Il debito pubblico Se il totale delle spese pubbliche supera le entrate, si ha un deficit di bilancio Se il totale delle spese pubbliche supera le entrate,

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Il debito pubblico Se il totale delle spese pubbliche supera le entrate, si ha un deficit di bilancio Se il totale delle spese pubbliche supera le entrate, si ha un deficit di bilancio Qualora il deficit non sia finanziato da emissione di moneta, lo Stato deve emettere titoli del debito pubblico Qualora il deficit non sia finanziato da emissione di moneta, lo Stato deve emettere titoli del debito pubblico Su tali titoli, lo Stato pagherà un certo tasso di interesse pari ad i Su tali titoli, lo Stato pagherà un certo tasso di interesse pari ad i Supponiamo che in un certo anno iniziale il debito sia nullo Supponiamo che in un certo anno iniziale il debito sia nullo Ipotizziamo che in questo anno si crei un deficit pari a € 100 Ipotizziamo che in questo anno si crei un deficit pari a € 100 Alla fine dell’anno il debito sarà pari a € 100 Alla fine dell’anno il debito sarà pari a € 100

Il debito pubblico Supponiamo ora che nell’anno successivo le entrate siano pari alle spese primarie, ossia alle spese al netto degli interessi Supponiamo ora che nell’anno successivo le entrate siano pari alle spese primarie, ossia alle spese al netto degli interessi Ossia supponiamo che il bilancio primario sia in pareggio; a quanto sarà pari in questo caso il debito alla fine del secondo anno? Ossia supponiamo che il bilancio primario sia in pareggio; a quanto sarà pari in questo caso il debito alla fine del secondo anno? Se ipotizziamo che i=5%, nell’anno successivo il debito sarà uguale a: Se ipotizziamo che i=5%, nell’anno successivo il debito sarà uguale a:  € i * 100 = 105 Ossia, anche in presenza di un saldo primario nullo, il debito tende ad aumentare da un anno all’altro, in misura percentualmente pari al tasso di interesse pagato dallo Stato sui titoli del debito pubblico Ossia, anche in presenza di un saldo primario nullo, il debito tende ad aumentare da un anno all’altro, in misura percentualmente pari al tasso di interesse pagato dallo Stato sui titoli del debito pubblico Può il sistema economico finanziare in modo “accettabile” questa crescita del debito? Può il sistema economico finanziare in modo “accettabile” questa crescita del debito?

Il debito pubblico Un debito pubblico può essere giudicato “accettabile”, in prima approssimazione, se può essere finanziato dal reddito prodotto ogni anno dall’economia Un debito pubblico può essere giudicato “accettabile”, in prima approssimazione, se può essere finanziato dal reddito prodotto ogni anno dall’economia Per questa ragione, per valutare l’accettabilità e sostenibilità del debito si guarda al rapporto tra il debito e il Pil (entrambi espressi in termini nominali) Per questa ragione, per valutare l’accettabilità e sostenibilità del debito si guarda al rapporto tra il debito e il Pil (entrambi espressi in termini nominali) Nell’esempio precedente, il debito pubblico è cresciuto da un anno all’altro del 5% Nell’esempio precedente, il debito pubblico è cresciuto da un anno all’altro del 5%

Il debito pubblico Supponiamo che in quell’anno i prezzi crescano del 3% e il Pil reale del 2% Supponiamo che in quell’anno i prezzi crescano del 3% e il Pil reale del 2% In questo caso, la crescita del Pil nominale è pari al 5% In questo caso, la crescita del Pil nominale è pari al 5% La crescita del Pil nominale è dunque uguale a quella del debito La crescita del Pil nominale è dunque uguale a quella del debito Ciò vuol dire che, in quest’esempio, il debito cresce del 5%, ma il rapporto tra debito e Pil rimane costante Ciò vuol dire che, in quest’esempio, il debito cresce del 5%, ma il rapporto tra debito e Pil rimane costante La costanza del rapporto debito/Pil assicura l’accettabilità, ovvero la sostenibilità del debito La costanza del rapporto debito/Pil assicura l’accettabilità, ovvero la sostenibilità del debito Cosa succede se il tasso d’interesse, per qualche ragione, sale al 7%? Cosa succede se il tasso d’interesse, per qualche ragione, sale al 7%?

