Scienza Politica a.a. 2015-2016 Marco Di Giulio Sistemi elettorali Sistemi di partito.

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Transcript della presentazione:

Scienza Politica a.a Marco Di Giulio Sistemi elettorali Sistemi di partito

I sistemi elettorali Come trasformare i voti in seggi? Due logiche: Sistemi maggioritari: i seggi sono attribuiti a chi ottiene più voti Sistemi proporzionali: i seggi sono distribuiti fra i gruppi in concorrenza, in proporzione alla quota di voti ottenuti Ma molte varianti all’interno delle due famiglie Sistemi elettorali misti

I sistemi elettorali caratteristiche CaratteristicheMaggioritariProporzionali Ambito territorialeCollegi uninominaliCircoscrizioni plurinominali Formula elettoralePlurality (maggioranza relativa); Majority (maggioranza assoluta). Voto di lista Voto singolo trasferibile Soglie di rappresentanza / sbarramento NoSoglie esplicite Sogli implicite Carattere ‘categorico’ o ‘ordinale’ del voto Possibili entrambi (di solito categorico) Possibili entrambi (di solito categorico

Sistemi elettorali Europa Legenda: Rosso  Collegi uninominali, plurality Rosa  Collegi uninominali, majority Blu  Proporzionale, voto di lista Viola  misto Verde  Voto singolo trasferibile Giallo  altri misti.

I sistemi maggioritari Normalmente associati a collegi uninominali Plurality (maggioranza relativa): chi prende più voti conquista il seggio Majority (maggioranza assoluta): serve il 50%+1 per conquistare il seggio Se nessuno conquista il seggio al primo turno, chi accede al secondo turno? I due più votati, tutti quelli al di sopra di una soglia tutti i candidati

Le elezioni in UK (2015) 650 Seggi nella House of Commons  650 collegi uninominali (districts) Conservatori ottengono 330 seggi (50% + 5 seggi con il 36% dei voti) La mappa delle elezioni collegio per collegio: hics/2015-uk-election/#0 hics/2015-uk-election/#0

Un sistema maggioritario ‘particolare’ Il voto alternativo (Australia): due turni in un turno solo Collegi uninominali Gli elettori dispongono i candidati in ordine di preferenza (voto ordinale) Se nessuno ottiene il 50%+1 si “elimina” l'ultimo candidato ridistribuendo le sue seconde preferenze; si ripete il procedimento finché un candidato ottiene la maggioranza assoluta

I sistemi proporzionali: voto di lista (I) Dimensioni di variazione: Formula elettorale Quoziente e resti più alti (più proporzionale) Quoziente naturale (Hare): V/S Medie più alte (meno proporzionale) D'Hondt (1, 2, 3, 4, …)

I sistemi proporzionali: voto di lista (II) Dimensione delle circoscrizioni: quanti eletti in ciascuna circoscrizione (NON quanti elettori) Circ piccole → maggiore dis-proporzionalità (Spagna); Collegio unico nazionale → minore dis-proporzionalità (Olanda, Israele) N. complessivo di eletti. Più grande l'assemblea → maggiore proporzionalità Ma questa variabile perde importanza per assemblee grandi (oltre 200 seggi circa)

I sistemi proporzionali: voto di lista (III) Soglia di esclusione/sbarramento: Esplicita Quanto alta? Di solito fra il 3 e il 5%, ma Russia 7%, Turchia 10% Implicita La grandezza della circoscrizione ha effetti sulla maggiore o minore proporzionalità del sistema (più piccola la circoscrizione  minore la proporzionalità  minor numero di partiti rappresentati) Una specialità solo italiana (o quasi): il premio di maggioranza (tecnicamente è un sistema misto)

Sistemi proporzionali: voto di lista (iv) Tipi di lista Bloccata  l’elettore non può esprimere una preferenza, i candidati sono eletti nell’ordine stabilito dal partito Aperta  l’elettore può esprimere uno o più voti di preferenza

I sistemi misti Una parte proporzionale, una parte maggioritaria Quanti collegi in ciascuna parte? Esiste un meccanismo di compensazione? Se sì, effetti complessivi proporzionali (es. Germania) Se no, effetti complessivi tendenzialmente maggioritari (es. Italia )

L’indice di disproporzionalità Una misura complessiva della non-proporzionalità dei sistemi elettorali: l’indice di Gallagher G=√½Σ(v i -s i ) 2 Quanta differenza fra la distribuzione di seggi effettiva e quella che si avrebbe in caso di perfetta proporzionalità?

La disproporzionalità in Italia Riforma 1994

Qual è il miglior sistema elettorale? (I) Massima possibilità di scelta fra i partiti [pr] Massima possibilità di scelta fra i candidati [pr lista aperta; VA] Semplicità per gli elettori nell’esprimere la propria preferenza [uni; pr lista chiusa] Semplicità nelle formule di conteggio/trasformazione dei voti in seggi [mag] Controllo degli elettori del collegio sui “propri” eletti [mag]

Qual è il miglior sistema elettorale? (II) Ciascun voto deve avere lo stesso peso [pr; VA] L’assemblea deve rispecchiare tutte le preferenze presenti nell’elettorato [pr] La composizione del governo deve mutare al mutare delle preferenze degli elettori [mag] Il sistema elettorale deve garantire la creazione di una maggioranza [premio; mag] La frammentazione partitica deve essere limitata per favorire la formazione di governi stabili e responsabili [mag; pr con soglia legale]

