La riorganizzazione dell’amministrazione statale Alessandro Natalini.

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La riorganizzazione dell’amministrazione statale Alessandro Natalini

L’organizzazione del Mibact

La riforma Franceschini del Mibact (DL 66/2014 e DL 83/2014) Linee di azione 1)una piena integrazione tra cultura e turismo; 2)la semplificazione dell’amministrazione periferica; 3)l’ammodernamento della struttura centrale; 4)la valorizzazione dei musei italiani; 5)la valorizzazione delle arti contemporanee; 6)il rilancio delle politiche di innovazione e di formazione e valorizzazione del personale MIBACT. Nel complesso, la riorganizzazione produce il taglio di 37 dirigenti (6 di I fascia, 31 di II fascia).

Uffici centrali 1.Rafforzare i poteri di indirizzo, di impulso e di coordinamento del Segretariato generale, affidando a tale ufficio i compiti di natura trasversale e rilevanti per l’intero Ministero 2.Costituzione di due Direzioni trasversali di supporto, una per l’organizzazione e il personale e una per il bilancio 3.Nuova direzione generale ‘Arte e architettura contemporanee e periferie urbane’ che si occupa della promozione del contemporaneo promuovendone la qualità e partecipando direttamente all’ideazione di opere pubbliche, anche fornendo indicazioni per la loro progettazione. La direzione promuove anche la riqualificazione ed il recupero delle periferie urbane. 4.Nuova direzione generale per l’educazione e la ricerca, cui affidare il compito di lavorare con il MIUR, il CNR e altri enti di ricerca, le università e le scuole per assicurare la realizzazione di adeguati percorsi formativi.

Uffici periferici 1) le Direzioni regionali: trasformate in Segretariati regionali del MIBACT, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del Ministero operanti nellaRegione. Non deve però sovrapporsi alle competenze tecnico-scientifiche delle Soprintendenze; 2) le Soprintendenze archeologiche sono articolazioni periferiche della relativa Direzione centrale; quelle miste, belle arti e paesaggio, lo sono della relativa Direzione. Sono quindi accorpate le Soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici; 3) l’amministrazione dei beni archivistici è razionalizzata; 4) l’amministrazione delle biblioteche è razionalizzata prevedendo che sia la Biblioteca nazionale centrale di Roma, e la Biblioteca nazionale centrale di Firenze svolgano le funzioni di poli bibliotecari comprendenti le biblioteche operanti nel territorio comunale; 5) la collegialità delle decisioni sul territorio è rafforzata attraverso il comitato di coordinamento regionale, presieduto dal segretario regionale e composto dai soprintendenti.

Il nuovo sistema museale 1) nuova Direzione generale musei, cui affidare il compito di attuare politiche e strategie di fruizione a livello nazionale, favorire la costituzione di poli museali anche con Regioni ed enti locali, svolgere i compiti di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura, dettare le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi museali; 2) conferire a 20 super-musei la qualifica di ufficio dirigenziale riconoscendo così il massimo status amministrativo ai musei di rilevante interesse nazionale, i cui direttori potranno essere scelti tramite selezione pubblica tra interni o esterni all’amministrazione anche stranieri; 3) creare in ogni Regione i poli museali regionali, articolazioni periferiche della Direzione generale musei, incaricati di promuovere gli accordi di valorizzazione previsti dal Codice e di favorire la creazione di un sistema museale tra musei statali e non statali, sia pubblici, sia privati.

L’organizzazione del ministero della Giustizia

La riorganizzazione Orlando (2015) 1.Innovare e completare il decentramento delle funzioni amministrative di competenza del Ministero. I provveditorati sul territorio caleranno da 16 a Unica direzione generale degli affari giuridici e legali e una sola dedicata a risorse materiali e tecnologie. 3.Contenere la spesa pubblica: La ristrutturazione del ministero prevede un robusto dimagrimento dei dirigenti generali che passano da 61 a 36 e dei dirigenti che passano da 1006 a Si valorizza il ruolo della Conferenza dei capi dipartimento come bilanciamento della centralizzazione degli appalti. 5.Nel Dipartimento per la giustizia minorile una Direzione generale si occuperà specificatamente - e anche per gli adulti - delle pene alternative al carcere.

