Gian Maria Varanini Dal trionfo della teocrazia al papato rinascimentale.

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Transcript della presentazione:

Gian Maria Varanini Dal trionfo della teocrazia al papato rinascimentale

La Chiesa cattolica nei secoli XII e XIII La «Chiesa del Papa» Le tendenze del secolo XII - Curia romana e suo sviluppo - Collegio cardinalizio - Crociate

Il concilio Lateranense IV (1215) Innocenzo III (Lotario dei conti di Segni) De miseria humanae conditionis Servus servorum Dei Da vicarius Petri a vicarius Christi Un concilio ‘disciplinare’ e ‘pastorale’, punto d’arrivo dell’evoluzione dei secoli XI e XII (la procedura inquisitoria contro i chierici; l’obbligo di scrittura degli atti giudiziari; divieto di partecipazione dei chierici alle ordalie; procedure scritte per tutti i processi)

Un concilio pastorale I sacramenti collegati in un «sistema di salvezza»: confessarsi «ad proprium sacerdotem», precetto pasquale, matrimonio da celebrarsi in Chiesa, divieto del matrimonio segreto Il concetto di esclusione dalla comunità (ortodossia / eterodossia; sequestro dei beni per lo scomunicato, impossibilità di ereditare i beni dello scomunicato; la «morte civile» dello scomunicato; il ricorso al braccio secolare

Ideologia del potere papale I canonisti distinguono un potere ORDINARIO del papa, in accordo con le leggi, e un potere ASSOLUTO (absolutus, sciolto) superiore alle leggi stesse, che il papa poteva esercitare in caso di «necessità» e per il «bene» della Chiesa. Necessità utilità bene sono concetti astratti che dipendono dalla valutazione PERSONALE dei papi. I papi decidono SEMPRE per il bene della Chiesa. Tendenzialmente, sono «infallibili». Lc. 22, 32: Cristo dice a Pietro: «Ma io ho pregato per te, Pietro, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».

Infallibilità Questo passo, applicato nel XII alla Chiesa, nel Duecento è applicato (da Innocenzo III in poi) proprio al papa. E’ interpretato letteralmente. E’ proprio Pietro che non sbaglia mai, e questo potere è trasmesso ai suoi successori. «E’ impossibile che Dio assegni a qualcuno una piena autorità di decidere i dubbi della fede e della legge divina e poi gli consenta di cadere nell’errore». (Pietro di Giovanni Olivi, 1280)

Scelte pratiche che ne conseguono - il ruolo dei legati papali (plenipotenziari: il legato è «un altro papa», superiore al vescovo locale) - il controllo dell’elezione dei vescovi - il potere di trasferire i vescovi - il potere di assegnare i beni delle chiese vacanti La riforma del Diritto Canonico: il «liber Extra» di Raimundo de Penafort (domenicano). Originariamente, il Decretum di Graziano era un insieme di CASI; adesso dai casi si passa alle REGOLE

Sempre più curia romana GIUSTIZIA Un grande tribunale Presenza pervasiva della giustizia: auditori delle cause, cardinali… (la più importante sede giudiziaria dell’Occidente, la sola «giustizia internazionale») FINANZA La centralizzazione delle decime, la decima del papa, DEROGHE DALLE LEGGI Potere di grazia: dispensare dall’osservanza delle norme canoniche (nel matrimonio dei laici, per i benefici e le carriere ecclesiastiche)

Eresia e lotta politica: prima fase Nel 1220 Federico II accetta di combattere l’eresia a fianco del Papa: Contro i ribelli del regno meridionale e nei comuni italiani, usa l’accusa di eresia, equiparandola al reato di lesa maestà. I comuni sono eretici in quanto sovvertitori della monarchia voluta da Dio. Sono scismatici ispirati dal Demonio.

Eresia e lotta politica: seconda fase Quando Federico II rompe con il papato e viene scomunicato, si trova lui a essere additato come eretico e nemico della Chiesa La lotta contro l’imperatore (e poi contro i suoi eredi dopo la sua morte nel 1250, Manfredi e Corradino) si trasforma in una crociata per la difesa della fede.

