L’essenzialità Giuseppe Ungaretti Questo è il Serchio

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L’essenzialità Giuseppe Ungaretti Questo è il Serchio Al quale hanno attinto Duemil’anni forse Di gente mia campagnola E mio padre e mia madre. La Senna La maturazione: nel 1912, a ventiquattro anni, Ungaretti si trasferisce a Parigi, dove avviene la sua formazione artistica Il Serchio Le origini familiari: i genitori sono emigranti lucchesi. Il padre era fornaio e lavorò come manovale alla costruzione del canale di Suez. Morì quando il poeta aveva due anni Questi sono i miei fiumi Contati nell’Isonzo Questa è la mia nostalgia Che in ognuno Mi traspare Ora ch’è notte Che la mia vita mi pare Una corolla Di tenebre L’Isonzo La definitiva presa di coscienza: durante la Grande guerra, Ungaretti parte soldato semplice nel 19° reggimento di fanteria schierato sul Carso Questa è la Senna E in quel suo torbido Mi sono rimescolato E mi sono conosciuto Questo è il Nilo Che mi ha visto Nascere e crescere E ardere d’inconsapevolezza Nelle distese pianure Il Nilo Le proprie origini: Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto il 10 febbraio 1888 Questo è l’Isonzo E qui meglio Mi sono riconosciuto Una docile fibra Dell’universo

La vita Giuseppe Ungaretti Vita. Corruzione che s’adorna di illusioni (G. Ungaretti, Derniers jours) 1906 Stringe amicizia con il poeta Enrico Pea, che lo avvicina alla letteratura e a tendenze politi- che di tipo anarchico In Egitto, a causa delle difficoltà economiche, si mantiene praticando vari mestieri 1912 Si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con Apollinaire e vari artisti d’avanguardia 1914 Si reca a Milano, schierandosi tra gli interventisti e partendo soldato 1915 Su «Lacerba» vengono pubblicate le sue prime poesie 1916 Esce a Udine il suo primo libretto lirico, Porto sepolto 1919 Finita la guerra, si stabilisce a Parigi come corrispondente del giorna- le fascista «Il popolo d’Italia»; pubblica Allegria di naufragi 1920 Sposa Jeanne Dupoix, che gli dà i figli Ninon e Antonietto

La vita Giuseppe Ungaretti 1921 Si trasferisce a Roma per lavorare nel Ministero degli esteri e aderisce al fascismo 1928 Da posizioni atee, si converte al cattolicesimo 1933 Pubblica Sentimento del tempo, che lo consacra nel mondo 1936 È chiamato a insegnare Letteratura italiana in Sud America, dove decide di stabilirsi 1939 Due anni dopo la morte del fratello, perde anche il figlio Anto- nietto per un’appendicite malcurata 1942 Rientra a Roma, dove è nominato accademico d’Italia e ottie- ne una cattedra di Letteratura italiana moderna 1947 Pubblica Il dolore, ispirato ai lutti familiari Anni ’50 La caduta del fascismo non inficia la sua fama; compie numerosi e lunghi viaggi 1969 La sua intera produzione poetica viene raccolta nel volume Vita d’un uomo 1970 Muore a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno

L’opera Giuseppe Ungaretti Per comodità, la critica è solita suddividere l’opera di Ungaretti in tre fasi primo periodo secondo terzo Ultime Il porto sepolto Naufragi Girovago Prima • Il porto sepolto (1916) • Allegria di naufragi (1919) • esperienza bellica e memorie autobiografiche • ricerca di senso • sentimento di fraternità • amore per la vita L’allegria (1931/1942) • riflessione sulla memoria, sul tempo e sulla morte • richiami a una religiosità indefinita • osservazione del paesaggio romano e laziale Prime La fine di Crono Sogni e accordi Leggende Inni La morte meditata L’amore • Sentimento del tempo (1933/1943) • dolore privato (lutti familiari) • dolore pubblico (la guerra mondiale) • il sopraggiungere della vecchiaia • distaccate riflessioni esistenziali • Il dolore (1947) • La terra promessa (1950) • Un grido e paesaggi (1952) • Il taccuino del vecchio (1960)

