L’età del Rinascimento XVI secolo. La situazione dell’Italia 2 | L’età del Rinascimento Francia e Spagna si scontrano per il dominio della penisola italiana.

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Transcript della presentazione:

L’età del Rinascimento XVI secolo

La situazione dell’Italia 2 | L’età del Rinascimento Francia e Spagna si scontrano per il dominio della penisola italiana la Spagna di Carlo V e di Filippo II Asburgo sconfigge la Francia dominio diretto della Francia Marchesato di Saluzzo Milano Regno di Napoli Regno di Sicilia Sardegna Ducati di Parma, Modena e Mantova Repubblica di VeneziaGranducato di Toscana indipendenti Repubblica di Genova vassalli della alleata della domini diretti della SPAGNA Pace di Cateau-Cambrésis (1559) POLITICA

La situazione dell’Italia la borghesia abbandona l’intraprendenza mercantile e converte le ricchezze in beni immobili fenomeno della rifeudalizzazione diminuzione delle attività imprenditoriali e produttive peggioramento delle condizioni di vita degli strati sociali svantaggiati RECESSIONE ECONOMIA PARASSITARIA alta frequenza di carestie, epidemie e guerre conservazione dei privilegi da parte dell’aristocrazia e del clero IMMOBILISMO SOCIALE ECONOMIA E SOCIETÀ immobilismo: la tendenza a conservare lo stato di cose esistente, ostacolando qualsiasi cambiamento parassitismo: la condizione di chi non concorre al benessere o al progresso della collettività, ma si arricchisce grazie alla rendita garantita dai patrimoni monetari o immobiliari recessione: temporanea diminuzione dell’attività economica in un determinato territorio, con conseguente riduzione dei consumi, dei profitti e dell’occupazione

L’Italia dopo la pace di Cateau-Cambrésis (1559) 4 | L’età del Rinascimento

La cultura rinascimentale 5 | L’età del Rinascimento classicismo anticlassicismo concezione sublime ed elitaria della cultura mito della perfezione la bellezza è intesa come equilibrio spirituale e ordine intellettuale tendenza idealistica autori: - Pietro Bembo - lirici petrarchisti principio di imitazione ai modelli greci e latini si aggiungono gli autori della tradizione volgare italiana (Petrarca e Boccaccio) suggestioni irrazionali e tradizione carnevalesca tendenza realistica autori: - Niccolò Machiavelli - Francesco Guicciardini - Ludovico Ariosto procedimenti usati: il comico e la parodia deformazione e ribaltamento dei principi e dei valori tradizionali concezione popolare, satirica e dissacrante della cultura rifiuto dell’equilibrio e del decoro formale, visione ambigua e inquieta del reale ( Manierismo) Due diverse concezioni della LETTERATURA e dell’ARTE

La cultura rinascimentale accoglie e protegge gli intellettuali e gli artisti più prestigiosi (mecenatismo) I luoghi della cultura è il centro della vita politica, economica e culturale dei principati italiani è caratterizzata dall’atteggiament o dell’edonismo: ricerca di un piacere raffinato e sublime il valore più importante è la bellezza e lo scopo dell’esistenza è la ricerca del piacere i principi e i signori cercano il consenso e il prestigio attraverso la promozione delle attività culturali e lo sfoggio del lusso e della raffinatezza si indebolisce ed entra in crisi nella seconda metà del XVI secolo si trasformano da gruppi di aggregazione spontanea in organismi ufficiali sotto la protezione e il controllo dei principi e dei signori diventano centri di prestigio e di potere l’attività di ricerca e sperimentazione viene sostituita dalla finalità di conservazione della tradizione culturale vi trovano impiego molti intellettuali che vogliono conservare la loro autonomia rispetto all’ambiente cortigiano e accademico favorisce l’elaborazione e la diffusione della cultura anticonformista e antidogmatica si delinea un nuovo rapporto con il pubblico e nasce la figura dell’intellettuale indipendente stamperia accademia e università corte Legame con il potere non sempre positivo

conseguenze si afferma La condizione degli intellettuali XV-XVI secolo: fioritura delle corti signorili e principesche fragilità delle relazioni tra intellettuali e potere abbandono della funzione educativa e civile nei confronti della società adeguamento ai valori di un ambito culturale chiuso e ristretto servilismo e adulazione nei confronti dei mecenati e dei principi svolgimento di mansioni di tipo amministrativo o diplomatico distacco ed estraneità nei confronti dei problemi socio-politici carattere aristocratico ed elitario della produzione letteraria uomo di cultura che si mette a disposizione delle grandi casate aristocratiche o della Chiesa per ottenere in cambio vantaggi di tipo economico o sociale. La professione del letterato può diventare molto lucrosa e apprezzata se soddisfa le esigenze del potere funzione decorativa, celebrativa e di propaganda perdita dell’indipendenza e dell’autonomia di pensiero professionalizzazione dell’attività intellettuale l’intellettuale cortigiano l’intellettuale cortigiano

- si tratta di una soluzione puristica e convenzionale basata sull’imitazione di un modello linguistico proveniente dalla tradizione letteraria toscana trecentesca (Petrarca e Boccaccio) - si propone di superare la frammentazione linguistica e di stabilire una sorta di uniformità culturale in tutta la penisola italiana - il successo di questa teoria è legato anche al fatto di proporre un modello facilmente accessibile perché contenuto in alcune opere letterarie di grande diffusione - il difetto principale consiste nel fatto di sostenere una lingua troppo rigida e immutabile, non aperta alle sperimentazioni e all’influenza dell’uso - Il linguaggio letterario deve ispirarsi a quello in uso nelle corti italiane, raccogliendo da ciascun contesto le forme più eleganti. - Si tratta di una lingua astratta, inesistente anche se modellata su quelle realmente parlate negli ambienti cortigiani di tutta Italia. - si tratta di una soluzione intermedia, poiché propone un modello unico (il fiorentino), ma aderente all’uso parlato (la conversazione colta) - cerca di evitare un modello linguistico troppo rigido e di promuovere gli aspetti più espressivi e sperimentali della lingua letteraria - l’insuccesso della teoria è legato soprattutto alla perdita del ruolo culturale propulsivo della città di Firenze Teoria del classicismo volgare (Bembo) Teoria Cortigiana (Castiglione) Teoria Fiorentinista (Machiavelli) La questione della lingua letteraria 9 | L’età del Rinascimento