Foibe “Dimenticare e cancellare le foibe è come seppellire la nostra storia. Un Paese senza memoria è un Paese senza identità.”

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pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile 2004
Transcript della presentazione:

Foibe “Dimenticare e cancellare le foibe è come seppellire la nostra storia. Un Paese senza memoria è un Paese senza identità.” Rinaldo Sidoli

Partito Comunista di Jugoslavia L’esercito popolare di liberazione della Jugoslavia, era la denominazione assunta durante la seconda guerra mondiale, dai Partigiani jugoslavi che, guidati dal capo comunista Josip Broz conosciuto come Tito, svilupparono un grande movimento di resistenza militare contro le potenze occupanti dell'Asse. La resistenza armata dei partigiani jugoslavi si sviluppò a partire dal crollo del Regno di Jugoslavia e ottenne crescenti successi; i partigiani, guidati da Tito, combatterono con abilità e determinazione non solo contro gli eserciti occupanti tedeschi e italiani ma anche le forze militari collaborazioniste dello Stato Croato, del governo-fantoccio serbo e soprattutto contro le formazioni monarchico-nazionaliste dei cetnici.

Josip Broz Tito Josip Broz conosciuto come Tito; (Kumrovec, 7 maggio 1892 – Lubiana, 4 maggio 1980) è stato un rivoluzionario, capo di Stato jugoslavo. Fu cofondatore del Partito Comunista di Jugoslavia nel 1920, membro del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e della polizia segreta sovietica .

Josip Broz Tito Comandò dal 4 luglio 1941 l'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia, movimento comunista della Resistenza jugoslava contro i tedeschi, gli ustascia croati e gli italiani e ha partecipato in posizione preminente dal 26 novembre 1942 al Comitato Antifascista di Liberazione Nazionale della Jugoslavia. I partigiani jugoslavi di Tito, riuscirono, grazie alla loro tenacia e determinazione ed all'appoggio degli Alleati, in particolare dell'Armata Rossa e della Gran Bretagna, a respingere l'Asse dai territori dell'ex Jugoslavia. Sconfissero anche i cetnici del generale Dragoljub Mihailović, movimento di liberazione rivale. A seguito delle elezioni dell'11 novembre 1945, venne dichiarato decaduto il re Pietro II e costituita la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, una dittatura monopartitica che Tito governò come Primo Ministro tra il 29 novembre 1945 ed il 29 giugno 1963 e come Presidente della Repubblica dal 14 gennaio 1953 alla morte.

Foibe Foiba è il termine con cui si indicano i grandi inghiottitoi (o caverne verticali, o pozzi), tipici della regione carsica e dell'Istria. Le foibe non sono quindi dei particolari tipi di caverne come viene spesso, erroneamente, affermato, ma solo il termine con cui vengono indicati gli inghiottitoi carsici tipici della regione giuliana, che in tale territorio assumono spesso dimensioni spettacolari. Se ne contano circa 1700 in Istria.

Foibe Il termine "foibe" (al plurale) è oggi comunemente associato agli eccidi commessi dai partigiani jugoslavi comunisti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. L'utilizzo del termine, secondo alcuni autori, è improprio: solo una minima parte delle vittime, infatti, fu occultata nelle foibe, mentre la maggior parte perse la vita in tutt'altro modo (nelle prigioni o nei campi di concentramento iugoslavi, o nelle marce di trasferimento). Ulteriore confusione ingenera il fatto che molte delle cosiddette "foibe" erano in realtà cave o miniere: la famosa "foiba di Basovizza", ad esempio, era in realtà il pozzo abbandonato di una miniera di carbone. In anni recenti è invalso, saltuariamente, l'uso dei termini "foiba" ed "infoibare" anche per indicare esecuzioni sommarie svoltesi, nell'immediato dopoguerra, al di fuori della Venezia Giulia.Per quanto detto sopra, l'uso del termine in tale contesto, appare scorretto, sia da un punto di vista storico che etimologico.

La foiba di Pisino Il sistema di grotte del torrente Foiba costituiscono il migliore esempio di evoluzione dell'idrografia e della geomorfologia carsiche unico nell'Istria e nel Carso Dinarico: tra pareti di roccia verticali ed una fitta macchia boscosa, precipita per circa 130 metri il torrente Foiba, che s'inabissa in una cavità semicircolare dopo aver solcato dalla sorgente uno stretto canyon lungo 17 km. L'interno della grotta, è punteggiato da numerosi sifoni, gallerie, avvallamenti imbutiformi e stagni sotterranei e laghi di notevole profondità: il Lago di Martel, il primo tra questi, si trova a circa cento metri dal Vestibolo, in una sala di 1600 m2. Proseguendo ancora si trova il secondo bacino, il Lago di Mitar, con uno specchio d'acqua più modesto del primo: il terzo lago sotterraneo segna la fine della grotta carsica esplorabile, lunga circa 500 metri. Dal momento che non è stato possibile proseguire oltre il terzo bacino, non si sa con certezza di quale fiume il Foiba sia tributario: l'ipotesi più accreditata è che confluisca nella Val d'Arsa. Prima delle ricerche dello speleologo francese Edouard-Alfred Martel e dello studioso ceco Wilhelm Putick tra il 1893 e il 1896, la grotta era nota in ambito letterario: il celebre scrittore francese Giulio Verne ambientò nell'abisso la rocambolesca fuga di Mathias Sandorf, protagonista dell'omonimo romanzo. Sandorf e i suoi compagni percorrono i cunicoli della grotta dal Vestibolo dantesco al Canale di Leme.

La foiba di Basovizza La foiba di Basovizza è un inghiottitoio che si trova in località Basovizza, nel comune di Trieste, nella zona nord-est dell'altopiano del Carso a 377 metri di altitudine. In questa foiba furono gettati numerosi italiani trucidati dai partigiani jugoslavi; a ricordo di tutte le vittime degli eccidi del 1943 e 1945 è stato collocato un monumento nei pressi di questo luogo. In origine la cosiddetta foiba di Basovizza era un profondo pozzo minerario, nel territorio della frazione di Basovizza, nel comune di Trieste. Scavato all'inizio del XX secolo per l'estrazione del carbone e poi abbandonato per la sua improduttività; fu una concessione di ricerca dell'A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani). Nel maggio 1945 fu utilizzato dai partigiani jugoslavi per l'occultamento di un numero imprecisato di cadaveri di italiani e tedeschi durante l'occupazione jugoslava di Trieste; furono vittime gettate all'interno del pozzo un numero rilevante di cadaveri di prigionieri, militari e civili trucidati dall'esercito e dai partigiani titini. Storici come Raoul Pupo, Roberto Spazzali, e Guido Rumici sostengono che è impossibile calcolare il numero esatto dei corpi infoibati, altri invece all'opposto affermano che il calcolo può essere compiuto sulla base di stime. È invalso l'uso di stimare il numero dei corpi in base alla constatazione che il pozzo minerario prima del 1945 era profondo 228 metri, mentre dopo il 1945 i metri erano diventati 198, per cui si hanno 250 metri cubi riempiti con materiali che, secondo questa stima, sarebbero corpi umani.

Il 10 Febbraio Giorno del Ricordo Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92 essa vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». Al Giorno del ricordo è associato il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale dall'8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947. Sono esclusi dal riconoscimento coloro che sono stati uccisi mentre facevano volontariamente parte di formazioni non a servizio dell'Italia. La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di pace che assegnava alla Jugoslavia l'Istria e la maggior parte della Venezia Giulia.

Il 10 Febbraio Giorno del Ricordo