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Verso i piani di studio provinciali Intervento di Michele Pellerey Trento 12 febbraio 20081.

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Presentazione sul tema: "Verso i piani di studio provinciali Intervento di Michele Pellerey Trento 12 febbraio 20081."— Transcript della presentazione:

1 Verso i piani di studio provinciali Intervento di Michele Pellerey Trento 12 febbraio 20081

2 La legge 5, 7 agosto 2006 Art 55, 2. I piani di studio provinciali definiscono gli obiettivi generali del processo formativo, gli standard formativi, gli obiettivi specifici di apprendimento, i percorsi del primo e del secondo ciclo, in coerenza con i livelli essenziali definiti dalla normativa statale per il riconoscimento dei titoli Trento 12 febbraio 20082

3 Il contesto attuale Legge nazionale 53/2003 e relativi Decreti Legge provinciale 5/2006 Indicazioni per il curricolo del primo ciclo (indicazioni aperte) Riordino dell’istruzione tecnica e professionale (Legge 40/07, art.13) Competenze della Provincia, Comunità di valle e Comunità locali comunali Autonomia scolastica Legge nazionale 53/2003 e relativi Decreti Legge provinciale 5/2006 Indicazioni per il curricolo del primo ciclo (indicazioni aperte) Riordino dell’istruzione tecnica e professionale (Legge 40/07, art.13) Competenze della Provincia, Comunità di valle e Comunità locali comunali Autonomia scolastica Trento 12 febbraio 20083

4 Prime ipotesi di lavoro Elaborare piani di studio provinciali (art.55) che indichino un percorso equilibrato tra esigenze diverse: - Ordinamenti nazionali (Legge 53/03, ecc.) - Competenze chiave del cittadino europeo - Progetti di istituto (art.18) - - Piani di studio delle istituzioni (art.56) - - Reti di scuole e Comunità di valle - - Domanda differenziata di educazione dei giovani e del territorio Elaborare piani di studio provinciali (art.55) che indichino un percorso equilibrato tra esigenze diverse: - Ordinamenti nazionali (Legge 53/03, ecc.) - Competenze chiave del cittadino europeo - Progetti di istituto (art.18) - - Piani di studio delle istituzioni (art.56) - - Reti di scuole e Comunità di valle - - Domanda differenziata di educazione dei giovani e del territorio Trento 12 febbraio 20084

5 al fine di (esempio secondo ciclo) sviluppare la crescita educativa, culturale e professionale degli studenti attraverso il sapere, il saper fare, l'agire e il saper essere nonché la riflessione critica su di essi; sviluppare l'autonoma capacità di giudizio e l'esercizio della responsabilità personale e sociale; fornire gli strumenti e sviluppare gli atteggiamenti pertinenti all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. sviluppare la crescita educativa, culturale e professionale degli studenti attraverso il sapere, il saper fare, l'agire e il saper essere nonché la riflessione critica su di essi; sviluppare l'autonoma capacità di giudizio e l'esercizio della responsabilità personale e sociale; fornire gli strumenti e sviluppare gli atteggiamenti pertinenti all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Trento 12 febbraio 20085

6 Alcuni punti da approfondire Rapporto tra indicazioni nazionali, piani di studio provinciali e di istituto e possibili raccordi di rete Piani di studio (obiettivi generali, standard, obiettivi specifici, percorsi) e competenze base dei percorsi (conoscenze, abilità, competenze) Gli obiettivi, gli standard formativi, definiti per quali livelli scolastici? solo per la fine del primo e secondo ciclo? anche per periodi intermedi? con quale rapporto con quelli nazionali? con quale rapporto con le competenze chiave europee? Rapporto tra indicazioni nazionali, piani di studio provinciali e di istituto e possibili raccordi di rete Piani di studio (obiettivi generali, standard, obiettivi specifici, percorsi) e competenze base dei percorsi (conoscenze, abilità, competenze) Gli obiettivi, gli standard formativi, definiti per quali livelli scolastici? solo per la fine del primo e secondo ciclo? anche per periodi intermedi? con quale rapporto con quelli nazionali? con quale rapporto con le competenze chiave europee? Trento 12 febbraio 20086

7 Articolazione dei percorsi di primo e secondo ciclo e continuità educativa Legge 53/03 1 + 2+ 2 ; 2 + 1 ; ecc. Indicazioni (07): 3 + 2 ; 3 ; …. Legge 5/06: 2 + 2 + 2+ 2 ; 2 + 2 + 1 Iscrizioni al ciclo o alla classe e relative conseguenze Orari complessivi e loro distribuzione secondo i progetti di istituto (Art.56,2) Continuità educativa e curricolo verticale: quali insegnamenti per la padronanza? (Italiano, Matematica, Scienze e tecnologia, Lingua/e straniera/e,…) Articolazione dei percorsi di primo e secondo ciclo e continuità educativa Legge 53/03 1 + 2+ 2 ; 2 + 1 ; ecc. Indicazioni (07): 3 + 2 ; 3 ; …. Legge 5/06: 2 + 2 + 2+ 2 ; 2 + 2 + 1 Iscrizioni al ciclo o alla classe e relative conseguenze Orari complessivi e loro distribuzione secondo i progetti di istituto (Art.56,2) Continuità educativa e curricolo verticale: quali insegnamenti per la padronanza? (Italiano, Matematica, Scienze e tecnologia, Lingua/e straniera/e,…) Trento 12 febbraio 20087