Celestino V Alla morte di Niccolò IV (4 aprile 1292) i cardinali, ridotti di numero e divisi tra loro, non riuscivano a scegliere un successore. Il Conclave durò oltre due anni. il 5 luglio 1294 venne eletto Pietro da Morrone, un eremita che viveva sulla Maiella, che prese nome Celestino V La consacrazione avvenne a L’Aquila, alla presenza del re Carlo II Il papa non si recò mai a Roma Prese disposizioni favorevoli ai francescani Spirituali Abdicò dal pontificato il 13 dicembre 1294

Celestino V

Bonifacio VIII Il successore di Celestino V, fu Bonifacio VIII, della famiglia Caetani Grande propugnatore dell’autorità pontificia, si dovette però misurare con le nuove forze emergenti (Stati e città) La Francia di Filippo IV il Bello Firenze Il Regno di Sicilia (angioino)

Potere politico, potere religioso La tesi secondo la quale l’eresia colpisce l’impero e in generale il potere civile si ritorce contro il papa. Come aveva fatto Federico II, anche i re dei regni europei possono intervenire contro l’eresia, ergersi a tutori dell’ortodossia dei loro fedeli, sfruttare la religione come «Instrumentum regni». Di qui nasce il conflitto fra Filippo IV il Bello, re di Francia, e un papa discusso (e non privo di punti deboli) come Bonifacio VIII Caetani (che aveva scomunicato i Colonna, e aveva molti nemici anche in Italia).

Bonifacio VIII

Bonifacio VIII indice il Giubileo (affresco di Giotto, Laterano)

Bonifacio VIII

Bonifacio V

Bonifacio VIII

Lo scontro con i Colonna Bonifacio dichiarò invalide tutte le disposizioni di Celestino (anche quella riguardante gli Spirituali) Si scontrò con la famiglia Colonna, giungendo a bandire una crociata contro di loro 1298 espugnò la rocca di Palestrina I Colonna fecero proprie le posizioni degli Spirituali, promovendo il Manifesto di Lunghezza nel quale si proclamava illegittima l’elezione di Bonifacio Iacopone da Todi viene imprigionato ( O papa Bonifazio, molt'ài iocato al mondo)

La politica del papato nel sud 1297 trattato di Anagni: Giacomo II d’Aragona rinuncia alla Sicilia (che resta al fratello Federico) Roberto, figlio di Carlo II d’Angiò sposa Jolanda d’Aragona, sorella di Giacomo e di Federico Aragonesi e Angioini insieme contro i Siciliani. Roberto conquista Catania e pone l’assedio a Messina, ma viene sconfitto a Falconara (Trapani) Bonifacio fa intervenire Templari e Ospedalieri, ma senza risultato Pace di Caltabellotta (morte di Jolanda) 1309 Roberto diventa re di Sicilia, e sposa Sancia di Maiorca 1323, forte dell’investitura papale, l’Aragona conquista la Sardegna

Il Giubileo del 1300 La fine di Bonifacio, l’11 ottobre 1303, pochi giorni dopo l’oltraggio di Anagni, appare in contrasto con Il Giubileo del 1300 In quell’anno folle di pellegrini si presentarono a Roma nella certezza di trovarvi il perdono dei peccati. Il papa riconobbe l’importanza dell’evento, concedendo l’indulgenza plenaria a tutti i pellegrini.

La Francia di Filippo IV il Bello 1296: bolla Clericis laicos con cui si proibisce ai re di tassare la chiesa e ai chierici di pagare senza autorizzazione papale 1297 il re vieta l’esportazione di oro e argento (in pratica blocca le decime)

Violenta reazione del papa 1301: bolla Ausculta fili, contro la pretesa del re di giudicare Bernardo Saisset, vescovo di Pamier 1302: bolla Unam Sanctam «Uno è l’ovile e uno il pastore. Tutti quelli che volessero sottrarsi all’autorità di Pietro, dovrebbero ammettere di non essere contati nel novero delle pecore di Cristo». La Chiesa in quanto guida unica ha il potere su entrambe le spade, quella spirituale e quella secolare, che «deve essere usata a profitto della Chiesa e su ordine del sacerdote e entro i limiti che egli prescrive». «Una spada sia sottoposta all’altra spada e l’autorità temporale sia sottoposta a quella spirituale». 1).