Dai sistemi elettorali ai sistemi di partito Uno dei temi di ricerca centrali della Scienza Politica riflette su come diverse regole elettorali influenzino i sistemi di partito Formato dei sistemi di partito (  quanti partiti) Dinamiche (  quanta competizione? Di che tipo?) Per chi fosse interessato: ITANES CISE

Disproporzionalità e sistemi partitici

Sistemi di partito Modelli di interazione fra organizzazioni elettorali (partiti Ndr)» (Eckstein) Due elementi: Formato dei Sistemi di partito Tipo di Competizione Centripeta Centrifuga Iniziamo dal numero: attualmente in UK sono rappresentati in parlamento 10 partiti, in Spagna 14, in Germania 5, in Italia 9 (Camera) Ci accontentiamo di questo conteggio?

Gli effetti dei sistemi elettorali Le «leggi» di Duverger (1951): Il sistema maggioritario a turno unico tende al bipartitismo Il sistema a doppio turno o a rappresentanza proporzionale tende al multipartitismo

Gli effetti dei sistemi elettorali Effetti a livello locale / nazionale (  cfr. mappa interattiva slide 6) Effetti meccanici / psicologici Gli effetti meccanici hanno luogo nella trasformazione di voti in seggi (soglie di sbarramento, grandezza delle circoscrizioni, formula elettorale, premi di maggioranza…) Gli effetti psicologici (o coordinamento strategico) hanno luogo a monte del voto: i sistemi elettorali hanno il potere di orientare le decisioni di voto degli elettori e le strategie di partiti e candidati

Effetti sul votante Nei sistemi elettorali disproporzionali (sistemi maggioritari e sistemi proporzionali impuri) gli elettori dei partiti/candidati minori rischiano di “sprecare” il voto Si pone dunque il dilemma fra voto sincero e voto strategico I sistemi elettorali disproporzionali penalizzano tendenzialmente i partiti estremi se gli elettori: Hanno informazioni sufficienti sulla forza relativa dei partiti/candidati Hanno alternative praticabili (non troppo distanti ideologicamente)

Effetti sui partiti Anche i partiti piccoli, anticipando il comportamento strategico degli elettori, hanno l’incentivo a fondersi/allearsi I piccoli partiti non disposti ad allearsi diventano irrilevanti (tendenzialmente!) Viceversa, aumentano i costi per l’ingresso di nuovi partiti sulla scena elettorale

Dal livello locale al livello nazionale Le leggi di Duverger non tengono sufficientemente in considerazione il passaggio dal livello locale al livello nazionale Cosa succede se in un sistema uninominale maggioritario vince un partito diverso in ogni circoscrizione? Cosa succede se la distribuzione di voti non è omogenea sul territorio nazionale? Piccoli partiti a livello nazionale, ma concentrati localmente (etno- regionalisti)

La riformulazione di Sartori Sartori (1986): dobbiamo tenere presente la struttura del sistema partitico Quindi: Data la strutturazione sistemica e la dispersione attraverso le circoscrizioni, i sistemi plurality producono un sistema bipartitico Le formule proporzionali fotografano la realtà  il parlamento sarà frammentato se la struttura del voto lo è. In genere facilitano il multipartitismo e sono, al contrario, poco propizie verso il bipartitismo Attenzione al caso spagnolo!!!  proporzionale (anche se con effetti magg.) che ha garantito una dinamica bipartitica fino alle ultime elezioni (dic 2015) quando è cambiata la struttura del voto (2 nuovi partiti!)

Contare i partiti (I) Sartori (1976): due regole per un “conteggio intelligente” dei partiti, escludendo quelli irrilevanti I partiti rilevanti sono: 1.Quelli con potenziale di coalizione anche partiti molto piccoli sono rilevanti se sono utili alla formazione del governo 2.Quelli con potenziale di intimidazione anche i partiti mai inclusi al governo sono rilevanti, se possono con la loro presenza influenzare il funzionamento delle coalizioni di governo o imporre tematiche altrimenti escluse dal dibattito

Le interazioni fra partiti (I) Nelle “regole” di Sartori è implicito anche un ragionamento sulle interazioni fra partiti: quali sono ammessi al gioco delle coalizioni e quali sono esclusi? Questo rimanda alla distanza ideologica fra partiti e alla presenza di partiti anti-sistema: Esistono partiti estremi (non coalizzabili)? Esistono partiti che si pongono al di fuori della competizione democratica? Che cambierebbero, se potessero, non solo le politiche del governo ma le stesse “regole del gioco”? Le definizioni di “partito estremo” e di “partito anti-sistema” sono sfuggenti…

Le interazioni fra partiti (II) Quale dinamica di competizione? Se ci sono solo due grandi partiti (o due poli) che si fronteggiano per la conquista del governo la dinamica è centripeta (i partiti cercano voti al centro) Se ci sono molti partiti (o più di due poli), l’alternanza al governo è improbabile e la dinamica diventa centrifuga (i partiti estremi diventano sempre più estremi): è il cosiddetto pluralismo polarizzato

Sistemi bipartitici (tendenza centripeta)

Con partito di centro dominante (pivot)

Il pluralismo polarizzato … (Italia ) DC PSDIPRI PSI PCI PLI MSI