1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 5 maggio  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LUniversità Pubblica è in pericolo QuestestateQuestestate è stata approvata la legge 133 che prevede tagli dei finanziamenti statali alle strutture pubbliche.
Advertisements

Lo sviluppo del Progetto Capitale umano nei mercati territoriali Fondo di perequazione /09/2010Unioncamere Emilia-Romagna.
LA Qualità d’Aula e il SIMUCENTER CAMPANIA
La relazione educativa SIS a.a. 2005/06 Funzione docente e organizzazione didattica nella scuola dellautonomia Docente: Alessio Drivet.
Formazione dei Formatori Torino 1 Marzo 2004Sommario Origini, definizioni e struttura dei corsi IFTS Struttura dei corsi Crediti I/O Stage Esami finali.
Azione 1 Formazione linguistica ed educazione civica : Fondo Europeo per l'Integrazione di cittadini di Paesi terzi -Annualità Presentazione a cura.
Proposta Anp per la XVI legislatura quale scuola per quale paese.
PROGETTO FUNZIONE STRUMENTALE AREA 4
Indagine nazionale per il funzionamento e le prestazioni delle istituzioni scolastiche Adriana Massi (da materiale Invalsi) Macerata 16 febbraio 2005.
Il Questionario di sistema M. Ludovica Battista (da materiale Invalsi) Pesaro, 11 febbraio 2005.
Mercato del lavoro.
LO STATO NEL SISTEMA ECONOMICO
Strumenti e metodo per l’analisi dei bisogni
Corso di Laurea Magistrale in Politiche e Servizi Sociali.
A.A Corso di Politica Sociale Maria Letizia Pruna Nona lezione Le politiche del lavoro.
Università degli Studi di Roma La Sapienza
CRUI – GRUPPO – 2- DELEGATI DIDATTICA Didattica Universitaria : formazione, ricerca e mondo del lavoro UNIVERSITA ricerca, innovazione formazione sviluppo.
La protesta contro il Disegno di legge Gelmini DDL 1905/2009 La protesta contro il Disegno di legge Gelmini DDL 1905/2009 La situazione dellUniversità
Il Nuovo Ordinamento a L’Aquila
Economia delle Aziende Pubbliche – 1° modulo introduzione Università degli Studi di Trieste Facoltà di Scienze Politiche Corso di laurea magistrale in.
MERCATO DEL LAVORO OCCUPAZIONE E OCCUPABILITA A TREVISO Quali prospettive di intervento e piste di lavoro per il 2010 Lancenigo di Villorba, 03 maggio.
Lorientamento, gli orientatori CORSO DI FORMAZIONE PER I REFERENTI DELLORIENTAMENTO dicembre febbraio 2007.
ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE VIA ROCCA DI PAPA DIRIGENTE SCOLASTICO Prof.ssa Flavia De Vincenzi LE ESPERIENZE E LE ESIGENZE DI INNOVAZIONE DAL PUNTO DI.
Azioni di riabilitazione ed inclusione sociale in Regione Campania attraverso la green economy Giovanni Bartoli, progetto Pro.P, ISFOL Obiettivi: La realizzazione.
MEMO Multicentro Educativo Modena Sergio Neri. Cosa è MEMO Come centro nasce nel 2004 dalla fusione di precedenti servizi comunali tutti rivolti prioritariamente.
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Principali elementi di criticità nellattuale progetto di riforma dellUniversità. DDL 1905 Norme in materia.
Vuoi iscriverti all’università. Hai abbandonato gli studi
I target per lItalia allinterno della Strategia 2020 e la situazione attuale rispetto a Occupazione, Povertà, Istruzione Egidio Riva Università Cattolica.
Le scuole e l’autonomia
Verso una rete regionale dei servizi Regione Campania – Assessorato al Lavoro e alla Formazione.
ANALISI DEL CONTESTO Caratteristiche socio/economiche Tasso di occupazione e disoccupazione Statistiche sul livello culturale della popolazione Presenza.
1 Una grande università. In costante crescita Perchè? Gli universitari molto più di prima in Lombardia.
Progettare per competenze
Offerta formativa Post lauream Offerta formativa Post lauream MASTER Università degli Studi di Cagliari Direzione per la ricerca e il territorio - Settore.