La reazione di Filippo il Bello Bonifacio è un papa indegno, io devo proteggere la Chiesa contro i suoi abusti. 1303: Guglielmo di Nogaret cancelliere di Filippo il Bello è inviato a Roma, ove imprigiona il papa e lo costringe a non pubblicare la bolla di scomunica contro Filippo il Bello Il papa muore 1303, ed è processato (è eretico, commette nefandezze di natura sessuale, è in contatto col demonio, è blasfemo ecc.). La curia cardinalizia accetta di processarlo, ma non si arriva alla sentenza.

Clemente V Alla morte di Bonifacio VIII gli successe Benedetto XI, per pochi mesi, e poi ancora una lunga Sede Vacante, sino all’elezione di Clemente V, provenzale (1305) 1307 processo contro i Templari 1308 Clemente V favorisce l’elezione di Enrico VII contro Carlo di Valois , indice un Concilio a Vienne, presso Lyon, in cui si trattò dei Templari e degli Spirituali

Enrico VII Divenuto re dei romani (1308) Enrico consolida la propria casata, con l’acquisizione della corona del Regno di Boemia (che passa al figlio, Giovanni) 1311 arriva in Italia Milano, lotte tra Visconti e Torriani Firenze non gli apre le porte Roma è piena delle truppe di Roberto d’Angiò 1312 viene coronato imperatore a S. Giovanni 1313 muore a Buonconvento presso Siena

Enrico VII Codex Balduini

Enrico VII – Codex Balduini

Enrico VII Codex Balduini

Giovanni XXII Il più importante successore di Clemente V fu Giovanni XXII, di Cahors (papa dal 1316 al 1334) Si mosse dapprima contro gli Spirituali poi contro tutti i francescani, proclamando eresia l’affermazione che Cristo non possedette nulla, né in proprio né insieme agli apostoli Michele da Cesena, Guglielmo Ockham e Bonagrazia da Bergamo fuggirono presso l’imperatore Ludovico il Bavaro Inviò in Italia il nipote, card. Bertrando del Poggetto, che sostenne i guelfi contro i ghibellini capeggiati dai Visconti

Ludovico il Bavaro Il grande avversario di Giovanni XXII fu Ludovico il Bavaro ( ) 1328 scende in Italia, ma si trova coinvolto nelle lotte tra le signorie e finì per combattere gli stessi Visconti Entrato in Roma si fece coronare imperatore non a San Pietro, ma in Campidoglio, dal popolo romano e poi fece insediare come papa un francescano spirituale. Non avendo le forze per invadere il Regno angioino, dovette tornare in Germania.

Benedetto XII e Clemente VI Il successore di Giovanni XXII, Benedetto XII (l’inquisitore Jacques Fournier) scelse di continuare a restare in Provenza, facendo costruire il palazzo dei papi in Avignone. Clemente VI otteneva dai principi tedeschi l’elezione di Carlo di Boemia, contro Ludovico il Bavaro, che moriva (1347)

Cola di Rienzo La coronazione imperiale di Ludovico il Bavaro aveva rivelato la nuova autocoscienza del popolo romano. In questo contesto si fa luce Cola, figlio di un oste e di una lavandaia, era riuscito a formarsi una cultura elevata 1343 viene inviato in ambasceria ad Avignone, per ottenere l’indizione di un giubileo per il 1350 (conobbe Petrarca) tornato a Roma, si impadronì del Campidoglio, proclamandosi Tribuno Inviò lettere a tutti i principi d’Italia, per invitarli a Roma per una riunione sui mali del Paese (1347) L’insuccesso dell’iniziativa provoca il malcontento: Cola è costretto a fuggire, trovando scampo presso gli eremiti della Maiella Quindi si recò presso l’imperatore Carlo IV a Praga, che lo inviò ad Avignone Il successore di Clemente VI, Innocenzo VI, lo inviò di nuovo a ROMA 1354 venne ucciso da una rivolta popolare

