La scuola nella prospettiva curricolare paolo franco comensoli ottobre 2008.

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La scuola nella prospettiva curricolare paolo franco comensoli ottobre 2008

2 Le ricerche internazionali ci dicono che è ora di cambiare – il caso OCSE Nella classifica delle ore di istruzione previste nei vari Paesi i membri dell’OCSE si situano in media a ore fra i 7 e i 14 anni. (dato 2004) i finlandesi, primi in tutte le classifiche di apprendimento, vanno a scuola «soltanto» ore, gli italiani superano le ore. Il gran numero di ore e il gran numero di insegnanti non ci collocano perciò nella fascia alta della graduatoria per quanto riguarda i risultati. I ragazzi italiani di 15 anni in lettura, matematica e scienze, secondo gli ultimi tre rapporti, sono «ben al di sotto della media OCSE».

3 Ma Cosa rimane dopo una stagione di riforme annunciate e mai compiute? Poco o nulla! Riforma contenitore Riforma progressiva Riforma permanente La scuola del curricolo

4 Scuola dell’autonomia = curricolo Il concetto di curricolo è strettamente connesso a quello di autonomia La riforma delle leggi 30/2000 e 53/2003 non mette in discussione il curricolo Il curricolo è lo strumento per migliorare e perfezionare la riforma

5 Anni settanta/novanta Le teorie del curricolo si diffondono in Italia negli anni settanta (istanza partecipativa/istanza professionale). I Programmi nazionali sono sempre più orientati dalla cultura dell’autonomia. La programmazione didattica è “ di tipo” curricolare

6 Autonomia e curricolo Non ci sono più Programmi nazionali. Vengono individuati due ambiti complementari: al centro spetta l’emanazione di indirizzi (indicazioni) nazionali e l’individuazione dei livelli di qualità del servizio ritenuti essenziali; alla comunità scolastica compete l’elaborazione della propria Offerta Formativa, in dialogo con la Regione e l’Ente Locale

7 Dalla scuola centralistica alla scuola dell’autonomia Scuola centralisticaScuola autonoma programmi curricolo

8 La scuola centralistica

9 La scuola dell’autonomia

10 L’evoluzione del concetto 1 PIANO DI LAVORO TRADUZIONE DEI PROGRAMMI IN ATTIVITA’ DIDATTICA SCANSIONE CRONOLOGICA DEI CONTENUTI RISPETTO DEL MANUALE ESECUTIVITA’ DOCENTE = APPLICATO

11 PROFESSIONALITA’ DOCENTE = INTERPRETE L’evoluzione del concetto 2 PROGRAMMA DI TIPO CURRICOLARE CONTESTUALIZZAZIONE DEFINIZIONE DI OBIETTIVI SPECIFICI SELEZIONE PARZIALE DEI CONTENUTI MAGGIORE FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA

12 L’evoluzione del concetto 3 PROGETTUALITA’ DOCENTE = INSEGNANTE RESPONSABILE “professionista” CURRICOLO DELL’AUTONOMIA DALLA PROGRAMMAZIONE ALLA PROGETTUALITA’

13 siparietto: ma il docente è un professionista?? SI’ E NO

14 UN PUNTO FERMO L’Art. 8 del DPR 275 “Il Ministro della PI..definisce.. per i diversi tipi e indirizzi di studio: Gli obiettivi generali del processo formativo Gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni Le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore annuale L’orario obbligatorio annuale complessivo I limiti di flessibilità temporale per realizzare la compensazione tra discipline Gli standard relativi alla qualità del servizio Gli indirizzi generali circa la valutazione I criteri generali per l’organizzazione dell’EDA”

15 Le fonti del curricolo 1 Il/i soggetti in apprendimento 2 Le istanze del contesto 3 Gli obiettivi generali (nazionali) 4 I contenuti culturali specifici di indirizzo

16 1 Il/i soggetti in apprendimento programmi allievo La discrepanza ottimale docente maternage funzionalistico

17 2 Il “contesto” in una visione autoreferenziale scuola famiglie Ecc. Agenzie esterne EE.LL.

