NASCITA ED EVOLUZIONE DELL’INDUSTRIA BIOTEC LEZIONE 2.

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NASCITA ED EVOLUZIONE DELL’INDUSTRIA BIOTEC LEZIONE 2

Le fasi evolutive dell'industria agrobiotecnologica (tab. 5 cap. 2) AnniStadioCaratteristiche EsplorativoNascita delle piccole imprese start-up dalle Università Difficoltà economiche alla fine degli anni ‘ Consolidamento e integrazione nelle scienze della vita Le imprese multinazionali della “ scienza della vita ” acquisiscono le piccole imprese biotecnologiche specializzate e le imprese sementiere … Specializzazione funzionale e integrazione nel sistema agroalimentare Separazione delle attività farmaceutiche da quelle agro-alimentari. Consolidamento lungo la filiera agroalimentare Quale ruolo nel mercato degli alimenti funzionali? Sviluppo di piante farmaceutiche.

Strategie di concentrazione delle imprese biotec Hanno acquisito le principali imprese sementiere – le imprese biotec hanno bisogno dei ‘tratti genetici’ contenuti nel germoplasma e allo stesso tempo incorporano le loro innovazioni nelle sementi (il prodotto finale innovativo) Attività di lobbying per estendere e rafforzare i DPI sulle innovazioni riguardanti la materia vivente (conseguenze sul germoplasma e sulla conoscenza tradizionale)

La concentrazione dei mercati (dati ) BIOTECHNOLOGIE: Le prime 10 imprese quotate in borsa controllano i due terzi del mercato mondiale dei prodotti biotecnologici, stimato in 78 miliardi di $ USA nel 2007 (tutte farmaceutica, tranne la Monsanto, 3^) SEMENTI: Le prime 10 imprese controllano il 67% del mercato delle sementi protette con DPI, stimato in milioni di $ USA. FITOFARMACI: Le prime 10 imprese controllano l ’ 89% del mercato globale stimato in milioni di $ USA.

Prime 10 imprese Mercato delle sementi 2007 seed sales % of (US$ millions) global proprietary 1. Monsanto (US) $4,964 23% 2. DuPont (US) $3,300 15% 3. Syngenta (Switzerland) $2,018 9% 4. Groupe Limagrain (France) $1,226 6% 5. Land O’ Lakes (US) $ 917 4% 6. KWS AG (Germany) $ 702 3% 7. Bayer Crop Science (Ger) $ 524 2% 8. Sakata (Japan) $ 396 <2% 9. DLF-Trifolium (Denmark) $ 391 <2% 10.Takii (Japan) $ 347 <2% Top 10 Total $14,785 67% Company

Prime 10 imprese Mercato dei prodotti agrochimici e Mercato delle sementi CompanyAgrochemical Sales 2007 (US$ millions) % Market Share 1. Bayer (Germany)$7,45819% 2. Syngenta (Switzerland)$7,28519% 3. BASF (Germany)$4,29711% 4. Dow AgroSciences (USA) $3,77910% 5. Monsanto (USA)$3,5999% 6. DuPont (USA)$2,3696% 7. Makhteshim Agan (Israel) $1,8955% 8. Nufarm (Australia)$1,4704% 9. Sumitomo Chemical (Japan) $1,2093% 10. Arysta Lifescience (Japan) $1,0353% Total$34,39689% Company2007 seed sales (US$ millions) % of global proprietary seed market 1. Monsanto (US) (5)$4,96423% 2. DuPont (US) (6)$3,30015% 3. Syngenta (Sw) (2)$2,0189% 4. Groupe Limagrain (France) $1,2266% 5. Land O ’ Lakes (US)$9174% 6. KWS AG (Germany)$7023% 7. Bayer Crop Science (1)$5242% 8. Sakata (Japan)$396<2% 9. DLF-Trifolium (Denmark)$391<2% 10.Takii (Japan)$347<2% Top 10 Total$14,78567% Source: Agrow World Crop Protection News, August 2008 Source: ETC Group

La più grande imprese sementiera Monsanto Nel 2007 l ’ 87% della superficie agricola totale seminata con sementi transgeniche è seminata con sementi di proprietà o che incorporano tratti genetici di proprietà della Monsanto (dati in licenza ad altre imprese). Secondo la stessa Monsanto, i suoi tratti genetici biotecnologici coprono 71 milioni di ettari nel 2004, su 81 milioni di ettari seminati con piante transgeniche (statistiche ISAAA) in quell ’ anno. Con l ’ acquisizione di Seminis, nel 2005, Monsanto acquista una posizione dominante anche nel mercato delle sementi dell ’ ortofrutta, nel quale era prima assente. Seminis fornisce circa 355 varietà di sementi in 150 paesi. La posizione oligopolistica è rafforzata da contratti di cooperazione e da accordi di condivisione delle licenze brevettuali tra le grandi MN Fonte: ETC Group 2005 ( I dati riportati sono basati su dati della stessa Monsanto e dell ’ ISAAA).

