1 ETICA E TELEVISIONE Anno Accademico 2009 – 2010
2 Evoluzione del sistema radiotelevisivo Fino agli anni cinquanta la televisione era basata su un ciclo di appuntamenti fissi che scandivano il palinsesto e su una programmazione volta ad orientare i gusti del pubblico, a volte con intenti dichiaratamente pedagogici. Dagli anni ottanta, con l’apertura alle televisioni commerciali, la tv ha cominciato ad assecondare i gusti del pubblico e a utilizzare le sue pulsioni e le sue paure, con l’intento specifico di attrarre un numero sempre maggiore di spettatori.
3 Nel modello commerciale, basato sul rilevamento dell’audience, il telespettatore cessa di essere il destinatario di un atto comunicativo, un membro del pubblico di uno spettacolo o il cittadino-utente che beneficia di un servizio per il quale ha pagato la tassa specifica, e si trasforma in merce; il vero cliente di una emittente commerciale – intendendo anche la televisione pubblica – non è il pubblico, ma l’inserzionista pubblicitario.
4 La televisione può essere considerata il più potente strumento di informazione dei nostri giorni. Rappresenta allo stato attuale il mezzo capace di incidere maggiormente nella formazione delle idee e dei sentimenti delle persone, soprattutto di coloro che non dispongono di accesso alle altre fonti di informazioni, alternative o radicate, anche per problemi di alfabetizzazione.
5 Adrian Paperzak In una sua intervista del 1993 affermava che la televisione aveva assunto ormai una grande responsabilità in quanto portatrice di una sorta di mitologia collettiva, sostituendo in gran parte la religione e l’idea politica. Ancora di più nella attualità dei nostri tempi la televisione ha ormai assunto la capacità di proporsi come rete di raccordo sociale per le nostre proiezioni fantastiche e le narrazioni di origine collettiva, contribuendo a creare l’ideologia della moderna società consolidandola.
6 “ al loro posto è subentrata la televisione che ogni giorno ci presenta a modo suo immagini, storie, relazioni e opinioni chiave, più o meno generalmente accettate. Essa, nel restituirci quest'immagine della nostra società, contribuendo così a consolidarne l'ideologia, si assume, ovviamente, una grossa responsabilità, da molti punti di vista, compreso quello politico “
7 Da una parte le immagini, le storie, le relazioni e le opinioni chiave, più o meno generalmente accettate, che ci vengono presentate in televisione quotidianamente, finiscono col restituirci una certa idea della nostra società. Dall’altra, tale immagine, divenendo patrimonio comune, contribuisce a consolidare l’ideologia della società stessa.
8 Aspetto da sottolineare è il flusso disordinato, totalmente privo di soluzione di continuità di comunicazione, da parte della televisione commerciale. La perdita di confini e identità precise, richiede al telespettatore uno sforzo di decodifica e di educazione all’immagine molto alto per una rielaborazione attiva e personale dei contenuti proposti.
9 Distorsioni Pseudo-notizie: informazioni esagerate sulla base di fatti che comunemente resterebbero inosservati. Falsi statistici: interpretazioni errate, o comunque discutibili, di numeri o rilevamenti oggettivi. Interviste campione: l’opinione del passante di turno scelto casualmente diventa rappresentativa di quella di una totalità. Presentazione unilaterale. Propaganda politica.
10 Responsabilità del mezzo Lo scenario attuale è quello di una trasmissione e di una acquisizione di notizie con forti suggestioni intrinseche costituite da –Messaggio esplicito –Modalità di trasmissione –Ripetitività del programma Tali suggestioni sono in grado di modificare la nostra percezione del mondo e di indirizzare le nostre scelte.
11 Comunicazione persuasiva La comunicazione persuasiva senza soluzione di continuità agisce non attraverso lo scambio proprio dell’argomentazione e del dibattito, ma attraverso la manipolazione dei simboli e delle emozioni più profonde.
12 Parzialità della notizia Il messaggio, da qualunque fonte provenga, è sempre sottoposto a un giudizio che lo ha trasformato a monte con l’utilizzo di parole, immagini e suoni tali da avvalorare le intenzioni stesse dell’ideatore in una volontà comunicativa che indirizza meta-significati. Se tutti i mezzi di comunicazione possono falsare la realtà, il discrimine è nella forza di veridicità insita nell’immagine stessa.
13 Cultura televisiva Ciò che si vede esiste. Gli eventi rappresentati corrispondono alla realtà. Ciò che non si vede non esiste
14 Le immagini del mondo prodotte in televisione hanno un forte potere persuasivo e raramente ciò che ci viene mostrato in tv viene mostrato in tv viene messo in discussione dal telespettatore, dando per scontato che corrisponda fedelmente alla realtà. “ Le persone che si vogliono persuadere devono essere completamente immerse nelle idee della propaganda senza che nemmeno se ne rendano conto “ principio nel quale risiede il segreto stesso della propaganda
15 Le costruzioni mentali che si formano dentro di noi, una volta accettate, si trasformano in fantasie che poniamo alla guida dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Le immagini fungono da teorie sociali primitive, ci forniscono i fatti relativi ad una questione, determinano quali sono i problemi più urgenti da affrontare e fissano i termini in cui concepiamo il nostro mondo sociale.