8 Percorsi del secondo ciclo: mantenimento degli Istituti tecnici e qualificazione dell’Istruzione e Formazione professionale. Percorsi del secondo ciclo: riduzione degli indirizzi, aumento delle opzionalità (obbligatorie). Percorsi verso gli esami di Stato (Licei, Istituti tecnici, Istituti professionali), riduzione progressiva delle discipline e riconfigurazione degli esami di Stato (con ricadute sui quinti anni). Processi di inclusione e di personalizzazione (differenze individuali, immigrati, ritardi nella preparazione,…) Percorsi del secondo ciclo: mantenimento degli Istituti tecnici e qualificazione dell’Istruzione e Formazione professionale. Percorsi del secondo ciclo: riduzione degli indirizzi, aumento delle opzionalità (obbligatorie). Percorsi verso gli esami di Stato (Licei, Istituti tecnici, Istituti professionali), riduzione progressiva delle discipline e riconfigurazione degli esami di Stato (con ricadute sui quinti anni). Processi di inclusione e di personalizzazione (differenze individuali, immigrati, ritardi nella preparazione,…) Trento 12 febbraio 20088

9 Per un curricolo verticale (6-16) Trento 12 febbraio 2008 - Definire e progettare lo sviluppo di competenze chiave in aree strategiche della formazione (come italiano, matematica, scienze, lingua/e straniera/e lingue straniere, tecnologia della informazione e comunicazione) - Ruolo di dipartimenti costituiti al fine di garantire la qualità e continuità dello sviluppo delle competenze definite - Definire e progettare lo sviluppo di competenze chiave in aree strategiche della formazione (come italiano, matematica, scienze, lingua/e straniera/e lingue straniere, tecnologia della informazione e comunicazione) - Ruolo di dipartimenti costituiti al fine di garantire la qualità e continuità dello sviluppo delle competenze definite 9

10 In questo caso si debbono definire con chiarezza le competenze finali e i relativi standard o livelli accettabili e indicare come si potrà accertare la loro presenza. A partire da questo riferimento si potrà sviluppare il reticolo di obiettivi specifici da raggiungere ai vari livelli della scolarità, individuando le relative conoscenze, abilità, disposizioni e competenze specifiche. In questo caso si debbono definire con chiarezza le competenze finali e i relativi standard o livelli accettabili e indicare come si potrà accertare la loro presenza. A partire da questo riferimento si potrà sviluppare il reticolo di obiettivi specifici da raggiungere ai vari livelli della scolarità, individuando le relative conoscenze, abilità, disposizioni e competenze specifiche. Trento 12 febbraio 200810

11 Per gli altri apporti disciplinari A queste aree di competenza possono essere collegati altri apporti disciplinari con differenziazioni notevoli a seconda del livello scolastico: per il primo ciclo (primaria e secondaria di primo grado) e per il secondo ciclo (a seconda dell’ordine scolastico seguito). Dare ampi spazi all’opzionalità obbligatoria soprattutto nel secondo ciclo A queste aree di competenza possono essere collegati altri apporti disciplinari con differenziazioni notevoli a seconda del livello scolastico: per il primo ciclo (primaria e secondaria di primo grado) e per il secondo ciclo (a seconda dell’ordine scolastico seguito). Dare ampi spazi all’opzionalità obbligatoria soprattutto nel secondo ciclo Trento 12 febbraio 200811

12 Per la programmazione curricolare Una ipotesi Costituire appositi dipartimenti, anche riferibili a scuole collegate in rete, per la progettazione curricolare verticale, per la preparazione dei materiali, delle lezioni, delle prove di valutazione, ecc. in vista delle competenze chiave e delle discipline collegate; veri e propri laboratori curricolari che possono includere docenti della scuola primaria e secondaria Una ipotesi Costituire appositi dipartimenti, anche riferibili a scuole collegate in rete, per la progettazione curricolare verticale, per la preparazione dei materiali, delle lezioni, delle prove di valutazione, ecc. in vista delle competenze chiave e delle discipline collegate; veri e propri laboratori curricolari che possono includere docenti della scuola primaria e secondaria Trento 12 febbraio 200812

13 Sulla metodologia di lavoro - Elaborare una ipotesi di base, da presentare e discutere nei suoi punti centrali con la comunità scolastica - Costituire poi gruppi di lavoro per definire i traguardi relativi alle varie aree e livelli di competenza - Redigere un testo essenziale e aperto a possibili integrazioni e adattamenti sulla base dell’ esperienza e dell’evoluzione della situazione nazionale - Elaborare una ipotesi di base, da presentare e discutere nei suoi punti centrali con la comunità scolastica - Costituire poi gruppi di lavoro per definire i traguardi relativi alle varie aree e livelli di competenza - Redigere un testo essenziale e aperto a possibili integrazioni e adattamenti sulla base dell’ esperienza e dell’evoluzione della situazione nazionale Trento 12 febbraio 200813

14 - Aggiungendo alcune raccomandazioni circa la fattibilità della attuazione dei piani di studio sul versante de: - la formazione continua dei docenti - la formazione continua dei docenti - le modalità di svolgimento del servizio - le modalità di svolgimento del servizio - Proponendo l’attuazione di alcune sperimentazioni assistite, anche come sostegno a iniziative significative già in corso di svolgimento - Aggiungendo alcune raccomandazioni circa la fattibilità della attuazione dei piani di studio sul versante de: - la formazione continua dei docenti - la formazione continua dei docenti - le modalità di svolgimento del servizio - le modalità di svolgimento del servizio - Proponendo l’attuazione di alcune sperimentazioni assistite, anche come sostegno a iniziative significative già in corso di svolgimento Trento 12 febbraio 200814


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