Il debito pubblico Se supponiamo che il Pil nominale continui a crescere del 5%, si ha un aumento del rapporto debito Pil; infatti Se supponiamo che il Pil nominale continui a crescere del 5%, si ha un aumento del rapporto debito Pil; infatti  Crescita del debito= 7%  Crescita del Pil nominale = 5%  Crescita del rapporto debito/Pil=2% Da cosa dipende quindi la crescita del rapporto debito/Pil (nel caso che il deficit primario sia pari a 0)? Da cosa dipende quindi la crescita del rapporto debito/Pil (nel caso che il deficit primario sia pari a 0)? La crescita del rapporto debito PIL dipende da: La crescita del rapporto debito PIL dipende da:  Il tasso di interesse pagato sul debito  La crescita dei prezzi  La crescita del Pil reale

Il debito pubblico La relazione (i-  p) >  Y esprime la condizione per la crescita del debito pubblico in presenza di pareggio di bilancio primario La relazione (i-  p) >  Y esprime la condizione per la crescita del debito pubblico in presenza di pareggio di bilancio primario Se ogni anno si ha però un deficit primario anziché un pareggio, allora da un anno all’altro il rapporto debito/Pil aumenta anche per effetto del progressivo accumulo di nuovi deficit primari Se ogni anno si ha però un deficit primario anziché un pareggio, allora da un anno all’altro il rapporto debito/Pil aumenta anche per effetto del progressivo accumulo di nuovi deficit primari Al contrario, se il bilancio pubblico è in avanzo primario (ossia, se le entrate superano le spese al netto degli interessi) il rapporto debito/Pil (ceteris paribus) tenderà a ridursi da un anno all’altro Al contrario, se il bilancio pubblico è in avanzo primario (ossia, se le entrate superano le spese al netto degli interessi) il rapporto debito/Pil (ceteris paribus) tenderà a ridursi da un anno all’altro

Il debito pubblico Nel caso in cui si verifichi contemporaneamente che: Nel caso in cui si verifichi contemporaneamente che:  Tasso d’interesse reale maggiore del tasso di crescita del PIL  Spese primarie maggiori delle entrate (ossia disavanzo primario) Allora il rapporto debito/PIL tende ad aumentare molto velocemente, e può raggiungere, se non si interviene, livelli molto elevati Allora il rapporto debito/PIL tende ad aumentare molto velocemente, e può raggiungere, se non si interviene, livelli molto elevati

Il debito pubblico Esiste una soglia, determinabile a priori, di non sostenibilità del debito? Esiste una soglia, determinabile a priori, di non sostenibilità del debito? No, ma si può dire che segnali di rischi di insostenibilità si hanno quando: No, ma si può dire che segnali di rischi di insostenibilità si hanno quando:  Il rapporto debito/PIL è molto elevato (>100%)  Il rapporto debito/PIL tende a crescere da un anno all’altro Che problemi può provocare il fatto che si raggiungono elevati livelli del rapporto debito/Pil? Che problemi può provocare il fatto che si raggiungono elevati livelli del rapporto debito/Pil?

Il debito pubblico Livelli eccessivamente elevati del rapporto debito/PIL possono condurre ad insostenibilità del debito, ovvero ad una vera e propria crisi finanziaria Livelli eccessivamente elevati del rapporto debito/PIL possono condurre ad insostenibilità del debito, ovvero ad una vera e propria crisi finanziaria Una crisi finanziaria si determina quando i creditori (in questo caso, i cittadini, nazionali od esteri) non ripongono più fiducia nel debitore (in questo caso, lo Stato) e di conseguenza Una crisi finanziaria si determina quando i creditori (in questo caso, i cittadini, nazionali od esteri) non ripongono più fiducia nel debitore (in questo caso, lo Stato) e di conseguenza  sono sempre meno disposti a sottoscrivere titoli di debito…  … e quindi chiedono un tasso di interesse sempre più elevato (rischio-paese), fino a, in casi estremi,…  … non sottoscrivere più i titoli di quel paese…  … esigere il pagamento dei debiti pregressi

