Dalla tradizione nordica al teatro ‘totale’ tedesco
Intorno al Reno, in particolare con la sedimentazione delle memorie del regno dei Burgundi. Nelle raccolte di Lieder e Fiabe avviene la reinvenzione di un luogo e della sua storia Il Reno mette in relazione luoghi molto lontani, con le merci e gli uomini circolano in Europa i racconti
In epoca romana furono coinvolti in una serie di migrazioni che dapprima li portarono sulle sponde del Mar Nero e parte sulla sponda sinistra del fiume Oder. Verso il 270 popolazioni burgunde entrano per la prima volta in contatto con l'Impero romano. Nel III secolo dopo lo sfondamento del limes da parte degli Alemanni i Burgundi si stabilirono nella regione fra Reno e Meno. In questo periodo furono anche alleati di Roma contro gli Alemanni. Alla fine del IV secolo scavalcarono gli Alemanni a ovest e si insediarono presso le rive del Reno.Mar Nero Oder270Impero romanoIII secololimesAlemanniRenoMenoIV secolo
Le tradizioni burgunde sulle origini scandinave sembrano trovare conferme nella toponomastica e nelle evidenze archeologiche (Stjerna) e molti ritengono verosimili le loro tradizioni (ad es. Musset, p. 62). Fu probabilmente perché la Scandinavia era situata oltre il loro orizzonte che le fonti romane più antiche non menzionavano questo popolo (ad es. Tacito che menziona solo una tribù scandinava, i Suiones) e non ci dicono da dove veniva. I riferimenti che troviamo nelle fonti romane, situano i Burgundi ad est del Reno (tra gli altri, Ammiano Marcellino, XVIII, 2, 15). Le antiche fonti romane ritenevano i Burgundi semplicemente una tribù germanica orientale.toponomasticaTacito RenoAmmiano Marcellino
Seguendo le truppe di Stilicone che si ritiravano per combattere Alarico I dei Visigoti negli anni , le tribù settentrionali varcarono il Reno ed entrarono nei territori imperiali in quella che è stata definita come la Völkerwanderung, ovvero la migrazione dei popoli germanici. Tra di loro vi erano gli Alani, i Vandali, gli Svevi e probabilmente i Burgundi, i quali migrarono verso occidente e si insediarono nella valle del Reno.StiliconeAlarico IVisigoti RenoAlaniVandaliSvevi Pare che al tempo ci fossero relazioni amichevoli tra Burgundi e Unni. Era usanza unna quella di allungare artificialmente il cranio delle femmine fasciandolo molto stretto fin da bambine. Nelle sepolture germaniche si trovano talvolta ornamenti unni e crani femminili trattati in questo modo. A ovest del Reno solo le sepolture burgunde contengono un gran numero di tali crani (Werner, 1953).Unni
Nel 411, il re burgundo Gundicario (Gundahar o Gundikar, il Gunther della saga dei Nibelunghi) nominò un imperatore fantoccio, Giovino, in collaborazione con Goar, re degli Alani. Con l'autorità del re delle Gallie, da lui controllato, Gundahar si stabilì sulla riva sinistra (romana) del Reno, tra i fiumi Lauter e Nahe, impadronendosi di Worms, Spira e Strasburgo. Pare che in base ad una tregua l'imperatore Onorio abbia in seguito ufficializzato la situazione e attribuito ai Burgundi le terre che avevano occupato (Prospero, a. 386).411NibelunghiGiovinoAlani Reno WormSpiraStrasburgo
Nonostante il loro status di foederati, le razzie dei Burgundi nella Gallia Belgica divennero intollerabili e furono bruscamente interrotte nel 436, quando il generale romano Flavio Ezio chiamò in aiuto mercenari unni che invasero il regno renano (e la sua capitale sul vecchio insediamento gallo-romano di Borbetomagus, odierna Worms) nel 437. Gundicario fu ucciso in combattimento insieme a circa soldati burgundi (fonti: Prospero, Chronica Gallica 452, Hydatius e Sidonio Apollinare).436Flavio Eziounni437
La distruzione di Worms e del regno burgundo da parte degli Unni divene il soggetto di alcune saghe che più tardi furono incorporate nel Nibelungenlied ("Saga dei Nibelunghi") - sul quale Richard Wagner basò il suo ciclo dell'anello - nel quale re Gunther (Gundahar) e la regina Brunilde hanno la loro corte a Worms, dove Sigfrido viene a reclamare la mano di Crimilde (nelle fonti nordiche i nomi sono Gunnar, Brynhild e Gudrún). Infatti lo Atli del Nibelungenlied si basa su Attila l'Unno.Richard WagnerAttila
Da qualche parte nell'Europa orientale i Burgundi furono convertiti al cristianesimo nella forma ariana, fatto che provocò sospetto e diffidenza tra l'Impero Romano d'Occidente (cattolico) e gli stessi Burgundi. Tali sospetti cominciarono a dissiparsi verso l'anno 500 con la stretta amicizia tra re Gundobado, uno degli ultimi re dei Burgundi, e Avito, vescovo cattolico di Vienne. I rapporti furono anche migliori col figlio e successore di Gundobado, Sigismondo che fu egli stesso cattolico e ci sono evidenze del fatto che anche molti Burgundi lo fossero diventati, compresi diversi membri femminili della casa reale.EuropacristianesimoarianaImpero Romano d'Occidentecattolico500Vienne Sigismondo
Al centro di tutte le narrazioni sui Nibelunghi c’è la figura dell’uccisore del drago. Questo eroe ha nome Siegfried in Germania e Sigurðr nel mondo nordico. Norvegia, scultura lignea medievale
Questa e la precedente illustrazione: Franz Staffen, 1922 Nelle versioni nordiche esisteva una precedente relazione tra Sigurðr e la vergine guerriera. Inoltre, nelle versioni nordiche, la sposa dell’eroe (Guðrun) combatte a fianco dei fratelli contro il marito Attila, mentre nel Nibelungenlied è lei (Kriemhild) a invitare i fratelli per poter vendicare il marito assassinato.
