È possibile fermare il declino del sindacato? Lucio Baccaro Università di Ginevra Dipartimento di Sociologia.

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È possibile fermare il declino del sindacato? Lucio Baccaro Università di Ginevra Dipartimento di Sociologia

Le tendenze generali Declino dei tassi di sindacalizzazione in tutti i paesi avanzati – Compresi i modelli “Ghent” Decentramento contrattuale limitato Sostanziale tenuta dei tassi di copertura contrattuale grazie ai meccanismi di estensione automatica

La situazione italiana è (si dice) meno grave di altre È vero? Problema: i dati per analizzare il caso italiano o non ci sono o sono di affidabilità limitata

Tassi di sindacalizzazione (Visser-OECD) Union density (0-100) change Hungary % Slovak Rep % Czech Rep % Slovenia % Australia % Poland % Germany % Ireland % Greece % Austria % UK % USA % Portugal % France % Netherlands % Switzerland % Canada % Italy % Sweden % Iceland % Denmark % Finland % Norway % Spain % Belgium % Source: Visser 2011

Centralizzazione contrattuale Source: Visser 2011 Bargaining centralization (1-5) change Australia % Sweden % Czech Rep % Slovak Rep % Austria % Germany % Ireland % Norway % Denmark % Finland % Netherlands % Belgium % Canada110.00% France220.00% Greece % Hungary220.00% Italy330.00% Poland110.00% Portugal % Spain330.00% Switzerland220.00% UK110.00% USA110.00% Slovenia % Iceland---

Copertura contrattuale Source: Visser 2011 Bargaining coverage (0-100) change Australia % Czech Rep % UK % USA % Iceland % Portugal % Canada % Germany % Ireland % Greece % Denmark % Slovenia % Italy % France % Belgium % Switzerland % Netherlands % Austria % Spain % Norway % Sweden % Finland % Hungary Poland Slovak Rep-43-

Che dicono i micro dati disponibili?

European Social Survey 2002: Italia Domanda: “Lei fa parte o ha mai fatto parte di un sindacato o di un’associazione di categoria?” Risposta: “Si, attualmente” Lavoratori dipendenti e ex-dipendenti disoccupati alla ricerca attiva di impiego Dati pesati Dati certificati Aran (2000): sindacalizzazione totale PI: 46%; CGIL-CISL-UIL: 33%

Cosa suggeriscono i dati ESS? Sindacalizzazione italiana sovrastimata? – Altra possibilità: alcuni lavoratori non sanno/ricordano di essere iscritti al sindacato Sindacato praticamente assente tra i lavoratori dipendenti più giovani Difficoltà a organizzare le micro-imprese La classe media (tra il 25 ed il 75 percentile) è più organizzata dei ceti meno abbienti Sindacalizzazione industria manifatturiera più bassa della media nazionale

Micro dati SWG-IRES (2008) Non-MembersMembers Retired Active Total N= 1525

La sindacalizzazione degli ultra- cinquantenni (2002)

La sindacalizzazione degli ultra- cinquantenni (2010)

Ma l’iscrizione al sindacato non è l’unica forma possibile di esercizio della rappresentanza

European Working Conditions Survey (2010) Domanda: “C’è sul tuo posto di lavoro un addetto che ha la funzione di rappresentante dei lavoratori?” Probabilità stimate attraverso modelli probit paese per paese (controlli ISCO e NACE, tipo di contratto, numero ore lavorate, e dimensione nucleo familiare) Categorie di riferimento: – uomo, contratto a tempo indeterminato, tempo pieno, dimensione nucleo familiare media, anzianità media, ISCO 8 (operatore di macchine, assemblatore), industria – uomo, contratto a tempo indeterminato, tempo pieno, dimensione nucleo familiare media, anzianità media, ISCO4 (impiegato di uffico), Pubblica Amministrazione

Probabilità stimate della presenza di un rappresentante sul posto di lavoro Isco8: Conduttori di impianti e macchinari e addetti al montaggio; Nace c-f: industria countrydydxsesig. belgium *** denmark *** finland *** france *** germany *** greece *** ireland *** italy *** luxembourg *** netherlands *** spain *** sweden *** uk *** Isco4:Impiegati di ufficio; Nace l: Pubblica Amministrazione e difesa, sicurezza sociale obbligatoria countrydydxsesig. belgium *** denmark *** finland *** france *** germany *** greece *** ireland *** italy *** luxembourg *** netherlands *** spain *** sweden *** uk ***