Il debito pubblico Davanti ad una crisi finanziaria, lo Stato ha due possibilità Davanti ad una crisi finanziaria, lo Stato ha due possibilità  La monetizzazione del debito  Il consolidamento del debito Monetizzazione del debito: consiste nel “convincere” la Banca Centrale a stampare la moneta necessaria a ripagare il debito, con la conseguenza di: Monetizzazione del debito: consiste nel “convincere” la Banca Centrale a stampare la moneta necessaria a ripagare il debito, con la conseguenza di:  generare una forte inflazione  rendere praticamente “carta straccia” il debito rimborsato  infliggere una pesante “tassa da inflazione”

Il debito pubblico Consolidamento del debito: consiste nel decidere di Consolidamento del debito: consiste nel decidere di  non pagare gli interessi  non rimborsare il debito (almeno, in una versione “soft”, per un certo numero di anni) Anche in questo caso le conseguenze sarebbero molto pesanti: Anche in questo caso le conseguenze sarebbero molto pesanti:  sul piano finanziario, con una forte perdita per i cittadini-creditori  sul piano della tenuta sociale, con la rottura completa del rapporto di fiducia Stato-cittadini

Il debito pubblico Per le ragioni sopra descritte, i Governi vogliono in genere ad ogni costo evitare una vera e propria crisi finanziaria Per le ragioni sopra descritte, i Governi vogliono in genere ad ogni costo evitare una vera e propria crisi finanziaria Per ottenere tale risultato, è necessario mettere in pratica politiche di rientro dal debito Per ottenere tale risultato, è necessario mettere in pratica politiche di rientro dal debito Le politiche di rientro possono riguardare Le politiche di rientro possono riguardare  La creazione di avanzi primari adeguati  Politiche volte a diminuire il tasso dell’interesse  Politiche volte a far aumentare la crescita del reddito L’ampiezza degli avanzi primari e la durata del periodo di tempo in cui sono necessari dipendono L’ampiezza degli avanzi primari e la durata del periodo di tempo in cui sono necessari dipendono  Dall’ampiezza del debito  Dalla scelta di effettuare politiche di aggiustamento drastiche drastiche graduali graduali

Il debito pubblico Le politiche di aggiustamento implicano comunque la creazione di avanzi primari Le politiche di aggiustamento implicano comunque la creazione di avanzi primari Tale obiettivo può essere conseguito attraverso Tale obiettivo può essere conseguito attraverso  aumenti delle entrate  diminuzione delle spese Aumenti delle entrate possono condurre a Aumenti delle entrate possono condurre a  rivolte fiscali dei cittadini  ricorso al “sommerso” delle imprese

Il debito pubblico Tagli di spesa d’altra parte: Tagli di spesa d’altra parte:  sono difficili per le spese correnti rigidità dei meccanismi di decisione rigidità dei meccanismi di decisione  sono più facili per le spese per investimento che sono però le più importanti per lo sviluppo che sono però le più importanti per lo sviluppo Politiche di rientro, oltre che sulla formazione di avanzi primari, possono essere perseguite attraverso: Politiche di rientro, oltre che sulla formazione di avanzi primari, possono essere perseguite attraverso:  politiche di riduzione dei tassi d’interesse  politiche di sviluppo del reddito

Il debito pubblico Politiche di riduzione del tasso dell’interesse possono contribuire fortemente a ridurre la crescita (o a far diminuire) il rapporto debito/PIL Politiche di riduzione del tasso dell’interesse possono contribuire fortemente a ridurre la crescita (o a far diminuire) il rapporto debito/PIL Politiche di riduzione del tasso d’interesse possono essere basate su: Politiche di riduzione del tasso d’interesse possono essere basate su:  politiche di gestione del debito  imposizione alle banche di vincoli di portafoglio  politiche volte ad aumentare la “credibilità” dell’emissore

