Letteratura Italiana Apollonia Striano. Dante Durante, figlio di Alagherio, nace nel 1265, in una famiglia di piccola nobiltà, non proprio agiata. Alagherio.

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Transcript della presentazione:

Letteratura Italiana Apollonia Striano

Dante Durante, figlio di Alagherio, nace nel 1265, in una famiglia di piccola nobiltà, non proprio agiata. Alagherio si occupava di traffici, di commercio, forse prestava denaro a usura. In base a degli accordi di convenienza, D. sposa Gemma Donati, da cui avrà 3 o 4 figli.

La formazione La formazione avviene in una Firenze vivacissima, centro di un dibattito culturale incessante: D. è legato a Brunetto Latini (notaio e intellettuale di parte guelfa, autore di un’enciclopedia in francese, il Trésor, tre libri in cui affrontava tematiche di teologia, filosofia naturale; B. è anche autore del Tesoretto, poema allegorico, in cui B., smarrito in una selva, inizia un

La formazione viaggio di formazione) e G. Cavalcanti, di dieci anni più grande : è a Bologna per studiare medicina e filosofia; 1283: incontra Beatrice, già sposa di Folco Portinari; 1289: D. cerca di emergere, di conquistare visibilità politica e partecipa alla battaglia di Campaldino come feditore a cavallo; 1293: Giano della Bella impedisce ai nobili di

La formazione partecipare alla vita politica, D. elude il divieto, s’iscrive all’arte dei medici e degli speziali; riesce a diventare priore; in questa veste, per tentare di arginare i sanguinosi scontri tra bianchi e neri, firmò un decreto per l’esilio dei più facinorosi: Corso Donati e G. Cavalcanti. D. è in netto contrasto con le ingerenze di papa Bonifacio VIII, che sostiene i neri.

L’esilio: esperienza reale e stato della mente Nel 1301 partecipa ad una spedizione /ambasceria per il papa; il papa, approfittando del vuoto di potere che si è creato a Firenze, vi invia Carlo di Valois. In città c’è la vittoria dei neri e si preparano ritorsioni contro gli altri. Così è: D., che stava tornando da Roma, è colpito da una condanna a 2 anni di esilio per baratteria, corruzione negli uffici pubblici. Con la sua famiglia è costretto a girovagare per

L’esilio per l’Italia, presso i grandi signori ghibellini del nord (Ordelaffi a Forlì, della Scala a Verona). 1304: muore B. VIII e D. spera di poter tornare; scrive al cardinale Niccolò da Prato. Dopo la terribile battaglia della Lastra, si allontana anche dai guelfi bianchi, e decide di far parte per sé : D. coltiva il sogno di un’Italia unificata sotto Arrigo VII di Lussemburgo, un progetto ghibellino; con la morte dell’imperatore crolla anche questa prospettiva; 1315: amnistia: pagando una multa D. poteva rientrare a Firenze : è presso Cangrande della Scala; 1321: a Ravenna, presso Guido da Polenta. Qui muore.

Il circolo dei giovani poeti D. inizia a poetare guardano ai modelli di Guittone, di Cavalcanti: per farsi conoscere dagli altri intellettuali, suggestionato dal primo incontro con Beatrice, compone A ciascun ’alma presa e gentil core (1283); invia il testo agli altri, presentandosi implicitamente. Guido risponde: questo è il segnale che D. è accolto nella elitaria cerchia degli amici poeti di C. Nel sonetto Guido, i’ vorrei che tu Lapo ed io D. mostra la sua piena adesione alle tematiche, ai modi, al clima dei poeti eletti, dal cor gentile.

Guido, ‘i vorrei… È un sogno e un progetto: Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e D., con le loro tre donne, su una barca, separati dalla realtà, a trattar d’amore… Quali dovevano essere le caratteristiche per aderire al gruppo dei nuovi poeti? Intanto, partire dall’assunto di Guinizzelli, cuore gentile-amore (nel XXVI del Pg definito: Padre mio e dell’altri miei miglior che mai rime d’amor usar dolci e leggiadre)

Stilo della loda Dopo aver poetato alla maniera stil novista, D. approda ad altri temi: Donne ch’avete intelletto d’amore determina la svolta, l’avvicinamento allo stilo della loda. L’amore non può essere raccontato come un processo distruttivo: ha in sé contenuti di beatificazione, di trascendenza: aiuta l’uomo a migliorare, a stemperare il male, a giungere a Dio. È in questa stagione che D. ha composto seguendo direttamente l’ispirazione d’amore;

Il nodo del dolce stile nuovo È in questa stagione che D. ha composto seguendo un’ispirazione e una maniera nuove; a questo periodo, appunto, nel Pg, 24, fa riferimento B., incontrandolo e accogliendo la sua confidenza sulla natura della sua poesia. Individua qui il nodo, l’elemento di separazione.