16 Bernard Cohen “I mass media possono non riuscire per gran parte del tempo a dire alla gente come pensare, ma sono sbalorditivamente efficaci nel dire alla gente cosa pensare “
17 Intrattenimento L’intrattenimento ha un suo prezzo: l’informazione che è necessaria per partecipare alla vita democratica viene rimpiazzata da spettacoli che rendono sempre più difficile assumersi le proprie responsabilità di cittadini o, forse, che rispondono alla volontà di non assumersi queste responsabilità.
18 Immagine La televisione ha portato alla sostituzione della realtà costruita dalla parola con quella costruita dall’immagine. Interpretazione della realtà esclusivamente in base al dato visivo. Il tempo veloce dell’immagine sposta lo spazio riservato alla riflessione posticipandolo al termine della sequenza in una ottica uniforme e non analitica. L’immagine televisiva può portare ad un atteggiamento di passività davanti allo schermo e, per osmosi, davanti alla vita.
19 La televisione modifica la natura della comunicazione, spostandola dal contesto scritto a quella dell’immagine in movimento, e ribaltando il rapporto tra il capire e il vedere. La parola fa capire soltanto se capita, cioè se conosciamo il simbolo a cui appartiene o se lo sappiamo interpretare. L’immagine è pura e semplice rappresentazione visiva: l’immagine si vede e basta.
20 Questioni etiche Rispetto del pluralismo. Correttezza dell’informazione. Verifica delle fonti. Protezione delle fasce più deboli. Corretto trattamento delle minoranze. Rispetto della Privacy. Tutela dei minori
21 Tutela dei minori Il tema media e minori negli ultimi anni ha rivestito un’attenzione sempre più importante, sia a livello legislativo che di opinione pubblica, per la sua evidente centralità nei percorsi di crescita dei ragazzi e nella trasformazione degli stili di vita e dei modelli culturali. Minore soggetto. Minore oggetto.
22 Minore in televisione: normative Codice di deontologia sulla privacy. Carta dell’informazione e della programmazione a garanzia degli utenti dell’informazione, della programmazione e degli operatori del servizio pubblico. Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Codice di Autoregolamentazione 1997.
23 Minore davanti alla televisione A metà degli anni 80 Karl Popper intravedeva la superficialità, la volgarità e la violenza che insidiavano la tv generalizzata, col rischio di alterare gli equilibri individuali. Per Popper la violenza delle tv modifica il passaggio dei suoni e delle immagini nei bambini, impedendo la corretta crescita del loro sistema psichico-mentale. Osservò infatti che la popolazione dimostrava una minore reattività alla violenza, atteggiamento mentale che prelude a comportamenti di tipo aggressivo.
24 Professionismo nella comunicazione In Gran Bretagna si ritiene che il concetto di imparzialità sia simile a quello della perfezione: un obiettivo al quale tutti devono aspirare anche se nessuno può riuscirci in pieno.
25 Disorientamento e assuefazione I telegiornali si contraddistinguono per la frammentarietà dell’immagine della società che realizzano mediante la posizione di avvenimenti e notizie; ognuna di esse si presenta come autosufficiente, avvero non spiegata né spiegante altri avvenimenti o notizie. Più i media comunicano meno riescono ad approfondire proprio perché il ritmo delle notizie diventa sempre più incessante.
26 Il rischio è duplice: –Il primo è di anestetizzarci davanti al flusso di immagini spettacolari, facendo diventare lo straordinario l’ordinario e lo spettacolare normale. –Il secondo è di disorientarci senza approfondire
27 La notizia rimane fatto indipendente, comprensibile di per sé anche in assenza di riferimenti alle dinamiche di lungo periodo e al contesto non immediatamente noto. La comprensione è legata al contesto, ai retroscena. Nasce un bisogno di unitarietà che solo parzialmente può essere tamponato dalla presenza di un interprete fisso cui sia affidato nel tempo l’appuntamento televisivo con l’informazione, in considerazione che ai problemi della frammentazione si possono unire anche quelli dello star system: la deviazione dell’attenzione dalla notizia alla persona che la presenta.
28 Etica della scelta La possibilità di restituire un significato al media televisivo di espressione e guida ci porta a pensare ad una forma di etica che vede la sua connotazione specifica nell’ambito della comunicazione televisiva, incentrata sulla persona e vista da entrambi i lati della comunicazione: quella dell’emittente e quella del destinatario. L’etica della scelta unitaria ai destinatari e agli emittenti
29 Riceventi I telespettatori devono imparare a scegliere, svincolandosi da ogni atteggiamento di adattarsi velocemente a tutto ciò che avviene, senza alcun sforzo di confronto critico o di selezione, ponendosi in una condizione di impotenza di fronte ad un sistema di comunicazione mistificatorio e, in alcune circostanze, sopraffattore.
30 Emittenti Per quanto riguarda i professionisti, al fine di ovviare ad una televisione che sovente scarseggia d’intelligenza, di cultura e di professionalità, sarebbe opportuna una classe di operatori delle tv maggiormente sensibile al problema e sicuramente più preparata dal punto di vista etico oltre che tecnico.