La poetica Giuseppe Ungaretti Gentile Ettore Serra Poesia «Parlare di Ettore Serra è un po’ parlare di me» dirà Ungaretti. Si tratta di un ufficiale conosciuto al fronte, che lo aiuterà a pubblicare il suo primo libro di poesie Gentile Ettore Serra Poesia è il mondo l’umanità la propria vita fioriti dalla parola la limpida meraviglia di un delirante fermento Quando trovo in questo mio silenzio una parola scavata è nella mia vita come un abisso (Commiato, L’allegria) Il valore universale della poesia, ma anche la sua tensione umanitaria Il contenuto autobiografico, autenticamente vissuto della poesia L’aggettivo «limpida» rinvia all’autenticità e alla trasparenza del linguaggio; il sostantivo «meraviglia» a un concetto tipico del Barocco, con il quale in effetti Ungaretti ha – e avrà soprattutto in seguito – alcuni punti di contatto Concetto di ascendenza simbolistica La poesia è faticosa ricerca della parola dal fondo dell’io, lotta tormentosa contro l’ineffabile La rivelazione poetica non resta lettera morta, ma incide nel profondo della vita. La poesia ha un’utilità concreta essenziale autentica esperienza di vita sincero Necessità di uno stile: La poesia è: universalmente valida limpido inusitato (che susciti meraviglia) strumento di conoscenza esplorazione dell’abisso

Fratelli Giuseppe Ungaretti Prima versione Di che reggimento siete Fratello   tremante parola nella notte come una fogliolina appena nata saluto accorato nell’aria spasimante implorazione sussurrata di soccorso Versione definitiva Di che reggimento siete fratelli?   Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell’aria spasimante involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilità Sottrazione: l’elaborazione linguistica di Ungaretti consiste soprattutto nel togliere. È una prospettiva quasi michelangiolesca dell’arte Inversione: è una figura retorica molto frequente in Ungaretti. Con un semplice spostamento nell’ordine delle parole, si smorzano o si accentuano i rapporti aggettivo-sostantivo Analogismo: la similitudine si trasforma in nudo e repentino parallelismo analogico. Ne risulta rafforzato l’effetto straniante “Ermetismo”: il concetto, da esplicito, si fa più implicito, ma anche più universale. È la ricerca della parola «scavata […] come un abisso»

Stesura per sottrazione Giuseppe Ungaretti San Martino del Carso Di queste case non c’è rimasto che qualche brandello di muro esposto all’aria Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto nei cimiteri Ma nel cuore nessuna croce manca Innalzata di sentinella a che? Sono morti cuore malato Perché io guardi al mio cuore come a uno straziato paese qualche volta Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro   Di tanti che mi corrispondevano neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca È il mio cuore il paese più straziato Stesura per sottrazione

Nascita della poesia contemporanea Giuseppe Ungaretti Nascita della poesia contemporanea assenza della punteggiatura assenza delle rime Valorizzazione della singola parola, in un’ansia di dire che corrisponde a una ricerca insieme conoscitiva e comunicativa assenza di metri tradizionali e regolari La rivoluzione stilistica: esasperazione del meccanismo analogico estrema brevità dei componimenti frantumazione del verso: «versicoli» «Uno spontaneo stillicidio poetico» (E. Montale) Ermetismo Simbolismo «Una concezione della poesia come assolutezza sacrale che aspira a sottrarsi alle casualità della storia» (P. V. Mengaldo) Crepuscolarismo / Futurismo / avanguardie Lucio Fontana Concetto spaziale - Attese, 1960