Ma di ‘d’io veggio… (Bonagiunta): Ma di’ s’io veggio qui colui che fore Trasse le nove rime, cominciando “Donne ch’avete intelletto d’amore”. (Dante): E io a lui: “I’mi son un, che quando Amor mi spira, noto, e a quel modo Ch’e ditta dentro vo significando”. (Bonagiunta): “O frate, issa vegg’io” diss’elli “il nodo Che ‘l Notaro e Guittone e me ritenne Di qual dal dolce stil novo ch’i’ odo! Io veggio ben come le vostre penne Di retro al dittator sen vanno strette, Che de le nostre certo non avvenne…[Pg, XXIV, 49-60]

Vita nuova spiegano. I modelli cui si è ispirato sono tanti: Boezio, con il prosimetro della De consolatione philosophiae; I manoscritti dei trovatori, dove le poesie erano spesso accompagnate da parti in prosa.

Vita nuova La straordinaria novità è che D. scrive in prima persona. La scrittura autobiografica nel Medioevo non era così frequente: c’erano le Confessioni di Sant’Agostino, l’Historia calamitatum mearum di Abelardo.

Cos’era Vita nuova? Né una vera autobiografia, né un romanzo d’amore, né un romanzo di formazione: certo è che D. aveva «saccheggiato» tanto dal mondo classico, dalle scritture sacre, dalla agiografia, dalla Bibbia. In questa attenzione crescente verso la teologia e i testi sacri iniziava ad insinuarsi la frattura tra D. e Cavalcanti, che invece era attratto da Avrroè, da Aristotele.

Numeri Dalla esegesi dei testi sacri, aveva tratto il culto per il numero 3 e dei suoi multipli; gli incontri con Beatrice avvengono con una cadenza di 9 anni. Il 3 è un angelo, una manifestazione della potenza divina.

Libro della memoria D. finge di aprire il libro della memoria e di trovarvi una «rubrica», una titolazione che dice «incipit Vita nova», in cui ritrova tutte le parole della sua giovinezza: le parole poetiche che ha scritto, le sue liriche e le sue esperienze. La narratio inizia con il primo incontro con B. a 9 anni.

Vita nova Segue, 9 anni dopo, a 18 anni un secondo incontro: la gentilissima lo saluta e si scatena la fenomenologia d’amore. D. è così suggestionato che sogna B.: appare Amore, la donna con l’immagine di un cuore mangiato, lei che viene portata in cielo dagli angeli. Al risveglio scrive A ciascun alma presa e gentil core; racconta il sogno, lo invia ai

A ciascun alma… Amici, cerca spiegazioni che non lo convincono. In realtà egli sa bene che il sogno è un segno della futura morte di B. Per non offrire agli altri la sacralità del suo sentimento, D. prova a simulare amore per una donna dello schermo, B. gli nega il saluto. D. supera la crisi profonda, causata da

Donne ch’avete… questa negazione, con l’erompere dello stilo della loda, recuperando in pieno il valore positivo del sentimento, rivendicando una piena dedizione all’esperienza amorosa. Qui si inizia a contrapporre a C. Canzone di stanze formate da endecasillabi.

Donne ch’avete… Il destinatario sono le donne, non più la sola amata, ma donne gentili, in grado di intendere. Attraverso questo percorso, riuscirà a «isfogar la mente». Nel sonetto Tanto gentile… il saluto di B. innesca un’epifania, sullo scenario di una città comunale.

Conclusione La storia prosegue, tra narrazioni di presagi, sogni, presagi di morte: muore il padre di B. La morte di B. non è raccontata, ma la data 8 giugno 1290 è fornita da D., in una digressione sulla misurazione del tempo e sul valore magico del 9. Due anni dopo, D. amerà ancora una

Conclusione gentile; però, la visione di B. lo richiama al suo amore. S’interrompe il racconto: D. vorrà parlare di B. più degnamente, altrove.

Le rime della maturità Dopo l’esperienza conclusa e nitida della Vita Nuova, in cui D. aveva sentito il bisogno di organizzare, ordinare il materiale magmatico della sua giovinezza, del suo esordio sentimentale e poetico, il poeta verifica un’altra possibilità di versificazione con le rime indicate come quelle della maturità.

