Abbandonate le pelli di animali come indumenti, l’uomo passò all’uso di intrecci vegetali, per produrre tessuti. Il sistema primitivo di filatura rimase manuale finché si passò all’utilizzo del fuso, per arrotolare il filo. Con la filatura si sviluppò anche la tessitura, eseguita al telaio. La Rivoluzione industriale, nella seconda metà del XVIII secolo, portò la meccanizzazione dei telai, attivati dalla macchina a vapore. Alla fine del XIX secolo si cominciarono ad utilizzare fibre artificiali (derivate dalla cellulosa) e, nel XX secolo, quelle sintetiche, derivate dal petrolio. 1
NATURALI TECNOFIBRE Classificazione delle fibre tessili Le fibre tessili si suddividono in base alla loro origine: fibre naturali (animali, vegetali, minerali); tecnofibre (artificiali e sintetiche). NATURALI TECNOFIBRE • VEGETALI Cotone, lino, canapa • ARTIFICIALI Viscosa, acetato, triacetato • ANIMALI Lana, cashmere, lama, cammello • SINTETICHE Poliestere, fibra polietilenica, polipropilenica, acrilica, clorofibra • MINERALI Fibre di vetro, amianto
Caratteristiche e proprietà Numerose sono le varietà di fibre tessili, e notevoli sono le differenze di caratteristiche e proprietà. In generale, si può affermare che tutte le fibre possiedono buone proprietà meccaniche e tecnologiche. • Densità Corrisponde al peso specifico. Ad esempio, per la lana è 1,31 g/cm3; • Resistenza all’allungamento Indica quanto la fibra si può allungare senza spezzarsi. • Igroscopicità Capacità di assorbire l’umidità. • Resistenza alla rottura Indica la capacità della fibra di resistere alle sollecitazioni senza rompersi. • Lunghezza delle fibre Può variare da pochi millimetri a parecchi centimetri. • Lavorabilità Capacità della fibra di essere sottoposta alle diverse lavorazioni • Resistenza agli acidi Acidi e muffe agiscono sulla fibra fino a farla sciogliere o rovinarla. • Finezza Spessore medio delle fibre espresso in micron. • Tintura Capacità della fibra di assimilare il colore durante il processo di tintura. CHIMICO-FISICHE MECCANICHE TECNOLOGICHE
Fibre naturali vegetali
Fibre naturali animali
Fibre naturali animali
Fibre artificiali Le fibre tessili artificiali si ottengono per trasformazione chimico-meccanica di sostanze naturali come la cellulosa, le proteine animali, le alghe, il vetro. 1. Il raion viscosa La cellulosa viene trattata con soda caustica diluita in acqua. L’impasto ottenuto viene lavato, pressato, filtrato e lasciato a maturare. Le macro-molecole si trasformano in molecole più semplici, adatte alla filatura. L’impasto immerso in un solvente, dà origine alla viscosa che viene filata in apposite filiere. 2. Il raion acetato Si ottiene dalla cellulosa con aggiunta di composti chimici vari. Presenta caratteristiche di ingualcibilità, ma minore tenacità rispetto al raion viscosa. 3. Il raion cupro-ammonio (o Bemberg) La cellulosa viene dissolta in ammoniaca. Il processo è piuttosto costoso e viene usato per produrre la cosiddetta “seta artificiale”.
Sono ricavate da composti chimici derivati del petrolio. Fibre sintetiche Sono ricavate da composti chimici derivati del petrolio. Produzione I polimeri sintetici, trasformati in liquidi densi mediante fusione a caldo o dissoluzione a freddo, vengono filati attraverso filiere e consolidati poi per raffreddamento, per evaporazione del solvente o per coagulazione. Proprietà Hanno notevole resistenza all’usura, alla luce, agli agenti chimici, alle muffe e ai batteri. Sono elastiche, leggere e morbide, facili da lavare e veloci ad asciugare; non hanno bisogno di essere stirate. Il loro costo di produzione è basso.
Dalla fibra al tessuto FILATURA PROCESSO BASE Le fibre tessili sono inutilizzabili se considerate separatamente: bisogna raggrupparle e sottoporle alle operazioni di filatura, con cui si ottengono sottili corpi cilindrici, i filati. FILATURA PROCESSO BASE 1. Sfioccamento e cardatura 2. Accoppiamento e stiro 3. Torcitura
Dalla fibra al tessuto TESSITURA La tessitura dei filati si effettua con il TELAIO. Nel telaio i fili di ordito si trovano avvolti su un cilindro (subbio di ordito). Questi vengono suddivisi da due aste, chiamate licci e compattati da una serie di lamine (denti del pettine), portate da una banchina mobile (cassa battente) sulla quale scorre una navetta che porta i fili di trama. I tessuti sono il risultato dell’intreccio dei fili di ordito con le trame, disposte nel senso della larghezza. In relazione alle diverse possibilità di intreccio dei fili, avremo diversi tipi di armatura del tessuto: a tela, a saia, a raso, ecc.