Le spese delle scuole e dei Comuni a Piacenza Paolo Sckokai.
Sintesi e nodi del Disegno di legge di riforma dellUniversità Nota di lavoro per lInterconferenza 28 novembre 2009.
CNEL, Roma - Viale Lubin, 2 – Aula della Biblioteca Martedì 7 luglio 2009 UNIONE EUROPEA Fondo Sociale Europeo Convegno Alta formazione e occupabilità:
Comenius Regio Y.E.S. Bologna, 26 aprile 2010 COMENIUS REGIO.
COS'E' YOUTH ON THE MOVE? Youth on the Move (gioventù in movimento) è un'iniziativa faro, che ha preso il via il 15 settembre 2010, promossa dalla Commissione.
Davide Bassi Università degli Studi di Trento 1 Valorizzare il capitale umano nelle Università nelle Università Bologna Forum, 15 Marzo 2008.
STRUTTURA DELLUNIVERSITA in una prospettiva storica I. Università negli anni 50 e 60 Organi di Ateneo: - Consiglio di Amministrazione - Senato Accademico.
Il futuro è oggi. Orientare per non disperdere
INSEGNARE ALL’UNIVERSITÀ OGGI Riforme, burocrazia e doveri verso gli studenti MARIO MORCELLINI Portavoce Nazionale dell’Interconferenza 10 dicembre 2014.
Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti
programma Garanzia giovani
ASSEMBLEA INFORMATIVA IN TEMA DI RIFORMA DELL’UNIVERSITA’ DDL GELMINI ART.33 COSTITUZIONE: l’arte e la scienza sono.
NATIVI DIGITALI: UNA SPERANZA PER L'ITALIA? Indagine FORUM PA - Lorien Consulting.
Dipartimento di Giurisprudenza
Sistema bibliotecario italiano Premessa storica L’assetto attuale delle biblioteche italiane è stato fortemente condizionato dalle modalità con cui lo.
Scuola, Università e Ricerca Giacomo Zanni Mozione Casadei Emilia Romagna.
Il FORMEZ al passo coi tempi. Il Formez domani Il Formez oggi Il Formez ieri.
Milano 1 Settore Sistemi Integrati per i Servizi e Statistica Statistiche dell’istruzione.
Diritto pubblico dell’economia Una presentazione.
L’APPRENDISTATO DI ALTA FORMAZIONE E RICERCA ai sensi dell’art. 5 D. Lgs 167/
IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE Prof. Andrea Mignone (Università degli Studi di Genova) Storia della Pubblica Amministrazione II Anno Accademico 2008/2009.
CRISI DELLE “VOCAZIONI” SCIENTIFICHE SEMINARIO EDUCATION.
IL POTERE DEI GIGANTI PERCHÉ LA CRISI NON HA SCONFITTO IL NEOLIBERISMO COLIN CROUCH.
La Professione del Medico
Orientamento per il successo scolastico e formativo PIANO REGIONALE ORIENTAMENTO USR Lombardia 1° incontro – Introduzione.
USR PER LA PUGLIA – DIREZIONE GENERALE INCONTRO CON GLI ISTITUTI «SPORTELLO EUROPA» 11 NOVEMBRE 2014 Referente regionale PON: Vincenzo Melilli.
Intervento a cura di michele puglisi LIUC-Università Cattaneo Tradate – 30 marzo 2016 Liceo Marie Curie SCEGLIERE L’UNIVERSITA’ NEL XXI SECOLO.
LEGGE 13 LUGLIO 2015 N Art. 1 commi 126 – 127 – 128 – Comma 126: Per la valorizzazione del merito del personale docente è istituito presso.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 14 aprile  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 7 aprile  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 4 maggio  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno.
Riforme e caratteristiche degli studenti in Europa Bologna, 28 maggio 2010 Spunti di riflessione tratti dal volume L’università italiana e l’Europa: analisi.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -31 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 13 aprile  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 11 maggio  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno.
LA SOCIETA’ DI META’ SECOLO E IL MODERNO LAVORO INDUSTRIALE LA MODERNITA ’ IMPONE UNA DIVISIONE NETTA TRA LAVORO E FAMIGLIA SEPARAZIONE TRA LA LOGICA DELLA.
Transcript della presentazione:

1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 5 maggio  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno  12 crediti formativi (inclusi 6 Accorinti sul welfare locale) – gruppo disciplinare SPS/09  Dal 2 marzo al 26 maggio Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche Ricevimento stanza B12 dopo la lezione di giovedì

Le politiche per l’università Di Gabriele Ballarino

Università parte del welfare? Spesso si parla del ruolo di espansione dell’economia della conoscenza, dimenticando altri effetti:  Creazione di occupazione anticiclica: personale universitari e dei servizi che ruotano attorno  Diminuzione della disoccupazione giovanile  Aumento valori civici: + partecipazione politica, + letture, + sostegno alla libertà di parola  Selezione sociale delle classi dirigenti che lo stato dovrebbe rendere legata al merito e non alle origini sociali

Le specificità italiane  Rispetto ad altri paesi è un sistema universitario sottodimensionato, poco differenziato, governato da una diarchia Ministero- Elite professori  Nasce aggregando università degli stati pre-unitari: Al sud una sovraffollata a Napoli e due troppo piccole in Sardegna  tentativi falliti di razionalizzazione per resistenze locali soprattutto dei professori  anche la concessione dell’autonomia dal 1990 produce proliferazione sedi  Il sistema si espande di 100 volte: da 2625 lauree nel 1882 a 228mila nel 2008

Passaggio da università di elite a università di massa fine anni ‘60  La crescita delle immatricolazioni sopra al 15% dei diciannovenni provoca scompensi nel rapporto docenti/allievi  aumento fuoricorso  7-8 anni in media per laurearsi.  Per qualche decennio ha i problemi dell’università di massa e l’output dell’università di elite <15% popolazione in età  In altri paesi (scandinavi e R.U) l’università di massa (15-35%) comincia dopo la I guerra mondiale per arrivare a quella universale (>35%) nel II dopoguerra

Un’organizzazione poco differenziata e molto accentrata Negli Usa + tipi di istruzione e università di diverso prestigio In Germania sistema binario come nella scuola→ scuole tecniche e università  In Italia istruzione terziaria ≈ università prevalentemente pubblica: le private poche, piccole e di bassa qualità (10/26 a distanza )  Scuole dottorali negli anni ’90, ma insieme Accademie e Conservatori parificati all’università  Accentramento inizialmente per controllare elite non aderenti allo stato unitario  Autonomia anni ‘90 dei professori e non delle istituzioni, da cui si è tornati indietro con vincoli imposti dal Miur

La diarchia tra professori e politica  Legami diretti tra strato superiore locale professori ed elite politica< centrale  Il potere dell’oligarchia accademica, coperto da forme legali - razionali, di tipo tradizionale e personalistico si esercita soprattutto nel reclutamento, quindi nelle Facoltà (ora Dipartimenti) e nelle associazioni disciplinari ↓  Vale la tradizionale distinzione tra costituzione formale e materiale

Una riforma ogni 10 anni  1969 liberalizzazione degli accessi. Aumenta l’eterogeneità degli studenti  non vengono cambiati i modelli di insegnamento e valutazione, mancano i docenti  gli abbandoni già alti aumentano e cresce il precariato  1980 riforma organizzazione: dipartimenti governati in modo democratico al posto di Istituti intorno a un cattedratico- eliminazione assistenti e 3 ruoli docenti- istituzione dottorato  autonomia: possibilità di introdurre nuovi corsi e curricula, senza l’approvazione ex ante del Ministero

Una riforma ogni 10 anni -segue  nel quadro del Processo di Bologna (omogeneizzazione dei paesi Ue al modello anglosassone con lauree brevi), il Centrosinistra cambia il sistema di reclutamento ritornando a concorsi locali e aumenta i posti di ordinario  acquisito il favore dei docenti, si introduce il 3+2 (laurea triennale e specialistica)  Nella fretta i corsi triennali divennero troppi e con troppi esami  2011 riforma Gelmini: taglio lineare progressivo fondi, blocco stipendi dal 2009 ed aumento ore didattica - ritorno a (pochi) concorsi nazionali – nuovi ricercatori solo a tempo determinato- istituzione controlli esterni ANVUR

