spazio per la piantana della flebo!” Giulia procede stentatamente. “Guarda, sei già arrivata! Qui c'è il posto anche per la mamma!” “Guarda, si siede qui anche lei... Qui, vicino a te. Così ti aiuta!”
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti SITUAZIONE Irene è una bambina di 11 anni, frequenta la prima media. Sta studiando storia insieme all’insegnante, l’argomento riguarda la caduta dell’Impero Romano. Irene dice: “… Poi Costantino sposta la capitale dell’Impero a Bisanzio, anzi no a Costantinopoli”. L’insegnante domanda: “Come mai questa città cambia nome?”. Irene non risponde. L’insegnante allora spiega il motivo del passaggio da un nome all’altro e le fa notare che la parola Costantinopoli è formato da Costantino, il nome dell’imperatore, e da polis che vuol dire città. Poi le chiede: “Ma se Costantino è il nome dell’imperatore e polis vuol dire città, allora cosa vorrà dire Costantinopoli?” Irene ci pensa un po’ su, poi con un guizzo degli occhi e in modo entusiasta risponde: “Ci sono! Vuol dire: Costantino che va in città!” SCENARIO DI SIMPATIA EMPATICA – LIVELLO 0 L’insegnante scoppia in una sonora risata, tanto forte da farle venire le lacrime agli occhi. Poi si riprende e dice seria: “Irene, per favore, ma come fai a sparare certe stupidaggini? Mi sembra proprio che a volte tu abbia la zucca vuota. Sei in prima media, cerchiamo di usare questa bella testolina e di non dire scemenze, ok?”. Irene osserva stupita l’insegnante mentre ride, prima con un parziale sorriso, poi seria. Quindi abbassa gli occhi sul libro, ha l’espressione imbronciata e fa cenno di sì con la testa. Se l’insegnante la osservasse con attenzione vedrebbe anche che ha gli occhi rossi e si trattiene dal piangere.
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti SCENARIO DI SIMPATIA EMPATICA – LIVELLO 1 L’insegnante scoppia a ridere, vorrebbe trattenersi, ma non ci riesce. “Ma Irene!” dice, “ma ti sembra possibile? Come sarebbe che Costantino va in città? Ma cosa vuol dire? Su, cerca di essere seria”. Irene accenna un sorriso, poi si fa seria. “Allora?” Riprende l’insegnante, “Prova a pensarci un po’ su, dài!” La bambina non riesce a dare un’altra risposta, osserva il libro, guarda l’insegnante, ma non dice più nulla. Allora l’insegnante le dice: “Ok, allora facciamo così: per domani mi cerchi bene che cosa vuol dire e mi dici qual è la risposta corretta. Va bene?”. Irene fa cenno di sì con la testa. SCENARIO DI SIMPATIA EMPATICA – LIVELLO 2 L’insegnante sorride e passa una mano tra i capelli della bambina. “E’ una risposta simpatica, Irene, ma non è quella giusta. Prova a pensarci, non è difficile”. Irene rimane un po’ in silenzio ma, non trovando alternative, ribadisce la sua risposta: “Bé, secondo me vuol dire così. Se no, non lo so”. L’insegnante attende ancora qualche istante, poi dice: “Costantinopoli vuol dire città di Costantino”. Si sofferma un momento a osservare Irene, poi aggiunge: “Hai capito?”. “Ah, sì. Adesso sì che ho capito” risponde Irene. “Ok. Quindi: cosa vuole dire Costantinopoli?” chiede di nuovo l’insegnante. “Vuol dire “Città di Costantino” risponde la bambina.
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti SCENARIO DI SIMPATIA EMPATICA – LIVELLO 3 L’insegnante osserva Irene e le chiede: “Come mai secondo te Costantinopoli vuol dire che Costantino va in città?” Irene rimane un momento in silenzio, poi risponde: “Bé, se Costantino è il suo nome e polis vuol dire città… ecco: allora è Costantino che va in città! No?” “Sì, potrebbe essere” dice l’insegnante. “Ma proviamo a fare anche questo ragionamento: è vero che Costantino è andato proprio lì a Costantinopoli, ma prima che lui ci arrivasse, ti ricordi come si chiamava quella città?”. Irene guarda la cartina sul libro di storia. “Sì, si chiamava… si chiamava… ah, ecco qua: si chiamava Bisanzio”. “Molto bene. Allora, Irene, se prima si chiamava Bisanzio, come mai quando lui ci è andato a vivere l’ha chiamata con il suo nome?” Irene rimane in silenzio. Osserva il libro, forse in cerca di una risposta. L’insegnante attende, in silenzio. “Forse perché lui era l’imperatore?” dice dopo un po’ Irene “Bravissima! E’ proprio così! Era l’imperatore e allora…” “E allora l’ha chiamata con il suo nome!” “Giusto, brava Irene. Se la città ha il suo nome…” “E’ la sua città!” interrompe quasi gridando Irene “Vuol dire che è sua, cioè che è la sua città” “Esatto, molto bene! E’ proprio così: Costantinopoli vuol dire… “Che è la città di Costantino!” “Brava Irene” “Sììì… Costantino va in città! Come no?” Dice Irene, e comincia a ridere. Anche l’insegnante ride con la bambina.
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Obiettivo: rendere gli insegnanti maggiormente consapevoli e competenti delle dimensioni presenti e richieste nella relazione educativa di aiuto Autoesplorazione: che porta la persona a comprendere la situazione di partenza Autocomprensione: il momento in cui l’individuo riesce a cogliere i suoi bisogni, desideri e obiettivi Azione costruttiva: in cui la persona fa un progetto “passa da dove si trova a dove vuole essere” l’insegnante accompagna e sostiene la persona Il percorso
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Linee guida: sviluppo di conoscenze, competenze, modi di essere, metodologie e strumenti di lavoro Requisiti: motivazione, curiosità, capacità di mettersi in gioco e in discussione, desiderio di sperimentarsi in esercitazioni Ricadute applicative: riproporre strumenti e pratiche nella realtà quotidiana di lavoro.
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Lavoro sui contenuti ma anche sui processi Attenzione e valorizzazione dell’esistente: svelare e rendere consapevoli del proprio agire, delle proprie competenze Basi per scoprirsi ed essere comunità di pratiche………………
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti GRUPPO come strumento di apprendimento e costruzione di CAPACITÀ RELAZIONALI e BUONE PRATICHE
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Sul piano del gruppo si possono attivare le più grandi risorse. Il gruppo è un dispositivo che permette la libera espressione di ognuno unitamente alla possibilità di scambio e rispecchiamento, arricchendo l’esperienza del singolo con quella degli altri. La finalità di un gruppo di lavoro (tra pari che in contesti diversi sono chiamati a uno stesso obiettivo e che vogliono individuarsi come gruppo che collabora) è quella di facilitare un clima di fiducia e di condivisione atto ad accogliere le pratiche, le modalità di lavoro, le emozioni che in quel contenitore verranno elaborate e restituite come risorsa per far fronte al proprio compito lavorativo e accrescere la soddisfazione professionale.
Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti BUON PROSEGUIMENTO DI LAVORO E & E