L’ATTIVITA’ DELLA P.A. e IL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO Diritto amministrativo prof. Giampiero Santilli
I PRINCIPI COSTITUZIONALI DELL’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA L’art. 97 Cost. delinea i principi fondamentali che governano l’attività amm. (l’atto che li violi è inopportuno) 1. il principio di legalità 2. il principio d'imparzialità 3. il principio di buon andamento 4. il principio di ragionevolezza
I PRINCIPI STABILITI DALLA LEGGE 241/90 – ART. 1 L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri: di economicità (costi/ricavi) di efficacia (risorse/obiettivi raggiunti) di trasparenza
L’ATTIVITA’ AMMINISTRATIVA si esprime attraverso: 1. Atti giuridici (di diritto pubblico e di diritto privato) 2. Operazioni (comportamenti giuridici che si traducono in attività "operative". In tale categoria trovano posto le attività di esecuzione degli atti amministrativi, es. le notificazioni)
ATTI AMMINISTRATIVI Sono atti amministrativi gli atti giuridici compiuti dai soggetti attivi della pubblica amministrazione nell’esercizio di una potestà amministrativa. Elementi essenziali: SOGGETTO (l’organo che adotta l’atto) CONTENUTO (ciò che l’atto dispone) FINALITA’ (lo scopo che si persegue) FORMA (la veste sotto cui l’atto si presenta al mondo esterno)
Gli ELEMENTI DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI L’ intestazione (l’indicazione del soggetto o dell’organo che emana l’atto) Il preambolo (è la parte introduttiva dell’atto amministrativo) Il dispositivo (è il contenuto dell’atto, cioè quello che viene stabilito) La motivazione (l’indicazione delle ragioni di fatto e di diritto che stanno alla base dell’emanazione di un determinato atto) La sottoscrizione
L’obbligo di motivazione Ogni provvedimento amministrativo deve contenere l’indicazione delle ragioni di fatto e di diritto sulla base delle quali ne è stato determinato il contenuto (art. 3). L’obbligo della motivazione si traduce, in sostanza, nell’onere della P.A. di riprodurre nel provvedimento amministrativo (o in altro documento accessibile all’interessato) le situazioni di fatto e le giustificazioni giuridiche che hanno influito sulla particolare decisione assunta dalla P.A. a conclusione del procedimento amministrativo.
LA FINALITA’ DELLA MOTIVAZIONE Il cittadino deve poter valutare la legittimità dell’atto che ha inciso sulla propria sfera giuridica; deve poter verificare la completezza dell’istruttoria, la corretta valutazione dei fatti, la logicità di ciò che da essi viene dedotto, la corretta applicazione delle norme di legge, etc. L’obbligo di motivazione del provvedimento è dunque funzionale all’effettiva possibilità, per il privato, di esercitare il proprio diritto, costituzionalmente garantito, alla difesa.
Patologia dell’atto amm.
Nullità e annullabilità L'atto nullo è, in quanto invalido, inefficace di diritto, e viene considerato tamquam non esset l'atto annullabile è comunque idoneo a produrre i suoi effetti che permangono nell'ordinamento giuridico fino a quando e solo se, su istanza di parte, non venga dichiarata, in via giudiziale, l'illegittimità dell'atto stesso.
La nullità (art. 21 septies L.15/2005) a) mancanza degli elementi essenziali. indeterminatezza, impossibilità ed illiceità del contenuto difetto o illiceità della causa inesistenza o vizio relativo all'investitura o alla costituzione del soggetto che ha adottato il provvedimento amministrativo; la mancanza della volontà (il caso classico è quello della violenza fisica esercitata sul funzionario) Vizio relativo alla sua formazione; il difetto della forma essenziale del provvedimento inesistenza dell'oggetto
La nullità (art. 21 septies L.15/2005) b) difetto assoluto di attribuzione Atto adottato da un soggetto della PA, che ha invaso settori attribuiti ad altri poteri dello Stato e del tutto estranei alle proprie attribuzioni (incompetenza assoluta). c) violazione o elusione del giudicato d) altri casi espressamente previsti dalla legge (c.d. nullità testuali).
I vizi dell'atto amministrativo l'incompetenza relativa (sussiste quando una autorità abbia emanato un provvedimento al di là dei poteri ad essa assegnati sconfinando nell'ambito dei poteri conferiti ad un'altra autorità amministrativa) l'eccesso di potere (sussiste tutte le volte in cui l'atto amministrativo presenta una deviazione dalla sua finalità istituzionale. E’ un vizio della funzione, riguarda il non corretto esercizio del potere discrezionale) la violazione di legge (contrasto tra l'atto e la norma che regola l’esercizio del potere)
I sintomi dell’eccesso di potere travisamento dei fatti illogicità ingiustizia manifesta motivazione insufficiente contraddittorietà disparità di trattamento
L’autotutela E’ il potere dell’amministrazione pubblica di risolvere in via amministrativa i conflitti insorgenti con altri soggetti in relazione ai suoi provvedimenti. E’ l’attività giuridica con cui la pubblica amministrazione reagisce contro i propri provvedimenti invalidi nella legittimità o nel merito.