5 TIPI DI MUTAMENTO ISTITUZIONALE GRADUALE(Streeck Anziché parlare continuità o rivoluzione:  Spostamento → sostituzione di istituzioni dominanti con altre esistenti ma inattive  Sovrapposizione → di diverse istituzioni e crescita differenziata dei diversi strati  Deriva → le istituzioni si allontanano dalla realtà e si indeboliscono  Conversione → di istituzioni esistenti a a nuovi obiettivi  esaurimento → crisi istituzionale per incompatibilit à sistemiche ed esaurimento risorse

Quali tipi di mutamenti?  Fino anni’60 deriva e sovrapposizione di nuove sedi e scuole tecniche e commerciali, incluse nell’università inizio ‘900  1969 allargamento degli accessi: la conversione non riuscì  1980,nonostante sia la riforma più ampia, ci fu sovrapposizione delle nuove istituzioni all’oligarchia accademica, che controllò il reclutamento straordinario fatto con giudizi d’idoneità anche per figure che mantennero un rapporto strumentale coll’università  mutamento istituzionale via conversione. Per paura che l’autonomia ≈ privatizzazione ci fu opposizione comunista, ma la privatizzazione non ci fu

Quali tipi di mutamenti?  riforma 3+2 è una conversione istituzionale parzialmente riuscita  2011 la riforma Gelmini, combinata con il + generale blocco delle assunzioni rischia di spingere l’università alla deriva e al forte indebolimento di quelle pubbliche

Il finanziamento  È prevalentemente pubblico come accade in generale in Occidente  Se Sanità e pensioni sono programmi a cui accedono tutti, non così l’Università  rischio che i ceti bassi che non vanno all’università finanzino quelli alti  tasse + basse e borse di studio per i più poveri vanno bene, ma la loro completa abolizione danneggia i ceti bassi  Germania e R.U. le hanno reintrodotte per motivi egualitari  Le tasse coprivano il 20% delle spese nel 1958, il 7,6% nel 1986 e1990, il 12% nel 2007  i più recenti aumenti lasciano comunque allo Stato la maggior parte dei costi.

Università e disuguaglianza sociale  L’espansione dell’università ha favorito la riduzione delle disuguaglianze di accesso tra strati sociali?  Si può dare una risposta cautamente positiva grazie a dati di più generazioni e tecniche più raffinate (modelli di regressione logistica, che confrontano la probabilità di laurearsi tra differenti classi sociali a parità di altre condizioni)  Nella fig.7.5 rispetto alla classe di servizio (imprenditori, dirigenti professionisti) gli impiegati sono solo di poco sotto e gli operai più nettamente a parte i nati negli anni’40  e in generale le differenze si attenuano

Università e disuguaglianza sociale  Viceversa a parità di classe sociale il titolo di studio dei genitori pesa ancora molto (fig 7.6)  Differenze di genere invertite nel tempo  Se l’università si contrae come emerge dai graf. successivi,il rischio è che le disuguaglianze aumentino di nuovo,

Università e disuguaglianza territoriale  Le università del Sud attraggono sempre di meno e sono più dipendenti dai finanziamenti pubblici dato che chi li frequenta può pagare meno tasse  Il problema più grave è il brain drain conseguente al fatto che chi si sposta per la laurea spesso rimane al Centro Nord  I meridionali statici erano nel 2004 solo 1/3 e sono probabilmente ora ancora meno

conclusioni  Il mancato passaggio a un sistema universale universitario è stato causato dal peso dell’oligarchia accademica a cui la politica non è stata in grado di contrapporsi  Ma la contrazione in fase di crisi è ancora più assurda, perché lo studio è un antidoto alla disoccupazione

Invito agli studenti  Siete pregati di compilare il modulo di valutazione dell’attività didattica

Gruppi ricerca sui centri per l’impiego A.5 persone- referente Ferrante B.4 persone- referente Turco OK C.5 persone- referente Benedetti D.6 persone- referente De Blasio OK E.4persone- referente Petrocelli OK F.4 persone- referente Calabrese NO G.4 persone – referente Iadarola OK Totale 30 studenti