Il debito pubblico in Italia In Italia, il rapporto debito/PIL ha cominciato a crescere fortemente e a raggiungere livelli particolarmente elevati nel corso degli anni ‘80 In Italia, il rapporto debito/PIL ha cominciato a crescere fortemente e a raggiungere livelli particolarmente elevati nel corso degli anni ‘80 In questi anni, la crescita del rapporto debito/PIL è dovuta a: In questi anni, la crescita del rapporto debito/PIL è dovuta a:  una crescita dell’economia italiana più lenta, in media, rispetto ai decenni precedenti  un aumento del livello del tasso dell’interesse  verificarsi (sia negli anni di crisi congiunturale, sia in quelli di espansione) di continui disavanzi primari di bilancio Il rallentamento della crescita rispetto ai decenni ‘60 e ‘70 è essenzialmente ascrivibile: Il rallentamento della crescita rispetto ai decenni ‘60 e ‘70 è essenzialmente ascrivibile:  alla “maturazione” dell’economia italiana dopo gli anni del boom  a ragioni congiunturali di portata internazionale legate alle crisi energetiche

Il debito pubblico in Italia L’aumento del livello dei tassi d’interesse è dovuto a motivi sia interni, sia internazionali: L’aumento del livello dei tassi d’interesse è dovuto a motivi sia interni, sia internazionali:  sul piano interno, diventa prioritario l’obiettivo della lotta all’inflazione e di conseguenza si vara l’indipendenza della Banca centrale (divorzio Tesoro-Banca d’Italia, 1981), di conseguenza: si vara l’indipendenza della Banca centrale (divorzio Tesoro-Banca d’Italia, 1981), di conseguenza:  la quota dei titoli di debito sottoscritta dalla BI passa dal 45% circa degli anni ‘70 al 9% alla fine degli anni ’80  La quota di debito pubblico detenuta dalla BI passa dal 23% del 1980 al 10% del 1990 le politiche monetarie devono conseguire obiettivi di stabilità interna e si fanno più restrittive le politiche monetarie devono conseguire obiettivi di stabilità interna e si fanno più restrittive  sul piano internazionale, si verifica un rialzo dei tassi d’interesse a livello mondiale, dovuto alla stretta monetaria della Federal Reserve americana

Il debito pubblico in Italia Rallentamento della crescita e aumento dei tassi hanno un forte effetto sulla dinamica del debito Rallentamento della crescita e aumento dei tassi hanno un forte effetto sulla dinamica del debito D’altra parte, le politiche monetarie restrittive riescono nel corso del decennio a raggiungere risultati importanti sotto il profilo della lotta all’inflazione D’altra parte, le politiche monetarie restrittive riescono nel corso del decennio a raggiungere risultati importanti sotto il profilo della lotta all’inflazione Complessivamente, si ha che in media nel decennio i tassi reali divengano notevolmente maggiori della crescita dell’economia Complessivamente, si ha che in media nel decennio i tassi reali divengano notevolmente maggiori della crescita dell’economia  sui titoli a lungo termine, ir= 7%;  crescita media del PIL=2,5%

Il debito pubblico in Italia  aumento della spesa pubblica in rapporto al PIL, che passa tra il 1980 e il 1990 dal 43 al 55%, a fronte di: aumento della spesa per interessi (spesa corrente) aumento della spesa per interessi (spesa corrente) aumento della spesa per il personale (spesa corrente) aumento della spesa per il personale (spesa corrente) aumento della spesa per prestazioni sociali (spesa corrente) aumento della spesa per prestazioni sociali (spesa corrente)  aumento forte, ma inferiore a quello delle spese, della pressione fiscale, che passa dal 31% al 40% tra il 1980 e il 1990, a fronte di: forti aumenti di imposte dirette (anche sospinte dall’inflazione) forti aumenti di imposte dirette (anche sospinte dall’inflazione) aumento insufficiente dei contributi previdenziali aumento insufficiente dei contributi previdenziali La conseguenza di tali dinamiche è che il rapporto debito/PIL passa dal 58% del 1980, all’82% nel 1985 al 97,3% nel 1990, arrivando sino al 123,3% nel 1995 La conseguenza di tali dinamiche è che il rapporto debito/PIL passa dal 58% del 1980, all’82% nel 1985 al 97,3% nel 1990, arrivando sino al 123,3% nel 1995

