La struttura dimensionale delle imprese (1911-2001) storia dell'impresa 2015-161.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La responsabilità sociale nel sistema agroalimentare: opportunità, strumenti e criticità a cura di Nicoletta Saccon Mantova , 9 novembre 2011.
Advertisements

Il miracolo economico ( ) La fase di sviluppo estensiva: sviluppo e squilibri Caratteri prevalenti: – Aumento delloccupazione – Processo di industrializzazione.
Il “miracolo economico” ( )
MDA Nuove ipotesi per la Politica Industriale Paolo Gurisatti Trento, 26 Aprile 2005.
ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA
MAGGIORE INTENSITA MINORE INTENSITA Le zone con maggiore occupazione sono quelle del Nord Italia(in Piemonte la parte sud ovest,Lombardia, Veneto, Valle.
PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STATO
LINVECCHIAMENTO NEI COMUNI E NEGLI AMBITI COMUNALI Indicatore relativo di vecchiaia al 1991 negli ambiti di 30 km.
Storia dello sviluppo locale Il modello distrettuale.
1 LOrganizzazione a Rete Anno Accademico
Riccardo Varaldo Direttore Scuola Superiore SantAnna Firenze, 7 luglio 2003 TENDENZE E CAMBIAMENTI DELLINDUSTRIA TOSCANA CINQUE ANNI DOPO.
Lindustria Italiana Una breve sintesi Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni.
Milano, Palazzo delle Stelline, 5 marzo 2004
Obiettivo di servizio per il Mezzogiorno Innalzare il livello delle competenze degli studenti Percentuale degli studenti di 15 anni con scarse.
PROGRAMMAZIONE ISTITUTI TECNICI SUPERIORI (I.T.S.) nel biennio 2011/13: 62 Fondazioni I. T. S. operanti a livello nazionale in 17 Regioni hanno attivato,
Piano graduale di roll-out e Focus su Competence Center Amministrativi
A cura del corsista Giancarlo Memmo CORSO MODULARE DEL C.S.A. PER INSEGNAMENTO DI SOSTEGNO AD ALLIEVI IN SITUAZIONE DI HANDICAP a.s. 2003/2004 Prof. Giancarlo.
MP – RU – Organizzazione Operativa Pianificazione Razionalizzazione Geografica Filiali MERCATO PRIVATI 17 giugno 2009.
Industrializzazione diffusa e piccola impresa ( )
Ritardi dei pagamenti nel welfare Roma, 17 ottobre 2012.
tutto fumo e niente arrosto ?!?
BE-WIN Business Entrepreneurship Women In Network
IL SISTEMA CAMERALE PER LA PROMOZIONE DELLIMPRENDITORIA FEMMINILE Barbara Longo – Unioncamere Pordenone, 6 dicembre 2011.
ECONOMIA DEL TERRITORIO anno accademico
Il digitale tra accesso e conservazione Trento, 11 e 12 marzo 2014 Università di Trento, Facoltà di Lettere e Filosofia Sezione Trentino Alto Adige/Südtirol.
Questa ricerca COMMISSIONATA AD ASTRARICERCHE DA COMIECO
Una proposta di classificazione dei modelli welfare regionali.
L’INDICATORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA REGIONALE PER LA STIMA DEGLI EFFETTI ECONOMICI DEI TERREMOTI Cristina Brasili Dipartimento di Statistica “P. Fortunati”
Come combinare diversità e eguaglianza: gli standard nazionali Giorgio Brosio Dipartimento di Economia. Università di Torino.
II Fase di Attuazione La linea 2: il riuso delle soluzioni di e-government Roberto Pizzicannella Area Innovazione Regioni ed Enti Locali - CNIPA Forum.
“nascita” ed espansione dell’italiano Lingua scritta di cultura Lingua scritta letteraria Lingua scritta (e parlata) nazionale parlata e scritta Lingua.
II Fase di Attuazione La linea 2: il riuso delle soluzioni di e-government Roberto Pizzicannella Area Innovazione Regioni ed Enti Locali - CNIPA ROMA -
1 “Teoria e metodi della ricerca sociale e organizzativa” Corso di Laurea in Scienze dell’Organizzazione Facoltà di Sociologia Università Milano-Bicocca.
Le librerie indipendenti e gli anni della crisi Presentazione di Sauro Spignoli Roma 8 Giugno 2015.
PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE. LO SCENARIO POST-FORDISTA  SI BASA SU IMPRESE SMAGRITE E MODELLI MICROORGANIZZATIVI PIATTI  E ’ UN TERRENO FAVOREVOLE.
