Le vie per giungere a Dio. Prove di Dio Si dicono prove dell'esistenza di Dio quelle argomentazioni che cercano di legittimare in maniera riflessa e razionale.

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Le vie per giungere a Dio

Prove di Dio Si dicono prove dell'esistenza di Dio quelle argomentazioni che cercano di legittimare in maniera riflessa e razionale la convinzione dell'esistenza di Dio e una sua più precisa definizione. Non solo “dimostrazioni, ma anche gli indizi e le indicazioni assunte come prove dell’esistenza di Dio

Nei testi sacri cristiani I primi abbozzi di prove dell'esistenza di Dio, nella Bibbia, si trovano nei libri sapienziali Il testo più importante al riguardo è Sap 13,1-9, passo nel quale si introduce il concetto di analogia (v. 5): Dalla grandezza e bellezza delle creature, per analogia si conosce l'autore. Nel Nuovo Testamento, San Paolo riprenderà il discorso parlando del noûs (l'"intelletto" quale autogiudizio critico, o meglio quale capacità intuitiva della ragione dell'uomo) come organo della conoscenza di Dio (Rm 1,20).

Appello al comune consenso L’appello al comune consenso è una prova che ogni tanto ricorre nella storia della filosofia Aristotele Platonici eclettici Cicerone (I sec. A. C.): “Per dimostrare l’esistenza degli dei, l’argomento più forte che possono addurre è che nessun popolo è tanto barbaro, assolutamente nessun uomo è tanto selvaggio, da non aver sentore nella sua mente della credenza degli dei” (Tusc., I 30). Idea di Dio= idea innata o costitutiva della natura razionale umana. Questo argomento fa appello al consensum gentium

Argomento teleologico o fisico- teologico Anassagora: “Che l’Intelligenza ordini tutte le cose è affermazione degna dello spettacolo che il mondo, il sole, la luna e gli astri e tutte le rivoluzioni celesti ci offrono” (Fil., 28°) Platone Aristotele. Riconosce questo argomento adattando ad esso il mito platonico della caverna. Gli uomini, infatti, riconoscerebbero l’esistenza di Dio appena usciti dalla caverna, solo a guardare la natura. Filone: “Se si vede una casa costruita con cura con vestiboli, portici, appartamenti per uomini e donne e altre persone, ci si farà un’idea dell’artista: non si penserà che sia stata fatta senza arte e senza artigiani. E lo stesso si dirà di una città, di un battello, o di un qualsiasi oggetto costruito, piccolo o grande. Allo stesso modo colui che è entrato, come in una casa o in una città grandissima, in questo mondo ed ha visto il cielo che gira in circolo e contiene tutto, i pianeti e le stelle fisse mossi di movimento identico a quello del cielo, simmetrico, armonioso e utile al tutto, e la terra che ha avuto il posto centrale… costui concluderà che tutto ciò non è stato fatto senza un’ arte perfetta e che l’artigiano di quest’universo è stato ed è Dio” (All. leg., III, 98-99). L’ARGOMENTO CONCLUDE ALL’ESISTENZA DI UN DEMIURGO, CIOÈ DEL CREATORE DELL’ORDINE DEL MONDO, NON DEL CREATORE DEL MONDO.

Prova causale via ex causa e via ex fine Aristotele Autori arabi S. Tommaso Si fonda sul principio che è impossibile risalire all’infinito nella serie delle cause materiali e delle cause efficienti o delle cause finali o delle conseguenze e che perciò vi deve essere un primo principio, e per le cause finali un fine ultimo

Prova desunta dal movimento: via ex motu (prova cosmologica) Platone Aristotele Abelardo di Bath (Scolastica latina) S.Tommaso: Tutto ciò che si muove è mosso da altro Obiezione: Ockham nega la validità dei due principi su cui la prova si fonda: 1. si può affermare che c’è qualcosa che si muove da sé; 2. il processo all’infinito si dà spesso nell’esperienza. L’ARGOMENTO CONCLUDE ALL’ESISTENZA DI UN PRIMO MOTORE E NON DI UNA CAUSA CREANTE.

