Il valore della biodiversità. Biodiversità, CBD e IT-PGFA Università di Napoli Federico II Economia Agraria Maria Fonte.

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Il valore della biodiversità

Biodiversità, CBD e IT-PGFA Università di Napoli Federico II Economia Agraria Maria Fonte

Biodiversità Variabilità della vita, che include gli ecosistemi terrestri e acquatici, i complessi ecologici che ne fanno parte, la diversità all’interno delle specie e delle varietà e tra le diverse specie della vita. 2

I Paesi più ricchi di biodiversità ‣ Nel mondo ci sono 201 paesi considerati stati indipendenti ( ‣ 15 paesi sono considerati i più ricchi in diversità biologica. Essi raccolgono più di 70% della biodiversità totale del mondo: sono i centri di biodiversità delle piante alimentari, individuati da Vavilov (un biologo russo) negli anni 20 del 1900

3-16 Paesi più ricchi di Diversità Biologica

Paesi più ricchi in Diversità Biologica Fonte: Comision Nacional para el Conocmiento y Uso de la Biodiversidad (CONABIO), Mexico,

Erosione della biodiversità Nel XX secolo il processo di erosione della biodiversità si è accelerato. Una delle cause principali è la industrializzazione dell’agricoltura spinta dalla Rivoluzione Verde, soprattutto a partire dagli anni ’60.

La Rivoluzione Verde Rivoluzione verde è un termine usato per descrivere un vertiginoso aumento della produttività agricola, soprattutto nei paesi in via di sviluppo tra il 1960 e il Durante questi anni, in molte regioni del mondo, e specialmente in Asia e in America Latina, il raccolto dei cereali più importanti (riso, frumento e mais) è più che raddoppiato. Anche altre coltivazioni hanno avuto aumenti significativi. I governi dei paesi industrializzati e in via di sviluppo hanno investito in maniera consistente nella ricerca agricola. La scienza moderna è stata utilizzata per sviluppare varietà ibride ad alta resa che hanno rivoluzionato le tradizionali pratiche agricole, portando a un sistema di produzione basato su: –Monoculture –Uso di prodotti chimici –Irrigazione (maggiore uso di acqua)

I costi della rivoluzione verde Riduzione della biodiversità agricola. I contadini sono stati incoraggiati a piantare le nuove varietà ibride e ad allevare nuove razze di bestiame, abbandonando molte varietà locali e tradizionali. L’uso massiccio di pesticidi e di altri prodotti chimici ha causato un serio degrado ambientale e minacciato la salute pubblica. L’irrigazione necessaria per ottenere le alte rese delle varietà ibride ha seriamente intaccato le risorse idriche mondiali (oggi il 70% dell’acqua consumata nel mondo è utilizzata in agricoltura). Malgrado la maggiore produttività agricola, la fame è ancora diffusa. Per sfruttare la spinta della Rivoluzione verde i contadini dovevano disporre di denaro e di accesso a risorse come la terra e l’acqua. I contadini poveri che non avevano né l’uno né l’altro sono stati esclusi dalla Rivoluzione verde. Addirittura, molti sono diventati ancora più poveri.

Le banche del germoplasma Preoccupata per l’erosione della biodiversità delle piante alimentari, la FAO ha cominciato a promuovere la conservazione ex situ delle sementi, ossia fuori dal loro ambiente naturale, nelle banche del germoplasma In una banca del germoplasma si conservano, sotto forma di semi o piante, le risorse fitogenetiche e le varietà genetiche (o biodiversità) vegetali : si studiano e migliorano sementi destinate allo sviluppo agricolo, si analizzano i parassiti e le malattie che colpiscono le piante per trovare la cura adatta Le principali banche pubbliche del germoplasma nel mondo sono collocate presso i Centri Internazionali di Ricerca Agricola, sotto la custodia del CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research)

Le banche del CGIAR Le principali banche pubbliche del germoplasma nel mondo sono collocate presso i Centri Internazionali di Ricerca Agricola, sotto la custodia del CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research)