8 Accordi di cartello – Monsanto (the world’s largest seed company) and BASF (the world’s #3 agrochemical firm) announce colossal $1.5 billion R&D collaboration involving 60/40 profit-sharing, respectively. “This is a great step forward in bringing to farmers higher yielding crops…”11 BASF & Monsanto, joint news release (March 2007) – Monsanto & Dow Agrochemicals join forces to develop the first-ever genetically engineered maize loaded with eight genetic traits, for release in “Farmers will have more product choices to optimize performance and protection…” – Dow news release (Sept. 2007)12 – Monsanto and Syngenta agree to call a truce on outstanding litigation related to global maize and soybean interests, and forge new cross-licensing agreements. “We’re pleased … to put farmer customers first and reach an agreement that offers them tremendous benefits and choice in the seasons ahead.”13 – Monsanto news release (May 2008) – Syngenta & DuPont announce an agreement that will broaden each company’s pesticide product portfolios. “These products, which are highly complementary to our portfolio and pipeline, will provide additional options for growers...”14 – DuPont & Syngenta, joint news release (June 2008)

9 Superficie totale USA con sementi che incorporano tratti genetici della Monsanto – Soia e Mais

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LA DIPENDENZA DELL'AGRICOLTORE Con lo sviluppo delle biotecnologie gli agricoltori dipendono, per l'approvvigionamento dei prodotti intermedi, da un numero limitato di imprese, che impongono vincoli sempre più stringenti alla loro attività. La brevettazione delle nuove varietà minaccia la pratica agricola di ripiantare le sementi conservate dal raccolto dell ’ anno precedente. Nella misura in cui le varietà vegetali convenzionali sono modificate geneticamente e brevettate, le imprese detentrici dei brevetti esercitano un livello di controllo crescente sull ’ offerta totale di sementi, acquisendo di fatto il potere di determinare quali varietà coltiveranno gli agricoltori. Le multinazionali agrochimiche non sembrano considerare sufficiente la protezione conferita loro dal brevetto e sono solite vendere le sementi transgeniche nell'ambito di contratti formali molto vincolanti, noti come Technology User Agreements. L ’ Accordo tipico prevede il pagamento alla multinazionale di una tassa tecnologica per unità di superficie, l ’ impegno dell ’ agricoltore a non conservare e ripiantare le sementi protette da brevetto, a usare nel suo campo solo l'erbicida dell'azienda fornitrice e a permettere l'accesso senza condizioni dentro l ’ azienda per verificare il rispetto dei termini del contratto. Nel caso di sospette infrazioni, le multinazionali difendono i loro diritti proprietari in modo deciso, anche con azioni legali contro gli agricoltori. – Caso Percy Schmeiser (par. 4 cap. 2).

PROSPETTIVE Tre scenari possibili: 1. la diffusione su larga scala degli ogm potrebbe portare all'estinzione della filiera agricola convenzionale e biologica, per l'impossibilità di controllare il flusso genico tra filiere trangeniche e no, per gli alti costi della "tracciabilità" (in rapporto a prodotti di basso valore aggiunto) e per l'orientamento mondiale della ricerca verso l'agricoltura transgenica, che potrebbe rendere le sementi convenzionali inadatte alle tecniche agricole. L'agricoltura diverrebbe allora strettamente integrata e subordinata all'industria degli inputs (le industrie agrobiotecnologiche), per le varietà coltivate e le scelte tecniche adottate. 2. il riposizionamento dell'industria nel segmento delle specialità alimentari potrebbe, da un lato, sanare il gap di accettazione sociale di cui hanno sofferto finora i prodotti transgenici, dall'altro, portare ad una ridefinizione dell'alimento e del rapporto tra agricoltura, sistema alimentare e sistema medico-farmaceutico. L ’ alimento o il prodotto agricolo diventano, in questa prospettiva, un prodotto della ricerca e della scienza  complesso agroscientifico, in cui le competenze rilevanti sarebbero di tipo molecolare più che agronomico 3. Ridimensionamento o controllo della rivoluzione biotech all ’ interno di un sistema alimentare sostenibile (rispetto dell ’ ambiente, della biodiversità, della salute del consumatore

13 Riferimenti bibliografici Maria Fonte, OGM: monopolio e diritti, Franco Angeli 2004 Don Lotter, The Genetic Engineering of Food and the Failure of Science – Part 1: The Development of a Flawed Enterprise, Internationa Journal of Sociology of Agriculture and Food, vol. 16, n : 31-49; Part 2: Academic Capitalism and the Loss of Scientific Integrity, p elpdmgrep_2/Tes weed.html

14 Links a organizzazioni pro-OGM /02/isaaa-il-successo-della- vergogna.html