Innocenzo VI ( ) L’importanza di Innocenzo VI è legata soprattutto al tentativo di consolidare lo Stato della Chiesa. A questo scopo diede mandato al card. Egidio d’Albornoz, che si era già distinto nella Reconquista spagnola (era arcivescovo di Toledo) ove aveva redatto le Costituzioni di Alcalà nel 1348, rafforzando l’unità del Regno di Castiglia In Italia, l’Albornoz riorganizzò lo Stato della Chiesa (parlamento di Montefiascone 1354, dove ottenne obbedienza da parte di tutti i vassalli del papa), dopo aver ripreso Umbria e Marche, nel 1357 con le Costituzioni egidiane, si sanciva l’autorità del papa conquista di Bologna (contro il Visconti)

Il primo ritorno del papato a Roma Il successore di Innocenzo VI, Urbano V, era anzitutto preoccupato per l’avanzata dei Turchi (che avevano occupato Gallipoli, nel 1356) 1367 decise di ritornare a Roma Ma poi tornò ad Avignone per contribuire alla pace tra Francia e Inghilterra (inizio della Guerra dei Cent’anni) Muore nel 1370 ad Avignone

Gregorio XI e la guerra con Firenze Il successore di Urbano V, Gregorio XI, sapeva di dover tornare a Roma, ma esitava (anche per il perdurare della guerra tra Francia e Inghilterra) Firenze ne approfittò per provocare la ribellione dello Stato della Chiesa. Nasceva la guerra detta degli Otto Santi ( ) Nel 1377 il papa si trasferisce a Roma, l’anno successivo Firenze è costretta alla pace. Il 27 marzo 1378 il papa moriva a Roma.

Dalla Christianitas medievale all’Europa Per comprendere le ragioni del passaggio dalla Christianitas medievale all’Europa bisogna soffermarsi sulle evoluzioni interne alla Chiesa il papa Gregorio XI tornava definitivamente a Roma, ma il 27 marzo 1378 moriva Il 18 aprile 1378, giorno di Pasqua veniva coronato pontefice il vescovo di Bari, Bartolomeo Prignano, con il nome di Urbano VI

Lo scisma I cardinali (soprattutto quelli francesi) si pentirono dell’elezione di Urbano e il 20 settembre 1378, dopo ave dichiarato nulla l’elezione di Urbano) elessero un altro papa: Roberto di Ginevra, che prese nome Clemente VII Urbano VI -Germania -Inghilterra -Fiandre -Polonia -Ungheria -Italia delle Signorie Clemente VII -Francia -Regno di Sicilia -Scozia -Regni della Penisola Iberica

Le conseguenze della divisione Un’aspirazione alla Reformatio Ecclesiae In capite et membris : Pietro d’Ailly e Giovanni Gerson Una riflessione sulla Costituzione della Chiesa: Monarchica (come teorizzato da Bonifacio VIII nella Unam Sanctam) Conciliare (come teorizzato per la prima volta nella Epistola Concordiae di Corrado di Gelnhausen)

Anche i santi si dividono Come all’inizio dello scisma Caterina da Siena si era schierata decisamente per Urbano VI, suggerendo anzi l’idea di convocare un gruppo di uomini santi che pregassero per il papa Così altri santi, come Vincenzo Ferrer e Colette di Corbie si schierarono con il papa di Avignone.

l Concili 1409 a Pisa, i cardinali delle due obbedienze promuovono un concilio, ma non ottengono l’abdicazione dei due papi e ne eleggono un terzo. Si formano tre obbedienze: Romana Avignonese Pisana 1414, il papa “pisano” Giovanni XXIII convoca il concilio a Costanza, cui è presente l’imperatore Sigismondo. Si chiesero le dimissioni dei tre pontefici (solo il papa “avignonese” Benedetto XIII si rifiutò) e si elesse un nuovo papa, Martino V, della famiglia Colonna (22 aprile 1418)

I problemi religiosi Lo stesso Concilio di Costanza condannò Giovanni Hus, teologo boemo, che a Praga insegnava e predicava, seguendo le idee di Giovanni Wicliff. A nulla gli valse il salvacondotto dell’imperatore Sigismondo: venne messo sul rogo. Il Concilio aveva risolto il problema del contrasto tra i papi, ma aveva lasciato intatto il problema della Riforma della Chiesa.