Ragionando sui casi: concetti salienti dell’organizzazione Organizzazione è distribuzione o accorpamento delle funzioni Direzioni generali e dipartimenti Gli uffici periferici Staff e Line Livelli organizzativi Coordinamento organizzativo La rilevanza per la spesa pubblica La centralità del numero dei dirigenti e del loro livello di qualifica

La situazione prima degli anni ‘90 La Pcm non è un luogo di coordinamento e di indirizzo politico, ma di mediazione e gestione amministrativa Alta numerosità dei ministeri Fuga nell’ente pubblico per recuperare efficienza senza mutare gli assetti consolidati Il modello gerarchico è superato da un modello multiorganizzativo

Decentramento staccato da riorganizzazione Prevalere del settorialismo All’introduzione di nuove funzioni corrisponde l’introduzione di nuove funzioni La conformazione delle organizzazioni pubbliche corrisponde in gran parte alle esigenze di carriera del personale per cui c’è una tendenza alla duplicazione e alla frammentazione I criteri organizzativi prima degli anni ‘90

La riorganizzazione: criteri tradizionali Uniformità Eliminazione duplicazioni Riduzione del numero delle strutture

La nuova riorganizzazione: per una visione d’insieme Pcm e ministeri Centro e periferia Superamento del settorialismo Politica e amministrazione (anche ruolo, organizzazione e funzionamento della politica) Finanza e organizzazione Procedimenti e organizzazione

Governo Ciampi: prima direttrice Riformare i ministeri nel loro complesso attraverso una legge delega (delegificazione) Unificazione in quattro ambiti funzionali (da 19 a 13) Riallocazione delle competenze evitando le duplicazioni e ricucendo le frammentazioni Distinzione tra staff e di line Decentramento funzioni e servizi Razionalizzazione degli apparati periferici statali (un solo livello) Reintroduzione in tutti i ministeri della figura del segretario generale.

Governo Ciampi: seconda direttrice Referendum 1993: abolizione ministeri dell'Agricoltura e del Turismo. L'esito del suffragio fu nei fatti sovvertito e le strutture furono surrettiziamente lasciate in vita.

Governo Ciampi: terza direttrice Interventi settoriali Soppresso il ministero delle Partecipazioni statali, il dipartimento per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e l'Agenzia per la promozione dello sviluppo nel mezzogiorno Accorpati Trasporti e della Marina mercantile Riorganizzati Ambiente, Giustizia, Sanità, Lavoro e Telecomunicazioni. Soppressione di un notevole numero di organi collegiali e di comitati interministeriali(68), mentre in 7 casi vennero estromessi dalla loro composizione rappresentanti delle forze economiche e sociali.

l. n. 59/97: criteri La riorganizzazione riguarda tutti i ministeri e Pcm Collegata al decentramento Collegata ad altre riforme (dirigenza, sistema dei controlli, semplificazione procedimentale o riforma del bilancio). Flessibilità: delegificazione Apparati periferici: ridotti e accorpati Differenziazione del disegno organizzativo.

La Pcm: d. lgs. 30 luglio 1999, n. 303 La missione: progettazione delle politiche, definizione dell'indirizzo politico e amministrativo generale del Governo e coordinamento dell'attività normativa e amministrativa Le funzioni: alleggerite quelle amministrative L’organizzazione: conferimento di uno speciale statuto di autonomia, assimilabile a quello degli organi costituzionali

Accorpamento dei ministeri per policies Si autonomizza la figura del ministro da quella del responsabile della struttura amministrativa Accorpamento per funzioni omogenee (diventano 12) Valorizzare la line rispetto alle funzioni di staff

Differenziazione modelli organizzativi Dipartimenti Segretari generali Agenzie

Il dipartimento Strutture organizzative di area vasta per blocchi di competenze omogenee Di numero ridotto per ciascun ministero (coordinamento) Ricomprendono tutte le direzioni generali I dipartimenti acquistano anche le funzioni di gestione delle risorse finanziarie, umane e strumentali I capi dipartimento rispondono al vertice politico dei risultati della struttura.