18 2 Come rappresentare la nuova situazione sociale? Visione multicentrica del “contesto”

19 3 Gli obiettivi nazionali Dai Programmi della scuola elementare del 1985 …. Scuola, famiglia, partecipazione La scuola elementare riconosce di non esaurire tutte le funzioni educative: pertanto, nell'esercizio della propria responsabilità e nel quadro della propria autonomia funzionale favorisce, attraverso la partecipazione democratica prevista dalle norme sugli organi collegiali, l'interazione formativa con la famiglia, quale sede primaria dell'educazione del fanciullo e con la più vasta comunità sociale. La scuola elementare valorizza nella programmazione educativa e didattica, le risorse culturali e ambientali e strumentali offerte dal territorio e dalle strutture in esso operanti, e nello stesso tempo educa il fanciullo a cogliere il valore dei processi innovativi come fattori di progresso della storia. La vita scolastica ed extra scolastica ed i mezzi di comunicazione di massa offrono occasioni continue di un confronto vario e pluralistico. Sin dalla prima infanzia il fanciullo è coinvolto in una realtà sociale caratterizzata da rapidi e profondi processi di mutamento dei costumi, da atteggiamenti, comportamenti individuali e collettivi che lo stimolano ad interrogarsi, rendendo forte l'esigenza di conoscere adeguatamente e di comprendere nella sua complessità la realtà che lo circonda.

20 3 Gli obiettivi nazionali INDIRIZZI PER L'ATTUAZIONE DEL CURRICOLO Tullio De Mauro 2. Il curricolo Il curricolo è elaborato dai docenti e non centralmente dal ministero; non è unico dappertutto e per sempre, ma è commisurato dai docenti alle realtà degli allievi e delle singole realtà scolastiche e ambientali; è composto di una quota oraria nazionale, che assume le indicazioni curricolari specificate in questi Indirizzi, e di una quota obbligatoria del 20 % circa, riservata alle scuole che rafforza e/o integra la quota nazionale. L'elaborazione del curricolo è dunque il terreno su cui si misurano più specificamente la capacità progettuale e la nuova professionalità dei docenti e dei dirigenti delle singole istituzioni scolastiche.

21 3 Gli obiettivi nazionali Dalle Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati nella Scuola Secondaria di 1° grado (Moratti) 2004 “È compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti, infatti, nel concreto della propria storia e del proprio territorio, assumersi la libertà di mediare, interpretare, ordinare, distribuire ed organizzare gli obiettivi specifici di apprendimento negli obiettivi formativi, nei contenuti, nei metodi e nelle verifiche delle Unità di Apprendimento, considerando, da un lato, le capacità complessive di ogni studente che devono essere sviluppate al massimo grado possibile e, dall’altro, le teorie pedagogiche e le pratiche didattiche più adatte a trasformarle in competenze personali. Allo stesso tempo, tuttavia, è compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti assumersi la responsabilità di «rendere conto» delle scelte fatte e di porre gli allievi, le famiglie e il territorio nella condizione di conoscerle e di condividerle”

22 3 Gli obiettivi nazionali Dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo (Fioroni) L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO Nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle Istituzioni Scolastiche, le Indicazioni costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole. Sono un testo aperto, che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare, elaborando specifiche scelte relative a contenuti, metodi, organizzazione e valutazione. La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la ricerca e l’innovazione educativa. Il curricolo si delinea con particolare attenzione alla continuità del percorso educativo dai 3 ai 14 anni. Ogni scuola predispone il curricolo, all’interno del Piano dell’offerta formativa, nel rispetto delle finalità, dei traguardi per lo sviluppo della competenza, degli obiettivi di apprendimento posti dalle Indicazioni. Il curricolo si articola attraverso i campi di esperienza nella scuola dell’ infanzia e attraverso le discipline nella scuola del primo ciclo.

23 La struttura del curricolo La quota definita a livello nazionale La quota definita a livello di singola istituzione scolastica o quota dell’autonomia Ma il curricolo è “uno solo” scritto dalla scuola

24 Come costruire un curricolo come selezionare i contenuti? i “nuclei fondanti” Il “tema rilevante” La problematicità

25 Il curricolo È costruito in forma negoziale È per definizione imperfetto

26 Curricolo e responsabilità I livelli di responsabilità responsabilità dei risultati (Dirigenti scolastici) responsabilità della progettazione e attuazione del processo di insegnamento e di apprendimento (Docenti) Verifiche e risultati verificabili dell’apprendimento Degli insegnamenti della performance organizzativa della customer satisfaction Feedback e miglioramento dei processi

27 IL PARADOSSO DELL’AUTONOMIA Il rischio che corre la scuola italiana è che ci sia meno cultura dell’autonomia oggi, che è riconosciuta dalla normativa, di quando era un traguardo da raggiungere. (Italo Fiorin)