Musica e sviluppo cognitivo (Slide per cortesia di E. Redaelli)
Musica e abilità cognitive Schellenberg (2005) ed altri ricercatori hanno mostrato come l’ascolto di musica e l’essere sottoposti a lezioni di musica per periodi lunghi porta ad un aumento temporaneo ma significativo della performance in una grande varietà di test cognitivi.
La musica da una prospettiva biologica Attraverso il metodo della localizzazione cerebrale, è stato notato che durante l’ascolto di musica vengono attivate molte aree del cervello: durante l’elaborazione della struttura armonica vengono attivate principalmente le aree frontali inferiori; durante l’elaborazione della tonalità viene attivato principalmente l’emisfero destro. Zatorre e Chen (2006) hanno mostrato che quando ascoltiamo un ritmo musicale vengono attivate sia regioni motorie sia regioni uditive del nostro cervello.
Effetti dell’esposizione precoce alla musica Draper e Gayle (1987) hanno mostrato che la musica è, tra tutte le attività extra-scolastiche dei bambini, quella che produce maggiori benefici e maggiori effetti positivi sulla performance in compiti di ragionamento spazio-temporale. Rauscher, Shaw e Ky (1993) hanno confermato questi risultati e li hanno ampliati dimostrando che l’esposizione precoce alla musica produca benefici sullo sviluppo cognitivi di specifiche abilità non-musicali.
La musica migliora la memoria verbale ma non quella visiva Chan (1998) e altri hanno mostrato che la musica migliora la memoria verbale ma non quella visiva. Nei loro esperimenti è stato notato che le persone che avevano ricevuto un’istruzione musicale tendevano ad avere il piano temporale sinistro più allargato rispetto alle persone senza istruzione musicale. E il lobo sinistro è proprio quello che è usato principalmente per la memoria verbale, mentre la memoria visiva è elaborata dalla regione temporale destra..
L’Effetto Mozart L'effetto Mozart è una controversa teoria scientifica, elaborata nel 1993 dai fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher. Secondo i due ricercatori, l'ascolto della sonata in re maggiore per due pianoforti (K 448) di Wolfgang Amadeus Mozart causerebbe un temporaneo aumento delle abilità spaziali. Pubblicata su Nature, questa ricerca venne contestata in diversi altri lavori, in cui non si riuscì a riprodurre i risultati. Questi però vennero nuovamente confermati da Rauscher e Shaw in un successivo articolo del 1997, pubblicato su Neurological Research.
Non solo la musica di Mozart…. McKelvie & Low (2002) sono riusciti ad ottenere analoghi effetti postivi facendo ascoltare ad un gruppo di bambini la musica del gruppo pop Aqua; a loro avviso, non è la musica di Mozart in sé a migliorare la performance, ma semplicemente una musica che piace all’ascoltatore.