La crisi ussita Negli anni successivi al concilio di Costanza la frattura tra i seguaci di Hus e la chiesa ufficiale divenne insanabile. Gli ussiti si diffusero soprattutto nelle campagne della Boemia, ribattezzando località con nomi biblici, come il monte Tabor (ex Hradista). Essi godevano della protezione del fratello di Sigismondo, Venceslao, re di Boemia. Il 31 luglio 1419 Giovanni Ziska, capo degli ussiti, entrava con un esercito in Praga. Pochi giorni dopo (il 16 agosto) Venceslao moriva. La pretesa successione da parte di Sigismondo venne respinta.

Moderati e radicali Tra gli ussiti, tutti persuasi della necessità di difendere l’identità nazionale boema, si crearono due correnti: Utraquisti che volevano la riforma della chiesa, la povertà del clero, la comunione sotto le due specie. Rifiutavano ogni accusa di eresia. Taboriti consideravano la gerarchia come chiesa dell’Anticristo; mantenevano solo due sacramenti, battesimo ed eucarestia (ma rifiutando la transustanziazione)

Il Concilio di Basilea Martino V si era impegnato, al momento della sua elezione, a convocare un Concilio ogni 10 anni. Nel 1423 convocò un concilio a Pavia, che non ebbe seguito Nel 1431 convocò un concilio a Basilea, ma morì poco tempo dopo. Davanti al successore Eugenio IV, i padri conciliari proclamarono la superiorità del Concilio sul papa.

Ancora il problema Ussita Gli Utraquisti avevano accettato di partecipare al Concilio, e, in un secondo momento anche i Taboriti. Nel 1434, dopo una guerra in cui vennero sconfitti i Taborriti, si avviò una trattativa, che giunse Nel 1436 ai Compactata di Jihlava in cui: Si riconosceva il diritto di esistenza della chiesa utraquista, cattolica e obbediente a Roma, ma autonoma nella sua organizzazione Veniva riconosciuta la sovranità regia di Sigismondo.

I rapporti con l’Impero d’Oriente Nello scontro tra papa e Concilio, quest’ultimo decise di spostare il Concilio stesso a Ferrara (e poi a Firenze) 1439 I padri conciliari dichiararono eretico il papa ed elessero Amedeo VIII di Savoia, con il nome di Felice V L’imperatore Giovanni VIII Paleologo, alla ricerca di aiuto contro l’avanzata turca, preferì rivolgersi al papa. A Firenze venne proclamata l’unione tra le due chiese. Nel 1443 Eugenio IV bandiva una crociata contro i turchi, cui aderì solo l’Ungheria. Il 10 novembre 1444 l’esercito crociato venne sanguinosamente sconfitto a Varna.

Le osservanze Il problema della Riforma della Chiesa non era sentito solo in capite, ma anche in membris. Molti ordini religiosi, nel periodo dello Scisma, avvertirono un’esigenza di rinnovamento, che venne caratterizzandosi come ritorno all’osservanza delle regole primitive. Così i seguaci di Caterina da Siena tra i domenicani (Raimondo di Capua) Così i seguaci di Pauluccio Trinci tra i Minori Tra di essi le 4 colonne: Giacomo della Marca Bernardino da Siena Alberto da Sarteano Giovanni da Capestrano

Bernardino da Siena

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I papi umanisti Dopo Eugenio IV, con Niccolò V inizia una serie di papi italiani, molto colti, che organizzarono a Roma una corte fastosa Nel frattempo, nel 1449 Felice V, abbandonato da tutti, abdicava (e si riconciliava) Nel 1453 Maometto II conquistava Costantinopoli Il papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini, cercò di organizzare una crociata. L’unico successo: la battaglia di Belgrado del 1456 che vide protagonista Giovanni da Capestrano

Pio II