L’allegria Giuseppe Ungaretti È chiaramente un titolo antifrastico, ma esprime anche un aspetto essenziale della poetica ungarettiana: il valore conoscitivo del dolore; la scoperta del bene anche nella devastazione (Baudelaire) Temi Questo vecchio libro è un diario. L’autore non ha altra ambizione e crede che anche i grandi poeti non ne avessero altre se non quella di lasciare una sua bella biografia. Le sue poesie rappresentano dunque i suoi tormenti formali, ma vorrebbe si riconoscesse una buona volta che la forma lo tormenta solo perché la esige aderente alle variazioni del suo animo, e, se qualche progresso ha fatto come artista, vorrebbe che indicasse anche qualche perfezione raggiunta come uomo. Egli si è maturato uomo in mezzo ad avvenimenti straordinari ai quali non è stato mai estraneo. Senza mai negare le necessità universali della poesia, ha sempre pensato che, per lasciarsi immaginare, l’universale deve attraverso un attivo sentimento storico, accordarsi colla voce singolare del poeta. (G. Ungaretti, Vita di un uomo) • «Concezione della vita come vagabondaggio alla ricerca di una quiete dell’animo» (P. Spezzani) • Ogni poesia nasce da una precisa occasione (specificata in calce), ma assume valore esemplare • Nell’esperienza tragica e annichilente della guerra, l’uomo si scopre all’insegna della fratellanza • Si parla di «panismo» ungarettiano per indicare la fusione dell’uomo nella natura D’Annunzio: l’uomo (il poeta) diventa divino Ungaretti: L’individuo diventa parte del tutto • Valore “metafisico” della poesia, secondo una concezione di ascendenza simbolista • Disperata lotta della parola contro il silenzio: forte volontà di comunicazione come condivisione

Il sentimento del tempo Giuseppe Ungaretti Il sentimento del tempo Recupero della grande tradizione letteraria italiana Le mie preoccupazioni in quei primi anni del dopoguerra [...] erano tutte tese a ritrovare un ordine, un ordine anche, essendo il mio mestiere quello della poesia, nel campo dove per vocazione mi trovo più direttamente compromesso. In quegli anni, non c’era chi non negasse che fosse ancora possibile, nel nostro mondo moderno, una poesia in versi […]. Si voleva prosa: poesia in prosa. La memoria a me pareva, invece, una àncora di salvezza: io rileggevo umilmente i poeti, i poeti che cantano. Non cercavo il verso di Jacopone o quello di Dante, o quello del Petrarca o quello di Guittone, o quello di Tasso, o quello di Cavalcanti, o quello di Leopardi: cercavo il loro canto. Non era l’endecasillabo del tale, non il novenario, non il settenario del talaltro che cercavo: era l’endecasillabo, era il novenario, era il settenario, era il canto italiano, era il canto della lingua che cercavo nella sua costanza attraverso i secoli […], era il battito del mio cuore che volevo sentire in armonia con il battito del cuore dei miei maggiori di una terra disperatamente amata. (G. Ungaretti, Vita di un uomo) Ritorno alla metrica “tradizionale” Recupero della punteggiatura Ritorno all’ordine: Arricchimento della sintassi, talora difficile Influenza barocca (anche per la scelta del tema) Anticipazione dell’Ermetismo Temi • Volontà di «approfondire le lontananze» • Riflessione sulla memoria, individuale e collettiva • Bisogno di confrontarsi con solidi valori morali, religiosi e politici (conversione e fascismo) • Adeguamento della parola e dello stile alla mutata realtà sociale e politica • Se L’allegria si era chiusa con la minaccia del si- lenzio, la nuova raccolta reagisce con un’involu- zione ulteriore dello stile Philippe de Champaigne, Vanità o Allegoria della vita umana, prima metà del XVII secolo

Le raccolte successive Giuseppe Ungaretti L’ultimo Ungaretti La terra promessa Il dolore Le raccolte successive Tentativo di adottare una struttura poematica: ruota intorno al tema del viaggio esistenziale, dall’infanzia fino alla morte (la “terra promessa”). Sono sempre più evidenti le suggestioni religiose Ungaretti sembra riavvicinarsi alla maniera dell’Allegria: il bisogno di comunicare il dolore (privato e pubblico) crea una tensione linguistica che torna a produrre frantumazione, condensazione, ermetismo • Un grido e paesaggi (1952) • Il taccuino del vecchio (1960) • Dialogo (1968) • Scelta della forma diaristica e dialogata • Poesia come memoria e riflessione • Avvicinamento alle neoavanguardie • Ricerca della perfezione formale • Chiusura ermetica • Esasperazione dell’analogia • Scelta di un orizzonte mitico-simbolico • Ricerca della musicalità • Distensione sintattica • Poesia come memoria e comu- nicazione