Scheda analisi rapporto di monitoraggio  Ente (autore) titolo, Anno pubblicazione e rilevazione  Metodo: quale? - quantitativo/qualitativo -rilevazione campionaria o censuaria Risultati ottenuti Come funzionano i CPI (eventuali differenze con le APL) -Per target (italiani/stranieri, disabili, per titolo di studio, per mansioni - operai, impiegati dirigenti -Per funzioni (accoglienza – incontro domanda offerta di lavoro – inserimento al lavoro con stage/corsi – servizi alle imprese -Per struttura (logistica, dotazione informatica, qualifiche e numero operatori) -Grado di collaborazione operatori tra loro e coi dirigenti -Soddisfazione lavoratori/ utenti -Valutazione situazione complessiva/altro

Proposta di una piccola ricerca sulle agenzie per l’impiego  Definizione gruppi di lavoro e responsabile  Analisi di un rapporto di monitoraggio soprattutto Isfol sui Servizi per l’impiego, di cui vi do il file  con uno schema comune  2 interviste a gruppo in un centro per l’impiego da fare, sbobinare e confrontare  La traccia sarà definita insieme  Obiettivo una didattica più partecipata.. E una migliore valutazione

Elenco rapporti 1)Monitoraggio Spi 2002 Analisi di profondità dei centri per l’impiego: per target, per funzioni per strutture (sintesi Indice 180 p. gruppo C 2)Le procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e di attivazione dei disoccupati nei Centri per l’impiego collana Studi Isfol numero 2008/5 - diRoberto Landi gruppo A 3)Bonanni Massimiliano, Il ruolo degli operatori dell'intermediazione al lavoro nei servizi pubblici e privati per l'impiego, Roma, Isfol, 2009 PARTE I - Dimensioni e caratteristiche delle figure professionali PARTE II - Analisi qualitativa delle macrodimensioni delle figure professionali gruppo D 4)Bergamante F., Marocco M., Lo stato dei Servizi pubblici per l’impiego in Europa: tendenze, conferme e sorprese, Isfol, 2014 gruppo B

Segue rapporti  5)La filiera dei servizi per il lavoro rivolti alle persone dai centri per l’impiego di Fabrizio Giovannini – ISFOL 2011 (, file 29 p) Rilevazione Cawi 2010 gruppo E  6) clic lavoro Ministero del lavoro e delle politiche sociali INDAGINE SUI SERVIZI PER L’IMPIEGO 2013 sintesi, indice, file gruppo F  Gruppo G

Un sistema multilivello di politiche Attive del Lavoro ANPAL (Agenzie Nazionale politiche attive del lavoro), Regioni (Cpi) e soggetti privati accreditati (Apl) debbono garantire a tutti gli utenti i servizi minimi essenziali stabiliti per legge.  Il Governo, (Ministero del lavoro e delle politiche sociali) previa intesa con le Regioni, definisce i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in materia di politiche attive del lavoro validi su tutto il territorio nazionale.  l’ANPAL coordina su scala nazionale la rete degli enti attuatori delle politiche attive (Cpi e Apl), il monitoraggio delle stesse, la sostituzione in caso di malfunzionamento e lo sviluppo del sistema informativo unitario delle politiche attive.  Le Regioni assumono la gestione operativa delle politiche attive (incluse quelle che spettavano alle Province) e la responsabilità dei CpI.  Perché il personale dei Cpi possa continuare a lavorare senza soluzione di continuità con le Regioni, Governo e Regioni s’impegnano a reperirne le risorse nella proporzione 2/3 a carico del Governo e 1/3 a carico delle Regioni

La situazione attuale secondo l’Isfol Attualmente le regioni hanno 2 modelli:  lombardo con equiparazione e concorrenza pubblico e privato  prevalenza del pubblico, ma accreditamento agenzie private e alcune operazioni insieme fino ad un unico data base in comune con gli enti accreditati  Il Lazio ha un modello intermedio che utilizza l'assegno di ricollocazione regionale per l'avvio al lavoro.  Il monitoraggio del sistema è stato tolto per 1 anno all'Isfol e dato ad Agenzia lavoro.  Il monitoraggio in corso ha prodotto una lista degli enti accreditati, con alcune informazioni.  E' prevista una rilevazione sui centri privati del Lavoro (Apl) con un questionario ancora non definito