"Bisogni educativi speciali"? Per una pratica pedagogica inclusiva e una didattica viva (Goussot Alain-Università di Bologna)

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"Bisogni educativi speciali"? Per una pratica pedagogica inclusiva e una didattica viva (Goussot Alain-Università di Bologna)

Le categorizzazioni pericolose “Dare un nome sbagliato alle cose contribuisce all'infelicità del mondo”(Albert Camus) “Una cosa sono le leggi dei naturalisti, un'altra quelle della natura”(Denis Diderot)

Le categorizzazioni pericolose “Dare un nome sbagliato alle cose contribuisce all'infelicità del mondo”(Albert Camus) “Una cosa sono le leggi dei naturalisti, un'altra quelle della natura”(Denis Diderot)

Avete detto 'normale'? Il concetto di norma fa parte delle idee scientifiche più complesse e vaghe. Nella realtà non esiste nessuna norma, ma si incontra una quantità infinita di molteplici variazioni, di deviazioni da essa e spesso è molto difficile stabilire dove esse superino i limiti oltre i quali inizia già il campo dell’anormale. Questi confini non esistono da nessuna parte e in questo senso la norma rappresenta il concetto strettamente astratto di una grandezza media dei casi più frequenti e, effettivamente, non si incontra mai nel suo aspetto puro, bensì è sempre unita a certe forme anormali. Per questo non esiste confine preciso fra il comportamento normale e anormale. (L.Vygotskij)

Questione epistemologica paradigma concettuale dei BES Il paradigma clinico-terapeutico Cosa sono i 'Bisogni educativi speciali'? Esistono? I bisogni educativi (bisogno d'istruirsi, di accedere a saperi e conoscenze, di realizzarsi diventare se stesso...) sono universali e di tutti A secondo il contesto sociale, culturale, le storie di vita, le traiettorie, i linguaggi esistono modi diversi di essere Esistono dei bisogni educativi universali e dei percorsi e modi di apprendimento differenziati Il linguaggio è importante: mappa mentale, rappresentazioni e concezione della società, dei rapporti umani e della scuola (dell'insegnamento/apprendimento ) Michel Foucault: eterotipie ; la microfisica del potere, le parole e le cose Pierre Bourdieu: la sfera sociale come sfera simbolica, la violenza simbolica come riflesso della violenza sociale A.Maslow: il pensiero rubricato E.Goffman: Stigmatizzazioni Il processo di etichettamento, le categorizzazioni -alunni con disabilità certificati -alunni con Dsa -alunni con difficoltà di apprendimento -alunni con disagio sociale -alunni con disturbi del comportamento (ADHD, Borderline) -alunni con difficoltà linguistiche-culturali -alunni con FIL La complessità del dibattito scientifico e i rischi di queste classificazioni Frank Furedi parla del 'nuovo conformismo' e della colonizzazione della scuola e della società da parte del paradigma clinico- terapeutico

La colonizzazione culturale della scuola da parte del paradigma diagnostico La marginalizzazione della pedagogia L'egemonia culturale del paradigma clinico-terapeutico: si osserva per definire, classificare e catalogare; l'osservazione è diagnostica. Si mettono in evidenza sintomi e problemi, difficoltà e disturbi. L'insegnante rischia di trasformarsi in operatore della diagnosi ; va a caccia di sintomi e di problemi e non più di potenzialità e capacità(l’illusione dell’insegnante psicologo Recalcati) Concetti centrali del nuovo dispositivo culturale che pervade il mondo della scuola: adattamento funzionale e cura. Non più il prendersi cura di (vedi Stiegler e Don Lorenzo Milani, I Care), si tende sempre di più a diagnosticare e non a educare (vedi Ph Meirieu), eguaglianza delle opportunità e accessibilità 4 rischi: 1) la scuola viene colonizzata dallo sguardo clinico-terapeutico ; l'insegnante come operatore della diagnosi 2) l'alunno è visto essenzialmente come portatore di problemi e disturbi e non come soggetto storico culturale, significante e desiderante 3) la risposta diventa: adattare e curare 4) la didattica diventa sempre di più tecnica, ricettario da applicare meccanicamente (la relazione scompare) 5) si va a caccia di sintomi, disturbi e non di capacità e potenzialità In questi ultimi anni la pedagogia è diventata una disciplina subalterna e marginale rispetto alla psicologia (in particolare di stampo cognitivistica e comportamentale), alla neuropsichiatria

