Fibromialgia.

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Transcript della presentazione:

Fibromialgia

FIBROMIALGIA  è una malattia cronica complessa definita dall’American College of Rheumatology come “una condizione di dolore cronico diffuso con caratteristici “tender points” (punti dolenti alla pressione) all’esame fisico Sintomi associati: colon irritabile, disturbi del sonno, depressione, “testa vuota”, insonnia, esauribilità Comorbidità: patologie reumatiche, infiammatorie, endocrine, infettive, psichiatriche

Il gruppo italiano di studio sulla fibromialgia ha recentemente definito questa malattia: “una sindrome da sensibilizzazione centrale, caratterizzata da disfunzione dei neurocircuiti, che coinvolgono la percezione, la trasmissione e la processazione degli stimoli nocicettivi afferenti, con la prevalente manifestazione di dolore a livello dell’apparato locomotore” I criteri per la diagnosi della fibromialgia sono stati definiti dall’American College of Rheumatology nel 1990. 

CRITERI DIAGNOSTICI 1. Storia di dolori diffusi (da almeno 3 mesi) Il dolore è considerato diffuso quando è presente nella parte sinistra e nella parte destra del corpo, al di sopra e al disotto della cintola; in aggiunta deve essere presente dolore a livello assiale (processi spinosi tratto cervicale, o parte anteriore del torace o processi spinosi del tratto toracico o tratto lombare). In questa definizione, il dolore alla spalla e ai glutei è considerato un dolore che interessa un lato o l’altro del corpo. Il dolore lombare è considerato il segmento scheletrico più basso. 2. Dolenti alla digitopressione 11 dei 18 tender-point • Occipite: inserzione dei muscoli sotto-occipitali bilateralmente • Tratto cervicale basso: tratto anteriore (muscoli traversi) spazio intersomatico C5-C7 • Trapezio: bilateralmente al centro della parte superiore del trapezio • Sovraspinoso: bilateralmente, all’origine sopra la spina della scapola vicino al bordo mediale • Seconda costa: bilateralmente, a livello della 2a articolazione costocondrale, lateralmente sul margine superiore • Lateralmente all’epicondilo: bilateralmente, a 2 cm dell’epicondilo • Gluteo: bilateralmente, quadrante supero-esterno dei glutei (piega anteriore del muscolo) • Grande trocantere: bilateralmente, posteriormente all’eminenza trocanterica • Ginocchio: bilateralmente, medialmente a livello del cuscinetto di adipe vicino alla linea articolare La digitopressione deve essere esercitata con una forza di almeno 4 kg. Perché un tender-point sia considerato positivo, il soggetto deve dichiarare che la palpazione è stata dolorosa. Può essere fatta diagnosi di fibromialgia se entrambi i criteri 1e 2 sopraccitati sono soddisfatti. La presenza di altri disordini clinici non esclude a priori la diagnosi di fibromialgia -

DISTRIBUZIONE DEL DOLORE NELLA FIBROMIALGIA

Per ciò che concerne l’epidemiologia, è possibile affermare che la fibromialgia è una condizione di difficile valutazione e può contare un numero limitato di studi su incidenza e prevalenza che certamente non rendono agevole la messa a punto di una accurata mappa epidemiologica della malattia. Gli studi basati sui criteri classificativi dell’American College of Rheumatology (ACR) riportano una prevalenza sulla popolazione generale tra lo 0,1 ed il 3,3% Vi è una maggiore prevalenza nel sesso femminile, probabilmente ricondotta ad una diversa interazione tra fattori genetici, biologici, psicologici e socio culturali tra i due sessi (certamente gli estrogeni hanno un ruolo importante nella modulazione del dolore, come pure la ridotta produzione del testosterone nel sesso femminile).