ARGOMENTO DEI GRADI via ex gradu perfectionis Aristotele: dove vi è il meglio, in generale c’è l’ottimo Cicerone ”non si può affermare che in ogni ordine di cose non vi sia qualche termine estremo, una perfezione assoluta. Giacchè per la pianta, per un animale, vediamo che la natura, se non le si oppone qualche forza, segue la sua strada e giunge al termine ultimo; e la pittura, l’architettura e le altre arti raggiungono anch’esse un risultato perfetto nelle loro opere. Lo stesso è per ogni natura e a molto maggior ragione: si deve necessariamente produrre e compiere una forma assolutamente perfetta.” S.Agostino S.Anselmo, nel Monologio dice “Se non può negarsi che alcune nature sono migliori di altre, la ragione ci persuade che ce n’è una così eccellente da non averne altra a sé superiore. Infatti se questa distinzione di gradi procedesse all’infinito, in modo che non ci fosse un grado superiore a tutti, la ragione sarebbe condotta ad ammettere che il numero di queste nature fosse infinito. Ma poiché ciò è ritenuto assurdo da chiunque non sia privo di ragione, ci deve essere necessariamente una natura superiore, tale da non poter essere subordinata a nessun’altra come inferiore” (mon.,4) Il fondamento di questa prova è il principio platonico che tutto ciò che possiede una certa qualità la possiede per partecipazione a ciò a cui la qualità stessa inerisce in modo essenziale ed eminente.

PROVA ex possibili et necessario Avicenna è tra i primi ad esporla ed è legata al neo-platonismo arabo. Avicenna distingue l’essere in necessario e possibile: Possibile: ciò che non esiste per sé, ma ha bisogno per esistere di qualcos’altro Necessario:ciò che esiste per sé. “Se qualcosa esiste, deve esistere un essere necessario. Ma qualcosa esiste(per es. io stesso) dunque esiste l’essere necessario” Leibniz: prova a contingentia mundi Kant: prova cosmologica

Prova ontologica Passare dal concetto di Dio all’esistenza di Dio S. Anselmo d’Aosta: Certamente, ciò di cui non si può pensare niente di maggiore non può essere nel solo intelletto. Giacchè se fosse nel solo intelletto si potrebbe pensare che fosse anche in realtà e cioè che fosse maggiore. Se dunque ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore è nel solo intelletto, ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore è, invece, ciò di cui si può pensare alcunchè di maggiore. Ma certamente questo è impossibile. Dunque non c’è dubbio che ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore esiste sia nell’intelletto, sia nella realtà” (Prosl., 2) L’argomento consta di due punti: 1. che ciò che esiste in realtà sia maggiore o più perfetto di ciò che esiste solo nell’intelletto 2. che negare che ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore esista in realtà, significa contraddirsi Obiezioni: 1. si può dubitare che l’uomo abbia un concetto di Dio 2.Non si può, dal concetto di un essere perfettissimo dedurre l’esistenza di tale essere, più che non si possa dedurre dal concetto di un’isola perfettissima la sua esistenza (monaco Gaumilone) Risposta di S.Anselmo 1.Si può pensare Dio come dimostra la fede stessa 2. Se si può pensarlo, si deve ammetterlo esistente, senza che ciò valga per qualsiasi altro essere che, per quanto perfetto, non sarà mai ciò di cui non si può pensare nulla di più perfetto. Respinto da S.Tommaso che preferisce la regola degli argomenti a posteriori, l’argomento ontologico ha avuto fortuna nella filosofia moderna (Cartesio, ad esempio, afferma che l’esistenza di Dio è implicita nel concetto di Dio, allo stesso modo in cui è implicito nel concetto di triangolo che la somma dei suoi angoli interni corrisponda a 180 gradi)

PROVA MORALE Si accompagna con un certo scetticismo sulla validità della dimostrazione razionale L’esigenza di Dio è un’esigenza della vita morale, nel senso che è conveniente e necessario per l’uomo credere in Dio. (Scommessa di Pascal).