Logica differenzialistica e riconoscimento delle differenze diseguaglianza e eguaglianza Eguaglianza e diseguaglianza nell'accesso ai saperi, le conoscenze Gli alunni vengono categorizzati e differenziati come singoli, si predetermina una traiettoria sulla base di una paradigma e uno sguardo predefinito che finisce per inferiorizzare la persona ; si dà una copertura concettuale e 'pseudo scientifica' ai processi di diseguaglianza in atto nella società e a scuola La logica differenzialistica è l'opposto del riconoscimento delle differenze che si base sul principio di eguaglianza: riconoscere che l'altro pure diverso da me è simile, che è potenzialmente portatori di risorse che esprime in un modo specifico Compito della scuola: rimuovere tutti gli ostacoli che producono svantaggio e impediscono l'eguaglianza delle opportunità nell'accesso ai saperi e alle conoscenze, ai diritti di cittadinanza e alla dignità La questione della giustizia e dell’equità nell'ambito scolastico Classi di sostegno, sezioni di serie A e di serie B, scuole di serie A e di serie B, quali criteri per valutare l'inclusività delle scuole? Rischio di vedere riapparire classi differenziali, classi e scuole ghetto

Osservazione pedagogica e didattica Riprendiamoci la pedagogia Didattica viva e non didatticismo (procedura tecnica) L'osservazione pedagogica e l'azione pedagogica: recuperare i fondamentali delle pedagogie attive, una lunga storia e un ricco patrimonio di esperienza: J.J.Rousseau, H.Pestalozzi, Froebel, Maria Montessori, O.Decroly, il movimento dell'educazione nuova con Claparède, A.Ferrière, J.Dewey, l'apprendimento cooperativo con C.Freinet, l'educarsi alla socialità con A.Makarenko, la pedagogia delle mediazioni e storico-culturale di L.Vygotskij, la pedagogia dell'incontro e dell'accoglienza di J.Korscak, la pedagogia degli oppressi e dell'autonomia di P.Freire, la pedagogia istituzionale di F.Oury e A.Vasquez....il cooperativ learning dei fratelli Johnson La questione dell'identità del ruolo docente: questione di dignità e di libertà, non essere colonizzati e sapere dialogare alla pari con le altre discipline (Meirieu: Pedagogia il dovere di resistere) Osservare per comprendere; essere un facilitatore degli apprendimenti e un mediatore attivo La didattica è un processo vivo (diverso dal didatticismo come procedura-vedi G.Lombardo Radice) La storia della pedagogia in Italia: Lombardo Radice, Ernesto Codignola, R.Laporta, B.Ciari, M.Lodi, A.Bernardini, G.Rodari, G.M.Bertin, Don Milani, P.Bertolini

Pedagogia attiva e didattica variegata integrata La gestione del gruppo classe:il triangolo pedagogico di J.Houssaye (docente-alunno-saperi disciplinari) L'importanza della gestione della relazione, la classe come laboratorio e non come uditorio, l'apprendimento cooperativo, lavoro di gruppo,sapere riconoscere i profili pedagogici degli alunni (La Garanderie), gli stili di apprendimento, creare un clima positivo, imparare senza paura, il delicato rapporto tra istruzione e educazione, una pedagogia dell'apprendimento (vedi R.Cousinet), una pedagogia delle mediazioni e dello sviluppo delle potenzialità di ognuno (L.Vygotskij) La natura socio-culturale dello sviluppo degli apprendimenti (vedi Barbara Rogoff) Cosa fare di fronte all'alunno che resiste? Pestalozzi e Meirieu parlano di mobilitazzione delle risorse dell'alunno, comprendere, ascoltare, dialogare, essere insieme sostegno e barriere, equità, partire dal linguaggio dell'alunno per costruire dei ponti verso le conoscenze(P.Freire) La dimensione multimediale e differenziata dei processi di apprendimento: quali stili di apprendimento ma anche quali stili d'insegnamento(H.Gardner, J.Bruner) L’osservazione pedagogica, La valutazione, la progettazione pedagogica e i dispositivi didattici