Il sesso femminile rappresenta certamente il maggior fattore di rischio per la fibromialgia (rapporto maschi/femmine 1:9) Prevalenza nella popolazione adulta: 3-5% nelle donne, 0,5-1,6% negli uomini Età media e/o decadi maggiormente colpite: le donne d’età compresa tra i 20-50 anni Il sesso maschile è un fattore prognostico negativo

PATOGENESI Psicopatologica Miogena Neurogena centrale Neurochimica

Segni e sintomi (I) Dolore cronico diffuso a carico di tutto il distretto corporeo (soprattutto muscoli paravertebrali e rachide) Dolore alla digitopressione sugli 11 trigger point (pressione 4 kg/cm2 ) Dolore toracico non cardiaco Dolore temporo-mandibolare Sensazione di gonfiore nelle zone dolenti Obiettività negativa per flogosi articolare Facile faticabilità e astenia intensa Limitazione funzionale Dispepsia Sintomi da colon irritabile Fluttuazione del peso corporeo Sintomi allergici (ad esempio congestione nasale), ipersensibilità a stimoli ambientali (odori, stimoli luminosi, rumori forti) e a farmaci

Segni e sintomi (II) Sintomi neurocognitivi (difficoltà e calo della concentrazione, disturbi della consolidazione della memoria a breve termine rallentamento nei gesti, riduzione della performance linguistiche, inabilità a compiere più azioni contemporaneamente, facile distrazione e sovraccarico cognitivo) Cefalea Disturbi del sonno (difficoltà all’addormentamento, risveglio precoce, insonnia iniziale, insonnia finale, ipersonnia, sonno leggero, irregolare riposo diurno, inversione del ritmo sonno-veglia Disturbi della sfera affettiva (depressione maggiore e disturbi d’ansia, in particolare DOC e disordine post-traumatico da stress) Parestesie diffuse (a tipo formicolio e intorpidimento) Acufeni Restless leg syndrome Disturbi dell’apparato genito-urinario (dolori pelvici, spasmi vescicali con minzioni frequenti, tensione ai genitali, dismenorrea) Disfunzioni sessuali (diminuzione della libido, un aumento del dolore correlato al coito, dolore vulvare)

La diagnosi di Fibromialgia è clinica!! - la presenza di dolore artro-muscolare diffuso (presente sia nel lato destro che sinistro, superiore e inferiore del corpo), perdurante da oltre un mese, con dolore evocato alla pressione (4 Kg/cm) di tipici trigger points (almeno 11 su 18), in assenza di altre condizioni patologiche a giustificazione del quadro clinico, è sufficiente per la diagnosi - non esistono test di laboratorio o esami strumentali che supportino la diagnosi La diagnosi differenziale è importante per la definizione diagnostica di FM primaria e per non sottovalutare, con ritardo diagnostico, altre condizioni patologiche reumatologiche di maggior gravità Esistono forme di fibromialgia «secondaria»!!!

Prognosi «La Fibromialgia non toglie un’ora di vita, ma può “avvelenare” ogni ora della vita». La qualità di vita del paziente fibromialgico è molto ridotta. La convivenza cronica con dolore e stanchezza induce depressione e assenza di progettualità. A loro volta queste condizioni aggravano la patologia di base.

Trattamento della fibromialgia Un principio fondamentale della strategia di trattamento della fibromialgia è l’approccio inter- e multidisciplinare e finalizzato all’attenuazione del dolore, alla riduzione della “fatigue”, delle turbe del sonno e delle altre manifestazioni emotive della malattia. Il risultato finale dei diversi possibili schemi di intervento è quello di migliorare la qualità della vita, che risulta gravemente compromessa nella quasi totalità dei pazienti fibromialgici. La strategia di trattamento deve risultare particolarmente flessibile, dovendo tener conto delle molteplici variabili che incidono sulla espressione di malattia. TERAPIA FARMACOLOGICA (anti-depressivi, ansiolitici, anti-infiammatori, cortisonici, anti-dolorifici, miorilassanti, gabapentin, pregabalin) FISIOCHINESITERAPIA ED ESERCIZIO MUSCOLARE AEROBICO METODOLOGIE DI MEDICINA COMPLEMETARE (Yoga, Shiatsu, Agopuntura) PSICOTERAPIA