La tenzone con Forse Donati Prova diversi registri e stili: quello comico, accettando di scambiare sonetti con Cecco Angiolieri e di ingaggiare una tenzone con Forese Donati: D. accusa F. di essere impotente, povero, goloso, falso; F. dice che D. è vigliacco e avaro: in realtà entrambi percorrono dei modelli e dei temi convenzionali per mettersi alla prova, artisticamente, vicendevolmente.

Rime Petrose D. torna a verseggiare intorno al motivo amoroso: ha sperimentato la passione per una donna dura come pietra, che lo respinge. Le dedica 4 componimenti, nei quali spinge al massimo il suo poetare clus, chiuso, aspro. Nella 1ª canzone, Così nel mio parlar voglio esser aspro, esprime pienamente desiderio di vendetta, dopo

Rime petrose aver descritto il suo sentimento. Nella 2, Io son venuto al punto della rota paragona la sua condizione esistenziale alla natura morta dell’inverno. Nella 3ª canzone Al poco giorno usa, per la prima volta, il metro della sestina, creando un edificio complesso, 6 stanze di 6 endecasillabi, un congedo di 3 versi, in tutto 36 elementi…per una poesia figurata,

Rime petrose attraverso la magica iterazione del numero 6. Ancora nel periodo iniziale dell’esilio 1304 compone la canzone Tre donne intorno al cor mi son venute: le donne sono personificazione della giustizia, un tema ripercorso con ossessione da chi si sente accusato ingiustamente. 1307: Canzone Amor, da che convien

Rime prima dell’esilio pur ch’io mi doglia (la “montanina”, perché di ambientazione montana): D. avrebbe incontrato in un castello dei Conti Guidi, nel Casentino, una giovane che lo aveva sedotto e poi respinto. Dopo quest’ultimo episodio erotico- sentimentale, D. passa ad altro, né immagina di recuperare questo materiale, che non ha più alcuna esemplarità, che

Il passaggio reca l’esemplarità di una storia di formazione. Questa fase della sperimentazione poetica riflette una lavorio incentrato soprattutto sui modi, sulle formule metriche: a questo punto, D. dimostra di essere così esperto da saper maneggiare tutte le strutture.

Convivio 1304: dopo 2 anni di peregrinazione, comprende che difficilmente tornerà in patria e che deve difendere la sua dignità infangata. Progetta un’opera che riveli la sua grandezza, la sua cultura, la sua capacità di leggere gli eventi: il Convivio, un trattato di filosofia, ad opera di un intellettuale che non era filosofo, in volgare, nella forma di un prosimetro.

Convivio Nella forma e nella centratura intorno ad una «donna», la filosofia, il C. sembra proseguire l’impianto della V.N. C’è un proemio, 14 canzoni dottrinali. Nel I libro, D. definisce le sue finalità: divulgare il sapere, la filosofia, attraverso il volgare; interlocutore, un pubblico ampio. Nel II, parte dall’esposizione di Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete, canzone

Convivio II in cui si rivolge agli angeli che muovono il 3° cielo, quello di Venere; poi tratta delle arti liberali, della loro suddivisione in trivio e quadrivio e della pluralità dei sensi interpretativi delle scritture: letterale, allegorico, anagogico, morale. III: Amor che nella mente mi ragiona: riflette sull’insufficienza della comprensione umana. Le dolci rime d’amor ch’i’ solia

Convivio III affronta nuovamente il motivo della nobiltà, del rapporto gentilezza-amore. 1308: s’interrompe e il progetto resta incompiuto. Parallelamente, stava mettendo a punto un altro trattato, sul volgare.

De vulgari eloquentia 1304: è in latino, in 2 libri, il progetto doveva essere più ampio. I) separazione tra latino e volgare (lingua materna). Excursus sulla pluralità delle lingue a partire dalla Torre di Babele. Il) volgare illustre cui si dovrebbe mirare non nasce da una singola parlata, ma da un processo d’innalzamento letterario, grazie all’uso degli scrittori migliori; illustre

De vulgari… Cardinale: cioè cardine; aulico, degno di essere parlato in un’aula, in una reggia; curiale, degno di una grande corte, come quella di F. II. Nel 2 libro inizia una trattazione del volgare come lingua poetica: cerca di ordinare e recuperare le lezioni delle 2 scuole. Anche qui, s’interrompe.

