CHIESE APERTE 2010 A CEFALÙ di Flora Rizzo L’Archeoclub d’Italia di Cefalù fin dalla prima edizione della manifestazione nazionale “Chiese Aperte” (1996), ha aderito all’iniziativa aprendo alla città e ai tanti turisti le Chiese che, per i più diversi motivi, si trovavano chiuse da decenni e che si erano perse nell’oblio di sbiaditi ricordi dei meno giovani. Ogni hanno la manifestazione ha assunto caratteri diversi e in molte circostanze sono stati coinvolti come protagonisti gli studenti della città, dai piccoli del circolo didattico “Nicola Botta” e “Salvatore Spinuzza”, ai più grandicelli della scuola media “Rosario Porpora”, ai più maturi studenti del corso di laurea in “Scienze del turismo culturale” dell’Università di Palermo con sede a Cefalù. Dallo scorso anno l’interesse dell’Archeoclub d’Italia di Cefalù si è spostato verso le antiche cappelle delle campagne cefaludesi, dove un tempo sorgevano dimore e monasteri che inglobavano nel proprio perimetro preziose chiese. Lo scorso anno è stata ripulita ed aperta per l’intera giornata la chiesetta di San Biagio nell’omonima contrada. Quest’anno, il prossimo 9 maggio, verrà aperta ai visitatori la chiesa di Santa Felicita e dei Santi Sette Fratelli, annessa al Castello Ortolani di Bordonaro, antica residenza nobiliare, oggi proprietà del Comune di Cefalù. Una breve nota descrittiva del complesso architettonico e della chiesa è stata realizzata dal nostro socio Nico Marino, esperto di storia locale e della Sicilia. PROGRAMMA venerdì 7 maggio, ore 18,00 presentazione di “Chiese Aperte 2010” Sala Conferenze della Fondazione Culturale Mandralisca via Mandralisca 13, Cefalù Relazioni: Armando Geraci, 15 anni di Chiese Aperte a Cefalù. Gallerie fotografiche Nico Marino, La chiesa di Santa Felicita al Bordonaro Interventi: Giuseppe Guercio, Sindaco di Cefalù Flora Rizzo, Presidente Archeoclub d’Italia / Cefalù domenica 9 maggio, dalle ore 10,00 apertura al pubblico della Chiesa di S. Felicita al Castello Bordonaro località Mazzaforno/Settefrati di Cefalù ore 10, ,00 e 15, ,00 ore 13, ,00: festa campestre nella corte del castello con i soci Archeoclub. I visitatori potranno partecipare recando con sé il cestino da picnic. Non sono ammessi fuochi. ARCHEOCLUB D’ITALIA DI CEFALÙ CHIESE APERTE 2010 venerdì 7 maggio, ore 18,00 Presentazione presso la Fondazione Culturale Mandralisca domenica 9 maggio, dalle ore 10,00 Chiesa di Santa Felicita e dei Santi Sette Fratelli Contrada Mazzaforno /Settefrati Cefalù marcellopanzarelladesign ph. courtesy Profoto Studio - Cefalù Comune di Cefalù Fondazione Culturale Mandralisca - Cefalù
CHIESA DI SANTA FELICITA E DEI SANTI SETTE FRATELLI di Nico Marino Tra gli ulivi di Settefrati, svetta la torre del baglio fortificato, oggi Castello Ortolani di Bordonaro, così denominato per volere testamentario del donatore. Il complesso, infatti, è stato donato dal Barone Gabriele Ortolani di Bordonaro, Principe di Torremuzza ( ), alla Città di Cefalù, perché diventasse centro propulsore di attività socio- culturali. Il terreno sul quale insiste il Castello Ortolani di Bordonaro è stato ipoteticamente identificato con un’antica vinea (vigna), proprietà della nobile famiglia dei “Ventimiglia”. Il Castello, invece, sarebbe stato costruito nel XVI sec. da Antonino Lo Duca, cefaludese, fratellastro di quel Don Antonio Duca famoso per aver fatto trasformare le Terme di Diocleziano di Roma in Chiesa di S. Maria degli Angeli. Il complesso architettonico facente parte del lascito Ortolani è costituito da una serie di strutture che, nel tempo, sono state aggiunte all’antica torre (forse un’antica specula romana). Esse comprendono il baglio con pozzo e piccoli magazzini, il piano nobile cui sottostanno la cantina, il trappeto ed un grande magazzino. Quest’ultimo presenta nella parete perimetrale delle interessanti feritoie. La maestosa torre merlata, munita di gittalore e, al suo interno, di un’interessante serie di trabucchi e trabocchetti, chiude il perimetro del baglio. Al Castello è annessa la piccola chiesa, dedicata a Santa Felicita ed ai suoi sette figli martiri, la cui costruzione, forse su una preesistente Cappella, si deve a Don Paolo Signorino, Arcidiacono della Cattedrale di Cefalù, come suggerisce un’iscrizione affrescata sulla parete interna della chiesa al di sopra della porta d’ingresso. All’interno della chiesa troviamo un’interessante loggia in legno che permetteva ai proprietari del Castello di assistere alle funzioni religiose senza lasciare i propri appartamenti, e lo stemma della famiglia Signorino (d’azzurro con una banda d’oro, sormontata da un leone), raffigurato su mattonelle di maiolica, al centro del pavimento in cotto, con un’iscrizione che ricorda l’Arcidiacono Paolo e la data di fondazione. Gli interni del complesso presentano alcuni curiosi percorsi che permettevano agli ospiti della casa di guadagnare la torre segretamente e in tutta fretta, quando la necessità lo rendeva indispensabile. La descrizione degli interni non può essere completa senza aver citato i due cicli di affreschi, di autore ignoto, che decorano le stanze della torre, quelle che anticamente – forse dal XIX sec. – ospitarono la Biblioteca di casa Ortolani. Il primo presenta alcune scene orientali di gusto esotico, l’altra serie, la più interessante, raffigura l’epopea garibaldina. L’altare della chiesa (a fianco) era sormontato dal quadro di Vincenzo Laparo (1702), che rappresenta il Martirio di Santa Felicita e dei Santi Sette Fratelli (illustrato al centro) ora conservato nella Pinacoteca del Museo Mandralisca di Cefalù. ph. courtesy Profoto Studio - Cefalù ph. courtesy Domenico Marino