La crisi del 1992 L’anno cruciale per la svolta della finanza pubblica italiana è il 1992 L’anno cruciale per la svolta della finanza pubblica italiana è il 1992 Nel 1992: Nel 1992:  viene firmato (febbraio) il Trattato di Maastricht  dal lato della finanza pubblica italiana il rapporto debito/PIL supera abbondantemente il 100% il rapporto debito/PIL supera abbondantemente il 100% si ha (fine 1991) un disavanzo pubblico del 10% del PIL si ha (fine 1991) un disavanzo pubblico del 10% del PIL  entra in crisi il sistema politico italiano (Tangentopoli)…  … con un ulteriore effetto negativo sulla “credibilità” internazionale del paese

La crisi del 1992 L’operare congiunto: L’operare congiunto:  della crisi politica e finanziaria italiana  di uno stato di incertezza internazionale conseguente alla firma del Trattato di Maastricht, determinato da: necessità in molti paesi di riequilibri finanziari per entrare a far parte della moneta unica (limiti del 3% per il deficit e del 60% per il debito) necessità in molti paesi di riequilibri finanziari per entrare a far parte della moneta unica (limiti del 3% per il deficit e del 60% per il debito) fallimento del referendum danese sulla ratifica del Trattato fallimento del referendum danese sulla ratifica del Trattato … determina in Italia una grave crisi finanziaria, con fuoriuscita della lira dallo SME (assieme alla sterlina, settembre 1992) … determina in Italia una grave crisi finanziaria, con fuoriuscita della lira dallo SME (assieme alla sterlina, settembre 1992)

Le politiche di rientro Il governo dell’epoca vara una drastica manovra di aggiustamento per l’anno 1993, con effetti che operano già sull’anno in corso Il governo dell’epoca vara una drastica manovra di aggiustamento per l’anno 1993, con effetti che operano già sull’anno in corso Per effetto di tale manovra, nel 1992, si realizza per la prima volta un avanzo primario del bilancio, pari al 2% del PIL Per effetto di tale manovra, nel 1992, si realizza per la prima volta un avanzo primario del bilancio, pari al 2% del PIL Da allora, si sono avuti costantemente avanzi primari di bilancio, in misura variabile tra il 4 e l’1% del PIL Da allora, si sono avuti costantemente avanzi primari di bilancio, in misura variabile tra il 4 e l’1% del PIL Come risultato, il rapporto debito PIL scende nel 2000 al 110,8 fino a scendere a 106,2 nel 2003 (in termini assoluti, milioni di euro) Come risultato, il rapporto debito PIL scende nel 2000 al 110,8 fino a scendere a 106,2 nel 2003 (in termini assoluti, milioni di euro)

Le politiche di rientro Le intenzioni di varare serie manovre di rientro vengono confermate anche dai governi successivi Le intenzioni di varare serie manovre di rientro vengono confermate anche dai governi successivi Le manovre agiscono dal lato dell’andamento del saldo primario Le manovre agiscono dal lato dell’andamento del saldo primario L’aumentata credibilità dei governi consente anche di innescare un circolo virtuoso riduzioni del debito- diminuzione del tasso dell’interesse-ulteriore riduzione del debito L’aumentata credibilità dei governi consente anche di innescare un circolo virtuoso riduzioni del debito- diminuzione del tasso dell’interesse-ulteriore riduzione del debito La creazione di avanzi primari e la diminuzione del peso degli interessi consente di entrare a far parte sin dall’inizio della Moneta Unica, rispettando i parametri di Maastricht La creazione di avanzi primari e la diminuzione del peso degli interessi consente di entrare a far parte sin dall’inizio della Moneta Unica, rispettando i parametri di Maastricht  rapporto deficit/PIL inferiore al 3%  rapporto debito/PIL<60% o comunque in discesa

Le politiche di rientro A partire dall’entrata in vigore della moneta unica, i tassi dell’interesse sul debito italiano risultano infine del tutto allineati a quelli degli altri paesi dell’UME A partire dall’entrata in vigore della moneta unica, i tassi dell’interesse sul debito italiano risultano infine del tutto allineati a quelli degli altri paesi dell’UME Con l’entrata in vigore della Moneta Unica, anche la manovra del bilancio pubblico risulta subordinata a precisi vincoli, fissati nel Patto di Stabilità e Crescita Con l’entrata in vigore della Moneta Unica, anche la manovra del bilancio pubblico risulta subordinata a precisi vincoli, fissati nel Patto di Stabilità e Crescita