Schema Primo libro volgare illustre Lingua nobile, raffinata cardinale Lingua cardine rispetto alla moltitudine dei volgari italiani aulico Parlata in un’aula, sede eletta di ciò che appartiene al popolo curiale Con regole stabilite da intellettuali

Schema Secondo libro STILE elegiaco umile comico medio tragico sublime Amor, arma, salus

Monarchia : c’è la possibilità che Arrigo VII di Lussemburgo riprenda il progetto di Federico II. D. vuole interpretare gli avvenimenti che gli sembra si stiano concretizzando: affida a questo trattato in latino in 3 libri le sue valutazioni. Parte dalla necessità di una monarchia universale; nel 2 libro la identifica con Roma, un disegno voluto da Dio. Nel 3

Monarchia descrive i rapporti tra Chiesa e Impero: entrambe le autorità sono volute da Dio, massimi poteri che brillano come sole (p) e luna (i). Ne deriva la condanna verso il potere temporale della Chiesa, fino a stigmatizzare la donazione di Costantino. D. viene considerato dal papa Giovanni XXII eretico.

Commedia 1306, in esilio, forse nel castello del Casentino dove vive l’ultima esperienza amorosa, inizia a scrivere l’opera della sua vita Inferno Purgatorio Paradiso

Commedia Nella XIII ep. a Cangrande della Scala segnò l’incipit «Incipit Comoedia Dantis Alagherii, florentini natione, non moribus». Gli stili erano 3: tragico, comico, elegiaco. Il comico era intermedio; nell’epistola a Cang. dice che la c. ha un orrido cominciamento ma un lieto finale; la tragedia ha un corso opposto. La c. prevede

Commedia drammatizzazione, un teatro su cui si muovono i personaggi-attori. Il modello è il poema epico dell’Eneide. Nel Pd D. parla di sacrato proema. D. dice a quali modelli si richiama: Eneide e Bibbia; c’è il modello di Brunetto Latini del Tesoretto. È un viaggio allegorico; da Virgilio riprende

Immagini di inferno paradiso e purgatorio l’imagerie dell’inferno; per il Pg D. si richiama a quanto era stato detto nel Concilio di Lione nel 1274, in cui si era indicato questo regno intermedio, per le colpe più lievi. C’è una struttura morale, presa dall’Etica Nicomachea di Aristotele e dalla dottrina della chiesa: è evidente nella disposizione dei peccati.

Etica Nicomachea In quest’opera Aristotele teorizzava una concezione pedagogica dell’arte: la mimesis diffonde conoscenze utili e schemi di comportamento virtuoso, e anche una sorta di sapienza mobile delle cose umane, quella capacità di comprendere la vita e di agire nelle circostanze particolari che A. chiamava phronesis.

Ordine morale e fisico D. però traduce questo ordine morale in un ordine fisico: nell’ Inf riesce a rappresentare chiaramente, fisicamente, in modo visivamente evidente: la voragine causata da Lucifero è un imbuto dove vige un ordine rovesciato e quanto più è grave la colpa tanto più si scende. Così, le orbite dei pianeti che girano intorno alla terra – sistema tolemaico-sono governate dagli ordini angelici.

numerologia Architettura tripartita: 3 cantiche di 33 canti ciascuna, più quello introduttivo dell’inferno, 34. Totale =perfezione; 7 i vizi e le virtù e le arti liberali. C’è corrispondenza tematica tra i canti; il VI è politico. I canti centrali, il XVI e il XVII del Pg sono dedicati al libero arbitrio.

La terzina ABA BCB CDC: a rime incatenate Passaggio da uno stile all’altro; Visio o fictio? D. vuole che si creda che egli ha vissuto una vera esperienza, reale. In questo senso il valore della Commedia non è l’enfatizzazione della soggettività; è invece certificazione: io c’ero… Racconto di un viaggio che inizia nella

Tempo interno ed esterno Settimana santa del 1300, anno giubilare, per volontà di Bonifacio VIII. Tempo: nell’inferno non c’è una percezione Pg albe e crepuscoli Tempo interno ed esterno: 1300, D. ha 35 anni; ma la C è stata composta tra il 1306 e il Così D. può elaborare profezie,

Realismo figurale Linguaggio enigmatico. Ci sono le 4 possibili linee di lettura. Realismo figurale: elementi realistici proiettati sulla figura eterna. L’allegoria è costitutiva. Storie individuali di persone famose narrate come novelle: lo schematismo degli exempla grazie al realismo figurale è

Novelle superato. La Commedia sembra un libro di novelle, una sorta di narrativa storica.