LA DONNA DEL ‘900 NELLA SCIENZA
La storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una storia di emarginazione fino alla metà dell’Ottocento e in gran parte ancora fino alla metà del Novecento… …nei secoli passati le donne che potevano avere accesso all’istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Forse per questo le donne che sono emerse erano soprattutto umaniste: pittrici, scrittrici, poetesse raramente scienziate.
Chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere anche senza una preparazione scientifica, mentre le scienze, e in particolare le cosiddette scienze «dure» come matematica e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è quasi impossibile progredire. Poche donne, favorite dall’avere un padre, un fratello o un marito scienziato, hanno accesso a una cultura scientifica. Le donne, escluse dalle università, escluse dall’educazione scientifica, sono emerse solo nei settori nei quali potevano emergere…
COSI’ E’ SORTO IL PREGIUDIZIO Secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche. Le ragazze stesse, crescendo in mezzo a questi pregiudizi si lasciano influenzare, e scelgono, anche contro le loro naturali inclinazioni, le facoltà umanistiche, contribuendo a rafforzare i pregiudizi stessi. Oggi è in aumento il numero di ragazze scelgono materie ritenute tipicamente maschili come ingegneria e fisica.
RITA LEVI MONTALCINI Rita Levi-Montalcini è stata una neurologa e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986. Negli anni cinquanta le sue ricerche la portarono alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF, scoperta per la quale è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina. Insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Il 1º agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". È stata socia nazionale dell'Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche ed è stata socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza.
Gerty Theresa Cori nata Radnitz E’ stata una biochimica ceca naturalizzata statunitense , prima donna a vincere il Nobel per la medicina nel 1947 per le sue scoperte su come il glicogeno viene risintetizzato dall'organismo. Per la prima volta riuscirono a dimostrare il modo in cui gli zuccheri vengono sfruttati dal muscolo come fonte energetica, con conseguente produzione di acido lattico il quale successivamente viene trasportato dal sangue fino al fegato: il cosiddetto Ciclo di Cori (dal nome del marito della Gerty che collaborò con lei per la ricerca).All'epoca, si conosceva ben poco degli enzimi e i Cori riuscirono non solo ad identificarli ma anche ad isolarli, specialmente quelli responsabili della conversione degli zuccheri nella forma utilizzabile dai muscoli o nella forma di riserva. I loro studi servirono a dimostrare a scienziati e fisici che la comprensione dei processi biochimici cellulari è estremamente importante non solo per la biologia, ma anche per la medicina stessa, cosa che nel contesto storico in cui si affermarono non era riconosciuta.
Irene Curie Irene Curie e suo marito ricevettero il Premio Nobel per la Chimica per la scoperta a della radioattività artificiale. Durante la prima guerra mondiale, insieme con la madre Marie Curie, prestò servizio presso gli ospedali da campo istituiti dalla stessa madre, assistendolo nell'esecuzione di lastre ai raggi x per feriti di guerra. La tecnologia ancora non molto sviluppata la espose però a grandi radiazioni. Terminata la guerra Irene tornò a Parigi a studiare all'Istituto del Radio (Istituto Curie), struttura fondata dai suoi genitori, arrivando a conseguire il dottorato in scienze nel 1925. Dal 1928 Irène e Frédéric (suo marito) unirono i loro studi e conoscenze nell'ambito dei nuclei atomici arrivando a identificare sperimentalmente sia il positrone che il neutrone, benché non siano riusciti a interpretare i risultati della scoperta che fu successivamente legata ai nomi rispettivamente di altri due scienziati importanti per la scoperta scientifica. È nel 1934 che Irene e Frederic faranno la scoperta che li porterà alla vittoria del Nobel e li renderà famosi: sulla base del lavoro di Marie e Pierre Curie, che isolarono alcuni elementi radioattivi naturali, riuscirono a effettuare la trasmutazione di alcuni elementi (quali boro, alluminio e magnesio) in isotopi radioattivi sintetici.Irène morì di leucemia, causata dalla forte e prolungata esposizione a radiazioni ionizzanti dovuta al suo lavoro, il 17 marzo 1956 a Parigi
Marie Curie Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie è stata una chimica e fisica polacca che nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica per i suoi studi sulle radiazioni e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio. Marie Curie è stata l'unica donna tra i quattro vincitori di più di un Nobel. Marie Curie crebbe nella Polonia russa; poiché qui le donne non potevano essere ammesse agli studi superiori, si trasferì a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona, dove si laureò in fisica e matematica. Nel dicembre del 1897 iniziò a compiere degli studi sulle sostanze radioattive, che da allora rimasero al centro dei suoi interessi. Dopo la morte accidentale del marito Pierre Curie, avvenuta nel 1906, le fu concesso di insegnare nella prestigiosa università della Sorbona. Due anni più tardi le venne assegnata la cattedra di fisica generale, diventando la prima donna ad insegnare alla Sorbona.
Rosalind Franklin Dietro alla più grande scoperta nella storia della biologia non ci sono solo uomini. In tutti i libri di scuola si legge che la struttura del dna è stata scoperta da Francis Crick e James Watson nel 1953 ma, in realtà, dietro alla ricerca sulla molecola della vita c’è una donna inglese: Rosalind Franklin. Fu proprio lei a fotografare ai raggi X la doppia elica e a consolidare le ipotesi scientifiche dell’epoca. Purtroppo la scienziata non fece neppure in tempo a far valere i suoi meriti, perché morì di cancro il 16 aprile 1958. I motivi per cui Franklin fu messa in ombra sono diversi: in primo luogo, il fatto di essere una donna la espose alle frecciate dei colleghi maschi. Per di più, nel suo laboratorio al King’s College di Londra si respirava un’aria abbastanza tesa. A lavorare sulla struttura del dna c’era già il fisico Maurice Wilkins, che non vedeva di buon occhio la presenza della giovane ricercatrice che lavorava in modo del tutto indipendente. Franklin era arrivata al King’s College nel 1951, quando aveva 30 anni: per Wilkins era inaccettabile che una donna – molto più giovane di lui – si occupasse del suo stesso campo di ricerca. Per giunta, i primi risultati ottenuti dalla scienziata erano in netto contrasto con i suoi.
Roberta Benetti La dottoressa Roberta Benetti viene descritta come "la ricercatrice italiana che ha scoperto le molecole che bloccano la proliferazione tumorale e che, aggredendo soltanto le cellule malate, potranno rappresentare l’alternativa alla chemio e alla radioterapia". La dottoressa ha specificato che la sua ricerca non è stata approvata ancora ma «nasce» in anticipo per dare speranza ai malati di tumore. Spesso, come la maggior parte delle news, fatti di cronaca così rilevanti vengono considerati «falsi» ma, in realtà studi approfonditi sono stati davvero svolti attendendo l’approvazione delle case farmaceutiche che hanno l'interesse a non far sviluppare da nessuno cure alternative alla chemioterapia ed alla radioterapia. Questi eccezionali risultati hanno spinto nel corso degli anni molte testate a sovrastimare non tanto l'importanza della ricerca, quanto il livello di avanzamento di quanto scoperto: ci fu chi proclamò l'individuazione di "Un’altra alternativa alla chemioterapia", mente altri definirono la Benetti "la donna che ha scoperto la cura per il cancro".