GIUSEPPE UNGARETTI
La vita Nel 1888 nasce ad Alessandria d’Egitto, da genitori toscani emigrati per lavoro. Ritorna in Italia per studi, Nel 1912 a Parigi frequenta l’Università nonchè poeti e artisti d’AVANGUARDIA. Aderisce per un certo periodo al FUTURISMO.
1915-1918 partecipa come volontario alla prima guerra mondiale. Torna e lavora come giornalista. 1937-1942 lavora e vive a San Paulo del Brasile come professore. 1942 torna in Italia, lavora come professore, giornalista, saggista. 1970 muore a Milano
Le opere “L’allegria”: è la raccolta giovanile, pubblicata nel 1931. Costituisce l’insieme di due raccolte “Il porto sepolto” (1916), e “Allegria dei naufraghi” (1919). La raccolta è costituita principalmente dai versi scritti da Ungaretti durante la Prima guerra mondiale.
Il concetto che emerge da questi versi è che: “anche quando tutto sembra perduto, quando la desolazione e la morte tentano di prendere il sopravvento sulla felicità e sulla vita, Ungaretti afferma il desiderio di sottrarre l’esistenza all’’usura del tempo e alle tragiche circostanze della Storia”.
Nel titolo originario “Allegria dei naufraghi” egli intendeva accostare in un ossimoro l’immagine dell’«allegria» a quella del «naufragio», intendendo evidenziare l’ambivalenza del vivere. Successivamente sceglie di esprimere solo la valenza positiva per privilegiare l’energia e la brama vitale (= l’attaccamento alla vita)
Anche nell’esperienza della trincea, l’impulso spontaneo di vivere si impone sulla precarietà, sul dolore e sulla strage. Infatti, il motivo principale della raccolta è l’esperienza vissuta da soldato nella Prima guerra mondiale, dalla quale Ungaretti trae la volontà di «vivere nonostante tutto».
Temi principali: adesione all’esistenza («Non sono mai stato / tanto attaccato / alla vita» “Veglia”) fraternità e solidarietà con gli altri, il prossimo (anche i soldati del fronte opposto sono fratelli accomunati dallo stesso destino) l’identità comune (siamo tutti esseri umani) che cancella le differenze (al di là delle distanze e dei confini) la poesia come strumento di salvezza, arma contro la sofferenza
tema della guerra come perdita di radici, perdita d’identità. tema del valore sacro della vita, perché chi sopravvive, vive anche per coloro che sono morti. tema della memoria, compito di ricordare tutti.
Lo stile Le soluzioni formali sperimentate da Ungaretti hanno rivoluzionato la poesia italiana del Novecento: rottura della sintassi e della metrica (ridotti al minimo i verbi reggenti e le congiunzioni, aboliti i segni di interpunzione, degli spazi bianchi tipografici usati come pause di silenzio); versi brevissimi (“versicoli”);
il titolo viene usato come parte integrante del testo, di cui spesso racchiude il significato; assenza di rime.
Le parole si trovano isolate (la poesia si riduce ad «alcuni vocaboli deposti nel silenzio come un lampo nella notte…»). La poesia di Ungaretti è fondata sull’analogia, come scoperta di una realtà visionaria ed esistenziale, come conoscenza profonda e segreta del tutto.
Cima Quattro il 23 dicembre 1915 Veglia Cima Quattro il 23 dicembre 1915 Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita POESIE
San Martino del Carso Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916 Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca E’ il mio cuore il paese più straziato
Fratelli Mariano il 15 luglio 1916 Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità Fratelli
Bosco di Courton luglio 1918 Soldati Bosco di Courton luglio 1918 Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. Mattina Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917 M'illumino d'immenso.