. Figura della lode ripresa da Cavalcanti “Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira” e abbiamo immaginato che fra questi amici ai quali era rivolta la poesia.

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Transcript della presentazione:

. Figura della lode ripresa da Cavalcanti “Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira” e abbiamo immaginato che fra questi amici ai quali era rivolta la poesia ci fosse anche Dante. La produzione di Dante risente del sonetto di Cavalcanti Dante e la poesia della lode gentile non significa affabile, cortese,ma nobile intesa come nobiltà spirituale, alta onesta non ha significato di oggi, qui è quasi un sinonimo di gentile ma relativo al decoro, al comportamento la donna mia non va letto la mia donna, la donna che amo, la mia fidanzata, donna qui è domina, signora dell’innamorato, la signora del mio cuore pare non si deve intendere sembra, sembrerebbe tanto onesta ma…significa appare nel senso di è, risultare in modo evidente parafrasi: colei che è la mia signora quando saluta qualcuno dà sensibile evidenza della sua nobiltà e del suo decoro Questo sonetto ci serve per mostrare come sia facile cadere in equivoci e fraintendimenti quando leggiamo testi antichi, la lingua di questa poesia sembra una lingua piana, scorrevole in realtà è molto diversa dal punto di vista dei significati, viene spontaneo modernizzare riportare ai significati che conosciamo ma così facendo si stravolge il senso. Nel sonetto non c’è parola che abbia mantenuto il valore dell’originale.

Henry HolidayHenry Holiday, Dante incontra Beatrice al ponte Santa Trinita,

è una cosa:, come è possibile, oggetto? Ma significato di essere vivente venuto da cielo in terra a mostrare una cosa meravigliosa si piacente a chi la mira, fornita di bellezza, ma non solo che è bella ma induce una sensazione di bellezza su chi la vede, sì piacente che dà per gli occhi una dolcezza al core, non è consecutiva e invece una relativa una tale dolcezza la quale può essere compresa per esperienza diretta e par che dalla sua labbia si mova tremando (il mutismo degli astanti) non è mentre trema ma è causale, perché trema, il significato è: resta muta dal tremore. ( Anche nella poesia di Cavalcanti a tremare era l’aria) i presenti la lodano e lei sente queste lodi e questa donna si veste di umiltà, manifesta la sua benevolenza, è il contrario dell’alterigia, altezzosità. Vita Nova una specie di romanzo fra virgolette che Dante scrive intorno alla metà degli anni 90 ( ) mescola componimenti poetici con parti in prosa= prosimetro, prima di Dante nella letteratura volgare non esistevano prosimetri, in latino si- caratteristica importante, mentre le parti in prosa sono state scritte espressamente per il libro, i componimenti poetici sono anteriori al libro, scritti anche in anni lontani ( avevano già un loro pubblico) labbia non è le labbra, ma è il volto, la fisionomia uno spirto non è elemento indeterminato ma personificazione esce dall’anima della donna guardata lode è una parola che compare nel sonetto, questo sonetto appartiene a quella fase che lo stesso autore definisce della lode, lo ha raccolto nella Vita Nova, culmine della sua poesia lirica

Vita nova racconta la storia passata dell’ amore di Dante per Beatrice, che richiama quello di Petrarca per Laura, sono entrambe defunte quando gli autori scrivono. E’ un romanzo perché c’è una storia e una antologia poetica, fatta dall’autore, non vi ha collocato tutti i suoi componimenti lirici, sono 31 quelli raccolti qui, sappiamo che nel momento in cui li raccoglie, li corregge, per poterli meglio collocare nella struttura del libro, anticipa quell’operazione rivoluzionaria che Petrarca farà con il Canzoniere secondo un filo narrativo, una serie cospicua di componimenti scritti in precedenza, 366, Petrarca sarà più radicale, non userà la prosa per legarli, farà scaturire la narrazione e il racconto proprio dall’ordinamento dei testi, organizzati secondo un impianto narrativo.. Anche Petrarca farà ricorso alla numerologia, per lui il numero sacro è il 6 Significati simbolici canzoniere 366 testi (3,6,6 ). Vita nova titolo latino, nova nel senso di rinnovata dall’amore. Ha incontrato una 1’volta Beatrice quando entrambi avevano 9 anni e dice di averla incontrata 9 anni dopo, il n. 9 ricorre in modo ossessivo, non c’è evento che non sia accompagnato dal 9, multiplo del 3 numero perfetto, della trinità, carico di significati simbolici, il 9 è il numero del miracolo come Beatrice è un miracolo, Dante sosterrà che Beatrice è un 9, logica della numerologia nella quale facciamo fatica ad entrare