Segretario generale Dovrebbe essere il punto di raccordo nella gestione delle risorse Dovrebbe occuparsi del coordinamento funzionale tra le direzioni generali Dovrebbe essere il punto di snodo tra politica e amministrazione

Agenzie Per compiti con elevato contenuto tecnico che richiedano una particolare autonomia organizzativa. La posizione di vertice è di livello dirigenziale generale. Rapporto con il ministero: convenzioni (risultati attesi in un arco di tempo predeterminato, budget). Organizzate con legge (il d.lg. prevede che il responsabile dell’agenzia sia coadiuvato da un comitato direttivo composto da altri dirigenti dell’agenzia) e con regolamento di organizzazione in forma di Dpr.

Gli uffici periferici: la situazione antecedente alle riforme Molteplicità delle strutture concentrate sul livello provinciale (rilevanza storica livello locale); marginalità nei ministeri (livello dirigenziale); centralità dei prefetti ma progressivo dequotare: rapporti centro-periferia dominati dai partiti; non adeguati allo sviluppo delle autonomie; modello uniforme, ma forti variazioni di efficienza (personale di origine meridionale).

Gli uffici periferici: indirizzi di riforma L'idea è di dare allo stato una voce sola in periferia. E’ una soluzione pluralistica che punta molto sul coordinamento tra ministeri e tra stato e autonomie all'interno dell'amministrazione.

Gli uffici periferici: i criteri di riorganizzazione Principio di sussidiarietà verticale Tenuta dei conti pubblici: cresce il rilievo degli uffici periferici del tesoro; Il prefetto diventa Ufficio territoriale di governo e concentra le funzioni di quelli che restano.

Gli Utg: organizzazione una e molteplice Organizzazione per ripartita per aree di competenza Gli incarichi dirigenziali sono conferiti dal prefetto su designazione dei ministeri di appartenenza; Le risorse finanziarie sono comuni, ma ripartite per gestione e rendicontazione Le direttive sono dei ministri relativi per ciascuna funzione Il controllo strategico è ripartito per ministero "funzionale".

Il fallimento degli Utg Non sono l'interfaccia univoco né per i ministeri né per le autonomie; Il ruolo degli uffici periferici rispetto ai ministeri è ancora debole, ma più complicato in quanto molti sono diventati uffici di livello dirigenziale generale; Gli enti locali acquistano maggiore autonomia La politica ha ricominciato a mediare tra i livelli di governo

Il piano di riorganizzazione della L. fin (dpcm ) Obiettivi specifici a) il risparmio di spesa (non inferiore a 7 milioni di euro per l'anno 2007, 14 milioni di euro per l'anno 2008 e 20 milioni di euro per l'anno 2009); b) la riduzione degli uffici dirigenziali (10 % I liv. e 5 % II liv.); c) la riallocazione del personale con funzioni di supporto, in modo tale che lo stesso non ecceda il 15 % delle risorse umane complessivamente utilizzate da ogni amministrazione.

Il piano di riorganizzazione della L. fin (dpcm ) Obiettivi generali a) gestione unitaria del personale e dei servizi comuni anche mediante strumenti di innovazione amministrativa e tecnologica; b) rideterminazione delle strutture periferiche (costituzione di uffici regionali; riorganizzazione presso le prefetture-uffici territoriali del Governo) c) riorganizzazione degli uffici con funzioni ispettive e di controllo (evitare duplicazioni e rafforzare) d) riduzione degli organismi di analisi, consulenza e studio di elevata specializzazione

La riforma Madia e la riorganizzazione dei ministeri 1)Espansione del ruolo della Presidenza del consiglio dei ministri -Analisi, definizione e valutazione delle politiche pubbliche. -Regia degli uffici di diretta collaborazione dei singoli ministeri. -Potere sostitutivo per assensi, concerti o nulla osta. -Vigilanza diretta anche sulle agenzie governative, incluse quelle fiscali. -Nomine pubbliche anche di competenza dei singoli ministri in Consiglio dei ministri. 2)Ridare vigore al principio di unità della pubblica amministrazione Mobilità del personale. Unificazione scuole di formazione. Uffici territoriali dello Stato. 3) Riduzione della frammentazione organizzativa Camere di commercio. Autorità portuali. Società partecipate.