Area di Crisi Val Vibrata: Presentazione del Piano di Rilancio Teramo 24 ottobre 2012.

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Area di Crisi Val Vibrata: Presentazione del Piano di Rilancio Teramo 24 ottobre 2012

1.Il Piano di rilancio: finalità, priorità, metodologia 2.Il processo di Concertazione: obiettivi e processo 3.L’analisi della competitività dell’area: criticità, opportunità, settori strategici 4.Il Piano di Rilancio: le indicazioni strategiche 5.Il Piano di Rilancio: gli Interventi Operativi INDICE

Il Piano di Rilancio d'area dell’Area di crisi regionale Val Vibrata delinea una visione condivisa e sostenibile del futuro economico - produttivo del territorio e definisce un insieme di azioni strategiche utili per la concreta attuazione di tale visione. E’ un piano strategico finalizzato ad individuare tematiche, target e priorità verso cui indirizzare azioni che diano impulso all’economia locale. Esso serve per costruire un progetto di sviluppo locale coerente con le caratteristiche dell’area, su cui convergono in modo adeguato le aspettative e le risorse di tutti gli attori, locali e non, che ne sono coinvolti. 1 IL PIANO DI RILANCIO: FINALITA’

Il Piano di Rilancio d’Area si basa su tre priorità: 1. promuovere nuove iniziative industriali 2. rivitalizzare il sistema imprenditoriale locali 3. creare nuova occupazione stabile. 1 IL PIANO DI RILANCIO: LE PRIORITA’’

IL PIANO DI RILANCIO: LA METODOLIGA Analisi del contesto economico/produttivo dell’area di riferimento Tavoli di concertazione con gli attori locali e le realtà produttive sulle tematiche inerenti gli assi strategici e confronto sulla vision e sui contenuti degli assi strategici Acquisizione e sistemazione dei risultati dei tavoli di concertazione e confronto con le aziende del settore prescelto Elaborazione e diffusione della prima bozza degli indirizzi e dei contenuti strategici del Piano e confronto con le istituzione e gli stakeholders ATTIVITA’OUTPUT ANALISI DELLE QUESTIONI PIU’ RILEVANTI PER LO SVILUPPO DELL’AREA FOCUS GROUP INDIVIDUAZIONE DEI SETTORI TRAINANTI, DELLA VISION E DELL’AZIONE CARDINE PIANO DI RILANCIO DELL’AREA 1. FASI

Obiettivi della fase di concertazione:  Sensibilizzare gli attori locali al progetto;  Individuare le macro-criticità e verificare i livelli di integrazione settoriali ed intersettoriali;  Raccogliere idee e suggerimento per definire la Strategia del Piano di Rilancio dell’Area. 2. LA CONCERTAZIONE: GLI OBIETTIVI

Il Tavolo per l’Area di Crisi Val Vibrata si è riunito per la prima volta, il 18 gennaio Al Tavolo partecipano i rappresentanti degli attori locali e delle istituzioni del territorio. IncontriRiunioni Tematiche  1° Incontro Area di Crisi Val Vibrata il  Settore Legno: il  2° Incontro Area di Crisi Val Vibrata il c/o la Provincia di Teramo  Settori Tessile, Abbigliamento, Pelletteria e Cuoio: il  3° Incontro Area di Crisi Val Vibrata il c/o la Provincia di Teramo  Settori Carbonio e Meccanica: il  4° Incontro Area di Crisi Val Vibrata il  Settore Agroalimentare: il  5° Incontro Area di Crisi Val Vibrata il  Settore Turismo, Ambiente, Edilizia: il ° Incontro Area di Crisi Val Vibrata il Il 12 Aprile 2012 è stato siglato un “Protocollo Istituzionale” tra tutti gli “Attori Locali”, coordinati dalla Provincia di Teramo quale Ente capofila, al fine di dare più incisività alle azioni di rilancio dell’area Val Vibrata. Il 17 Aprile 2012 una delegazione del Tavolo relativo all’Area di crisi Val Vibrata, unitamente al Presidente della Regione Abruzzo si è incontrata con il Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca. 2. IL PROCESSO DI CONCERTAZIONE

Nell’ambito dei Focus Group è stato proposto, da parte del sindacato, di coinvolgere i rappresentanti sindacali aziendali (o in assenza di questi le rappresentanze territoriali) nella fase di elaborazione dei progetti d’investimento. I sindacati auspicano che i benefici derivanti dai progetti di investimento ricadano anche sui lavoratori. 2. IL PROCESSO DI CONCERTAZIONE