Centri di ricerca del CGIAR

Center Crop (s)Number of Accessions International Center for Tropical Agriculture (CIAT) International Center for Tropical Agriculture (CIAT) Cali, Colombia Cassava Forages Bean 5,728 18,138 31,718 International Maize and Wheat Improvement Center (CIMMYT) International Maize and Wheat Improvement Center (CIMMYT) Mexico Maize Wheat 24, ,000 International Potato Center (CIP) International Potato Center (CIP) Lima, Peru Andean Roots & Tubers Sweet Potato Potato 1,112 6,413 5,057 International Center for Agriculture in the Dry Areas (ICARDA) International Center for Agriculture in the Dry Areas (ICARDA) Aleppo, Syria Barley Chickpea Faba Bean Wheat Forages Lentil 24,218 9,116 9,074 30,270 24,581 7,827 International Crops Research Institute for the Semi- Arid Tropics (ICRISAT) International Crops Research Institute for the Semi- Arid Tropics (ICRISAT) Patancheru, India Chickpea Groundnut Pearl Millet Pigeonpea Sorghum Minor Millets 16,961 14,357 21,250 12,698 35,780 9,050 International Institute for Tropical Agriculture (IITA) International Institute for Tropical Agriculture (IITA) Ibadan, Nigeria Bambara groundnut Cassava Cowpea Soybean Wild Vigna Yam 2,029 2,158 15,001 1,909 1,634 2,878 International Livestock Research Institute (ILRI) International Livestock Research Institute (ILRI) Nairobi, Kenya Forages11,537 Bioversity International MaccareseBioversity International Maccarese, Italy Musa931 International Rice Research Institute (IRRI) International Rice Research Institute (IRRI) Los Banos, Philippines Rice80,617 West Africa Rice Development Association (WARDA) West Africa Rice Development Association (WARDA) Bouaké, Cote d'Ivoire Rice14,917 World Agroforesty Centre World Agroforesty Centre Nairobi, Kenya Sesbania25 TOTAL 532,508

Ancora una banca delle sementi

Una banca del germoplasma nelle isole Svalbard (Norvegia) Nelle cavità di una montagna vicino al Polo Nord si è costruita una banca del germoplasma che sta raccogliendo un milione e mezzo di sementi provenienti da tutte le parti del mondo

Chi è il proprietario delle sementi nelle BdG? I contadini hanno donato le sementi Il CGIAR le custodisce come ‘bene comune dell’umanità’

Biodiversità e biotecnologie La proprietà intellettuale sulle innovazioni riguardanti la materia vivente (e quindi i brevetti sulle sementi) minacciano la sovranità dei paesi e i diritti collettivi delle comunità, specialmente nei paesi più poveri di tecnologie ma ricchi di biodiversità, dove manca anche una regolamentazione efficace di biosicurezza. Si devono considerare tre aspetti collegati: –Proprietà Intellettuale –Bio-sicurezza – Accesso alle risorse genetiche

Effetti avversi della PI nei PVS: la biopirateria La biopirateria è ”l’appropriazione della conoscenza e delle risorse genetiche dei contadini e delle comunità tradizionali ed indigene da parte d'individui ed istituzioni attraverso il monopolio esclusivo garantito dal brevetto" (ETC Group 1998). E’ resa possibile sia da errori nella concessione dei brevetti, sia da disposizioni legislative nazionali, che non sono efficaci nella protezione della conoscenza tradizionale.

CONOSCENZA TRADIZIONALE Le conoscenze "scientifiche, artistiche e letterarie basate sulla tradizione; rappresentazioni, invenzioni, scoperte scientifiche, disegni, marchi, nomi e simboli, informazione non pubblica e tutte le altre creazioni e innovazioni basate sulla tradizione, che risultano dall'attività intellettuale nei campi industriale, scientifico, letterario o artistico" (WIPO, 2001). Per quel che riguarda la biodiversità, la conoscenza tradizionale riguarda le caratteristiche e le proprietà delle risorse genetiche, che derivano alle comunità rurali, indigene e locali, dal loro uso secolare, generate, migliorate e trasmesse da generazione in generazione.

Casi di Biopirateria 1 Ayahuasca. Nel 1986 Loren Miller ottenne, secondo il Plant Patent Act, il brevetto n. 5,751 su una varietà vegetale Banisteriopsis caapi, conosciuta come Ayahuasca. Secondo il richiedente, era una varietà nuova e distinta, soprattutto per il colore dei fiori ed era stata scoperta in un giardino privato nella foresta amazzonica, in Sud America. Un’associazione che rappresenta circa 400 gruppi indigeni, il Coica, viene a sapere del brevetto e lo contesta tramite il CIEL (Center of International Environmental Law). Si sostiene che non solo la varietà non è nuova, ma che la concessione di un brevetto sull’Ayahuasca è contrario ai principi morali, essendo la pianta sacra in tutta la regione amazzonica. L’USPTO dapprima revoca, poi conferma il brevetto.

Casi di Biopirateria 2 Fagiolo chiamato Enola Nel 1994 Larry Proctor, presidente di Pod-Ners Seed Company, presenta una domanda per il brevetto di una nuova varietà di fagiolo giallo, a cui da il nome di Enola. Nel 1999 ottiene il brevetto e anche il certificato del costitutore. Subito dopo intenta una causa contro alcune piccole imprese sementiere che importavano fagioli negli USA, sostenendo che esse violavano il suo brevetto. Il Governo messicano protesta sostenendo che il fagiolo Enola era lo stesso che veniva coltivato da secoli nella regione Sinaloa Il 'Centro Internazionale per l'Agricoltura Tropicale' (CIAT) contesta l'istanza del costitutore che la nuova varietà presentava il carattere unico di essere gialla, fornendo documentazione che dimostrava che nella banca del gene del CIAT esistevano, tra le quasi varietà di fagiolo conservate, ben 260 che presentavano il carattere fenotipico 'colore giallo'. Almeno 6 delle varietà sulle quali il CIAT ha fornito documentazione apparivano, secondo molti osservatori, identiche al fagiolo di cui era stata contestata la registrazione, sulla base di marcatori colorimetrici e genetici. Nel dicembre 2005 l’istanza di brevetto è rigettata.

