PROBLEMI NELL’UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE Introduzione Disturbi visivi Illuminazione ambientale. Illuminazione naturale ed artificiale. Patologia da posture fisse ed ambiente di lavoro. Controllo sanitario-Periodicità delle visite di controllo Organizzazione dell’attività lavorativa.
Introduzione. Nel lavoro al videoterminale (VDT) i problemi per la salute possono riguardare: a) illuminazione del VDT e le condizioni visive degli operatori, b) le posture degli operatori, causa di patologia osteoarticolare e muscolo tendinea, c) l’organizzazione dell’attività lavorativa e l’ambiente di lavoro. Disturbi visivi. Il lavoro al VDT non provoca alterazione patologiche alla funzione visiva ma evidenzia una patologia oculare preesistente. A questo riguardo, tutti i lavoratori al VDT (per oltre 4 ore al giorno o 20 ore settimanali anche se non continuative), devono essere sottoposti a controllo ortottico (eventualmente integrato da visita specialistica oculistica) oltre che a controllo sanitario (del medico competente) anche al fine di esprimere un parere medico-legale. I disturbi che possono insorgere (denominati astenopia) sono: lacrimazione, cefalea, fotofobia, bruciore oculare ecc.. Questi disturbi possono insorgere sia a causa della mancata correzione della vista che di un’illuminazione non adeguata.
Illuminazione ambientale Problemi possono derivare sia dall’illuminazione dello schermo video che dall’illuminazione ambientale che può essere attuata con luce naturale od artificiale o con entrambe. I programmi adottati per i VDT al giorno d’oggi utilizzano caratteri scuri su fondo chiaro. Questi programmi possono essere adottati quando i caratteri sono sufficientemente nitidi senza fenomeni di sfarfallamento (presenti nei VDT degli anni 80). Per evitare questi inconvenienti, in passato si utilizzavano programmi a caratteri chiari (verde, rosso o giallo su fondo scuro) che dovevano essere utilizzati in ambiente poco illuminato (circa 300 lux) ma con illuminazione sufficiente per permettere la scrittura e la lettura. I programmi con caratteri scuri su fondo chiaro possono quindi essere adottati anche in un ambiente più luminoso e sono inoltre meno sensibili al disturbo causato dai riflessi. Illuminazione naturale Per evitare i riflessi, il VDT va posto lateralmente alla sorgente luminosa, non di fronte alla finestra per evitare abbagliamento, né con l’operatore con la finestra alle spalle per evitare riflessi.
La luminosità della stanze può essere regolata, oltre che dall’utilizzo di persiane e di tapparelle, da quello di tende veneziane (trasversali in plastica o longitudinali in stoffa, facilmente regolabili). Sia nel caso di luce diurna che artificiale lo schermo video va collocato a circa 70 cm dall’operatore con un angolo di lettura di circa 15° 20° al di sotto di quello degli occhi per evitare riflessi. Illuminazione artificiale. E’ preferibile che sia di tonalità calda e stabile. Sempre al fine di evitare riflessi, l’illuminazione non deve essere incidente sullo schermo. L’ illuminazione, se possibile, deve essere diffusa. A tal fine essa va diretta verso il soffitto o le pareti laterali. Condizioni di luce diffusa ed assenza di riflessi si possono ottenere con lampade a stelo, di costo non elevato, con luce regolabile ed orientabile a piacimento. Si può anche lavorare in condizioni di bassa luminosità diffusa con l’aiuto di una lampada da tavolo per la lettura o la scrittura con illuminazione localizzata.
Patologia da posture fisse ed ambiente di lavoro. E’ noto che lesioni osteo-articolari e muscolo tendinee possono essere causate (oltre che da fattori individuali metabolici, antropometrici, ecc, da sollevamento di carichi, da traumi e microtraumi e da vibrazioni) anche da posture fisse. Le posture fisse sono causa di riduzione degli scambi metabolici a livello di strutture osteoarticolari non irrorate da vasi. In assenza di carico sui dischi intervertebrali, questi si espandono con introduzione di liquidi contenenti glucosio e metaboliti mentre, in seguito a carico moderato, questi si comprimono con fuoriuscita di liquidi contenenti cataboliti. Il passaggio da posizioni di carico moderato a condizioni di riposo provoca quindi un ricambio di liquidi nei dischi intervetebrali evitandone l’usura ( con rottura dell’anello fibroso e formazione di ernie discali). Le posture fisse sembra possano anche causare danni osteoarticolari più complessi di quelli sopra descritti.