Il tessuto produttivo della Val Vibrata, che ha costituito per decenni il motore dello sviluppo industriale della provincia, in questi ultimi anni manifesta forti segnali di rallentamento. Dai tavoli di concertazione sono emerse le seguenti macro- Criticità:  perdita di competitività anche a seguito della globalizzazione dei mercati  modesta propensione all’innovazione di processo e di prodotto;  deboli relazioni con l’università e le strutture di ricerca;  assenza, nella quasi totalità delle piccole imprese, di un modello organizzativo efficace;  difficoltà connesse al ricambio generazionale;  difficoltà ad utilizzare le numerose risorse per la formazione dei lavoratori;  difficoltà di accesso al credito. 3. ANALISI DELLA COMPETITIVITA’: CRITICITA’ DELL’AREA

Macro-Criticità:  sottocapitalizzazione delle imprese;  modello di specializzazione concentrato nella fasi a meno valore aggiunto e maggiormente standardizzate;  debolezza delle politiche di aggregazione anche a causa del “nanismo” imprenditoriale che caratterizza l’area, in particolare nel settore abbigliamento e del cuoio;  forte rallentamento dell’export;  assenza di imprese nei servizi avanzati a servizio dell’impresa manifatturiera;  difficoltà ad attrarre nuovi investimenti esogeni;  carenze infrastrutturali;  assenza di una “governance” forte in grado di guidare il processo di riposizionamento dell’area. 3. ANALISI DELLA COMPETITIVITA’: CRITICITA’ DELL’AREA

Dai tavoli sono emerse numerose potenzialità alcune delle quali latenti:  presenza di un forte tessuto industriale il quale riveste ancora, nonostante la crisi, in alcuni settori, un posto di rilievo nella graduatoria nazionale;  associazioni ed imprenditori auspicano l’attivazione di politiche di integrazione e di maggiore collegamento con il mondo della ricerca;  ci sono imprenditori disposti ad investire in settori nuovi ed innovativi ed alcune imprese stanno per avviare interessanti azioni di diversificazione produttiva;  si avverte l’esigenza di una forte “governance” territoriale in grado di supportare il sistema produttivo locale sui mercati nazionali ed esteri e di esercitare un’azione di lobby, efficace e trasparenze, sulla regione e sul governo per ottenere sostegno finanziario alla ripresa dell’area;  i policy maker accettano la sfida di andare incontro alle imprese attraverso la riduzione e/o il congelamento di alcuni tributi locali. 3. ANALISI DELLA COMPETITIVITA’: POTENZIALITA’ DELL’AREA

I SETTORI Strategici Tessile Abbiglia. Meccanico/ Automotive Pelletteria/ Calzature Mobiliero/ Legno Agroalim. Pesca Farmaceutica Turismo Servizi Edilizia Energie Rinnovabili Carta Facon di qualità Polo del Carbonio Distretto Agroali. di Qualità Certificazione Qualità - Piano per la messa in sicurezza del territorio; - Task force per la crisi dell’edilizia e del LL.PP. - Progetto Borghi 3. ANALISI DELLA COMPETITIVITA’: I SETTORI STRATEGICI

L’incrocio delle criticità con i punti di forza attuali e potenziali dell’area, fornisce interessati suggerimenti su come orientare la strategia di rilancio dell’area della Val Vibrata e sulle azioni operative da implementare. E’ emersa una consapevolezza diffusa che il rilancio produttivo dell’area passa attraverso una vasta e profonda azione di riposizionamento. 4. IL PIANO DI RILANCIO DELL’AREA: LE INDICAZIONI STRATEGICHE

La MISSION si declina nei seguenti 3 macro-obiettivi strategici Obiettivi Strategici Innovazione Integrazione Riconversione ecosostenibile del territorio Azioni: Rapporti con le università; creazione di imprese nel terziario avanzato; Incentivi all’innovazione; Centro di innovazione Territoriale (raccordato con i Poli); Marchi territoriali. Azioni: Attivazione reti settoriali ed intersettoriali; Progetti di filiera e intersettoriali; Incentivi all’integrazione produttiva. Azioni: Riqualificazione aree produttive; Messa in sicurezza del territorio; Mobilità Governance Territoriale 4. IL PIANO DI RILANCIO DELL’AREA: GLI OBIETTIVI STRATEGICI

21. Formazione continua 2.2 Sinergie con Universit à e mondo della ricerca e con i Poli di Innov Promozione di Laboratori e Centri di innovazione 2.4 Assistenza agli imprenditori e Rafforzamento della competitivit à sui mercati 3.1. Attivazione reti corte ” e “ lunghe ” 3.2. Progetti di filiera 3.3 Progetti intersettoriali 4.1 Rafforzamento delle imprese esistenti/ Creazione di nuove imprese 4.2 Sviluppo di imprese nel terziario avanzato 4.3 MKTG Terr. e attrazione di imprese dall ’ esterno 4.4. Accesso al credito e Patto tributario con i Sindaci 5. Eco - sostenibilit à del territorio 5.1 Riqualificazione delle aree industriali 5.2 Utilty 5.3 Messa in sicurezza del territorio 5.4 Infrastrutturaz., ricettivit à e promozione turistica; 5.5 Mobilità 3. Politiche di rete e di integrazione produttiva 4. Competitivit à del sistema produttivo endogeno Innovation Valley 2. Capitale Umano e processi di innovazione 1. Opere Pubbliche Strategiche 1.1. Uscita svincolo sulla S.Nicolò- Garrufo 1.2. Raccordo uscita pedemontana 1.3 Polo Fier. e Centro Ass. Impr. 1.4 Azioni sulle aree industriali. Progetto APEA 4. IL PIANO DI RILANCIO DELL’AREA: MATRICE STRATEGICA

