Psicologia dell’età evolutiva ISIS EUROPA Prof.ssa Annamaria Caputo.

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Transcript della presentazione:

Psicologia dell’età evolutiva ISIS EUROPA Prof.ssa Annamaria Caputo

SVILUPPO COGNITIVO LE ATTIVITÀ COGNITIVE RAPPRESENTANO I PROCESSI CHE COINVOLGONO IL PENSIERO E LA CONOSCENZA, E VENGONO DEFINITI PROCESSI MENTALI. SONO CIOÈ QUELLE FUNZIONI CHE CI PERMETTONO DI COMPRENDERE E AFFRONTARE IL MONDO CHE CI CIRCONDA

Jean Piaget rappresenta uno dei più significativi protagonisti della psicologia dello sviluppo e un Autore di riferimento per lo studio dei processi intellettivi. Il suo principale oggetto di intereresse è la conoscenza nella sua origine e nel suo evolversi, la conoscenza non viene intesa come uno stato ma come un processo e come tale viene studiata nel suo divenire. Lo sviluppo cognitivo è inteso da Piaget come “un cammino verso l’equilibrio” (Piaget, 1964, pag. 11) rappresenta, in particolare, una forma progressiva di adattamento all’ambiente. Egli propone un modello adattivo e attivo della conoscenza, secondo il quale l’intelligenza si crea nell’interazione dinamica e continua tra 1. i processi mentali innati del soggetto e 2. il suo ambiente fisico e sociale.

Lo sviluppo si esplica in una serie di periodi evolutivi, caratterizzati da strutture cognitive specifiche,chiamate schemi. Essi sono “forme di organizzazione mentale”. Il processo di adattamento si realizza attraverso i seguenti meccanismi di base: Assimilazione: incorporazione nei propri schemi degli oggetti conoscitivi ambientali senza modificare il proprio schema Accomodamento: modificazione di uno schema mentale

Quando vi e’ EQUILIBRIO tra ASSIMILAZIONE ed ACCOMODAMENTO lo sviluppo cognitivo procede normalmente secondo alcune fasi necessarie e obbligatorie per tutti che piaget chiama STADI

Gli stadi sono tappe in successione. S i tratta, per Piaget, di un “sistema gerarchico” in cui ciascuno stadio è caratterizzato da una struttura mentale che rappresenta l’integrazione dei precedenti e il presupposto necessario allo stadio successivo. Gli stadi di sviluppo sono qualitativamente diversi e procedono dalla semplicità alla complessità dei processi coinvolti. Le strutture cognitive (schemi) rappresentano quindi forme di organizzazione dei dati ambientali che caratterizzano e differenziano specifici periodi dello sviluppo. Piaget (1970) descrive quattro periodi evolutivi (stadi) dell’intelligenza dalla nascita alla maturità

1. STADIO SENSO-MOTORIO (dalla nascita ai 2 anni circa) Il bambino scopre gradualmente il mondo solo attraverso l’utilizzo del sistema motorio e del sistema percettivo. La caratteristica principale di questo stadio è la “dominanza dell’azione”. Al termine di questo stadio il bambino arriva all’acquisizione delle quattro nozioni fondamentali per la conoscenza della realtà fisica, cioè: 1. permanenza dell’oggetto (il bambino capisce che gli oggetti esistono anche quando, per esempio, non li vedono o non li sentono); 2. permanenza di spazio, entro la quale le azioni e gli oggetti si “collocano”; 3. permanenza di tempo, entro la quale le azioni e gli oggetti si “collocano” nel tempo; 4. causalità: scoperta della relazione tra azioni ed effetti.

2. STADIO PREOPERATORIO (dai 2 ai 7 anni circa) Il bambino consolida e perfeziona le attività rappresentative vere e proprie. Da 2 ai 4 anni il bambino attraverso lo stadio “simbolico” acquisisce il linguaggio, utilizza simboli e “gioca a far finta di” (gioco simbolico). Le sue rappresentazioni del mondo sono però ancora legate al dato percettivo, all’esperienza vissuta direttamente dal bambino sull’oggetto di conoscenza. Manca l’acquisizione delle “operazioni reversibili” che permetterebbero al bambini di modificare con il pensiero un’azione concreta, così, per esempio, un bambino da 4 a 6 anni crede che la quantità di un liquido cambi quando si travasa in un altro recipiente di forma diversa (per esempio lungo e stretto) o che la quantità di due palline di plastilina vari se una di esse viene allungata

3. STADIO DEL PENSIERO OPERATORIO CONCRETO (7-11 anni) Il bambino acquisisce il “pensiero operatorio” cioè diventa capace di coordinare singoli concetti tornando anche al punto di partenza del proprio pensiero. Si tratta di operazioni logico-matematiche reversibili (capacità di classificazione e seriazioni). Il bambini però non è ancora in grado di generalizzare la sua esperienza.

STADIO DEL PENSIERO OPERATORIO FORMALE (dagli 11 anni in poi) Il soggetto giunge a compiere operazioni mentali senza dover far riferimento a dati concreti o a mmagini mentali, raggiungendo l’astrazione completa (pensiero formale). Il modello teorico elaborato da Piaget si è rivelato molto utile in ambito clinico ed educativo perché fornisce uno schema di riferimento che permette di individuare eventuali ritardi nello sviluppo.