Domenico Ghirlandaio Laura - Petrarca

Dante si lascia prendere dalla pietà di una donna che chiamerà donna pietosa, si lascia sedurre e tradisce la memoria di Beatrice ma ritorna a lei e il libro si chiude con una specie di visione di Beatrice che siede nell’empireo e non ne parlerà più finché non riuscirà a scriverne in modo più degno di lei. Molti ci vedono il preannuncio della Divina Commedia. non si tratta di storia romanzesca ma di piccoli episodi di vita quotidiana, di incontri con questa donna, di saluti che si scambiano, di saluti mancati, nel contesto della vita fiorentina. Dante chiamerà questa poesia “dolce stilnovo ”. Oltre a quella con Beatrice c’è anche la storia della poesia di Dante fino a quella data, racconta il percorso dalle prove giovanili, nel solco della tradizione cortese alla scoperta di una maniera più originale.

Marie Spartali StillmanMarie Spartali Stillman, Beatrice, 1895

Donne ch'avete intelletto d'amore, i' vo' con voi de la mia donna dire, non perch'io creda sua laude finire,. Dante. racconta che,facendosi guidare da Amore personificato, segue i canoni del comportamento cortese per avere un gesto di corresponsione, ma la strategia fallisce, Beatrice gli ha negato il saluto, egli non è stato corrisposto, scopre un nuovo modo di amare e di fare poesia, Dante racconta che un gruppo di donne vedendolo incapace di sostenere la presenza di Beatrice gli chiedono in cosa consista un amore come questo, qual è lo scopo di un amore così singolare, ma Dante risponde che dopo che il saluto gli è stato negato, la sua beatitudine consiste in ciò che non può essere tolto, la beatitudine sta in quelle parole che lodano la donna mia. Prendere per “matera” del suo parlare quello che fosse “in loda” di questa gentilissima, da quel punto in avanti la sua lingua si mosse da sola e cominciò a recitare. E nacque “Donne ch’avete intelletto d’amore” voglio parlare della mia donna, so che non riuscirò a dire le parole che merita ma sfogherò almeno la mia tristezza. che s'io allora non perdessi ardire, farei parlando innamorar la gente. ma ragionar per isfogar la mente. Io dico che pensando il suo valore, Amor sì dolce mi si fa sentire,

donne e donzelle amorose, con vui, ché non è cosa da parlarne altrui. ». E io non vo' parlar sì altamente, ch'io divenisse per temenza vile; ma tratterò del suo stato gentile a rispetto di lei leggeramente,. Dante esprime la concezione dell’amore come sentimento gratuito, disinteressato, non cerca reciprocità si appaga dell’esprimersi attraverso la lode dell’amata, lo strumento (la lode )non è solo il veicolo ma il fine stesso del sentimento amoroso. Per la 1’ volta nella storia della poesia occidentale l’arte è considerata fine a se stessa, Dante a Bonagiunta dirà: i’mi son un che quando amor mi spira … Quando mi detta dentro l’amore che detta dentro mentre il poeta è lo scriba, la poesia nasce da un principio superiore che trascende il poeta stessa, Bonagiunta riconosce il limite suo e degli altri che vengono prima O frate, issa vegg’io, diss’elli, “il nodo Che ‘Notaro e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil novo ch’i’odo” Bonagiunta Orbicciani, canto 24’ Purgatorio Ma dì s’i’ veggio qui colui che fore trasse le nove rime, cominciando ‘Donne ch’avete intelletto d’amore’ Le nove rime sono con la poesia della lode e cominciano con la canzone che Dante indica come il testo della nuova maniera

Sempre Bonagiunta dice vostre delle penne con cui si scrive che vanno dietro a colui che detta, Amore, indica “vostre” come rivolgendosi a un gruppo, la nuova poesia non è solo di Dante, ma di un intero gruppo, gli stilnovisti. Altri 2 versi Io veggio ben come le vostre penne Di retro al dittator sen vanno strette.. Concezione amore cortese, per i trovatori provenzali il desiderio non può essere appagato, la dama per ragioni di ordine sociale (ragioni che poi diventano un codice), non può contraccambiare il desiderio ma può contraccambiare l’amore per cui si esprime attraverso dei surrogati come p. es. il saluto, gesto di benevolenza. L’ amore rimane frustrato ma la frustrazione può venir ribaltata come perfezionamento etico e interiore, la tradizione cortese di fonda su una disuguaglianza fra i partner quindi la lirica cortese non può cantare un amore realizzato, la poesia della lode è un modo di uscire dal paradosso cortese, c’è anche qui una forte disuguaglianza fra partners : la donna non è oggetto di desiderio ma di venerazione, la poesia non vuole ottenere qualcosa ma esprime valori assoluti, il canto si appaga di sé, è una concezione laica dell’amore, l’ autoappagamento apre strade che si colorano di religiosità, persino di misticismo, Beatrice finisce per diventare un personaggio teologico all’interno della commedia