1. OPERE PUBBLICHE STRATEGICHE 1.1 Uscita svincolo sulla S. Nicolò – Garrufo ( vs. Val Vibrata) per provenienza da Roma 1.2 Raccordo uscita pedemontana con s.p. 17 “Floriano” per zone industriali ed adeguamento viabilità Val Vibrata – Val Tronto s.p. 1c/s.p. 1b s.p. 1a ( poiché ora c’è una limitazione di carico – 25 ton. - ) 1.3 Polo Fieristico e Centro Assistenza Imprenditori (S.Egidio) 1.4 Azioni sulle aree industriali per risparmio economico alle imprese su energia ed altre risorse attraverso l’implementazione del progetto A.P.E.A. (Aree Produttive Ecologiche Attrezzate) predisposto dalla provincia di Teramo nell’ambito del P.T.P., nelle aree industriali della Val Vibrata 5. IL PIANO DI RILANCIO: GLI INTERVENTI OPERATIVI: ASSE 1

2. CAPITALE UMANO E PROCESSI DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA 2.1 Formazione continua e diffusione della Cultura d’impresa Interventi di formazione continua per gli adulti Interventi di inserimento lavorativo per i giovani e per le donne Diffusione della cultura d’impresa Corsi specialistici (a supporto dell’innovazione dei settori a vacazione territoriale) 2.2 Sinergie con Università, mondo della Ricerca, Poli di Innovazione 2.2.1Attivazione di rapporti di collaborazione 2.3 Laboratori e Centri di Innovazione 2.3.1Analisi dei bisogni di innovazione del territorio 2.3.2Attivazione di un centro di Innovazione Territoriale 5. IL PIANO DI RILANCIO: GLI INTERVENTI OPERATIVI: ASSE 2

3. POLITICHE DI RETE 3.1 Integrazione produttiva e attivazione Reti “corte” e “lunghe Attivazioni di “reti” tra le imprese nei settori a vocazione territoriale (abbigliamento- cuoio,agroalimentare, legno, meccanica, turismo) Attivazione reti intersettoriali 5. IL PIANO DI RILANCIO: GLI INTERVENTI OPERATIVI: ASSE 3

4. COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO ENDOGENO 4.1 Progetti di Innovazione Tecnologica Rinnovo Macchinari Progetti di innovazione di prodotto, di processo e organizzativa Progetti di Information Tecnology Progetti di nuovi investimenti produttivi 4.2Terziario Avanzato Creazione Nuove Imprese 4.3 Attrazione di nuove imprese Attivazione di un fondo per l’attrazione di imprese esterne Politiche di Marketing Territoriale 4.4Ingegneria Finanziaria Sostegno al credito Patto Tributario con i Sindaci 5. IL PIANO DI RILANCIO: GLI INTERVENTI OPERATIVI: ASSE 4

5. ECO-SOSTENIBILITA’ DEL TERRITORIO e GOVERNANCE 5.1 Welfare Territoriale Interventi specifici sul sociale Impresa sociale 5.2Recupero aree dismesse Interventi di riqualificazione 5.3 Utility Ciclo dei rifiuti e raccolta diff Sviluppo di fonti rinnovabili 5.4Messa in sicurezza del territorio e mobilità Interventi di riqualificazione urbana Interventi sulla mobilità 5.5 Ricettività pubblica e privata e infrastrutturazione turistica Rafforzamento strutture esistenti e creazione nuove strutture Riconversione a fini turistici del patrimonio pubblico Implementazione pacchetti turistici e politiche di marca 5.6Governance Attivazione Cabina di Regia 5. IL PIANO DI RILANCIO: GLI INTERVENTI OPERATIVI: ASSE 5

Questo programma che richiede un finanziamento di circa 27 milioni di euro, non rappresenta tutti gli interventi che nei prossimi anni caratterizzeranno il territorio dell’area di crisi Val Vibrata, ce ne saranno altri che non sono riportati sul PRA, ma certamente rappresenta un modello di governance innovativo che riunisce, intorno ad un tavolo di lavoro, tutti i portatori di interessi, le parti sociali, PPAA e che permette a tutti di condividere interventi ed ottimizzare risorse. CONCLUSIONI