In sintesi Non sembra affatto che la rappresentanza dei lavoratori sia in condizioni migliori in Italia che altrove – Forti difficoltà di sindacalizzazione, soprattutto di alcuni gruppi – Anche l’accesso a forme alternative di rappresentanza sembra quantitativamente più limitato che altrove

Il livello di soddisfazione sul lavoro

European Working Conditions Survey Waves 2-to-5 (1995, 2000, 2005, 2010) Paesi: Francia, Germania, Irlanda, Italia, Svezia, Regno Unito Domanda: “On the whole, are you very satisfied, satisfied, not very satisfied or not at all satisfied with working conditions in your main paid job?” (scala invertita) Controlli ISCO e Nace, tipo di contratto, ore lavorate, dimensione nucleo familiare, età (omessi) Modello ordered probit

La soddisfazione sul lavoro (controlli omessi) VARIABLESjob_satisfaction2 1995Omitted category *** (0.0199) *** (0.0220) *** (0.0198) GermanyOmitted category France-0.277*** (0.0218) Ireland0.293*** (0.0258) Italy-0.377*** (0.0245) Sweden ** (0.0234) UK0.175*** (0.0237) Observations26504 Standard errors in parentheses *** p<0.01, ** p<0.05, * p<0.1

Cosa dicono i dati sulla job satisfaction? Trend decrescente nel tempo Il livello di soddisfazione in Italia è significativamente al di sotto di altri paesi europei mantenendo costanti la distribuzione delle competenze professionali, la composizione settoriale e il tipo di contratti di lavoro Non è chiaro perchè

Perchè la crisi del sindacato è un problema?

Il sindacato ha “esternalità positive” La rappresentanza del lavoro è una questione di democrazia, di solidarietà e di civiltà Gli iscritti al sindacato partecipano più attivamente alla vita politica Sono anche più favorevoli alla redistribuzione che i non iscritti (benchè facciano parte della classe media) – Dati ESS Il sindacato contribuisce attraverso la contrattazione a rendere possibile un modello di crescita bilanciata – Incentivo all’innovazione, aumenti di produttività, redistribuzione, aumento della domanda interna, crescita

La crisi del sindacato come una delle determinanti della crisi economica Aumento della quota dei redditi da capitale – Aumento delle diseguaglianze Incentivi all’indebitamento privato – Innovazione finanziaria Balance-sheet recession

Declino della sindacalizzazione e riduzione della quota dei salari

È possibile invertire il corso di marcia?

Cosa non bisogna fare? Insistere con il corporativismo concessivo – Legittima un modello di accumulazione controproducente fondato sulla compressione del fattore lavoro – Non risolve il problema fondamentale che è quello del ri-radicamento nei luoghi di lavoro – Aumenta la crisi di legittimità del sindacato e degli altri attori istituzionali

Cosa è utile ma non risolutivo? Occorre fare molto di più per giovani, precari e lavoratori dei servizi Tuttavia è improbabile che nuove politiche organizzative (per es. “organizing”) siano la soluzione a tutti i problemi – La crisi del sindacato è troppo trasversale per essere solo un problema di strategia

Cosa è necessario? Il sindacato può rinascere se l’attore politico ne riconosce le “esternalità positive” e ne facilita l’azione Ricostruire un partito del lavoro – Legge sulla rappresentanza e la contrattazione – Limitazione delle forme di lavoro precario – Lotta all’evasione fiscale e imposta patrimoniale per ridurre il carico fiscale sui redditi da lavoro – Rilancio degli investimenti pubblici e eliminazione degli incentivi alla scuola privata – Investimenti sulla scuola pubblica – Ripubblicizzazione delle utilities – Ristrutturazione (eventuale) del debito pubblico – Rinegoziazione della governance dell’Eurozona o uscita dall’Euro (preceduta dalla limitazione dei movimenti di capitale)

È possibile fare queste cose in un paese solo? No, la risposta va construita in maniera concordata tra i vari movimenti sindacati nazionali e a livello europeo La rinascita del sindacato non è realistica senza una riforma profonda delle istituzioni europee e dell’unione monetaria … e senza una revisione critica del modello di globalizzazione economica che ridia spazi di manovra alle democrazie nazionali

Vaste programme …