Domenica 15 febbraio. 1. Fondamenti biblici Gesù ha invitato la gente a convertirsi e a credere che Dio è misericordioso e che nessun peccato è più grande.

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Domenica 15 febbraio

1. Fondamenti biblici Gesù ha invitato la gente a convertirsi e a credere che Dio è misericordioso e che nessun peccato è più grande della sua misericordia. Ha accolto i peccatori e ha partecipato a conviti festosi con loro, per riconciliarli con Dio. Compiendo miracoli, ha manifestato di possedere il potere divino di rimettere i peccati, come quando a Cafàrnao ha operato la guarigione fisica del paralitico dopo aver operato quella spirituale (cf. Mc 2,1-12). Ha promesso ai suoi discepoli il potere di “legare e sciogliere”, cioè di escludere dalla vita liturgica comunitaria i credenti rei di gravi colpe e di riammetterli :«In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo» (Mt 18, 18).

1. Fondamenti biblici Dopo la sua morte e risurrezione, il Signore ha effettivamente trasmesso alla Chiesa il potere di rimettere i peccati: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi» (Gv 20,22-23). Per questo l’apostolo Paolo può dire che Dio «ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione» (2 Cor 5,18).

1. Fondamenti biblici Questa missione viene svolta innanzitutto con la predicazione del vangelo, che chiama alla fede e alla conversione, e poi con il battesimo, che cancella ogni genere di peccato. L’uomo è fragile: «Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere» (1 Cor 10,12)

1 Fondamenti biblici Gli apostoli sono consapevoli di aver ricevuto da Gesù il potere di perdonare. L’apostolo Paolo: mette fuori dalla comunione un incestuoso a Corinto, perché si converta e «il suo spirito possa ottenere la salvezza» (1Cor 5,5); ordina di fare altrettanto «con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme» (1 Cor 5,11); infine reintegra nella pienezza della vita ecclesiale un contestatore, che in precedenza era stato escluso

2. Evoluzione storica Nei primi secoli la disciplina di questo sacramento era molto rigorosa: i penitenti, dopo aver confessato le colpe al vescovo della propria comunità, dovevano passare per un lungo e austero periodo di riparazione, al termine del quale ricevevano pubblicamente l’assoluzione dal vescovo alla presenza della comunità. Successivamente, soprattutto per impulso dei monaci, la prassi penitenziale si concentrò nella celebrazione privata del sacramento. Infine si è arrivati all’assoluzione dei peccati anticipata

3. Situazione attuale Crisi offuscati il senso di Dio e il senso del peccato. Decisa, la condanna di fatti come la guerra, la tortura, il terrorismo, la mafia, le discriminazioni razziali, la corruzione amministrativa, la speculazione edilizia, l’inquinamento, la fame nel mondo. Non si vede un’offesa all’amore di Dio, ma un’offesa all’uomo. non una colpa personale, di cui in qualche misura ci rendiamo complici, ma solo un disordine sociale oggettivo, Incertezze e oscuri sensi di colpa affiorano comunque, ma si pensa di poter risolvere tutto in chiave psicologica.

Confessione o misericordia? Tre nomi, che derivano dai suoi elementi costitutivi: penitenza, confessione, riconciliazione. Occorre anzitutto la penitenza o cambiamento del cuore. Chi avverte il male, mosso dallo Spirito Santo, riscopre il volto misericordioso del Padre, esamina se stesso, prende coscienza dei propri peccati; ne prova dolore; non li vorrebbe; propone di non commetterli più; si impegna a cambiare, a riordinarsi secondo il vangelo. Fare l’esame di coscienza significa valutare la propria posizione davanti a Dio, alla luce della sua parola. Il pentimento dei peccati si chiama anche “dolore perfetto” o “contrizione”, quando è ispirato dall’amore di un figlio verso Dio; “dolore imperfetto” o “attrizione”, quando è ispirato dalla paura.

Confessione o misericordia Il pentimento interiore si esprime esteriormente nella confessione e in un impegno concreto di penitenza. Nella confessione “si dice”, “si butta fuori”, con umiltà e sincerità, il male: grido liberante. Peccati mortali di cui si ricorda e che non ha già confessato in altra occasione. È bene dire anche i peccati veniali, specialmente i più pericolosi per la vita spirituale. Confessione è confidenza, atto di fiducia, unico sacramento “attivo” che cambia ogni volta, in mano al penitente, struttura dialogica relazionale, non “oggettivante”

Confessione o misericordia L’impegno di penitenza, un segno di riparazione e di cambiamento della vita. Può consistere in una forma di preghiera, in un’opera di carità, in un gesto di rinuncia e di sacrificio. Al peccatore che manifesta il suo pentimento mediante la confessione dei peccati e l’accettazione di un impegno di penitenza, Dio concede il suo perdono attraverso l’assoluzione data dal sacerdote. Il Padre accoglie il figlio che torna a casa (cf. Lc 15,11-32). Cristo prende sulle spalle la pecora perduta (cf. Lc 15, 4-7). Il sacerdote, come il Signore Gesù, è fratello che comprende, medico che cura, maestro che insegna la strada, giudice che lega e scioglie.