La co-educazione e la costruzione dell'alleanza educativa Già Freinet, Don Milani e J.Dewey ci hanno spiegato che l'educazione è un processo sociale, la scuola stessa riflette tutte le dinamiche sociali e culturali della società Oggi si parla di crisi dell'educazione e dei suoi luoghi tradizionali (scuola e famiglia), gli adulti sembrano essersi dato alla fuga, la frammentazione dei rapporti sociali, l'individualismo dilagante, il capitalismo pulsionale dell'usa e getta, la società liquida, la precarizzazione della vita, del lavoro, la svalorizzazione di tutto quello che riguarda formazione, scuola e cultura (vedi P.Meirieu, A.Goussot, B.Stiegler, D.Demetrio, Z.Bauman, M.Benasayag) L'importanza di ricostruire i legami sociali; la critica relazione tra scuole e famiglie. La pedagogia come pedagogia sociale che coinvolge i diversi attori della comunità uno sfondo educativo e inclusivo L'approccio della co-educazione della scuola di Mons in Belgio (si parte da questa analisi sociale, società multietnica e pluriculturale), i linguaggi, la costruzione di spazi partecipativi per la co-costruzione del progetto di vita e la promozione della cittadinanza attiva, attivare dei processi resilienti (Pourtois, Humbeeck)

L’evoluzione della figura dell’insegnante di sostegno? Quali proposte, il dibattito in atto Informarsi ed essere informato vuol dire conoscere per confrontarsi, essere autonomi, dare il proprio punto di vista ’ipotesi Dario Ianes e proposta della FISH in parlamento: il dibattito Insegnanti specialisti con profili professionali più avanzati e mirati sulle differenti aree di disabilità e BES, mettere al centro l’efficace e l’efficienza dell’integrazione scolastica, con presenza in funzione del tipo di disabilità Considerazioni critiche e rischi: 1)Medicalizzazione? Iperspecializzazione tecnica legata alle tipologie di deficit : si accentua la penetrazione dello sguardo diagnostico e il paradigma clinico- terapeutico 2)Cosa vuol dire un con presenza modulata sul tipo di disabilità? 3)L’alunno disabile non è ‘proprietà’ dell’insegnante di sostegno ma non si rischia di passare ad un modello con degli specialisti tecnici ‘proprietari’ delle varie tipologie di disabilità 4) Scomparsa della dimensione pedagogica e di una didattica viva 5) Legare efficace e efficienza ai costi?

Funzione ideologica e culturale della terminologia Riflessione pedagogica e semantica Noam Chomsky afferma che occorre riflettere sulle terminologie e il linguaggio che usiamo, non è mai neutrali (vedi Democrazia e istruzione), Michel Foucault afferma che siamo spesso prigionieri di un reticolato di parole che fanno da filtro e c’impediscono di vedere le cose come sono (vedi Le parole e le cose), Louis Althusser diceva che siamo il prodotto culturale di sopradeterminazioni strutturali (le strutture simboliche svolgo una funzione di prisma deformante), Pierre Bourdieu parla del rapporto tra potere, processi decisionali e sfera simolica a livello socio-culturale anche in ambito accademico e scientifico (violenza simbolica e habitus) I Alcuni concetti provenienti dal mondo dell’economia (in particolare dell’economia finanziaria penetrate nel mondo della Scuola- vedi anche il documento “La Buona scuola”) Competenza (sistema di valutazione PISA) Credito Debito Profitto scolastico Performance Efficienza Produttività

Bibliografia Furedi F (2009), Il nuovo conformismo. Troppa psicologia nella vita quotidiana, Feltrinelli, Milano Gardou Ch (2012), La société inclusive, Eres, Toulouse Goussot A (2011), Pedagogie dell'uguaglianza, edizioni del Rosone, Foggia Goussot A (2013), Pédagogie et résilience, L’Harmattan, Paris Goussot A. (2014), L’Educazione Nuova per una scuola inclusiva, edizioni del Rosone, Foggia Ianes D, Cramerotti S (2013), Alunni con BES- Bisogni educativi speciali, Erickson, Trento Lascioli A (2014), Verso l’inclusive education, edizioni del Rosone, Foggia Malherbe J-F (2014), L’educazione di fronte alla violenza, edizioni del Rosone, Foggia Meirieu P (2012), Pedagogia: il dovere di resistere, edizioni del Rosone, Foggia Recalcati M (2014), L’ora di lezione, Einaudi, Torino