La Fondazione Consulenti per il Lavoro. è l’Agenzia per il lavoro del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Aut. Min. n , del.
IMPRESA E TERRITORIO 1 1.
DCRUO-RELAZIONI INDUSTRIALI Premio di produttività 2005 Andamento risultati su obiettivi regionali Riunione Azienda/OO.SS. del 19 ottobre 2005.
1 Copertura nei distretti industriali – Marzo 2012 Copertura distretti industriali (gennaio 2012) Dati Osservatorio Banda Larga Between Marzo 2012.
AdEPP e la Regione Calabria per i professionisti Catanzaro, 26 ottobre 2016.
Voluntary disclosure Conferenza stampa Mercoledì 9 dicembre 2015 dati aggiornati al 30 novembre 2015.
Presenta …. In continuità con il Road Show dello scorso anno con il quale abbiamo portato Assoprom “a spasso per l’Italia” toccando alcune importanti.
Distretti e Sviluppo Locale
1 Sommario Dimensioni di valutazione delle performance La valutazione delle performance di ASA Indicatori economico-finanziari di ASA Casi ed applicazioni.
Nazionalità dichiarate al momento dello sbarco 2014.
Istanze per regione 1 REGIONEISTANZE PRESENTATEINCIDENZA PERCENTUALE ABRUZZO6410,49% BASILICATA880,07% BOLZANO (Provincia)1.1140,86% CALABRIA3540,27% CAMPANIA1.5911,23%
LA RETE DEI CONDIFESA E IL PROGETTO «INFOPAC 2014» Seminario sulla gestione del rischio - FANO, 27 FEBBRAIO 2015 SESTILI CLAUDIO – DIRETTORE CONDIFESA.
La dimensione territoriale nel Quadro Strategico Nazionale Stato d’attuazione e ruolo dei Comuni Quarta edizione – 2014 Principali evidenze Roma,
La struttura dell’economia italiana nel lungo periodo Percorso tipico di un paese late comer – Predominio dell’agricoltura ( ) – Predominio dell’industria.
Perché l’HDI Per cogliere gli aspetti del benessere sociale che non passano per il mercato Per indicare lo stato delle libertà individuali necessarie perché.
Agriregionieuropa 1 Commissione Europea - Legacoop Agroalimentare La politica di sviluppo rurale dell’UE Franco Sotte Franco Sotte è professore ordinario.
L’attuazione dell’Asse IV giugno - dicembre 2013 presentazione è stata realizzata dall’INEA nell’ambito delle attività della Task Force Leader – Rete Rurale.
Lo stato di attuazione dei POR FESR Tabella 1 Numero di progetti, costi e pagamenti rendicontabili UE (euro) per tipologia di soggetto attuatore,
Sala Parlamentino del CNEL - Roma Presentazione del Direttore Generale OBI Dott. Antonio Corvino.
Il profilo quantitativo di lungo periodo ( ) Storia economica LM
ENTE REGIONALE PRO SU DERETU A S’ISTUDIU UNIVERSITARIU DE CASTEDDU ENTE REGIONALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO DI CAGLIARI AA 2014/15AA 2015/16*
Dati statistici sui risultati della selezione La gestione delle azioni di Partenariati Multilaterali Leonardo da Vinci Seminario Progetti Approvati Annualità.
Crisi fordista e nuova sociologia economica Prof. Emmanuele Pavolini.
DISTRETTI INDUSTRIALI ITALIANI -1 MODELLO DI SVILUPPO RICONOSCIUTO A LIVELLO INTERNAZIONALE.
Dati statistici sui risultati della selezione La gestione delle azioni di Partenariati Multilaterali Leonardo da Vinci Seminario Progetti Approvati Annualità.
Il capitale umano Capitale umano Il miglioramento della conoscenza costituisce il prerequisito per la crescita economica Si rappresenta con l’istruzione.
ROMA 3 MAGGIO 2016 | ISTAT COMPORTAMENTI INDIVIDUALI E RELAZIONI SOCIALI IN TRASFORMAZIONE UNA SFIDA PER LA STATISTICA UFFICIALE CONVEGNO SCIENTIFICO LE.
Gli animali sono i Benvenuti Anno 2017
Il capitalismo manchesteriano
Riferimento Ruolo Cellulare Roberto Marino
Dati statistici sui risultati della selezione
Riferimento Ruolo Cellulare Fabrizio Vitelli
Riferimento Ruolo Cellulare Fabrizio Vitelli
La struttura dell’economia italiana nel lungo periodo
Transcript della presentazione:

La struttura dimensionale delle imprese ( ) storia dell'impresa

La piccola e media impresa 1/2 La persistenza della piccola impresa nel sistema industriale italiano è connessa alla dotazione di fattori (lavoro/risorse): i settori leggeri Come si spiega la permanenza della piccola impresa? Due modelli: – le piccole imprese sono proprie delle fasi iniziali dei nuovi regimi tecnologici (quindi temporanee); – le piccole imprese dipendono da nicchie di mercato o tecnologiche che ne garantiscono la continuità storia dell'impresa

La piccola e media impresa 2/2 Le spiegazioni alternative: Le capacità sociali dei sistemi locali di produzione di combinare in modo flessibile la produzione [Sabel e Zeitlin] Il ciclo della domanda: nella fase espansiva la piccola impresa cresce per soddisfare la domanda; la concentrazione industriale segue nella fasi di stagnazione Le opportunità tecnologiche: le grandi sviluppano le tecnologie; le piccole la varietà dei beni intermedi storia dell'impresa

PMI: continuità o discontinuità? Le interpretazioni della persistenza della PMI italiana La «piccola» dimensione media delle imprese italiane mostra continuità nel tempo e può essere spiegata in termini di vantaggio comparato La dinamica della distribuzione per classi dimensionali evidenzia fasi di ascesa e declino della piccola dimensione in relazione ai vari regimi tecnologici: fordismo versus flessibilità organizzativa/varietà di prodotti storia dell'impresa

Sistemi di imprese e distretti industriali 1/2 i sistemi locali (Bagnasco) o i distretti industriali (Becattini) intendono la piccola impresa come istituzione integrata con il territorio, la struttura sociale e le specifiche culture civiche Imprese e territorio: il NEC (Nord Est-Centro): la «specializzazione flessibile» dei settori del made in Italy appare compresa, a seconda della prospettiva, tra continuità secolare e «tempi brevi» storia dell'impresa

Sistemi di imprese e distretti industriali 2/2 La piccola impresa passa da forma inefficiente e residuale nella golden age a forma diffusa negli anni Settanta per due effetti: il decentramento della grande impresa per aumentare la flessibilità vis-à-vis una domanda più «volatile» la ristrutturazione della grande impresa produce effetti di spillover (da operai a imprenditori) storia dell'impresa

7 Distribuzione regionale degli addetti dell’industria manifatturiera ( ) Piemonte e VA 14,415,815,016,315,715,112,911,511,110,710,2 Liguria 5,55,0 4,53,62,92,42,01,71,61,7 Lombardia 27,431,129,732,132,230,126,925,926,224,924,4 Nord-Ovest 47,451,949,752,951,548,142,339,439,037,236,4 Trentino Alto Ad. 0,01,1 1,31,2 1,31,41,5 1,6 Veneto 7,47,07,47,68,29,410,512,313,413,613,8 Friuli Venezia G. 3,3 3,02,62,42,52,42,52,62,82,9 Emilia-Romagna 6,45,76,86,07,98,710,210,010,611,011,5 Marche 2,32,0 1,82,02,53,43,64,04,24,3 Toscana 7,7 7,56,97,98,28,37,8 7,67,5 Umbria 1,41,21,61,31,11,31,61,51,41,6 Lazio 3,33,43,93,84,04,54,84,94,54,14,2 Nord-Est e Centro 31,731,333,131,334,738,342,543,945,746,447,5 Campania 7,15,45,75,04,74,55,14,74,44,64,5 Abruzzo e Molise 1,81,4 1,51,21,31,92,42,52,82,7 Puglia 3,82,73,43,02,53,03,54,13,74,03,8 Basilicata 0,60,4 0,50,30,4 0,5 0,7 Calabria 2,01,5 1,10,8 0,90,70,80,9 Sicilia 4,74,43,73,53,02,72,8 2,4 2,5 Sardegna 1,00,91,10,90,80,90,81,31,1 Sud 20,916,817,215,813,713,515,316,715,316,416,2 Totale 100,0

La distribuzione dei distretti industriali in Italia storia dell'impresa

Vantaggi e limiti dei sistemi locali I vantaggi competitivi dei sistemi locali – un’alta flessibilità della produzione in presenza delle variazioni della domanda – i ridotti costi delle transazioni informali, vantaggi derivanti dalla imprenditorialità diffusa – l’elevata coesione sociale assicurata dalle istituzioni e dalle comunità locali (enti, partiti, sindacati) Il limite: il dinamismo tecnologico dipende dalle forme di conoscenza tecnologica tacita, complessa e sistemica e non è legato agli avanzamenti della frontiera tecnologica storia dell'impresa

Le imprese cooperative Le imprese cooperative derivano da principi solidaristici che si affermano a partire dalla metà dell’Ottocento: – la partecipazione dei lavoratori alla gestione e alla proprietà Le cooperative hanno un forte radicamento territoriale – presenti soprattutto nei settori dei consumi e dei servizi, meno nella produzione Le cooperative prevalgono nella grande distribuzione e nei servizi alla persona storia dell'impresa

Le imprese artigiane Uno status volto a tutelare i «mestieri» tradizionali Dimensione molto piccola non superiore a 15 addetti che consente di godere di agevolazioni pubbliche Sono presenti in molti settori anche perché sovente celano la presenza di vere e proprie imprese industriali Intervento di politica economica a sostegno delle micro dimensione Welfare verso una tipologia di addetti altrimenti non coperta da rischi Sostegno al reddito delle imprese marginali con – Agevolazioni fiscali – Un disincentivo all’innovazione e alla concorrenza? storia dell'impresa

Il «quarto capitalismo» Il «quarto capitalismo» della media impresa deriva dalla ricomposizione e gerarchizzazione delle imprese minori e dei sistemi locali/distretti [Turani; Colli] Il «quarto capitalismo» delle medie imprese si basa sulla formazione di gruppi strategici in genere a controllo famigliare La specializzazione settoriale ricalca quella dei distretti La Mittelstand italiana ha una forte proiezione internazionale: le «multinazionali tascabili» storia dell'impresa