Per evitare le posture fisse nell’utilizzo dei VDT vanno osservate le seguenti precauzioni: a) condizioni visive ottimali che permettano all’operatore di allontanarsi dal VDT, b) utilizzo di sedia ergonomica con schienale ribaltabile e sedile regolabile (previsto anche dalla legge 626/94) in modo da cambiare postura frequentemente a piacimento, c) utilizzo idoneo del tavolo e degli arredi in ufficio, d) possibilità di pause durante l’attività lavorativa. Per quanto riguarda la sedia ergonomica, va ricordato che l’altezza va regolata 3 cm in meno rispetto a quella che separa la terra dal cavo popliteo. Essa può avere dei braccioli, che possono fornire un punto di appoggio e rotelle. In particolari situazioni ortopediche, può essere utilizzata una pedana. Il tavolo deve avere un’altezza di 70 cm per lettura e scrittura e di 60 cm per utilizzo di tastiera. Il VDT può essere posto di fronte all’operatore o di fianco (se deve parlare con altre persone). Il telefono e gli oggetti personali devono trovare un’adeguata collocazione (sempre tenendo in considerazione le esigenze personali degli operatori).
Controllo sanitario La legge 626/94 (in base alle successive modifiche risalenti all’anno 2000) stabilisce al comma 1 dell’ART. 55 che i lavoratori prima di essere addetti alle attività al VDT sono sottoposti ad una visita medica per evidenziare eventuali malformazioni strutturali e ad un esame degli occhi e della vista effettuati dal medico competente. Qualora l’esito della visita medica ne evidenzi la necessità, il lavoratore è sottoposto ad esami specialistici (in pratica dell’Oculista). Il comma 4 dello stesso ART. 545 stabilisce ancora che il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmologico a sua richiesta, ogniqualvolta sospetti una sopravvenuta alterazione della funzione visiva, confermata dal medico competente, oppure ogniqualvolta l’esito della visita medica ne evidenzi la necessità. In precedenza tutte le visite del medico competente andavano supportate dalla consulenza dello Specialista in oculistica
Periodicità della visita di controllo La legge 626/94 (in base alle succcessive modifiche risalenti all’anno 2000) stabilisce al comma 3-ter dell’ART.55 che la periodicità delle visite di controllo, fatti salvi i casi particolari che richiedono una frequenza diversa stabilita dal medico competente, è biennale per i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni e per i lavoratori che abbiano compiuto il 50 anno di età; quinquennale negli altri casi. Ciò si differenzia dall’impostazione precedente della stessa legge che stabiliva per i lavoratori con età inferiore a 45 anni la visita medica solo all’atto dell’assunzione o dell’inizio dell’attività al VDT e visite biennali per i lavoratori al di sopra dei 45 anni. Organizzazione dell’attività lavorativa. Il lavoro al VDT più stressante è quello in condizioni di ripetitività dei cosiddetti “digito-terminalisti mentre quello non stressante è quello creativo di composizione grafica (giornalisti, ingegneri, ecc.) che non richiede ritmi fissi.
I digitoterminalisti possono essere impiegati di ufficio o di banca, od addetti al centralino con compiti di immissione e ricezione di dati, talora con ritmi costanti di lavoro o con pause imposte dalla strumentazione che non sono fonte di riposo ma di stress. Nel caso di lavoro continuativo ogni minuti di lavoro possono essere previste per loro pause di 15 minuti. E’ comunque oppor- tuno che il loro lavoro, se possibile venga organizzato con uno scambio di mansioni. In ogni caso ogni operatore va motivato in modo che sia chiaro quali siano i suoi compiti e quelli degli altri operatori per il raggiungimento di un fine comune. E’infine da segnalare che i digitoterminalisti devono essere oggetto di maggiore attenzione da Servizio di Prevenzione e Protezione dell’unità produttiva e dal Medico competente che non chi svolge un lavoro creativo al VDT.