Nel Nibelungenlied un ruolo centrale è svolto da Hagen, parente del re dei Burgundi e suo più fedele guerriero. E ’ lui a ordire la trama contro Siegfried e a ucciderlo a tradimento mentre si china a bere a una fonte durante la caccia. La Saga dei Volsunghi non si limita a raccontare le vicende di Sigurðr, ma narra le imprese di tutta la sua stirpe, in particolare del padre Sigmundr e del fratellastro Sinnfjötli, nato dall’incesto di Sigmundr con la sorella Signý.
In età moderna, i manoscritti contenenti le diverse versioni della materia nibelungica vengono riscoperti, studiati e pubblicati. Nel XVII e XVIII secolo, la nuova potenza delle nazioni scandinave successiva alla Guerra dei trent ’ anni ( ) porta a una riscoperta ed esaltazione della letteratura nordica medievale. Nel 1755 Johann Jacob Bodmer trova un manoscritto del Nibelungenlied, e nel clima preromantico e poi romantico il poema diventa il “ poema nazionale ” del popolo tedesco.
Ai fini di esaltazione della “ germanicità ” propri del nazionalismo tedesco, Il Nibelungenlied appare però troppo “ cavalleresco ” e troppo cristiano. Ha così subito inizio una serie di riscritture che mirano a riportare la vicenda dei Nibelunghi a una ipotetica “ genuinità barbarica ”, mescolando le fonti tedesche e quelle nordiche (che benché contemporanee o più tarde di quelle tedesche non fanno parola del cristianesimo) cercando di ricostruire un supposto originale perduto.
La più celebre e influente riscrittura della leggenda nibelungica è quella effettuata da Richard Wagner ( ). Wagner scrive sia il testo che la musica del ciclo L ’ anello del Nibelungo, la cui composizione ha luogo tra il 1848 e il E ’ un ’ epoca di forti rivolgimenti politici e culturali, che lasciano il segno nella riproposizione wagneriana della materia medievale.
Wagner utilizza soprattutto le fonti nordiche, combinandole tra loro, accrescendo il ruolo dell’elemento mitico e assegnando loro un nuovo significato. In particolare, Wagner riprende la narrazione “ampia” della Saga dei Volsunghi e la amplia ulteriormente inserendola nel contesto del mito nordico. La vicenda del Nibelungenlied viene confinata all’ultima parte della tetralogia (Götterdämmerung). Hagen è qui figlio di Alberich, il nano che all’inizio sottrae l’oro alle Figlie del Reno, e tutta la tetralogia si chiude con l’incendio del Walhalla.
Intento esplicito di Wagner è quello di creare un nuovo mito, capace di fondare l ’ esperienza del moderno utilizzando materiale antico. Il problema è che la visione del mondo di Wagner cambia durante il processo di composizione. La tetralogia nasce infatti nel clima rivoluzionario del ’ 48: la speranza in un cambiamento radicale prende forma nel ribelle Siegfried che spezza la lancia del padre degli Dei, Wotan. L ’ ordine del mondo è costruito sulla menzogna e sull ’ inganno e un fuoco purificatore dovrà aprire la strada a una nuova epoca.
Il potere nasce dall ’ oro, e per detenere oro e potere bisogna maledire l ’ amore: solo in questo modo il nano Alberich riesce a sottrarre l ’ oro alle ondine che lo custodiscono. Illustrazione di Arthur Rackham, inizio ‘ 900 L ’ oro, il tesoro, è nascosto nel Reno – e al Reno tornerà. Anche Wagner riscrive la tradizione situando il racconto introno a luoghi topici della costituzione dell ’ identità tedesca – non dimentichiamo che il II Reich nasce dalla vittoria dei tedeschi sui Francesi, combattuta anche come guerra di egemonia sulle zone di confine renane.
L ’ incrocio tra narrazione, memoria storica, urgenze politiche del presente, proiezioni culturali verso il futuro Consegna i luoghi e i paesaggi alla rappresentazione letteraria.