Casi di Biopirateria 3 Brevetto sul mais ad alto contenuto di acido oleico Nell’agosto 2000 l’European Patent Office (EPO) concesse all’impresa Dupont il brevetto EP per una varietà di mais ad alto contenuto di acido oleico. Il brevetto si estendeva a tutte le varietà di mais con una concentrazione di acido oleico superiore a una certa quantità. La varietà non era necessariamente il risultato di tecniche di ingegneria genetica, ma anche di un processo di mutagenesi, che è una tecnica comune di riproduzione. La varietà non rappresentava una grande qualità inventiva. Nel maggio 2001, Greenpeace International, Misereur (una organizzazione della Chiesa Tedesca), e il Ministero dell’Agricoltura del Messico presentarono opposizione contro il brevetto. Nel 2003 l’EPO annullò il brevetto.

Convenzione sulla Biodiversità Firmata al Summit di Rio del 1993, entrata in vigore nel dicembre Recepita in Italia con legge 124 del 14 febbraio Ratificata al 10/12/ 2003 da 188 paesi. Voluta principalmente dai Paesi in via di sviluppo per avere un quadro normativo internazionale sull’accesso e l’uso della biodiversità. Riconosce la sovranità degli Stati nazionali sulla biodiversità presente nei loro territori

Obiettivi Gli obiettivi della Convenzione sono: la conservazione della diversità biologica o biodiversità l’uso sostenibile delle sue componentil’uso sostenibile delle sue componenti una distribuzione giusta ed equa dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse geneticheuna distribuzione giusta ed equa dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche  Il terzo obiettivo è quello più direttamente interessato dalle problematiche relative agli organismi geneticamente modificati ed è anche quello che ha generato maggiori problemi ai fini della ratifica della Convenzione da parte dei Paesi del mondo.

Articolo 1. Obiettivi …. la conservazione della diversità biologica, l’uso sostenibile dei suoi componenti e la condivisione equa e giusta dei benefici che derivano dall’utilizzazione delle risorse genetiche, mediante, tra le altre cose, un accesso appropriato alle risorse genetiche, il trasferimento appropriato delle tecnologie pertinenti e tenendo conto di tutti i diritti relativi a queste risorse e a queste tecnologie, così come mediante un finanziamento appropriato. Articolo 3. Principio della sovranità nazionale In conformità con la Carta delle Nazioni Unite e con i principi del diritto internazionale, gli Stati hanno il diritto sovrano di sfruttare le loro proprie risorse, in applicazione della propria politica ambientale, e l’obbligo di assicurare che le attività svolte nell’ambito della loro giurisdizione o sotto il loro controllo non causino danni all’ambiente di altri Stati o ad aree al di là dei limiti della giurisdizione nazionale

Articoli più importanti Articolo 8 – Conservazione in situ (diritti degli agricoltori e conoscenza tradizionale)Articolo 8 Articolo 9 – Conservazione ex-situArticolo 9 Articolo 14 – Valutazione degli impatti e mitigazioni degli impatti nociviArticolo 14 Articolo 15 - Accesso alle risorse geneticheArticolo 15 Articoli 16 e 19 – Accesso e trasferimento alla tecnologia e gestione della biotecnologia e distribuzione dei suoi beneficiArticoli 16 e 19 Articolo 25 - Organo sussidiario di consulenza scientifica, tecnica e tecnologicaArticolo 25

Punti qualificanti la CBD Accesso facilitato alle risorse genetiche (art. 15) garantito sulla base del consenso informato, nei termini mutualmente concordati condivisione equa e giusta dei benefici derivanti dall’utilizzazione delle risorse genetiche (art. 16).

Alcune considerazioni Si tratta di una Convenzione “quadro” che stabilisce un ambito istituzionale per lo sviluppo di iniziative legislative, politiche e scientifiche volte alla salvaguardia della diversità biologica pur lasciando alle Parti, cioè ai Paesi che hanno aderito, il compito di provvedere alla implementazione dei suoi principi e dei piani d’azione. Nonostante la dimensione della Convenzione sia internazionale, la realizzazione dei suoi obiettivi passa attraverso l’attuazione di misure adottate a livello nazionale e locale.

Trattato Internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l’agricoltura e l’alimentazione Sistema Multilaterale per l’accesso alle risorse genetiche per l’agricoltura e l’alimentazione in possesso delle parti contraenti e quelle contenute nelle collezioni delle banche del germoplasma. Le condizioni dell'accesso riguardano principalmente l'impegno a non rivendicare alcun diritto di proprietà intellettuale o altro diritto che limiti l'accesso facilitato alle risorse genetiche vegetali, o alle loro parti o componenti genetiche, "nella forma ricevuta dal Sistema Multilaterale" (art. 12.3d).

/continua