Provvedimenti di autotutela ANNULLAMENTO D’UFFICIO (Eliminazione dell’atto illegittimo fin dall’origine – efficacia retroattiva) REVOCA (il ritiro di un atto inopportuno per una diversa valutazione degli interessi coinvolti – non ha efficacia retroattiva) SANATORIA (eliminazione del vizio dell’atto mediante modifiche – integrazioni – riforme ecc.)
Il procedimento amministrativo Il procedimento amministrativo è il percorso attraverso il quale viene adottato il provvedimento, cioè l’atto dotato della capacità di incidere sulle posizioni giuridiche dei cittadini, procurando ad essi vantaggi o svantaggi.
Il procedimento amm. Prima del 1990 non esisteva una disciplina generale del procedimento, che era regolato solo con riferimento ad alcuni tipi di atti. La conseguenza di ciò era un’eccessiva discrezionalità della pubblica amministrazione, con la conseguente incertezza nei rapporti tra la stessa ed i privati cittadini. Con la legge 241-90 vengono introdotti nell’ordinamento i principi cardine del procedimento amministrativo, grazie ai quali l’attività della PA diviene più trasparente, più efficiente ed economica.
i Termini La legge 241 stabilisce, innanzitutto, che ogni procedimento debba concludersi entro termini prestabiliti, e che in mancanza di previsioni speciali dovrà adottarsi il termine generale di novanta giorni (art. 2). La previsione di un termine di durata massima del procedimento è di fondamentale importanza, poiché consente ai privati coinvolti dall’attività amministrativa, o alla medesima interessati, di veder definita la propria posizione giuridica in tempi ragionevoli e, soprattutto, noti.
L’inerzia della PA In alcuni casi il provvedimento si avrà per adottato (si tratterà, a seconda dei casi, di un’autorizzazione, di una licenza, abilitazione, nulla osta, permesso, etc.), salva la possibilità per l’amministrazione di revocarlo ove sussistano ragioni di pubblico interesse. In tutti gli altri casi, invece, il provvedimento dovrà considerarsi rifiutato. In tali casi l’interessato può proporre ricorso nelle sedi competenti contro tale implicito atto negativo.
il diritto di partecipare al procedimento La legge 241-90 incentiva la collaborazione tra P.A. e cittadini, al fine di migliorare l’efficienza dell’azione amministrativa (la prospettazione degli interessi dei privati è infatti utile anche alla corretta definizione dell’interesse generale) e di garantirne la trasparenza (il privato avrà più consistenti occasioni di verificare che siano rispettati i propri diritti ed interessi).
Strumenti di partecipazione la comunicazione di avvio del procedimento, con la quale si informa il privato che l’amministrazione ha aperto, di propria iniziativa, un procedimento che lo riguarda. il diritto di accesso, consistente nella facoltà dell’interessato di prendere visione degli atti del procedimento. Il diritto di presentare memorie scritte e documenti, che l’amministrazione ha l’obbligo di valutare; la comunicazione di motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza presentata dal privato, che l’amministrazione deve obbligatoriamente notificare prima di adottare un provvedimento negativo, dando così l’opportunità all’interessato di esporre le proprie ragioni per scritto, anche attraverso documenti, purchè entro dieci giorni dalla ricezione della comunicazione stessa
Le fasi del procedimento Prima fase consiste nell’atto iniziale che dà impulso al procedimento. Può avvenire d’iniziativa dell’interessato (istanza di parte) o d’ufficio. Seconda fase è quella della comunicazione dell’avvio del procedimento. La comunicazione va fatta anche quando il procedimento è ad istanza di parte, e deve essere fatta anche a soggetti, diversi dall’istante, precisati dall’art. 7, 1° comma, della stessa legge. Terza fase varia da atto ad atto e può consistere nei più svariati adempimenti istruttori, quali ad es., quelli che portano all’acquisizione di documenti, attestazioni, pareri, valutazioni tecniche, accertamenti tecnici, ecc. Quarta fase E’ la fase conclusiva del procedimento e si sostanzia nell’adozione del provvedimento
Il responsabile del procedimento E’ il soggetto che si occupa dell’istruttoria procedimentale, quindi della raccolta e della valutazione dei fatti e di tutti gli elementi rilevanti per l’emanazione del provvedimento. E’ l’interlocutore naturale, il soggetto al quale rivolgere richieste, presentare documenti e scritti, domandare informazioni.